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Autore: Leyton_Nenny    01/03/2012    0 recensioni
Non so bene cosa aspettarmi dalla storia, la sto scrivendo via via quindi non prometto nulla.
E' nato tutto da una "scommessa" con la mia best, una sera in cui parlavamo del nostro futuro. E dissi di voler fare una storia autobiografica. Ora non so bene cosa aspettarmi da questa storia, se sarà autobiografica o meno, però l' idea di base era quella. Più avanti deciderò.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi Gin, usciamo?”

La mia migliore amica.

Spesso mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita se non l' avessi mai conosciuta.

E la risposta che ho trovato è stata anche la più banale: non ci sarebbe stata.

Sarei morta già da un pezzo.

Sì, perché è lei che nei miei momenti più neri mi da una mano per sollevarmi da quel grigiore, che mi da la forza necessaria ad uscire da quel buio. E mi da la forza di affrontare il mondo.

La mia migliore amica, la mia energia.

E' un po' come il cioccolato: all' inizio lo mangi per gola.

O almeno credi sia così.

Ma in realtà il tuo cervello lo elabora in modo diverso.

Dopo aver mangiato il cioccolato è innegabile che tu ti senta più felice. Ed è proprio questo che riceve il tuo cervello.

Cioccolato= felicità in barretta.

Quindi, ogni volta che mangi del cioccolato in realtà è perché non sei propriamente felice, anche se non te ne accorgi.

Chi dice che la felicità non si possa comprare, non ha mai mangiato del cioccolato.

O almeno non l' ha mai fatto con la mia migliore amica.

Lo stesso vale per chi dice “non mi piace il cioccolato”.

Bugia.

Se non ti piacesse il cioccolato, non ti sentiresti mai triste forse? Oppure non saresti mai felice?

Impossibile.

Tutti amano il cioccolato, è un dato di fatto.

Sia che sia fondente che sia al latte o che sia semplicemente bianco, o con nocciole o altro, ci deve essere un tipo di cioccolato che possa piacere a chiunque. Altrimenti non tutti avrebbero la felicità in barretta.

La mia migliore amica è un po' come il cioccolato solo che me la posso portare sempre appresso.

E' la mia felicità sotto forma di persona.

Una volta ho ripensato a tutti i momenti in cui mi sono sentita felice. E l' unica parola chiave che ho trovato era lei, la mia migliore amica.

Credo sia per questo che il mio cervello rifiuta di elaborare il fatto che anche lei possa avere i suoi problemi e le sue delusioni. E che anche lei possa non sentirsi felice.

Insomma, ogni volta che la chiamo c'è, ogni volta che ho un problema c'è.

Credo che tutti mi vedano come l' eterna felice e non riescano a capire che anche io possa avere i miei problemi.

E forse io faccio lo stesso con la mia migliore amica.

Ma è così sbagliato?

La conosco da quando sono nata, ogni volta che ho bisogno appare come un piccolo miracolo, il mio miracolo personale.

Invece il cioccolato devi comprarlo, o devi sperare di averlo in casa.

“Okay, dove ci vediamo?”

“Passo da te alle 19:30, va bene?”

“Perfetto. Andiamo al cinema?”

“Mmm, okay. Vediamoci quello nuovo di Clooney, che ne dici?”

“Va bene. Paradiso amaro, giusto?”

“Sì, quello.”

“Perfetto.”

“Allora alle 19:30, 19:40?

“Sì, tanto iniziano tutti alle 20:30”

“Okay, a dopo”

“A dopo. Ciao... TU, TU, TU, TU...”

Abitudine. Aspetto sempre che siano gli altri a riattaccare per prima.

Avevo proprio bisogno di vedere la mia migliore amica. Sarà che ultimamente non mi sono affatto sentita felice. Già, dovrei vedere il mio migliore amico...

BRR... BRR... BRR... BRR.

Un nuovo messaggio.

Il mio migliore amico.

Anche lui è il mio cioccolato. Lo conosco da un anno, però c'è sempre.

“Hai ancora tu i miei libri?”

“Oh sì. Te li riporto appena ci vediamo”

L' università. E' così che ho conosciuto il mio migliore amico. E spero sia il mio migliore amico per sempre.

Nella mia vita non ho mai avuto molta fortuna con i ragazzi, nel senso di amicizia. Nel senso di questioni di cuore credo di averne avuti abbastanza per tutta la mia vita e anche per il resto.

Amicizia e cioccolato.

Quest' associazione ha funzionato solo una volta, in senso pratico. Ed è stata col mio attuale migliore amico.

Forse perché dopo un esame mi ha dato una merendina al sapore di cioccolato. E tutto lo stress dell' esame è finito. Sarà perché solo con lui e la mia migliore amica riesco davvero a ridere.

O forse perché ogni volta che lo vedo penso ai cupcakes.

Ogni volta mi promette questi cupcakes ma alla fine non li fa mai.

Forse entrambi abbiamo paura che una volta sparita la magia dei cupcakes, finisca anche la nostra amicizia.

Però entro la fine dell' anno glieli farò io, i cupcakes.

Ma alla fine i cupcakes sono solo un simbolo. Un simbolo di noi due.

E' il mio migliore amico, anche se non credo di averglielo mai detto. Ma è davvero una cosa inevitabile.

Tutto in lui sa di cupcakes e cioccolato, a cominciare dalla sua risata e a finire del suo odore. Ogni volta che lo abbraccio mi sento mi protetta e tranquilla.

E' il mio migliore amico e sa di cupcakes e cioccolato. E' un cupcake al cioccolato.

E si chiama Luca.

Cosa divertente vero?

Io ci penso spesso.

Si chiama Luca e sta a Firenze.

Ed è strano. Ho sempre pensato: chi mai chiamerebbe un figlio Luca a Firenze? Insomma, verrebbe certamente storpiato. E invece è il mio migliore amico.

Io, l' unica persona in Firenze che riesce a dire normalmente la “c”.

Quindi anche solo per questo doveva essere il mio migliore amico.

Anche con la mia migliore amica è stato destino.

Ginevra-Margherita. Questo è il mio nome, solo che i due nomi son separati dalla virgola.

Margherita- Ginevra. Questo è il suo nome. E anche qui i nomi son separati da una virgola.

Il destino.

Non funziona nell' amore, ma funziona certamente nell' amicizia.

Cupcakes e cioccolato.

  
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