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Autore: DraconiaMalfoy    02/03/2012    4 recensioni
«Io e Harry, madre…noi…», balbettò, Draco, arrossendo. «Oh, bene», sibilò la donna, mentre i suoi occhi azzurri, occhieggiarono per qualche attimo l’anello stretto attorno al dito di Draco, valutandone il valore. Poi poggiò i suoi occhi glaciali su di loro e si lisciò il tessuto della gonna. «Acceterò qualsiasi vogliate dirmi…»
Harry sospirò, sollevato, e abbandonò la schiena contro il divano; a differenza di Draco, seduto rigido e composto. C’era ancora qualcosa che lo turbava, ma ne ignorava la causa.
«…ma prima la dovrete dire a tuo padre!».
«COSA?!», urlò Harry, sedendosi di scatto, teso come una corda di violino.
«Ma madre, io vorrei veramente continuare questa relazione e per farlo ho bisogno di Harry, non credo che lui potrebbe essermi di aiuto, una volta giunto sotto tre metri di terra!», si lamentò Draco, con sarcasmo.
La donna gli riservò un’occhiata solenne, capace di far tremare chiunque, Harry stava valutando l’idea, ma Draco rimase impassibile, perfettamente a suo agio. Harry lo guardò stupito da tanto calma, solo allora si ricordò che l’altro aveva sempre vissuto in quel clima… rigido.
«Queste sono le mie condizioni.»
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ehm… non posso sedermi, papy!

Narcissa Malfoy era rimasta esattamente come Harry la ricordava, bionda, austera e altera. Deglutì rumorosamente a disagio, allargandosi con due dita il colletto inamidato della camicia che Draco lo aveva costretto ad indossare, quel bavero lo stava strozzando. Salvando da unimminente morte dovuta alle mani della genitrice di Draco o peggio, di suo padre.

Narcissa poggiò sul tavolino in marmo, verde e lucido, la sua tazza di porcellana da tè, sporca di rossetto su un bordo. «Draco, tesoro, rammentami il motivo per il quale tu e il signor Potter, siete qui, oggi.» Quel signor Potter gli aveva fatto rizzare i peli sulle braccia, la voce strascicata era simile a quella di Draco, aveva solo una nota più acuta, più femminile. Simile a quando gemeva, pensò Harry trattenendo un sorriso, forse se avesse voluto continuare a montare il suo dolce consorte non avrebbe dovuto dirglielo.

«Io e Harry, madre…noi…», balbettò, Draco, arrossendo. «Oh, bene», sibilò la donna, mentre i suoi occhi azzurri, occhieggiarono per qualche attimo lanello stretto attorno al dito di Draco, valutandone il valore. Poi poggiò i suoi occhi glaciali su di loro e si lisciò il tessuto della gonna. «Acceterò qualsiasi vogliate dirmi…»

Harry sospirò, sollevato, e abbandonò la schiena contro il divano; a differenza di Draco, seduto rigido e composto. Cera ancora qualcosa che lo turbava, ma ne ignorava la causa.

«…ma prima la dovrete dire a tuo padre!».

«COSA?!», urlò Harry, sedendosi di scatto, teso come una corda di violino.

«Ma madre, io vorrei veramente continuare questa relazione e per farlo ho bisogno di Harry, non credo che lui potrebbe essermi di aiuto, una volta giunto sotto tre metri di terra!», si lamentò Draco, con sarcasmo.

La donna gli riservò unocchiata solenne, capace di far tremare chiunque, Harry stava valutando lidea, ma Draco rimase impassibile, perfettamente a suo agio. Harry lo guardò stupito da tanto calma, solo allora si ricordò che laltro aveva sempre vissuto in quel clima rigido.

«Queste sono le mie condizioni.»

Draco sbuffò e incrociò le braccia, imbronciato. Harry provò unimmensa voglia di baciarlo, ma si trattenne, non sarebbe stata educato, non davanti la sua futura suocera. «Va bene, ho capito. Andiamo Harry», sbottò, alzandosi di scatto. «Dove?», chiese laltro, temendo la riposta.

«A dirlo a mio padre».

Bene, sarebbe morto.

Draco bussò educatamente, colpendo la porta con le nocche della mano, con un gesto elegante del polso. «Avanti».

La voce di Lucius tuonò dallinterno. Draco fu il primo ad entrare, ed Harry dovette giurare di aver visto i suoi occhi addolcirsi per qualche attimo. «Draco.»

«Potter», sibilò poi, non appena lo vide. Harry abbozzò un sorriso, passandosi una mano tra i capelli, nervoso ed agitato. Draco gli strinse la mano, intimandogli di calmarsi, quel gesto non passò inosservato agli occhi attenti di Lucius, che si spostarono sul vistoso anello di Draco.

«Oh», si limitò a dire, tra lo stupito e linorridito. «È uno scherzo, vero?» Gracchiò, con una risata isterica.

«No… è stato un regalo di Harry…» Disse Draco, sbrigativo e risoluto. Harry si morse un labbro, timoroso, lui avrebbe preferito essere un tantino meno brutale, magari sarebbe servito a placare limminente fuori di Lucius in seguito. «…dopo aver fatto la nostra prima esperienza sessuale…», continuò. Harry chiuse gli occhi, letteralmente terrorizzato. Stava per morire, lo sentiva. Lucius si alzò di scatto, la sedia stridette contro il parquet, Harry si stupì quando non sentì un paio di mani stringersi attorno al suo collo, con evidenti istinti omicida. «Draco?! Per favore siediti e spiegami cosa diavolo stai cercando di dirmi!».

«Ehm… beh… vedi… non posso ancora sedermi, mi fa troppo male il…».

«Whisky Incendiario, subito. Ho bisogno di un buon Whisky», disse Lucius, atono e traumatizzato; uscendo dalla stanza, raggiungendo la moglie al piano inferiore.

Harry si voltò verso Draco. «Come è andata?», chiese cauto.

Draco alzò le spalle. «È andata. Ma il dolore lo sento lo stesso!», borbottò, imbronciato.

Harry gli sorrise, malizioso. «Vorrà dire che stasera ti farò un doppio massaggio, dita e lingua…».

«Uhm!». 

 Fine

  
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