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Autore: Simona_Lupin    01/03/2012    48 recensioni
1977. L'ultima occasione.
L'ultima occasione per respirare la magia di Hogwarts, la casa più bella, nell'ultimo anno di dolce spensieratezza.
L'ultima occasione per James di sgraffignare il cuore di Lily invece di uno stupido Boccino d'Oro.
L'ultima occasione per Lily di dare un due di picche alla Piovra Gigante e concedersi agli sfiancanti corteggiamenti di James.
L'ultima occasione per Sirius di chiudere le porte al suo orribile passato e aprirle a un amore che non ha mai conosciuto.
L'ultima occasione per Remus di far splendere ai raggi di luna la sua anima al posto del sangue delle sue ferite eterne.
L'ultima occasione per Peter di ricevere la luce di un sorriso amico prima di precipitare nell'oscurità del male senza speranza di riemergere.
L'ultima possibilità. Di amare, di lottare, di essere coraggiosi. Di vivere.
L'ultima possibilità di stringere tra le mani la vita di qualche sogno prima di gettarli via, tra le polveri di una guerra senza fine in cui tutti rimarranno prigionieri.
Dal capitolo 12 [Miley/Remus]:
« Tu riesci a mangiare mezza tavoletta di cioccolata in un colpo solo? » si incuriosì Miley, disorientata.
« Mezza tavoletta è una routine ormai assodata » fu la risposta. « Riesco a fare molto meglio. Tu, invece... riusciresti mai a farlo? »
Miley ingoiò il cioccolato e riflettè con calma, poi incrociò le braccia al petto e lo studiò. « Mi stai sfidando, per caso? »
Remus trattenne una mezza risata e scrollò le spalle, senza riuscire a mascherare il divertimento. « Se dicessi di sì? »
« Oh, John, vedrai » rise di rimando lei, guardando prima lui, poi il cioccolato con aria di sfida.
« John? » chiese lui, stranito, inclinando il capo.
« John » ripetè lei, annuendo. « E' il tuo secondo nome, no? Ti sta bene ».
John. Nessuno lo aveva mai chiamato così. Sorrise. Gli piaceva.
Dal capitolo 14 [Lily/James]:
« Come stai? » mormorò Lily a bassa voce, sorridendo ancora.
James annuì, per poi accorgersi che non era una domanda a cui rispondere con un sì o un no e riprendersi.
« Molto... molto bene, grazie » rispose, passandosi una mano tra i capelli. « Sono contento di vederti ».
« E io sono contenta che tu sia vivo » rise lei. « Così potrò realizzare uno dei sogni della mia vita ».
« Cosa? » fece lui, fingendosi ammiccante. « Uscire con me? »
« No » rispose lei, allegra. « Ucciderti personalmente ».
Dal capitolo 20 [Scarlett/Sirius]:
Era la prima volta che la teneva tra le braccia. La strinse a sé, protettivo come non si era mai sentito verso qualcuno, e si chiese perché, perché mai quel momento dovesse finire. Perché fosse destinato a rimanere solo un piccolo sprazzo di gioia isolata in una vita costellata di dolori e flebili attimi di felicità inespressa. Perché per lei non potesse significare quello che significava per lui. Perché non potesse durare solo... solo per sempre.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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The Final Chance.






Capitolo 1

Espresso per Hogwarts: liti e liste




 

 
 
Quell'anno stava cominciando esattamente come tutti gli altri: stazione rumorosa e affollata, abbracci e saluti lacrimevoli in ogni angolo del grande binario, gufi e rospi che si agitavano indispettiti nelle gabbie o tra le mani dei padroni, e giovani maghi e streghe eccitati per l'incombere di un nuovo anno scolastico che si aspettavano ricco di sorprese affascinanti. La magia, infine, era l'ultimo elemento caratteristico di quella scena, e aleggiava attorno all'imponente treno e alle famiglie con invisibile grazia. E non solo la magia scagliata con le bacchette o racchiusa nelle persone dotate di poteri, ma la magia presente in ogni carezza di un genitore a un figlio, in ogni sguardo di due innamorati, in ogni particella d'aria che premeva in quel luogo e nei cuori di chi vi era presente. Se ne percepiva in qualche modo il sapore.
Mancava solo qualche minuto alla partenza, e quasi tutti erano ormai saliti a bordo del treno rosso acceso che cominciava a sbuffare vapore e che, in un gran trambusto di grida e risate, era pronto a incamminarsi lungo i binari.
Ecco, appunto. Quasi tutti.
In uno degli ultimi scompartimenti, infatti, sedevano due ragazzi all'apparenza ansiosi, in attesa di qualcosa, o meglio, di qualcuno.
Seduto accanto al finestrino, Remus Lupin indossava già la divisa scolastica e gettava occhiate nervose al binario, all'amico e al suo orologio in una successione talmente veloce da farlo sembrare sull'orlo di una crisi di nervi. I suoi morbidi capelli chiari splendevano alla luce del sole, mandando bagliori dorati, e gli occhi d'ambra erano accesi da una luce insolita.
Peter Minus, di fronte a lui, lo fissava con i piccoli occhi acquosi sgranati, chiedendosi se fosse lo stesso ragazzo calmo e pacato che aveva lasciato l'anno precedente. Sfregava nervosamente i piedi e si torceva le mani in grembo, impaziente e spaventato dall'inconsueta agitazione dell'amico.
E la domanda che si ponevano ormai da minuti interi era solo una: dov'erano finiti quegli scapestrati malandrini di James Potter e Sirius Black?
Non era di certo la prima volta che arrivavano in ritardo per l'Espresso di Hogwarts - anzi, per la precisione, quella era la settima -, ma che dopo sei anni non avessero ancora capito che bastava abbandonare il letargo appena cinque minuti prima per essere in orario era veramente troppo.
« E' tardissimo » stava borbottando Remus, fissando la lancetta dei minuti che segnava le dieci e cinquantotto. « Tardissimo, per Merlino ».
« Il ritardo peggiore di sempre » lo appoggiò prontamente Peter, mordicchiandosi una guancia mentre ripensava agli anni passati.
« Questa volta non ce la fanno... »
« Lo credo anch'io ».
« Questa volta lo perdono... »
« Di sicuro ».
« Questa volta li ammazzo... »
« Ti aiuto ».
« Questa volta... SIRIUS! JAMES! »
La risposta alla famigerata domanda, infatti, era finalmente lì di fronte a loro: James e Sirius inspiravano aria a pieni polmoni, abbandonati ai due lati opposti della porta scorrevole dello scompartimento, i volti imperlati di sudore freddo. Si lasciarono cadere sui sedili vuoti accanto agli altri due senza dire una parola, l'aria stremata di chi ha corso per chilometri senza mai fermarsi.
Alla fine, dopo qualche momento di attonito silenzio, James sollevò lo sguardo, incontrando quello disgustato di Remus, e alzò una mano come se intendesse giustificarsi.
« Ti giuro... » riuscì a bofonchiare in tono affannato, « che questa volta... non è stata colpa mia ».
Si passò le dita fra gli scompigliati capelli neri, scivolando ancor più giù lungo il sedile, per poi sistemarsi meglio sul naso i tondi occhiali che nascondevano i suoi grandi occhi nocciola da cerbiatto.
« Che cosa? » esclamò a quel punto Sirius, drizzandosi a sedere. « Che vorresti insinuare? Se ben ricordi, io mi sono svegliato all'alba, ho preparato la colazione a tutti, mi sono preparato per primo e sono stato velocissimo! E in tutto ciò tu stavi ancora russando sotto la coperta del Puddlemere United! »
Si abbandonò nuovamente sul sedile, inconsciamente elegante, gli occhi grigi impenetrabili come vero acciaio che scrutavano l'amico come a sfidarlo a contraddire la sua versione, mentre ciocche di ondulati capelli neri gli ricadevano sul volto malgrado lui le allontanasse a intervalli di pochi secondi.
« Ah, ma piantala! » ribattè James, sicuro di sé. « Hai smosso le chiappe da quel letto alle dieci e mezza, hai rivoltato la dispensa senza lasciare niente a nessuno e sei rimasto chiuso in bagno per un secolo! Papà pensava che ti fossi strozzato con la saponetta nuova, pensa un po' ».
Il ragazzo parve interdetto per quell'ultima affermazione, ma dopo aver constatato l'effettiva improbabilità della cosa, si riscosse.
« Tutte fandonie... » borbottò. « Questo cervo è pazzo, sopprimetelo » concluse, sventolando la mano in un gesto sbrigativo.
Remus diede in un basso sospiro esasperato che richiamò l'attenzione dei due, i quali si scambiarono un sorriso sghembo.
« Che c'è, Lunastorta, cos'è quell'aria afflitta? » gli chiese Sirius, scrutandolo da vicino con finta apprensione.
« Sperava che perdessimo il treno, ecco cosa » replicò James con l'aria di chi la sa lunga. « Ma andiamo, amico, non ci casca nessuno, sappiamo che ti siamo mancati! Vieni qui! »
Si avventò su di lui, gettandogli un braccio intorno alle spalle per abbracciarlo e prenderlo a cozzate violente nello stesso momento, e Sirius si unì presto a loro, lanciandosi rovinosamente sulla calca di corpi, uno dei quali ormai esanime. Si rotolarono con una certa foga per un po', urla di guerra e di dolore che si mescolavano, mentre Peter osservava la scena entusiasta, mangiando un pezzo di panino ammaccato.
Nessun pericolo, pensava, era questo il loro solito modo di manifestarsi affetto, e se ogni tanto qualcuno di loro - ad esempio Remus - ne usciva fuori con qualche osso maciullato o con arti fuori uso, nessuno se ne faceva un problema, spesso neanche il sopracitato esempio.
« Okay, per oggi può bastare » annunciò James quando ritenne opportuno smettere, emergendo illeso dalla mischia.
Sirius si alzò con disinvoltura a sua volta, scostandosi i capelli dagli occhi con uno scatto elegante della testa. 
« Alla prossima, amico » disse con un gran sorriso, ma non ottenne risposta, cosa che lo fece insospettire.
Chinò lo sguardo, e tutto ciò che vide fu un corpo disteso su due sedili, apparentemente morto.
« Amico? » fece allora, titubante. « Amico...? »
« Andiamo, Lunastorta, non puoi farti mettere sotto il primo giorno! » esclamò James, scrollandolo appena. « Di questo passo non arriverai mai alla fine dell'anno! »
Lui riaprì lentamente gli occhi, prese la bacchetta dalla tasca e la puntò distrattamente in aria, a quanto pareva incapace di intendere e di volere.
« Avada... » biascicò, e Sirius non riuscì a contenersi ed esplose nella sua risata simile a un latrato, sinceramente divertito.
« Ah, addirittura! » esclamò, scostando le gambe del ragazzo dal proprio sedile per accomodarvisi nuovamente. « Per così poco! »
Gli strappò di mano la bacchetta e gliela puntò dritta al petto. 
« Avanti, alzati, non fare l'idiota » aggiunse in tono spiccio, agitandola con un rapido scatto.
Remus rise, si ricompose e si mise di nuovo seduto, aprendo il finestrino per riprendere un po' d'aria.
« Ma di' un po', amico, com'è andata quest'estate? » chiese Sirius, il sorriso ormai scomparso.
Osservò il volto pallido dell'amico, solcato da lunghe cicatrici rossastre, un viso che irradiava allegria e serenità, ma che portava segni indelebili di una terribile maledizione. Stanco e affaticato, celava ancora i tratti di una semplice bellezza inconsapevole, che lui non era mai riuscito a vedere.
« Come sempre, direi » rispose. Poi un sorriso gli increspò un angolo della bocca. « Ma mi mancava qualcuno da azzannare, e sapete bene che non troverei mai prede migliori di voi ».
Gli altri risero, sollevati dalla sua spensieratezza, e anche il sorriso accennato del ragazzo finì per ampliarsi.
« Quest'anno ti frantumerò quelle corna che ti ritrovi in testa, Ramoso » disse Sirius a James, lanciando l'ormai abituale sfida.
« Io te le spacco dove non batte il sole, le mie meravigliose corna » rispose quello, ridacchiando. « E ho anche progettato un piano per mangiarti la coda ».
Sirius scattò sul sedile, improvvisamente allarmato, cercando invano quella coda che non aveva. 
« Non oseresti » sussurrò, tentando di suonare minaccioso, ma in cuor suo sapeva bene che l'amico l'aveva colpito nel suo punto debole. « La coda no! »
« Oh, sì » sussurrò serafico l'altro, un sopracciglio malignamente inarcato.
Battibeccarono per un po' su chi avrebbe fatto a pezzi chi, ma quando si fu stancato, Remus mise fine alla disputa dichiarando saggiamente e con consapevolezza che li avrebbe sbranati tutti vivi se non l'avessero piantata subito. Minaccia che, naturalmente, entrambi accolsero molto seriamente.
« E quel nullafacente di Frank, invece, che fine ha fatto? » chiese Sirius dopo qualche momento, stendendo le lunghe gambe e incrociandole con nonchalance.
« Ha mollato qui le sue reliquie e se l'è squagliata in un batter d'occhio con Alice » rispose Remus, scrollando le spalle noncurante.
« Ora » intervenne Peter, sogghignando, « non sappiamo esattamente cosa stiano combinando, ma qualcosa ci dice che Sirius sarebbe fiero di loro ».
Sirius annuì prontamente, confermando le sue parole, e parve anche piuttosto compiaciuto.
« Ah, il caro vecchio Frank sì che sa come ci si comporta con le donne... » sospirò. « Al contrario di certa gente, qui, di fronte a me... no, Ramoso? »
« Assolutamente d'accordo con te, Felpato » annuì James con vigore, fissando Remus, accanto a lui, con una certa insistenza.
Quello lasciò scorrere lo sguardo dall'uno all'altro, vagamente sbigottito, e sbuffò scuotendo impercettibilmente il capo. 
« Non la pianterete mai, vero? » disse, formulando una domanda palesemente retorica, e difatti il secco no dei due non lo sorprese affatto.
« Quest'anno è fatta » ci tenne ad aggiungere Sirius, sfregandosi le mani come se si stesse preparando a qualcosa di grosso.
« La nostra missione sarà: una ragazza per Remus! » annunciò James, sfoggiando i suoi soliti modi teatrali.
« E non una ragazza qualsiasi! »
« Già, amico, perché tu meriti il meglio! »
« Ma, sfortunamente, il meglio ce lo abbiamo noi... »
« Nulla di cui preoccuparsi, comunque, Hogwarts offre una vasta gamma di deliziose fanciulle, anche per te ».
« Quindi, nostro caro e innocente Lunastorta, preparati. E' arrivato il tuo momento! »
« E noi siamo già a caccia di qualche preda per il lupastro! »
Remus continuò a fissarli, ma dopo aver notato con quanto entusiasmo stessero tentando di coinvolgerlo in quella missione impossibile, decise che era meglio non replicare. Sapeva bene che, se solo avesse contraddetto qualche loro parola, sarebbero tornati all'attacco più agguerriti che mai.
« Ma a proposito di missioni » proseguì James, chinandosi e poggiando i gomiti alle ginocchia. « Dovete sapere che io e Sirius non ce ne siamo stati con le mani in mano tutta l'estate ».
« E' vero » convenne l'altro, annuendo gravemente. « Abbiamo avuto del lavoraccio da sbrigare. Naturalmente, a proposito degli scherzi in programma per quest'anno ».
Si scambiarono uno sguardo tipicamente malandrino, uno di quelli che precedevano quasi sempre una bravata degna di questo nome, e Remus gemette.
« Qui si mette male... » borbottò, poggiando una mano sulla fronte in un gesto stanco, ma dopo qualche secondo, in seguito a quella che parve una breve ma assai cruenta lotta interiore, si avvicinò e li esortò a parlare con un concitato: « Dai, sentiamo ».
Realizzato, James esultò con un furioso: « HA! » che fece quasi sussultare Peter, e brandì il pugno in aria in segno di vittoria.
« Mi piaci così malandrino, compare » fece invece Sirius all'amico. Poi proseguì dicendo: « Allora, gente, tralasciando il solito repertorio... »
« Pozione Invecchiante, Elisir Per Indurre Euforia... » elencò James all'istante.
« ... e la classica scorta... »
« ... di Caccabombe, Pallottole Puzzole e Frisbee Zannuti... »
« ... quest'anno » continuò Sirius, lo sguardo illuminato, « siamo andati oltre. Vi dico solo: Pozione Polisucco ».
Vi fu un primo, convinto applauso.
« Veritaserum ».
Secondo applauso, più rumoroso e colpito.
« E... Amortentia ».
Peter fischiò.
« Allora? » James era il volto della gioia. « Che ve ne pare? »
« E' grandioso! » esclamò Peter, in preda a un feroce e incontenibile entusiasmo. « Con tutta questa roba, la Mappa e il Mantello, potremo fare qualsiasi cosa! » Ma a uno sguardo particolarmente severo - e anche un po' ipocrita - lanciatogli da Remus, aggiunse cauto: « Cioè... intendiamoci. Qualche scherzetto innocente... senza usare nessuna delle cose che avete preparato... io non lo farei mai... voglio dire, è inaudito che... ecco... andare così oltre... »
Tutti scoppiarono a ridere, Remus compreso, e lui capì che forse sarebbe stato meglio stare zitto.
« In conclusione » ricapitolò Sirius allegramente, « abbiamo un mucchio di missioni, quest'anno ».
« Si sono fissati con queste missioni... » bisbigliò Remus fra sé e sé.
« ... ovvero: missione una ragazza per Remus, missione uno scherzo al giorno toglie il Guaritore di torno, missione... »
Ma Sirius si interruppe di botto: inaspettatamente, James aveva trattenuto il fiato così forte da spaventarli. 
Si guardarono tutti intorno, allarmati, aspettandosi come minimo di vedere un manipolo di Mangiamorte sbucare fuori dal corridoio del treno.
« Che c'è? » domandarono infine all'unisono, esasperati.
Lui, però, pareva aver perso il dono della parola, e apriva e richiudeva le labbra senza emettere il benché minimo suono.
« Abbiamo scordato... » riuscì a mormorare dopo un po'. « Abbiamo scordato... la missione Lily Evans! »
La reazione degli altri fu immediata: Sirius aprì la porta dello scompartimento e cominciò a tirar giù il baule dalla reticella portabagagli per andarsene; Peter aprì il finestrino urlando: « io mi butto, mi butto! »; Remus si lasciò scivolare lungo il sedile fino al pavimento, dove si abbandonò a braccia e gambe spalancate, mentre James guardava la scena in uno stato di shock.
« Ragazzi, sul serio... vi rendete conto che stavo per dimenticarmi di lei? » Il suo sguardo era fisso nel vuoto, perso in un turbine di pensieri a cui nessun altro avrebbe potuto - e neanche voluto - avere accesso. « Lily... » sussurrò, ma subito dopo si fece parecchio serio. « Devo trovarla » annunciò, deciso. « Tu! »
Si fiondò su Remus, ancora steso a terra, con la bacchetta sguainata come una spada, e gliela puntò dritto fra gli occhi.
« Dov'è? » lo aggredì, e il ragazzo pensò che non si sarebbe minimamente stupito se avesse cominciato a ringhiare. « Dimmi dov'è Lily! L'hai vista? »
« No che non l'ho vista, ma per Godric, datti una calmata! » rispose, decisamente irritato dalla sua reazione eccessiva.
« Com'è possibile? » bofonchiò allora James, ora spaventato. « Tu sei il suo grande amico di sempre... e quella maledetta cascata di capelli rossi non passa tanto inosservata... quindi non c'è! ODDIO! » gridò. « Lily non c'è! »
Si rimise seduto, le mani tra i capelli, determinato a scervellarsi finché non avesse trovato una risposta ai suoi interrogativi. 
« E se non fosse venuta? » prese a domandarsi, come impazzito. « E se i suoi genitori l'avessero ritirata? E se le fosse successo qualcosa? »
« E se la piantassi di fare l'idiota? » suggerì Sirius, scocciato. « Nel santissimo nome di Merlino, James, dacci un taglio con quella Evans! »
Ma Remus, placata la momentanea rabbia, optò per un approccio più pacato e comprensivo, nella speranza di vedere l'amico rinsavire.
« Sono sicuro che c'è, James, è ovvio che ci sia » mormorò con invidiabile calma.
« Nah, deve per forza essere stata sbranata da uno stormo di gufi incattiviti, è ovvio! » commentò allora Sirius, caustico.
Il volto di James, però, si fece all'improvviso bianco come un lenzuolo, quasi avesse udito la più agghiacciante delle profezie.
« Potrebbe essere successo? » sussurrò, paralizzato dall'orrore.
Sirius fu preso dall'impulso di andarsene davvero, ma ancor più allettante gli parve l'idea di strozzarlo e farla finita una volta per tutte.
« JAMES! » urlò invece, sfinito dal suo essere così patetico, ma quello non lo ascoltò e continuò indisturbato a borbottare le sue preoccupazioni al vento.
« James? » lo richiamò a sua volta Remus dopo un po', in tono totalmente diverso.
« Mmm? » mormorò lui distrattamente, con le dita ancora immerse fra i capelli più ritti che mai.
« Mi è venuto in mente solo ora... » rispose l'altro. « Lily è diventata Caposcuola, no? Magari è nella carrozza dei Prefetti ».
James non stava ascoltando, ancora troppo preso dai suoi pensieri, tanto che disse: « Già... sicuramente... », per poi esclamare ad occhi sgranati: « Aspetta, che cosa? »
Remus, sicuro di non aver detto nulla di particolarmente bizzarro o allarmante, lo fissò, interdetto.
« Ma... anch'io sono Caposcuola! » spiegò allora James. « Dovevamo riunirci nella... Oddio, è tardissimo! » aggiunse, dando una rapida occhiata all'orologio.
« Galoppa, Ramoso » fece Sirius, sorridendo soddisfatto.
James si ricacciò in gola gli epiteti poco gentili che avrebbe voluto urlargli addosso, promettendo a se stesso di rivolgerglieli al suo ritorno, e fece per uscire dallo scompartimento. Dopo un istante, però, parve ripensarci e fece nuovamente capolino dalla porta scorrevole, il dito indice ben diritto di fronte al viso.
« Ad ogni modo, quella a cui avete appena assistito nient'altro era che l'impeccabile imitazione di una povera vittima dell'Amortentia a cui è stato sottratto il suo illusorio e temporaneo grande amore » annunciò in tono pomposo, gonfiando il petto. « Grazie per l'attenzione e arrivederci » concluse, e schizzò via.
Per la seconda volta in quella sola mattina, perciò, si ritrovò a dover correre a perdifiato, questa volta diretto alla carrozza dei Prefetti, che era esattamente dal lato opposto del treno. Filò via per lo stretto corridoio, urtando chiunque come una folle palla da bowling con le gambe, gli occhi di tutti puntati addosso, e urlò a pieni polmoni: « SONO QUI! » ancor prima di aprire la porta.
Entrò come una furia, gli occhiali storti sul naso, e farfugliò di nuovo, col fiatone: « Sono qui... »
Stremato, chinò la schiena, le mani sulle ginocchia a causa dell'eccessiva stanchezza, poi notò una ragazza che lo osservava - a voler utilizzare un eufemismo - con interesse, e il suo viso si illuminò con un sorriso, mentre, soddisfatto, ripeteva: « Sono qui ».
Strizzò l'occhio alla sconosciuta, poi si voltò: alla sua destra, Lily Evans lo fissava, le sopracciglia inarcate quasi fino a sparire dietro il ciuffo di capelli rosso scuro che le ricadeva pesantemente sulla fronte.
« Evans, non applaudi? » le chiese allora, certo che non avesse colto l'importanza della sua venuta. « Sono qui! »
Ma prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, una voce melliflua giunse alle orecchie del ragazzo, inducendolo a voltarsi.
« Bene bene... Guarda un po' chi ci degna della sua presenza ».
Severus Piton, capelli unticci che pendevano ai lati del viso giallastro, naso adunco e occhi scuri come pozzi profondi, lo fissava con palese disprezzo.
« Mocciosus » fece James, ghignando ringalluzzito. « Anche tu Caposcuola? Sarà un vero piacere ».
« Che cosa dici? » saltò su Lily all'improvviso, certa di essersi persa qualche passaggio fondamentale della conversazione. « Tu, Potter, sei Caposcuola? »
« I sogni si avverano, eh, Evans? » ribattè lui con prontezza, sorridendo con aria arrogante e spavalda.
Ma Lily era totalmente incredula, e non lo guardava nemmeno, troppo intenta a scuotere ripetutamente il capo.
« Ma... cosa diamine... ci dev'essere un errore... » borbottava, guardandosi intorno come in cerca di rassicurazioni in merito all'inspiegabile faccenda.
« Ci divertiremo un mondo, Evans, vedrai ».
James la osservò, e realizzò all'istante che non era mai stata così bella, con il mantello di folti capelli rossi che gli si adagiava sulle spalle e i brillanti occhi verde chiaro che spiccavano sul volto pallido. Notò che anche Piton la stava scrutando, con quei suoi occhi gelidi e indagatori che sembravano avidi e indiscreti mentre perlustravano ogni centimetro della ragazza, e il desiderio che James fu certo di avervi intravisto non gli piacque affatto. 
Provò un moto incontrollabile d'odio nei confronti del ragazzo, e la sua mano scattò verso Lily come di sua volontà, quasi a volerla proteggere da quella sorta di malsana radiografia che gli aveva fatto salire il sangue al cervello. Riuscì a frenarsi, ma sfiorò la mano di lei, che gli scoccò un'occhiata interrogativa, mentre lui e Piton si squadravano con amarezza e sdegno incisi in ogni lineamento.
« Ehm... comunque » intervenne titubante la Caposcuola di Corvonero. « Noi avremmo finito. Ogni tanto fate un giro di perlustrazione, per piacere ».
Ascoltando quella voce estranea, James riuscì ben presto a tornare perfettamente in sé.
« Bene... » mormorò, e si rivolse a Lily per un breve saluto. « E' stato un piacere, Evans, ci si vede in giro ».
« Mi augurerei vivamente di no » disse lei gelida, prima di uscire dallo scompartimento con la schiena ben diritta.
James, che non si era aspettato nulla di diverso, sorrise fra sé e sé, lanciò un'ultima occhiataccia a Piton e, senza ulteriori esitazioni, abbandonò a sua volta la carrozza dei Prefetti.
 
 
 
*  *  *
 
 
 
« La Evans è uno splendore! »
James aveva spalancato la porta dello scompartimento dentro cui sedevano gli amici, gridandolo ai quattro venti.
I tre si scambiarono un'occhiata esasperata.
« ... e Mocciosus è Caposcuola » proseguì poi il ragazzo, mutando drasticamente tono, e la reazione dei presenti non fu molto diversa da quella che aveva immaginato.
« PREGO? » urlò Sirius con voce strozzata.
« Già » replicò tetro l'amico, abbandonandosi sul proprio sedile a braccia spalancate.
« Che sia maledetto... » commentò l'altro, esibendosi in una smorfia disgustata. « Comunque, dobbiamo sbrigarci. Ci sono le liste da fare! »
« Ah, ancora quella robaccia? » domandò James, agitando una mano a mezz'aria. « Lunastorta ha perfino smesso di innervosirsi! Beh, quasi, perlomeno » precisò, notando l'espressione che si era dipinta sul volto di Remus al suono delle sue fin troppo ottimistiche parole.
In effetti, quest'ultimo aveva ingenuamente sperato che lasciassero da parte quello stupido rituale almeno per quell'ultimo viaggio d'andata verso Hogwarts, ma naturalmente, con quella sola, fatidica parola, Sirius aveva archiviato i suoi sogni come irrealizzabili in un battibaleno.
Le celebri liste erano nientepopodimeno che elenchi di appuntamenti programmati dai due in vista del nuovo anno scolastico. Era ormai divenuta una secolare ed irrinunciabile usanza, infatti, scrivere su rotoli di pergamena (lunghi rotoli di pergamena, per quanto riguardava Sirius) i nomi delle ragazze con cui sarebbero usciti durante l'anno. Avevano cominciato a stilarle per scherzo a tredici anni, ma avevano notato che l'iniziale disappunto di Remus si era trasformato sempre più in esilarante esasperazione, così avevano deciso di proseguire con il solo obiettivo di ridere delle sue reazioni.
Proprio per quella ragione, per Sirius la risposta di James fu il più infame degli insulti. Come poteva interrompere quella tradizione al loro ultimo anno?
« Amico » disse, incredulo. « Ti rendi conto delle incredibili sventure che si abbatteranno sul tuo cammino quest'anno, se non rispetti il rituale? »
Lui rise, massaggiandosi la mascella, poi si strinse nelle spalle, disinteressato.
« Non riuscirai a convincermi, Felpato » replicò. « Che tu voglia accettarlo o no, niente liste per me quest'anno! La Evans è il mio unico obiettivo e devo concentrare tutti i miei sforzi su di lei. Sperando, ovviamente, nella clemenza di Merlino che... beh, sono certo mostri sempre particolare attenzione per questa rispettabile usanza » concluse, profondamente divertito.
Ma Sirius era sgomento.
« Aspetta, fammi capire » disse, agitando le mani di fronte al viso. « Mi stai dicendo che starai a secco tutto l'anno nella vana - o meglio nulla - speranza che Evans acconsenta? », e il suo tono esterrefatto era un chiaro manifesto di quanto in effetti considerasse assurda quell'ipotesi. « Ramoso, ma andiamo! Non ti sei forse sempre ritenuto, dopo il sottoscritto, il cacciatore di ragazze più famoso ad Hogwarts? E' l'ultimo anno, amico, dobbiamo finire col botto, su! »
« Ma io voglio finire col botto » replicò subito James, tranquillo. « E suddetto botto sarebbe Lily Evans, con nozze e pargoli annessi ».
Sirius lo fissò a lungo, cercando una traccia di ripensamento sul suo volto spavaldo e rilassato, poi decise di smetterla, ma rimase comunque infuriato.
« Bene! » esclamò, estrendo dal proprio baule inchiostro, penna d'oca e rotolo di pergamena. « Bene... Meglio per me! Me le prendo tutte io, me le prendo... »
« Come sei ingordo, Felpato » commentò James a bassa voce, ma quello non vi badò e cominciò a scrivere.
« Settembre. Lettera A » annunciò ad alta voce, lisciando il foglio sulle gambe. « Amanda Abbott. Un po' santarellina, ma ci si può lavorare ».
In quell'istante, si sentì un rumore sordo di colpi secchi e, quando i tre si voltarono, videro Remus prendere a testate il finestrino con aria disperata. 
Nessuno lo fermò.
Nei minuti successivi, Sirius continuò a scribacchiare sul suo rotolo di pergamena, assorto, ma ad un certo punto un sorriso malandrino sbocciò dalle sue labbra, attirando l'attenzione degli amici.
« Mmm » commentò, solleticandosi il mento con la punta della lunga piuma grigia. « Siamo già arrivati alla mia lettera preferita ».
« Ossia? » chiese Peter, curioso, e anche gli altri lo fissarono, in attesa.
« La B di... »
In quel momento si aprì la porta dello scompartimento e una bella ragazza dai lunghissimi capelli scuri e dai vispi occhi castani chiese con aria annoiata: « avete visto Lily E... James, ma sei tu! » esclamò poi, interrompendosi a metà frase ed entrando frettolosamente per abbracciare l'amico.
Sirius terminò la frase a mente: la B di Banks. Scarlett Banks.
Era una ragazza del loro anno appartenente a una famiglia Purosangue, grandissima amica di Lily, ottima Cercatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro e pertanto adorata dal suo Capitano nonché amico d'infanzia James. E tanto quanto lui stravedeva per lei, tanto Sirius la detestava. Insopportabile, arrogante e altezzosa. Ecco i tre aggettivi con i quali usava etichettarla ogni volta che la incontrava, ma certamente non osava pronunciarli ad alta voce. Non avrebbe tollerato liti con lei, quel suo fare così saccente e presuntuoso, semplicemente perché non ne valeva la pena. Lasciarle pensare che aveva ragione, ecco qual era il trucco da utilizzare. E lei, d'altro canto, ricambiava con la medesima ostinazione quei sentimenti. Odiava anche solo guardarlo negli occhi, vederlo aggirarsi tronfio per i corridoi come se niente e nessuno potesse scalfirlo, e rimanere impassibile di fronte alle sue provocazioni diventava spesso una prova difficile. Perché di provocarla, Sirius non mancava proprio mai. Da tempo, ormai, solo per il puro piacere di farlo, insisteva nel cercare di farla impazzire con tutti i mezzi che aveva a disposizione. E per quanto potessero essere efficaci - e lo erano davvero - i risultati con lei erano assai scadenti.
« Remus! Come stai? » stava dicendo, abbracciando calorosamente anche l'altro ragazzo. 
Prese posto accanto a lui, rivolgendo un breve cenno a Peter e ignorando del tutto Sirius, poi riprese a parlare.
« James, ti abbiamo cercato per tutto il Binario, dov'eri finito? » domandò al ragazzo che sedeva sul sedile di fronte.
Lui rise e si passò una mano sulla nuca, sollevando le spalle, ma lei anticipò qualsivoglia risposta fosse in procinto di rifilarle.
« Stavi perdendo il treno » disse seccamente, rivolgendo un'occhiata in tralice a Remus. « Di nuovo ».
« Bah... » fece subito lui, allargando le braccia. « Di nuovo... Quante volte sarà capitato? »
« Mmm... » rispose lei, fingendo di rifletterci su. « Magari... sette? »
« Non sei mai stata brava con i conti, Scarlett, fidati di me » ridacchiò James di rimando, e le strizzò l'occhio in un gesto complice.
« Sì, certo » rise lei, rannicchiandosi sul sedile con le braccia che circondavano le gambe esili. « Che combinavate di bello? » chiese poi.
« Non sono affari che ti riguardano, Banks » intervenne Sirius che, seduto accanto a lei, non aveva mostrato fino ad allora particolare interesse nei confronti della conversazione.
Lei voltò lentamente il capo verso di lui, le sopracciglia inarcate, e lo scrutò per un istante. 
« Non mi pare di essermi rivolta a te, Black » rispose gelida alla fine, e James rivolse all'amico un'occhiata al tempo stesso rammaricata e pietosa.
« Comunque » riprese lei, come se nulla fosse successo, e si rivolse nuovamente all'amico tornando ad ignorare Sirius. « Quest'estate mi sono allenata tutti i giorni. Sono in forma, James, lo ha detto persino papà. Abbiamo la Coppa in tasca! »
« Come sempre, da quando siamo alla guida della squadra » ribattè lui affabile, battendo un poderoso cinque alla ragazza.
« E come fai ad essere tanto sicura di superare le selezioni? » domandò ancora Sirius, senza nemmeno guardarla. Stava scorrendo i nomi già scritti sulla lista, l'espressione concentrata e la piuma che gli sfiorava appena le labbra.
Lei non si scompose più di tanto e tornò a fissarlo, quasi con pietà, ma quasi. 
« Black, a quanto pare ti sfugge, ma io sono Scarlett Banks. Per me non esistono selezioni. E ora, per amor di Merlino, taci » lo liquidò, piccata.
Lui le rivolse uno sguardo di sfida, ma lei lo ignorò beatamente, inducendolo ad alzare gli occhi al cielo con un sorriso.
« Beh, sarà meglio che torni a cercare Lily, sembra svanita nel nulla » riprese la ragazza, rialzandosi. « Ci si vede! »
« Ti spiace se vengo con te? » si affrettò a dire Remus, ripensando terrorizzato alle liste, e Scarlett gli sorrise.
« Sta' tranquillo, Remus » rispose, affabile, « ti salvo io da questa banda di scalmanati. Ci vediamo a cena, James. Minus ».
Si avviò verso la porta dello scompartimento, ma prima che andasse via Sirius disse: « Ci vediamo, Banks ».
Lei fece una smorfia, come se si fosse appena scottata. 
« Il meno possibile, Black, se avrai l'accortezza di evitare di perseguitarmi come l'anno scorso. E quello prima. E quello prima ancora. Te ne sarei grata! » replicò, uscendo proprio mentre James cominciava a sbellicarsi.
« Ti ha... Ti ha proprio... » cercò di dire, ma fu sommerso da un'altra ondata di risate irrefrenabili e non riuscì a terminare la frase.
« Di' un'altra parola e diventerai una cerva » minacciò il ragazzo, rilassato come sempre. « Comunque, entro quest'anno finirà per adorarmi ».
« Pff! » James rise più forte che mai, rotolandosi sul sedile. « No, davvero » disse poi, ricomponendosi alla meno peggio. « Non so se hai notato, ma ti ha zittito tre volte in tre minuti! Per lei sei ancor meno di Peter e lei odia Peter! Senza offesa, amico, non comprende la tua magnificenza, è ovvio » aggiunse con reverenza in direzione dell'amico, ma lui scrollò le spalle con indifferenza.
« Vedrai poi chi zittirà chi » rispose invece Sirius, sogghignando. « Sta ancora con quel tipo? Mark, Matt o come diavolo si chiama... »
« Si chiama Matt Davies, e lo conosci benissimo » ribattè James con fermezza. « Si sono lasciati alla fine dell'anno scorso ».
Sirius annuì senza entusiasmo.
« Felpato, andiamo, non dirmi che ci vuoi davvero provare ancora? » insistette James, ancora incredulo.
« Guarda che se ci sei riuscito tu, io non avrò problemi » rise l'altro, distendendosi su due sedili con le mani intrecciate dietro la nuca.
James, infatti, era stato per un periodo il suo ragazzo, ma alla fine entrambi avevano capito di essere destinati a rimanere solo grandi amici.
« Certo, come no. Sappi, comunque, che sarà più dura del previsto ». Ci pensò e aggiunse: « E già il previsto era... »
« Ho capito » lo interruppe Sirius, stizzito. « Ma io vado oltre il previsto ».
 
 
 
*  *  *
 
 
 
Qualche scompartimento più in là, nel frattempo, si discuteva su dove diavolo si fosse cacciata Lily Evans.
« Deve entrarci qualcosa quel maniaco di Potter » stava borbottando Alice Prewett, il viso paffuto contratto nel tentativo di formulare nuove congetture.
« Ah, ma piantala, Alice, James non c'entra niente! » protestò subito Scarlett, mentre Remus annuiva con vigore accanto a lei. « Diglielo, Frank, è ora che si convinca che è un bravo ragazzo ».
Frank Paciock si allarmò all'idea di dover contraddire la sua secolare fidanzata, accoccolata sulle sue gambe da più di mezz'ora con un'espressione distesa sul volto, così optò per un giudizio piuttosto neutrale che non scatenasse la sua ira sempre poco desiderata.
« Beh » disse, stringendo le labbra. « Lo è a suo modo, diciamo così ». E in effetti, nessuno potè contraddirlo.
« Se l'ha di nuovo trattenuta quel Piton, giuro che lo faccio fuori » esclamò invece dopo un momento di silenzio Mary Macdonald, che di certo non era mai stata una gran fan del Serpeverde.
« Non le rivolge la parola da più di un anno, Mary » commentò Emmeline Vance, ragionevole. « Potresti anche abbassare un po' la guardia, con lui ».
In quel momento, però, prima che Mary potesse dire alcunché, la porta dello scompartimento venne spalancata con un sonoro botto e Lily Evans guardò dritto di fronte a sé con aria infuriata, senza neanche accorgersi degli amici che, per la maggior parte, non aveva visto per tutta la durata delle vacanze estive.
« Cosa diavolo è venuto in mente a Silente quando ha fatto Potter Caposcuola? » sbottò, rivolta più a se stessa che ai ragazzi intorno a lei.
Si abbandonò sull'unico sedile rimasto vuoto, con le braccia incrociate talmente strette che qualcuno, guardandola, si chiese come avrebbe fatto a scioglierle.
« E' entrato nella carrozza dei Prefetti con un ritardo madornale e mi ha chiesto di applaudire » disse secca, fissando ancora il vuoto. « Di applaudire! Come farebbe Silente a pensare che sia ancora adatto per quel ruolo se gli riferissi questo dettaglio succulento? Vorrei ben vedere come reagirebbe... »
Fissò le proprie ginocchia con rabbia, poi si voltò verso gli altri e, come accorgendosi solo in quel momento della loro presenza, sorrise.
« Ah, scusate » fece, rialzandosi di botto con aria dispiaciuta. « Quel Potter... a volte mi fa proprio perdere la bussola... »
Abbracciò tutti a turno, molto più serena rispetto a qualche istante prima, e Scarlett fu l'unica a tenerle il broncio ancora un po'.
« Gentile a salutarci, Lily... » borbottò infatti, fingendosi offesa, ma lei la zittì stringendola forte a sé.
« Oh, sta' zitta una buona volta » le fece, liquidandola in quattro e quattr'otto, e quella rise. 
Quando si fu rimessa a sedere, Lily osservò i volti degli amici con gioia e sorrise ad ognuno di loro.
« Mi siete mancati » disse con dolcezza. « Ma dite un po', come state? Avete trascorso una bella estate? »
« Anche tu ci sei mancata, tesoro » cinguettò Alice, ma non riuscì ad aggiungere nient'altro perché la porta dello scompartimento venne aperta nuovamente.
Sulla soglia vi era una ragazza dall'aria gentile e allegra, che sorrise radiosa a tutti quanti. Aveva grandi occhi verdi e una pelle chiarissima.
Salutò i presenti con un caloroso: « Ehi, gente! », ma arrossì di botto non appena Remus rispose con gentilezza: « Ciao, Miley ».
Lo fissò per un momento, poi sussurrò in tono piuttosto acuto: « Ciao, Remus », e richiuse in fretta la porta scorrevole dietro di sé.
Miley era la sorella di Scarlett, frequentava il sesto anno ed era Cacciatrice e Capitano della squadra di Tassorosso.
« Ehi, Miley, siediti pure! » esclamò Lily, facendole immediatamente posto accanto a sé.
La ragazza si riprese e sedette a fatica nello stretto spazio rimasto fra Lily e Mary, borbottando qualcosa di indefinito sulle dimensioni del suo posteriore.
« Allora... avete fatto buone vacanze? » chiese poi non appena si fu accomodata, e questa volta, gli altri ebbero modo di rispondere.
« Io sono stato a casa di James per un po'. Ti lascio immaginare... » rispose Remus, sorridendo. « E tu? »
« Beh » fece lei, imponendosi di restare calma. « Io stata a casa con mia sorella, come sempre. Ti lascio immaginare... »
Scarlett rise insieme agli altri e dopo un po' arrivò la signora dei dolci, in uno sbatacchiare del carrello stracolmo di leccornie.
« Qualcosa dal carrello, cari? » chiese dolcemente quando Mary si precipitò a riaprire la porta per bloccarla.
« Cioccolata! » annunciò Remus, e si fiondò verso il carrello mentre gli altri ridevano sonoramente.
Le ore successive passarono in fretta, senza che se ne accorgessero, lasciando l'una il posto all'altra con una rapidità sorprendente.
Mangiarono senza ritegno tutti i dolci acquistati, giocarono a Spara Schiocco finché non furono esausti di ascoltare esplosioni su esplosioni, si raccontarono le avventure estive vissute e risero spensierati, mentre il sole calava all'orizzonte, rannicchiandosi dietro le colline che animavano il quieto paesaggio intorno a loro. Campi smisurati, zone paludose e ripide montagne di terra friabile si alternarono ripetutamente armonizzandosi alla luce del sole, finché il sopraggiungere della sera non rese impossibile distinguere i fili dell'erba che scorrevano rapidissimi a un passo dai binari.
E mentre per la prima volta dopo ore calava il silenzio nello scompartimento, la porta venne aperta nuovamente, rivelando James e Sirius, che avevano lasciato Peter a sonnecchiare sul proprio sedile circondato dalle mille cartacce colorate dei dolci che aveva ingerito.
« Salve, gente » fece Sirius, rivolgendo un vago cenno col mento ai presenti.
« Apri quella porta, Black, per piacere, questo scompartimento è stracolmo » disse Lily, sventolandosi il viso con la mano destra.
Fu James, però, ad obbedire al suo ordine, per poi voltarsi nuovamente e rivolgerle un sorriso ammiccante.
« Di' la verità, Evans » le disse. « Ti sono mancato? », ma lei lo ignorò e si rivolse a Frank, impassibile.
« Frank, ti spiacerebbe aprire anche il finestrino? L'ego di Potter sta rendendo l'aria irrespirabile ».
Il ragazzo rise, e James pensò che, almeno per quella volta, sarebbe stato meglio lasciar perdere i punzecchiamenti.
« Frank » disse invece, allargando le braccia in direzione dell'amico. « Compare Frank. Caro, vecchio Frank! Vieni qui, fatti abbracciare. Molla un attimo Alice, su, sa vivere anche senza di te ».
« Già, amico, saluta un po' i tuoi compagni di vita! » lo appoggiò prontamente Sirius, e quello si alzò, ridacchiando divertito.
« Se proprio vogliamo essere precisi » intervenne severamente Alice, « io sono la sua compagna di vita ».
Tutti le rivolsero occhiate esasperate, ma lei li ignorò con una smorfia, mentre James procedeva con i saluti.
« Ehi, Miley, ma ciao! » esclamò, abbracciando l'amica dopo aver mollato Frank.
« Che bello vederti! » fece lei di rimando dopo aver salutato timidamente Sirius, che le sorrise. 
« Bellissima come sempre » disse James, scuotendo il capo. « Ma cosa vi dà da mangiare vostra madre? » domandò poi, rivolgendosi alle sorelle, e loro risero.
« Scusate tanto » annunciò invece Lily, richiamando l'attenzione di tutti. « Non vorrei interrompere il bel momento, ma potrei sapere qual buon vento vi porta qui? » 
Il suo sguardo andava da James a Sirius e viceversa, perplesso, ma il primo sollevò le mani in segno di pace e sorrise appena.
« Siamo solo venuti a dire ai nostri compari che stiamo per arrivare e dovremmo cambiarci, Evans » spiegò, scompigliandosi i capelli.
A quelle parole, tutti guardarono fuori dal finestrino e lo stesso sorriso rincuorato illuminò i volti di ognuno di loro.
« E' vero » mormorò Lily. « Hogwarts è qui ».










(CAPITOLO REVISIONATO).


Note della Malandrinautrice: Salve a tutti, cari!
Eccomi con una nuova fan fiction, una long (molto, molto long) sui nostri amati Malandrini e su due nuovi personaggi, che spero vi interesseranno, se mai andrete avanti con i capitoli per conoscerle meglio.
Beh, questa fanfiction ha inizio il primo giorno di scuola dell'ultimo anno, come avrete capito, e vedrà l'evolversi di questi personaggi in un percorso parecchio lungo. Il periodo di spensieratezza della scuola, l'ultimo prima di uscire fuori e affrontare la guerra, una guerra che li farà crescere troppo in fretta, e gli anni successivi, fino alla fine di tutto. Fino alla morte di Lily e James.
Insomma, io ho già scritto molti momenti di questa storia e vi assicuro che c'è tutta me stessa qui dentro. Mi sono cimentata in questo lavoro con anima e corpo, davvero.
Ma non solo io. La fanfiction, infatti, è stata ideata dalla mia splendida sorella, Rossella, una maniaca come me della Saga, a cui ho chiesto, quest'estate, di aiutarmi. Mai idea fu più geniale e produttiva, perché è stata eccezionale e questa storia non sarebbe nemmeno un briciolo di quello che è, se non ci fosse stata lei.
I Malandrini sono l'Era che più ci interessa. Una nostra grande passione.
A tal proposito, abbiamo scelto degli attori per rappresentarli, e in seguito pubblicheremo moltissime immagini che abbiamo creato su di loro. Ecco come li immaginiamo: 
http://oi41.tinypic.com/5cnntf.jpg.
James Potter è Andrew Garfield, Lily Evans è Karen Gillan, Sirius Black è Ben Barnes, Remus Lupin è Eddie Redmayne, Peter Minus è Charles Hughes, Scarlett Banks è Nina Dobrev, Miley Banks è Willa Holland, Mary Macdonald è Katie Melua, Emmeline Vance è Rooney Mara, Alice Prewett è Carey Mulligan, Frank Paciock è Russell Tovey, Severus Piton è Alec Hopkinse e Regulus Black è Ben Jelen.
Detto questo, ringraziamo infinitamente chi aprirà questa storia, la leggerà, o anche solo vi darà uno sguardo, e vi dico solo che una recensione sarebbe un regalo stupendo, un premio incredibile per l'attenzione che abbiamo riservato alla stesura di questo piccolo incipit.
Quindi GRAZIE sin da adesso. 
Un bacione!

Simona_Lupin 
   
 
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