Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harriet    04/10/2006    5 recensioni
"Anche tu hai qualcuno che non vuole vederti scomparire!"
Nella vita di Kimihiro Watanuki ci sono delle persone che farebbero di tutto per non vederlo scomparire. Perdere il loro tempo e la loro energia, fare cose impensabili per loro, pagare prezzi molto alti...
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Himawari Kunogi , Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki , Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è nata rileggendo l’episodio della donna solitaria, e soprattutto dalla frase che la donna dice a Watanuki, prima di andarsene: “Anche tu hai qualcuno che non vuole vederti scomparire”.
Grazie anche agli ultimi sviluppi della vicenda, ho pensato a quali persone, in modo più o meno manifesto, hanno dimostrato di non voler vedere Watanuki scomparire. E così, sono venuti fuori alcuni episodi...
Il terzo capitolo sarà spoileroso per i cap. 116-119 del manga, ma gli altri li potete leggere tranquillamente.
Grazie, buona lettura!
Holic è delle Clamp, e se riescono a concluderlo divinamente come l’hanno iniziato, potrei quasi perdonare loro un bel po’ di cose...
Storia dedicata alle mie clampo-maniache preferite, che non hanno bisogno che io le nomini, sanno perfettamente chi sono!^^
Se volete fare due chiacchiere sulle Clamp o altro, mi trovate qui:
Dark Chest of Wonders

I won’t let you fade away

I – Cose stupide

La freccia eseguì il suo percorso ed andò a piantarsi vicino al centro perfetto del bersaglio. Un attimo di silenzio, e poi un applauso.
- Oh, Doumeki-kun, se domani alla gara avrai gli stessi risultati stracceremo le altre scuole!- esclamò uno dei ragazzi in tenuta da arciere, saltellando intorno a quello che aveva appena fatto centro, l’ultimo di un’incredibile serie di centri.
- Non hanno scampo!- urlò entusiasticamente un altro del gruppo. Intanto dagli spalti si levarono alcune piccole grida di incitamento, prodotte da voci femminili. In tutto questo tripudio di gioia, il ragazzo che si trovava al centro dei festeggiamenti rimaneva piuttosto calmo. Anzi, quasi indifferente. Fece un cenno della testa all’indirizzo dei compagni che si erano complimentati e si mise a guardare l’arciere successivo che prendeva la mira.
All’improvviso alcuni ragazzi piombarono nella palestra, richiamando l’attenzione di tutti col loro vociare confuso e allarmato.
- Ehi, c’è un tizio che si sente male nello spogliatoio!-
- Brrr, sembra posseduto!-
- Bisogna chiamare aiuto.-
Doumeki sollevò la testa per scrutare i messaggeri di sventura. Un brutto presentimento lo colse all’improvviso.
- Lo conoscete?- si informò uno della squadra.
- No, mai visto. Deve essere di prima.-
Bruttissimo presentimento.
- E’ un tipo magro con gli occhiali.-
Non più un presentimento, ma una certezza.
- Credo di sapere chi è. Vengo io.-
Tutti tacquero, voltandosi a guardare il solitamente impassibile Doumeki che dimostrava un vago interesse per un fatto tanto insignificante.
- Conosci un tipo così?- domandò uno dei suoi compagni di squadra.
- Se è lui.- commentò Doumeki, abbandonando a terra la sua attrezzatura e dirigendosi verso l’uscita della palestra. Con passo piuttosto svelto si lasciò alle spalle i compagni stupiti e raggiunse lo spogliatoio.
Esattamente come aveva immaginato. Accidenti, stava diventando anche un indovino, ora?
No, probabilmente il fatto era che quel tipo era scontato in tutto e per tutto.
Cielo, avrebbe voluto davvero sapere se esisteva un modo per tenerlo lontano dai guai! Guai che, il più delle volte, lui stesso andava a cercare...
Ma non c’era tempo per trovare risposta a quelle scottanti domande, se voleva evitare alla sua seccatura preferita di morire per soffocamento.
A terra c’era una ben nota persona, con gli occhi serrati e le mani sul petto, ansimante come per mancanza d’aria. Il corpo esile del ragazzo era scosso da un forte tremito. Doumeki non si stupì del fatto che quelli che l’avevano trovato fossero fuggiti. Faceva davvero impressione.
- Cos’ha?- balbettò una ragazzina, ferma sulla soglia dello spogliatoio.
- Non è che ora muore, vero?- chiese un altro, che aveva seguito Doumeki dalla palestra.
- Ma no.- borbottò l’arciere, inginocchiandosi accanto al ragazzo riverso. – E’ solo che...a volte...gli vengono queste crisi.-
Sì, a volte. Quando qualche spirito malintenzionato lo assale.
Molto più che “a volte”.

Sollevò da terra Watanuki e gli rialzò la testa. Non appena lo ebbe toccato, sembrò che l’altro potesse respirare più liberamente. Potenza della forza anti-spirito di Doumeki. Ancora però l’altro teneva gli occhi chiusi. L’arciere se lo prese in braccio e lo trasportò fuori dalla stanza, per posarlo con insolita delicatezza a terra, nel corridoio.
Watanuki aprì piano gli occhi, guardandosi intorno, confuso.
- Oi. Sei vivo?-
- Eh?-
- Respiri ora?-
- Aiutalo ad uscire...- mormorò Watanuki, che ancora non si era reso ben conto della situazione. – Non voleva farmi del male, mi stava solo chiedendo aiuto per uscire da là...-
Doumeki stava iniziando ad odiare gli spiriti con le loro assurde pretese.
E anche lui, però. Non c’era un modo più semplice di reagire? Non poteva mandare a quel paese lo spirito di turno e continuare con la sua vita?
No, certo che no.
Al solito, si è commosso per lo spirito che stava cercando di portarlo con sé nell’aldilà...

- Va bene. Ce la fai ad alzarti?-
All’improvviso una scintilla di comprensione illuminò gli occhi chiari di Watanuki.
- Doumeki. Che ci fai qui?-
- Ti salvo. Come al solito.-
- Cooooooooooooooooosa?-
Il ragazzo tentò di schizzare in piedi, per allontanarsi il più possibile dall’indesiderato salvatore, ma non appena si fu sollevato ricadde rovinosamente, e per la seconda volta fu raccolto dal suo odiato rivale.
- Doumeki, mollami subito!-
- Come vuoi.-
Doumeki lo lasciò, e Watanuki si ritrovò a terra. Il ragazzo prese a maledire l’altro, mentre la piccola folla di curiosi che si era raccolta attorno a loro si divertiva a commentare la strana scenetta.
Finalmente Watanuki accettò l’aiuto dell’altro, che lo sollevò da terra e si offrì di riportarlo a casa. Dopo un po’ di proteste, Watanuki capì che non ci sarebbe mai arrivato da solo, a casa, e si vide costretto a dirgli di sì.
- A che ora chiude la scuola?- domandò Doumeki ai ragazzi raccolti nel corridoio. - Beh, credo sia aperta fino alle sette. C’è il gruppo di teatro, sai.- spiegò una ragazza. Doumeki controllò l’orologio e giudicò che ce l’avrebbe fatta. Lasciò il gruppetto, sostenendo Watanuki.
- Ehi, Doumeki, hai lasciato l’attrezzatura di là!- gli urlò dietro un compagno della squadra di tiro con l’arco. – E l’allenamento non era finito! E comunque non puoi uscire così! Devi farti una doccia e cambiarti! Vuoi sentirti male? Domani abbiamo la gara!-
Ma le sue parole vennero totalmente ignorate.

Quella sera, mentre tornava a casa ad un’ora indecente, senza essersi cambiato, con l’attrezzatura per il tiro con l’arco trascinata pigramente dietro di sé e starnutendo con una frequenza preoccupante, si chiese se ne era valsa la pena, di mollare l’allenamento prima della fine, senza farsi una doccia, mettendo a repentaglio la propria salute e la propria dignità, e facendosi prendere in giro da quelli del club di teatro, quando era tornato a scuola per recuperare la sua roba...e soprattutto per fare quella cosa.
Oh, beh.
Alzò le spalle, archiviando la questione.
Fare una cosa stupida, ogni tanto, non ha mai fatto male a nessuno.

L'indomani, il bento doppiamente fornito arrivò, com’era giusto che fosse, e Doumeki lo spolverò, con il consueto sottofondo di “perché devo cucinare per te?” e “perché devo mangiare con te?”, frammisti alle risate di Himawari e al suo ritornello immancabile: “Voi due andate così d’accordo!”
All’improvviso le grida sconclusionate di Watanuki si interruppero, e il ragazzo fissò l’amico come se si fosse appena ricordato di qualcosa.
- Ma tu avevi una gara, stamattina?-
- Mh. Torneo tra scuole, prima eliminatoria.-
- E com’è andata?-
- Non male. Non eccellente, ma ci siamo qualificati.-
Himawari si complimentò col ragazzo, poi ringraziò Watanuki per il bento e corse via, in ritardo per qualche attività. Watanuki allora si voltò verso l’altro e si fece tremendamente serio.
A Doumeki non ci volle molto per capire cosa stava per dirgli.
- Ecco, senti, riguardo a ieri...nello spogliatoio c’è uno spirito che...-
- C’era.-
- Vuoi farmi spiegare? Stavo dicendo che...Eeeeeh? Vuoi dire che...-
- Che ieri sera, dopo averti riportato a casa, sono andato su nello spogliatoio e ho fatto quel che c’era da fare.-
- Hai...hai...- Watanuki lo fissò in silenzio per qualche secondo, battendo stupidamente le palpebre per l’incredulità.
- Il tuo spirito ora se n’è andato, se era questo ciò che ti preoccupava.- gli comunicò l’altro. – Era uno spirito piuttosto negativo. Sono riuscito a localizzarlo e ad esorcizzarlo.-
- Come l’hai...trovato?-
- Ho fatto qualche tentativo. Poi mi sono ricordato di dov’eri tu, ieri, e pensato che magari lo spirito era proprio in quella zona. E’ andata bene.-
- Tu...tu...sei andato...-
- Me l’avevi chiesto, no?-
- Sì, ma...-
- Guarda che mi fido di te. Non sei certo il tipo da inventarti balle su cose come queste. Non sono nemmeno sicuro che ti riesca mentire. E so per esperienza che non sei un visionario.-
Quello fu il colpo di grazia. Doumeki che riusciva a produrre una frase tanto articolata e lunga tutta in una volta. Doumeki che gli diceva una cosa vagamente lusinghiera. Watanuki perse tutte le parole e la facoltà di rispondere, e continuò a fissarlo, sempre più sconcertato.
- Beh, io devo andare.- Doumeki si alzò in piedi di scatto, porgendo il piattino del suo bento a Watanuki. – Domani voglio la stessa porzione di oggi.-
- Coooooosa?-
Finalmente era riuscito a risvegliare Watanuki, se non altro.
Watanuki prese a sbraitare, come suo solito, e Doumeki si allontanò, facendogli un cenno di saluto, e starnutendo.
Avrebbe dovuto arrabbiarsi con Yuuko. Da quando si era trovato coinvolto nelle fortune del suo negozio di pazzi gli capitava piuttosto spesso di rimetterci la salute.
Soprattutto quella mentale.
Beh, forse non ne aveva mai avuta molta. Non era mai vissuto con una grande pace mentale, se doveva essere sincero.
I ragazzi normali, alla sua età, pensavano a cose futili e al massimo si preoccupavano per un brutto voto. Vivere in un tempio non aveva mai fatto di lui esattamente il prototipo del ragazzo normale.
Senza dubbio, però, da quando c’era Yuuko le cose erano drasticamente peggiorate. Da quando si trovava un giorno sì e l’altro pure con spiriti da esorcizzare, misteri da svelare e soprattutto un idiota senza senso del pericolo da tirare fuori dai guai.
Però...se davvero fosse stato così tremendo, non c’era niente e nessuno che lo obbligava, no?
E poi, quel buffo idiota aveva delle doti come cuoco che non si trovavano facilmente.
E non era nemmano solo quello, se proprio doveva continuare ad essere sincero.
Sarebbe stato un peccato se fosse svanito, un giorno o l’altro, per colpa di qualche spirito inquieto. E se per preservarlo da tale destino doveva accettare di far parte del club degli schizzati amici di Yuuko...
Oh, beh, fare una cosa stupida, ogni tanto, non ha mai fatto male a nessuno.



Arigatou, Wren, per avermi ricordato che Doumeki può solo esorcizzare spiriti cattivi. Spero di aver descritto qualcosa di sensato, riguardo all’esorcismo compiuto da Doumeki. Grazie anche per le meravigliose riflessioni notturne sul nostro arciere preferito (prima o poi ci scriverò qualcosa di più sostanzioso, e spero anche tu!). Credo di aver rimesso su un capitolo migliore, alla luce di quei discorsi. E grazie per aver letto in anteprima questo capitolo, tempo fa!^^
   
 
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