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Autore: alliekayon    01/03/2012    1 recensioni
Matilda, 17 anni, pensa di avere una vita perfetta. Un migliore amico perfetto. Ma ecco che arriva lui, Alberto, a sconvolgere un equilibrio ormai monotono di questa ragazza Milanese. Un oscuro segreto si nasconde dietro quegli occhi turchini. Presto, lo scoprirà... E nulla sarà più come prima.
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Spero in molte recensioni da parte vostra :3
sono alle prime armi, siate benevoli.
buona lettura! :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Un insolito incontro.

 

 

- Merda, sono in ritardo! - urlai, catapultandomi giù dalle scale.

Come al solito, non avevo sentito la sveglia. Per giunta, dovevo incontrarmi con Matteo prima di entrare a scuola. Decisi di mandargli un sms, mentre cercavo la sciarpa nel salotto. 'Sono in ritardo, come al solito. Mi farò perdonare, giuro!'. Poche parole. Messaggio inviato. Afferrai la sciarpa che giaceva sul divanetto in cucina, e mi affacciai di fronte allo specchio. 'Dio, il mostro di Lockness', pensai. Cercai di sistemare alla meglio i miei capelli, misi un filo di matita e finalmente fui pronta.

- Matilda, ti vuoi muovere? Sono le otto meno cinque! - urlò mia madre, mentre aspettava impaziente davanti alla porta.

- Sì, sono pronta. Arrivo! - risposi, prendendo lo zaino.

Uscì di casa, ed entrai in macchina. Presi il cellulare dalla tasca e controllai se Matteo mi avesse risposto. Nulla. 'Mh, forse se la sarà presa.'. Durante il tragitto non feci altro che pensare a lui. Era la quinta volta che lo mollavo solo davanti a scuola, ma non era di certo colpa mia se il mio letto stamattina era più invitante di tutti gli altri giorni. La macchina si fermò, e scesi dalla macchina, per poi scappare su per le scale, ma la fortuna quel giorno, proprio non voleva guardarmi in faccia, infatti inciampai su uno scalino, e mi capitombolai sulle ginocchia. 'Oddio santo, che figura. Spero che nessuno mi abbia vista.'. In realtà c'era qualcuno che mi aveva vista. Mi si avvicinò un ragazzo bruno, dagli occhi azzurri, vestito davvero bene. 'Ecco, ti pareva. Proprio un bel ragazzo doveva vedermi!' pensai. Allungò la mano, per aiutarmi.

- Tutto bene? - sorrise, - Mi dispiace, ma non ho potuto fare a meno di vedere la tua caduta e correre qui ad aiutarti! -. Poi iniziò a raccogliere ciò che avevo perso cadendo.

- Oh, sì....... Sì, sto bene. Grazie. - ricambiai il sorriso, senza smettere di guardarlo, nemmeno per un attimo, in quegli occhi turchini. Continuai, - non preoccuparti per ciò che ho perso. Ora li raccolgo io. -.

Spostai la ciocca di capelli che mi era caduta sugli occhi e la posai dietro le orecchie, facendo attenzione agli occhiali da vista. Quanto li odiavo. Ero esasperata di esser chiamata 'quattr'occhi'. Sì, avevo pensato ad usare le lenti a contatto, ma il solo pensiero di doverle mettere con un dito, mi faceva ribrezzo.

- Comunque, piacere. Mi chiamo Alberto. - disse quel ragazzo sconosciuto, mentre mi riconsegnava il cellulare.

- Ehm. Piacere mio, io sono Matilda. -, risposi. Ero troppo curiosa di sapere chi fosse, non l'avevo mai visto in giro, perciò iniziai a fargli qualche domanda.

- Vivi qui a Milano? Non ti ho mai visto da queste parti... -, dissi mentre iniziavo ad arrossire.

- No, io sono Pugliese. Mi sono trasferito qui a causa del lavoro che fa mio padre... Lui... -. Non fece in tempo a terminare la frase, poichè lo interruppi bruscamente.

- Scusa, scusa. Devo scappare. Sono in un ritardo mostruoso! -, dissi, iniziando ad incamminarmi lungo le scale.

- Oh... Va bene. -, rispose, leggermente deluso. - Beh, spero di incontrarti presto, allora. -.

- Contaci! -, risposi, sorridendo.

- Ciao Matilda! -, disse, salutandomi con la mano.

- Ciao Alberto! -, e me ne andai.

Alberto rimase ancora un po' lì, a guardarmi, mentre scomparivo nel buio del vano scale della scuola, poi se ne andò.
Mentre camminavo lungo il corridoio, non potei fare a meno di pensare al mio incontro con Alberto. I suoi occhi mi avevano colpita immediatamente, come un fulmine a ciel sereno. E il suo sorriso, dio. Quello, era meraviglioso!
Bussai alla porta, ed entrai. Quella vipera della Basciani era seduta in cattedra, e appena mi vide, fece una smorfia di disprezzo.

- Valentini, sei per caso andata in guerra? Ti sembra questo l'orario di arrivare? E quelle calze... Ahhh, che vergogna! - urlò.

- Prof, mi scusi. Sono solo caduta dalle scale, mentre entravo a scuola. -, risposi, assetata di rabbia. Non so chi mi stava trattenendo dal sputarle un bel 'vaffanculo!' in faccia.

- Và a sederti. E che questa sia l'ultima volta! -.

Andai a sedermi al mio banco, a due passi da quello di Matteo. Più volte cercai il suo sguardo, ma mai riuscì ad incontrarlo. 'T'oh, ci mancava solo che lui si arrabbiasse con me!' pensai, esasperata. Alla fine delle lezioni provai ad avvicinarmi a lui, ma tutte le volte si scansava, schifato. 'Mi puzza l'alito, per caso!?' pensavo. Gettai la spugna e tornai a casa, incazzata come una belva. C'avrei parlato il giorno dopo, con quel signorino. Intanto pensavo ad Alberto. Fuori da scuola avevo guardato ovunque, ma nemmeno la sua ombra. Chissà dove sarà finito.

 

 

13 Maggio, 2011.

 

''Caro diario, stamattina la sfiga è davvero venuta a cercarmi. Mi sono spiattellata al suolo, di ginocchia. Per fortuna è arrivato un ragazzo carinissimo ad aiutarmi. Alberto. Chissà se lo rivedrò ancora. Poi, quella stronza della Valentini m'ha fatto un cazziatone. Che potesse prendere fuoco, ora, lei! Quanto la detesto!

Matteo è arrabbiato con me, per averlo lasciato solo anche stamattina. Speriamo di riuscire a parlarci. Per ora proprio non ne vuole sapere!''

 

Matilda :3

 

 

  
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