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Autore: FannyHarris    02/03/2012    4 recensioni
Il terrore regna sovrano. Due cyborg spietati... C'è speranza?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terrore.

“Mamma ho paura …” Una bambina dai capelli castani era rannicchiata con la testa appoggiata sulle spalle della madre, la quale correva per scampare al pericolo, ignara del fatto che percorreva esattamente il cammino per la polverosa morte.

“Non preoccuparti, fra poco saremo al sicuro.” Sussurrò alla sua piccola. Sul volto della donna, alta e dai capelli ricci e neri, si fece largo un’espressione di puro terrore.  La bambina che aveva sulle spalle si strinse alla sua veste e iniziò a piangere.

“Fine della corsa.” Sogghignò una ragazza dai bei capelli biondi e gli occhi gelidi, con aria di sufficienza.

“No … Ti prego, non farci del male. E’ solo una bambina!” Supplicò la donna buttandosi a terra, con le mani congiunte in atto di preghiera.  Aveva gli occhi chiusi e sperava nella sua salvezza, nonostante percepisse la morte nell’aria.

Regnava un silenzio tombale, lo stesso che accompagna l’uomo durante il sonno eterno.

C-18 stava in piedi di fronte alle suo prossime vittime, con un ghigno sadico stampato sulle labbra. Accanto a lei un giovane, molto simile nell’aspetto, tranne che per i capelli neri come le tenebre della notte, si era seduto su di un’auto abbandonata. Diversamente dalla sorella aveva gli occhi, cristallini, puntati altrove.

 

Qualcosa scosse i due cyborg dai loro malvagi intenti: avevano percepito uno strano movimento poco più distante di lì. Il fatto era molto strano visto che anche l’ultimo guerriero Z, ossia Trunks, era morto per mano loro. 

18 si voltò di scatto, pronta a spiccare il volo, quando qualcuno la distolse dal suo intento.

“Be’, cara 18, non vuoi finire ciò che hai iniziato?” Domandò con un velo di ironia C-17, ancora nella sua posizione di prima, con lo sguardo inchiodato in quello della sorella.

C-17 e C-18: due cyborg cinici e sanguinari, due androidi che non avevano nulla di umano, eccetto il corpo.

La bionda tornò a terra e osservò stupita il moro. “Stai scherzando? Può trattarsi di Goku, o di qualche altro suo amico. Non voglio perdere il mio tempo qui!” Esclamò con gli occhi spalancati e indicando la zona dove si era verificato lo strano movimento.  C-17 sorrise. “Ma su, sorellina. Sempre a parlare di Goku e compagnia. Io voglio divertirmi. Ci andremo più tardi.” Disse con tono di voce pacato e noncurante. Uccidere era all’ordine del giorno, e la cosa, per l’androide, era la più naturale al mondo. 

Un divertimento da mente robotica contorta. I nemici erano finiti, ma il divertimento no.  Il mondo umano non apparteneva più alla loro realtà; erano due androidi e basta, i sentimenti e quant’altro di umano c’è erano stati occupati dalla sete di sangue e di svago sadico.

“Sei il solito. Sempre a perdere tempo.” Affermò la giovane, appoggiandosi su di una roccia lì vicino.

Nel frattempo le due vittime erano rimaste pietrificate, in ginocchio … Speranza, speranza di salvezza.

Benché fosse un epoca di terrore e sconforto, la speranza non mancava mai. Era sì vana, ma l’unico sollievo che l’uomo aveva.  Un inganno piacevole.

L’eco di uno sparo risuonò violenta.

“Mamma, ti voglio bene.” Sussurrò la piccola stringendo la mano alla madre, che giaceva in fin di vita a terra.  Il colpo aveva trapassato i due esili corpi. Erano state uccise senza pietà, come fossero due bersagli da mirare, per vincere il gioco. “Anche io … piccola mia.” Esalarono gli ultimi respiri e iniziarono il loro percorso nell’aldilà, dove avrebbero forse trovato la pace eterna, che in quel futuro non avrebbero mai potuto avere.

“Contento ora? Le hai uccise. Andiamo?” Chiese impaziente, guardando severa il compagno di “giochi”. Aveva assistito alla scena impassibile, ne aveva viste anche di “migliori”. Non era una madre, non era una figlia … non poteva provare pietà per qualcosa che nemmeno conosceva.

“Come sei fastidiosa oggi. Sì, non è stato così divertente in effetti. Però questo fucile è proprio ottimo.”  Il cyborg osservò soddisfatto la sua arma, non aveva bisogno di usare appieno le sue capacità. Con le stesse armi umane era assai più spassoso.

Si allontanarono compiaciuti per il nuovo spasso che avevano trovato.

Il terrore regnava sul pianeta e nessuno avrebbe cambiato la situazione.

L’unica speranza era il giovane Trunks … Era tornato, più forte che mai.

Avrebbe fatto provare terrore anche ai due androidi, molto più deboli ma più malvagi di quelli dell’altro futuro.  Avrebbero conosciuto il dolore e la sofferenza.

 

   
 
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