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Autore: Timy21    01/03/2012    8 recensioni
Una specie di continuazione della prima serie di Alice Academy.. E' una storia d'avventura e d'amore che coinvolge non solo la coppia principale (Mikan e Natsume) ma nei capitoli successivi anche quella di Ruke e Hotaru. Spero di essere stata una buona scrittrice.:D E' la mia prima storia quindi spero che mi diate qualche consiglio per migliorare.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17

 
Non è vero il detto "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore".

 
MIKAN'S POV
 
-Mikan! Forza, alzati! E’ tardi- Hotaru mi urlò nell’orecchio. Mormorai qualcosa di incomprensibile che sembrò un ‘Vattene via’, e mi coprii con la coperta fino a sopra la testa, mentre Hotaru apriva le tende della mia camera. Ormai ero diventata un’Alice con 3 stelle, e la mia vita andava alla grande. Avevo un’amica perfetta, una camera che sembrava una suite e ottimo cibo, e in più moltissimi conigli da spendere a Central Town in FluffaPuffa e altre cavolate.
Una cosa però mancava nella mia vita. Mancava la persona per la quale avevo lottato contro la perdita di memoria, mancava la persona alla quale diedi il mio primo bacio, mancava la persona che mi consolava, anche se in modo freddo e distaccato. Mancava Natsume.
 
-MUOVITI!- ancora Hotaru mi chiamò, facendomi sobbalzare. Alla fine cedetti. Mi alzai e mi preparai con la divisa della divisone superiore. Era il mio primo giorno delle superiori. Era passato così tanto tempo.
 
                                                                                ****
 
-Benvenuti nella divisione superiore! Io sono il vostro insegnante, il professor Narumi. Molti mi conoscono già dalle elementari e dalle medie. Spero di essere un buon insegnante per tutti voi!-
 
Dopo questa inutile presentazione il professore prese il registro e fece l’appello, poi buttai a peso morto il mio busto sul banco e mi addormentai.
 
Purtroppo però fui svegliata da Hotaru, ancora una volta, poiché era finita l’ora.
 
-Ma che ti succede? Sembra che la tua voglia di vivere ti stia abbandonando-  Anna venne vicino al mio banco.
-Ma cosa dite?! Sono sempre la stessa di 3 anni fa!- dissi cercando di sorridere e di non fare preoccupare nessuno.
 
Già, 3 anni. Erano passati 3 anni da quando Natsume se ne andò. Ero furiosa. Un giorno mi svegliai e non lo trovai da nessuna parte. Così chiesi in giro, preoccupata. Nessuno, nessuno mi disse dov’era. I professori fecero finta di niente, come se lui non fosse mai esistito.
Iniziai a ricordare, dopo le lacrime che sgorgarono dai miei occhi.
I suoi mancati sorrisi, le sue incredibili facce da duro, ciò che avevamo passato insieme, l’uomo che mi fece perdere la memoria, la loro battaglia, Kei. Tutto, ricordai tutto.
E ciò mi fece stare ancora più male. Ma non ero cambiata, o forse si?
 
Una mano toccò la mia spalla, facendomi sobbalzare.
-Kei! Mi hai fatto spaventare! Buongiorno. Come va?- chiesi sorridendo al mio compagno.
-Bene. Senti, dovrei parlarti dopo- rimasi perplessa.
-Va bene- sorrisi nuovamente, poi tornò nella sua classe.
 
Le ore passarono in fretta, e era già ora di pranzo.
 
-Allora, cosa volevi dirmi?- chiesi guardando il ragazzo in quegli enormi occhi azzurri. Sì, dovevo ammetterlo, era diventato proprio un bel ragazzo: lineamenti perfetti, capelli platino, occhi azzurri e labbra carnose al punto giusto.
 
-Sono passati tre anni, Mikan. Non puoi… dimenticarlo? Lo so che mi hai chiesto del tempo, ma…- lo interruppi.
-Kei, non è solo per lui che ho chiesto del tempo, ma per me stessa. Devo capire ciò che provo davvero no? Lui se n’è andato. Non una traccia, non un saluto… Chissà anche se è ancora vivo- dissi guardandomi i piedi che intanto si muovevano verso il bosco.
-Sì. Lo so, scusa. E’ che… io ti amo Mikan, lo sai vero?- Ti amo.. me lo aveva detto circa un milione di volte. E mi amava davvero. Faceva di tutto per rendermi felice.
Un giorno mi confessò il suo amore, e mi chiese di essere la sua ragazza. Cosa avrei dovuto dirgli?
-Sì, lo so Kei- lo abbracciai. L’unica cosa che potevo fare era quella.
Piano allontanai il mio viso dalla sua spalla e le mie braccia dal suo collo.
-Mikan…- prima che potessi allontanarmi mi mise le mani sul viso e si avvicinò. Ostinato, il ragazzo. Riuscivo a sentire il suo alito alla menta sulle mie labbra.
 
-Ti sei dato da fare vero?- una voce profonda, da uomo, mi giunse alle orecchie. Kei si girò di scatto. La sua espressione si trasformò da stupita a delusa. Mi girai anche io. Una sagoma si avvicinava, facendosi strada tra gli alberi e i cespugli intricati.
Apparve un ragazzo, alto, moro, con gli occhi neri, freddi. No, era impossibile. Era qualcuno che gli somigliava, sicuramente.
I miei occhi iniziarono a pungere, ma nonostante cercassi di non cacciarle eccole lì, quelle lacrime che mi avevano accompagnata per tre anni.
-Chi si rivede! Sei tornato per scappare ancora?- Kei era fuori di sé. Ero sconvolta, non riuscivo a parlar. Quel ragazzo gli somigliava, tanto, solo che era più alto, più muscoloso, ma quello sguardo, lo avrei riconosciuto al buio, sott’acqua, tra la nebbia, tra mille.
Lui non ascoltò Kei, ma guardava me.
-Va via Kei- disse, continuando a guardare me, che intanto cercavo di ritrovare in quegli occhi tenebrosi il bambino di una volta.
-Mikan, vuoi che me ne vada?- non riuscivo a parlare, ma poi Kei mi girò verso di lui, e feci un piccolo cenno affermativo con la testa. Mi diede un bacio sulla guancia sinistra e ci lasciò lì, soli in mezzo agli alberi.
 
-Na-natsume, sei davvero tu?- riuscii solo a mugugnare questa frase, ma lui mi capì benissimo.
-Non sei felice di rivedermi?- fece un passo, due, tre, che ancora adesso, quel rumore di erba calpestata, mi risuona in testa, a volte non facendomi dormire.
-Certo, ma, perché te ne sei andato? Dove sei stato?Cos’hai fatto?- le parole uscirono a sole dalla bocca. Continuai le domande nella mia mente,chiedendomi se si ricordasse ancora di quella sera in spiaggia.
-Calmati, ti spiegherò tutto, ma ora voglio solo stare con te-. Ricordava ciò che era successo.
 Non mi ero neanche accorta che le gambe cedettero appena la sua ombra toccò la mia, e che mi trovavo seduta sull’erba ancora un po’ bagnata per la pioggia del giorno prima.
 
Anche lui si abbassò. Io non lo guardai negli occhi, ma Natsume mi costrinse a farlo; con un dito mi alzò il mento, portando i miei occhi alla stessa altezza dei suoi. Dov’era? Dov’era quel bambino? Non riuscivo a trovarlo. Ora era diventato un ragazzo, aveva fatto nuove esperienze, provato nuove emozioni. Intanto mi vidi piangere nei suoi occhi. In quel momento accennò un sorriso, che mi provocò, come tre anni prima, dei brividi che partivano dal collo e finivano al coccige.
-Mikan, ricordi ora?- mi chiese, non muovendo un muscolo.
-Sì, tutto Natsume- sussurrai. Era troppo vicino. Così vicino che un respiro mi sembrava un movimento esagerato, e così vicino da poter vedere le piegature delle sue palpebre distendersi quando sbatteva gli occhi.
 
Appoggiò la sua mano sinistra sulla mia guancia, accarezzandola sul punto in cui Kei mi baciò.
-Non deve toccarti. Sei mia- Mi accarezzò le labbra con il pollice. Una lacrima finì sulla mia guancia destra, e lui l’asciugò appoggiando le sue labbra su di essa.
Non era mai stato così dolce, mai.
-So che non è da me, ma la nostalgia ha superato ogni limite, Mikan. La tua mancanza ha sopraffatto il mio orgoglio-
Scese con le labbra fino all’angolo della bocca, e lo baciò.
-Natsume, mi sei mancato, tanto- mi limitai a rispondere. Misi la mia mano sulla sua, ancora appoggiata sulla mia guancia.
Mi respirò per qualche secondo sulla pelle, poi unì finalmente le nostre labbra.
 
Mi baciò il labbro inferiore. Socchiusi la bocca per assaporare quel bacio, che man mano diventava sempre più passionale. Un gioco di lingue si mischiò a un tornado di emozioni, che mi lacerarono lo stomaco, e mi strapparono il cuore donandolo a lui.
Era, senza dubbio, l’emozione più intensa che io avessi mai provato.
 
 

NATSUME’S POV
 

Continuai a baciarla, lentamente. O forse io lo ricordo lento quel bacio?
Si dice che quando si è impauriti o shockati si ricordano i minimi dettagli della situazione.
E io amavo quella sensazione, quel calore nello stomaco, che solo lei mi faceva provare sotto il suo tocco indeciso.
Era spaventata, anche lei come me, perché dopo tutto quel tempo, fu difficile avere il coraggio di dire ciò che si provava.
 
Quando la vidi con Kei nel bosco mi affrettai a raggiungerli. Poi quella sua mano sulla sua guancia, le loro bocche così vicine. Impazzii e iniziai a correre, rallentando verso la fine. Nessuno doveva sapere che in quel momento, per la seconda volta nei miei 14 anni, ebbi paura.
La prima fu quando vidi Mikan lì per terra, dopo essere stata aggredita da Fujio.
La seconda fu una paura diversa: quella di perderla e di vederla ogni giorno tra le braccia di un altro.
 
Mikan si staccò dalle mie labbra che ancora pretendevano le sue, e, con gli occhi ancora arrossati, sorrise. Non disse niente, ma si rialzò e iniziò a camminare verso la scuola.
 
-Dove vai?- le chiesi ancora seduto sull’erba.
-In classe! La pausa è finita!- si voltò guardandomi.
-Ah. Io… vado in camera. Ricomincio le lezioni la prossima settimana- mi alzai anch’io, e mi avviai verso il dormitorio.
-Ho bisogno di sapere Natsume. Voglio sapere dove sei stato-
-Appena avremmo tempo Mikan, e quando ne avrai voglia puoi domandarmi quello che vuoi. Risponderò sinceramente. Ma ora va a lezione. Ci vediamo più tardi- e continuammo io per la mia strada e lei per la sua.
Sapevo che appena finite le lezioni sarebbe venuta da me a chiedermi tutto ciò che voleva sapere. E così fece.
 

 
 
SIMONA’S POV
 
Bentornata a meee! (?) No ok, sono una stupida! Ci ho messo una vita, ma ce l’ho fatta! E’ che non sapevo come continuare la storia. D:
 
Ma alla fine ce l’ho fatta!!!! Bene, posso ritenermi soddisfatta di questo capitolo? :3
 
Fatemelo sapere, perché voi siete il mio motore, le mie MUSE (?). No, sul serio.
 
Scusate per gli errori, ma io scrivo la sera… come quello della pubblicità del caffè D:
 
Ringrazio ancora chi legge la storia, chi la commenta, chi la inserisce tra i preferiti, tra le ricordate e tra le seguite.
E come sempre (sono ripetitiva) mia sorella e la mia migliore amica.
 

#peace
#lovenatsume

 
Timy21


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