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Autore: Caffelatte    02/03/2012    8 recensioni
[Questa fanfic partecipa al contest indetto da Cha, Marts e Fede]
"Pioveva anche la sera in cui Hitomiko lo portò in quella che sarebbe diventata la sua nuova casa.
Quella sera, Hiroto e Ryuuji lo accolsero in quel luogo che avrebbe rimpiazzato i suoi genitori.
Però non sarebbe mai stato così.
Non era abbastanza. Non per lui. "
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Declaimer: Tutti i personaggi di questa storia non esistono, come i fatti narrati. Riferimenti alla realtà sono puramente casuali. Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà dei relativi autori. Questa OneShot infine è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Warning: Chiunque tenterà di plagiare o prendere ispirazione dalla questa fanfic, sappia che lo perseguirò –come si suol dire- a termini di legge.

Genere: Fluff (?), Malinconico (??), Sentimentale.
Avvertimenti: Shonen-ai, OneShot, OOC, TWT (la fanfic non si piazza in alcun punto preciso della storia originale)
Pairing: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Kariya*Kirino. (la coppia KK (??) come la chiamo io)
Parole: 1034, escludendo questa parte fino alle note e le NdA.


 

***


Puoi anche essere orgoglioso e menefreghista,
doppiogiochista e senza scrupoli, ma sappilo:
l'amore raggiunge tutti, prima o poi.
Seguirlo, sta a te.
Se però davvero credi di non poter raggiungere questo sentimento
di non avere altra scelta,
allora ti sbagli.
Ricorda, abbiamo sempre una scelta.


LoveLess.
[Without Love, we are nothing]


La pioggia gli era sempre piaciuta.
Avendo un carattere fondamentalmente orgoglioso, quelle piccole gocce che scivolavano lungo il suo viso erano quasi una benedizione.
Quando piove, si può piangere a testa alta, perché l'acqua e le lacrime si mescolano insieme fino a diventare una cosa sola.
Fermo a quel semaforo, Masaki ripensava al suo arrivo al Sun Garden, alla sua consapevolezza di essere stato abbandonato.
Pioveva anche la sera in cui Hitomiko lo portò in quella che sarebbe diventata la sua nuova casa.
Quella sera, Hiroto e Ryuuji lo accolsero in quel luogo che avrebbe rimpiazzato i suoi genitori.
Però non sarebbe mai stato così.
Non era abbastanza. Non per lui.
Nessuno avrebbe mai potuto sostituire il calore della sua vera famiglia, il calore dell'abbraccio di sua madre e suo padre.
Gli stessi che lo avevano abbandonato.
Piangeva sotto la pioggia, Masaki Kariya, perché c'é chi aspetta la pioggia, per non piangere da solo.
"Masaki-kun?"
Una voce conosciuta giunse alle orecchie di Kariya, rompendo il filo dei suoi ricordi.
Si voltò e, al riparo sotto un ombrello bianco latte, vide Ranmaru, che lo osservava. Probabilmente, il ragazzo dai capelli rosa si stava chiedendo cosa ci facesse un suo compagno di squadra immobile a subire la pioggia che gli scivolava addosso.
"Che vuoi" sibilò Masaki, torvo.
"Sei nel bel mezzo di un temporale senza un ombrello. Si può sapere dove stai andando?" chiese il ragazzo stupito.
"Sto tornando al Sun Garden. E comunque non dovrebbe interessarti." rispose sgarbato il turchese. I pugni chiusi, lo sguardo basso.
Era convinto che in questo modo Kirino se ne sarebbe andato via. Che l'avrebbe lasciato solo, come tutti gli altri.
Non fu così.
Silenziosamente e con cautela, Ranmaru si avvicinò al compagno, proteggendolo dalla pioggia con il suo ombrello.
Appena il semaforo diventò verde, attraversarono la strada in silenzio. Solo quando arrivarono sul marciapiede opposto, Kirino parlò.
"Il Sun Garden é troppo distante da qui. Se fai tutta la strada a piedi, con questo tempo ti ammalerai di certo."
"E a te che importa?" borbottò Masaki, cercando di nascondere il più possibile l'intonazione della sua voce, rotta dal pianto.
"Mi importa, perché se ti ammali non potrai giocare la prossima partita" rispose semplicemente l'altro, serio, poi continuò "Casa mia é poco distante da qui. Puoi restare con me fino a quando non cesserà il temporale. Sempre se la mia presenza non ti disturba " terminò con una punta di ironia nella voce.
Masaki sbuffò e nonostante l'indecisione seguì il consiglio di Kirino.
Continuò però a camminare sotto la pioggia, per non far notare le guance rigate dalle lacrime.
Sebbene il parere altrui non gli interessasse mi minimamente gli scocciava l'idea che qualcuno -soprattutto Kirino- lo vedesse piangere.
Le poche volte che riusciva a parlare con Ranmaru -senza che il tutto sfociasse in un litigio- non era in grado di sostenere il suo sguardo.
Gli occhi di Kirino Ranmaru erano profondi, due pozze azzurro cielo che parevano riuscire a leggerti l'anima, scorgendo le tue difese più profonde, spezzando ogni minima resistenza.
Era così che si sentiva Masaki, quando rischiava di perdersi in quei pozzi azzurri.
Indifeso.
Totalmente indifeso.
E quando finì di scacciare quell' ultimo pensiero dalla sua testa, si ritrovò davanti all'ingresso della casa del ragazzo dai capelli rosa.
Entrarono. L'abitazione era avvolta dal più completo silenzio. Le pareti bianche, i mobili in legno.
Il camino in marmo della sala, che si intravedeva dalla porta semi-aperta, era accesso ed emanava una fioca luce, che illuminava il divano azzurro.
"I miei genitori sono via per lavoro" disse Kirino, mentre portava il turchese al piano superiore, nella sua stanza.
Gli porse degli abiti asciutti. Masaki rimase quasi incredulo di fronte a questo gesto, avendo sempre pensato che il compagno non provasse altro che odio nei suoi confronti.
E se non era odio, allora si trattava di una buona dose di antipatia.
Quando ebbe finito di cambiarsi, tornò in camera. Lì Kirino, che fino a pochi attimi prima era seduto sul letto dalle coperte verdi in attesa, ora si trovava esattamente in piedi di fronte a lui, con i suoi occhi blu che lo scrutavano attentamente.
Masaki deglutì, prima che Kirino parlasse, con il suo solito tono calmo e controllato.
"Perché quando sono arrivato davanti a quel semaforo stavi piangendo, Masaki?" osò chiedere, come se la domanda fosse la più normale da porre.
E il mondo sembrò crollare addosso al turchese.
Avrebbe voluto come minimo nascondersi, o forse ancora meglio sprofondare negli abissi del nulla.
Per la seconda volta, non fu così.
Non accadde nulla di ciò che aveva pensato -e sperato-.
Voltò semplicemente la testa di lato e -certo che ormai il suo orgoglio non sarebbe stato in grado di reggere il confronto con Kirino- lasciò che le lacrime scivolassero silenziose e incontrollabili lungo il suo volto.
"Masaki-kun ..." sussurrò flebile il difensore, sfiorando con le dita la guancia del compagno, la cui frangia aveva coperto gli occhi.
Kirino circondò la vita del turchese con il braccio libero e lo attirò a sé.
Senza che Masaki opponesse alcuna resistenza, Kirino appoggiò le sue labbra sugli occhi dell'altro, posandovi dei lievi baci per asciugare le lacrime. Il turchese si aggrappò al maglione dell’altro.
Subito dopo qualcuno si sarebbe aspettato un bacio appassionato e un susseguirsi di frasi melense.
Non accadde nulla di tutto ciò.
Cullato dall'abbraccio di Ranmaru, il turchese si sentiva bene, come non gli era mai accaduto prima.
Aveva smesso di piangere, Kariya, mentre fuori continuava a imperversare il temporale.
L'abbraccio di Kirino era caldo.
Tanto caldo. Come la cioccolata che Hiroto si ostinava a preparare ogni Natale.
Si stava bene, così vicino al ragazzo dai capelli rosa.
Per una volta, per la prima volta dopo così tanto tempo, Kariya Masaki si sentì davvero amato.

 

Le emozioni sono l’essenza della vita,
il difficile è viverle e saperle apprezzare.
L’importante è conservarle dentro
e donarne il meglio a chi le merita.


 

***



/NdA/
Ho messo le NdA tanto perché mi andava. Avevo voglia di sparare qualche cazzata, tanto per rendere l’atmosfera meno … fluff.
Insomma, per i miei canoni questo è fluff, visto che sono un’insensibile, a detta della fissata con le ondine (Alicchan).
Ringrazio prima di tutto sweet_ice, Cha e Fede, per aver indetto il contest.
Premettendo che io la serie di IE GO non l’ho vista, mi sono basata su qualche spezzone di episodio visto qui e là e su alcune fanfic che ho letto.
Pensando quindi ad una Crack Pairing, non so perché ma mi è venuta fuori una KariyaxKirino.
Mi sono innamorata di questa coppia, nonostante sia una sostenitrice della KirinoxShindou.
Ma al diavolo, evviva la OTP KK (??).

Ok, un’altra cosa. Il passato di Kariya io NON LO SO. Me lo sono inventato e se corrisponde al vero, ben venga, vuol dire che sono una veggente –yuppie-.
So soltanto che è stato portato al Sun Garden e che lì ha conosciuto Hiroto e Ryuuji.
Non ho voluto mettere un finale con un bacio e il classico “Ti amo” “Sì, ti amo anche io”, ma nemmeno un finale con un bacio e poi una valanga di insulti.
In totale, mi dava fastidio il bacio.
Così ho messo un bell’abbraccio dolce dolce e caldo caldo (…), come la cioccolata di Hiroto, che a mio parere deve essere davvero buona (WTF?! [cit]).
Ringrazio chiunque leggerà la fic, note d’autrice comprese, e chi sarà così coraggioso da recensire.
Spero di non avervi annoiato.
Bye Bye,
Mya.

  
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