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Autore: ross_ana    02/03/2012    4 recensioni
Bei tempi quelli… quando Felpato, Ramoso, Codaliscia e Lunastorta erano soprannomi inventati di amici sinceri, uniti non solo nelle notti di luna piena, quando nessuno pensava di poter vedere separati quegli improbabili compagni d’avventura che avevano giurato di rimanere insieme per la vita.
E invece James si era sposato. Era stato lui a infrangere per primo quella promessa. Peter se lo ripeteva incessantemente mentre giustificava se stesso per ciò che stava per fare.
Quinta classificata allo Storytelling Contest, indetto da Fabi. Prima classificata di squadra, vincitrice del premio pacchetto.
Terza classificata al Ciò che la Vio non ama... amerà Contest, indetto da Violet_Acquarius. Vincitrice del premio Miglior Inedita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Minus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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AUTORE: ross_ana su EFP, ross_ana@ sul Forum
TITOLO: Perché piove sempre su di me?
PERSONAGGI: Peter Minus
AVVERTIMENTI: Oneshot, Missing Moment
GENERE: Introspettivo, Malinconico, Triste
RATING: Verde
INTRODUZIONE: PACCHETTO: Pioggia (Personaggi: Peter Minus, Regulus Black. Colore: Nero. Prompt: Bacchetta. Citazione: La pioggia cadeva nello stesso modo sul giusto e sul malvagio; e per nessuno esisteva un perché. Canzone: Why does it always rain on me.)
NdA: E’ la prima volta che scrivo su Peter Minus. Non ho mai letto niente su di lui, perciò non so se quello che ho scritto sia “originale” oppure una sorta di minestra riscaldata. Però ti assicuro che non ho preso spunto da niente… ho pensato che era meglio NON andare a curiosare in giro, proprio per evitare di farmi influenzare!




La Stamberga Strillante era quella di sempre: vuota, vecchia e abbandonata. E Peter si sentiva proprio come quel vecchio rudere mentre, rannicchiato in un angolo, si guardava intorno passandosi la bacchetta da una mano all’altra.
Aveva abbandonato la sua forma di Animagus dopo essere entrato dal vecchio passaggio segreto situato ai piedi del Platano Picchiatore. Avrebbe potuto evitare di attraversare i cancelli di Hogwarts ed entrare da Hogsmeade, ma aveva capito che quella era probabilmente l’ultima volta che varcava i confini del castello da innocente, e non era riuscito a rinunciarci… seppur nella miserabile forma di topo.
Non aveva mai amato veramente la sua forma animale. D’altronde come si può apprezzare un topo se paragonato alla bellezza di un cervo? Come si possono apprezzare le sue dimensioni minute in confronto a quelle mastodontiche di un enorme cane nero? Come si può apprezzare la sua debolezza in confronto alla forza di un lupo mannaro?
Minus fece roteare la bacchetta, e tante scintille rosse si sprigionarono dalla punta.
Per pochi istanti nella stanza si delinearono le ombre frammentate degli infissi sgangherati, le tende strappate del letto a baldacchino, gli ultimi residui dei ciocchi di legno bruciati nel camino, le casse abbandonate vicino alla porta.
Poi le scintille si spensero, la stanza tornò al buio e Peter vide intorno a sé solo il nero di una notte senza luna, che si percepiva solo dall’oscurità che premeva sui suoi occhi.

Perché piove sempre su di me?
Giorni di sole dove siete andati?


Se si fosse trasformato, sarebbe riuscito a distinguere tutti i minimi particolari senza bisogno di luce, ma la sua anima anelava il buio, perché solo nella cecità poteva far finta di non tremare.
Il suo cuore batteva forte mentre il suo cervello lavorava frenetico. Ricordi di un’intera vita gli passavano davanti senza dargli tregua, e lui non riusciva a chiudere la mente a quel flusso di sentimenti che inesorabile gli riempiva le viscere.
Vedeva James, sotto la quercia in riva al lago, lasciar andare il boccino per poi riprenderlo subito dopo… e lui che invidiava la sua agilità, desiderando poter essere bravo quanto lui per far vincere la Coppa alla sua casa.
Vedeva Sirius, con la battuta sempre pronta, che faceva voltare tutte le ragazze nella sua direzione quando passava… e lui che invidiava il suo fascino, desiderando essere bello quanto lui per far perdere la testa a qualcuna.
Vedeva Remus, con il suo aspetto perennemente trasandato, prendere voti altissimi in tutte le materie… e lui che invidiava il suo acume, desiderando essere intelligente quanto lui per ricevere i complimenti dai professori.
E vedeva se stesso, mai fiero di ciò che era, sempre preoccupato di apparire inferiore.
Non aveva capito, Minus, che James, Sirius e Remus gli volevano bene proprio per ciò che era e non per ciò che poteva apparire.
Stava per sprecare la sua opportunità di vivere felice e neppure se ne rendeva conto, troppo preso a scaricare sui suoi amici colpe che non avevano, che non meritavano e che, soprattutto, non esistevano.
Peter si alzò, con un colpo di bacchetta spalancò una finestra e sospirò quando gocce gelide di una pioggia sferzante cominciarono a bagnare il pavimento impolverato di quello che, per tanti anni, era stato il rifugio segreto dei Malandrini.

Perché piove sempre su di me?
Forse perché ho mentito quando avevo diciassette anni?


Bei tempi quelli… quando Felpato, Ramoso, Codaliscia e Lunastorta erano soprannomi inventati di amici sinceri, uniti non solo nelle notti di luna piena, quando nessuno pensava di poter vedere separati quegli improbabili compagni d’avventura che avevano giurato di rimanere insieme per la vita.
E invece James si era sposato. Era stato lui a infrangere per primo quella promessa. Peter se lo ripeteva incessantemente mentre giustificava se stesso per ciò che stava per fare.
Si, James aveva sbagliato tutto. Che diritto aveva di far entrate Lily nel loro quartetto? Che diritto aveva di rivelarle di essere un Animagus, quando quello era il segreto più importante che condividevano? Che diritto aveva di sposarla, andando a vivere insieme a lei in quell’insulso villaggio di Godric’s Hollow, piuttosto che rimanere con i suoi amici di sempre? E soprattutto, che diritto aveva di generare un figlio che, ancora prima di nascere, era diventato più importante di tutto il resto?
Nessuno si accorgeva che quel bambino aveva messo a repentaglio la loro amicizia? Nessuno si rendeva conto che James, per quel mostro appena nato, aveva messo da parte i suoi doveri di Malandrino? Come potevano, Sirius e Remus, giustificarlo perché durante la luna piena non si era presentato a causa delle coliche – coliche, maledizione! – di un neonato?

Perché piove sempre su di me?
Ho uno stranissimo sentimento nei tuoi confronti.


Minus si mise le mani nei capelli e tirò via, esasperato, qualche ciocca con forza.
Che diritto aveva, James Potter, di abbandonarlo al suo destino?
Che diritto aveva, James Potter, di preferire due sconosciuti – sua moglie e suo figlio – alla loro amicizia?
Peter chiuse gli occhi, sospirò e si beò del nulla. Perché solo il nulla gli gravitava attorno. Un nulla che sapeva di sapori amari, un nulla che era freddo e bagnato come la pioggia che continuava a scendere, un nulla che non portava speranza e quindi era nero come il baratro in cui il suo cuore era ormai precipitato da tempo.
Aveva sentito una scintilla di calore proprio al centro del suo petto quando lo avevano scelto come Custode Segreto. Una scintilla che si era trasformata in un fuoco di orgoglio quando si era reso conto che, tra i Malandrini, era stato lui il prescelto per quel segreto. Non Sirius o Remus, ma lui. Una scintilla che si era trasformata in un incendio distruttivo quando aveva scoperto che lui era soltanto una seconda scelta… perché chi mai avrebbe potuto sospettare che James Potter e Lily Evans, due tra i maghi più brillanti della loro generazione, membri attivi dell’Ordine della Fenice, scegliessero un miserabile topo come loro Custode Segreto? Chi avrebbe mai potuto sospettare che James e Lily avrebbero affidato le loro vite nelle mani di un perdente come lui?
Una risata fredda e priva di qualsiasi forma di divertimento non fece in tempo ad arrivare alle sue labbra che si trasformò in una sorta di singhiozzo.
Il Signore Oscuro lo stava aspettando. E lui sarebbe andato ai suoi piedi, inchinandosi e baciando l’orlo della sua veste, a consegnargli su un vassoio d’argento la testa del suo migliore amico, della donna che amava, e del frutto del loro schifoso amore.
C’era qualcosa, in fondo all’animo di Peter, che si agitava furiosamente. Ma troppi pensieri cattivi si erano impossessati del suo cuore, ed erano ormai troppo intensi per essere messi a tacere.
Minus si guardò intorno un’ultima volta, poi con il passo fiero di un uomo che sta andando incontro alla sua vendetta, uscì dalla Stamberga Strillante, stavolta dal lato opposto, e seguì il sentiero fino ad Hogsmeade prima di smaterializzarsi davanti al suo nuovo padrone.
Peter Minus non ebbe il coraggio di guardare Voldemort negli occhi mentre gli rivelava l’Incanto Fidelius. Non ebbe il coraggio di alzare la testa quando il sibilo trionfante di Voldemort lo raggiunse appena un secondo prima che lui si smaterializzasse. E rimase a capo chino anche dopo, quando in preda a un rimorso inimmaginabile, si incamminò in una strada isolata presso cui si era materializzato senza neanche pensare.
La pioggia cadeva sempre più copiosamente, Peter aveva tutti i vestiti bagnati e teneva lo sguardo basso per evitare che le gocce d’acqua gli appannassero la vista. Il suo cuore batteva forte mentre pensava che, da lì a poco, James Potter, Lily Evans ed Harry Potter sarebbero stati solo corpi morti senza vita.
Fu in quel momento che Minus pensò a Sirius.
E fu in quel momento che Minus pensò a Remus.
Non l’avrebbero perdonato mai, per ciò che aveva fatto. Non gli avrebbero nemmeno dato il tempo di dire una parola, prima di ucciderlo con le loro stesse mani.
Peter sconvolto, terrorizzato, si trasformò, e con il muso a terra andò a nascondersi in un buco lì vicino. Nella forma di topo provò ad addormentarsi.

Perché piove sempre su di me?
Oh, dov’è andato il cielo blu?
E perché sta piovendo così?
È così freddo, non riesco a dormire stanotte.

Quando riaprì gli occhi vide solo nero intorno a sé.
Si spaventò, perché i suoi occhi di topo avrebbero dovuto vedere benissimo anche al buio.
Si spaventò, perché quel nero era talmente opprimente da renderlo sordo persino al rumore che la pioggia continuava a produrre sbattendo violentemente sui vetri delle case vicine.
Si spaventò, perché capì che quel nero che lo avvolgeva era il colore della sua anima, improvvisamente troppo sporca, pesante e piena di sensi di colpa per poter essere trattenuta in un fragile corpo di roditore.
Fu per quel motivo che Peter uscì dal buco in cui si era nascosto e in un vicolo riprese la sua forma umana. Fece apparire degli abiti asciutti e li indossò con il cuore che batteva a un ritmo spropositato.
Non si chiese che ora fosse, non si chiese quanto tempo fosse passato. Semplicemente, si mise a camminare cercando di arginare quel fiume in piena di emozioni contrastanti che lo stava travolgendo.
E poi lo vide.
Sirius era di fronte a lui, a qualche metro di distanza, e lo stava guardando con occhi pieni d’odio. Il suo sguardo era carico di disprezzo prima ancora che di tristezza. Il suo sguardo era furioso, e Peter si sentì inghiottire dal nero che scaturiva da ogni cellula del suo corpo.
La pioggia aveva bagnato ancora una volta i suoi vestiti. E allo stesso modo aveva bagnato i vestiti di Sirius, che si incollavano come una seconda pelle al suo fisico asciutto.

Perché piove sempre su di me?
Ho uno stranissimo sentimento nei tuoi confronti.


E Minus, nell’attimo che precedette la follia, si ritrovò a pensare che la pioggia cadeva nello stesso modo sul giusto e sul malvagio; e per nessuno esisteva un perché.
Poi il caos inghiottì ogni suo pensiero, e lui agì come l’istinto gli comandava: tirò fuori la bacchetta, provocò un’esplosione e si recise un dito. Un attimo dopo, quel dito era tutto ciò che rimaneva di lui mentre, di nuovo sotto forma di topo, scompariva allo sguardo di Sirius che, pazzo dal dolore, stava perdendo la sua libertà senza nemmeno capire perché.

*


Peter Minus non esisteva più.
Era morto insieme a James e Lily.
Era morto quando James e Lily erano ancora vivi.
Era morto nel momento in cui aveva deciso di rivelare l’Incanto Fidelius a Voldemort.
Era morto. E di lui non esisteva altro che un falso ricordo.
Un ricordo che non rispecchiava la realtà. Nulla di ciò che era stato, nulla di ciò che aveva provato, nulla di ciò che aveva vissuto.
Peter Minus era morto. Ed era morto anche Codaliscia.
I Malandrini non esistevano più. Erano morti tutti insieme a James.
Ciò che rimaneva era solo l’alone di un passato ormai troppo remoto.
E il topo Crosta quel passato voleva solo dimenticarlo, ma non ci riusciva.
Bastava che il suo sguardo cadesse sulla sua zampa. Senza un dito. Perché ciò che gli mancava era tutto ciò che era rimasto della sua umanità.
Eppure, proprio per quel suo atto di codardia assoluta, tutte le notti Crosta sentiva Codaliscia svegliarsi dentro di sé. E nelle notti di luna piena era ancora peggio… perché pensava a Remus, da solo: James era morto, Sirius era ad Azkaban, e lui era scomparso. Remus non aveva più i suoi Malandrini a tenergli compagnia.
E lui non aveva nemmeno Voldemort che potesse fargli dimenticare i suoi sensi di colpa.
E la pioggia che l’aveva bagnato l’ultimo giorno in cui era stato umano continuava a bagnarlo dentro. Lo rendeva fradicio di amarezza, fradicio di colpa, fradicio di se stesso.

Perché piove sempre su di me?
Non riesco a dormire stanotte. Tutti dicono che va tutto bene.


Il Mondo Magico festeggiava, la famiglia Weasley – con tutti quei ragazzi rumorosi – brindava alla pace e alla felicità. Tutto andava bene.

Perché piove su di me?
Giorni di sole dove siete andati?


Ma la pioggia della sua anima nera continuava a renderlo schiavo dei suoi pensieri, e non esisteva raggio di sole in grado di scaldarlo.
Peter era morto, Codaliscia era morto, Crosta sopravviveva, continuando a farsi sempre la stessa domanda. Perché piove sempre su di me?









Giudizio Fabi (Quinta classificata totale, prima di squadra)
Grammatica e sintassi:
9,4/10
Lessico e stile: 9,5/10
Caratterizzazione: 9.6/10
Originalità: 9,5/10
Utilizzo del pacchetto: 8/8
Gradimento personale: 2.5/3
Sviluppo della trama: 1/2

totale: 49.5/53


Hai analizzato il personaggio di Peter nel profondo, ottenendo un’introspezione ben definita dei suoi pensieri e mantenendo sempre il filo logico dei pensieri del personaggio.
Il confronto che lui fa tra se stesso e gli altri Malandrini, è qualcosa che accade un po’ a tutti: chi non si è mai immaginato meno valevole rispetto a qualcun altro? Chi non ha mai provato invidia? Ma Peter non riesce a vedere oltre questo senso di inferiorità e inadeguatezza, che lo divide dai suoi amici, rendendolo debole e solo, preda delle sue stesse paure e di Voldemort.
La gelosia e l’invidia comandano il tuo personaggio, insieme alla paura, dando un quadro di lui che lo rende disprezzabile, da un lato, ma che permette di provare pietà di lui.
C’è un errore di tempistica nella tua storia. In realtà dalla notte della morte dei Potter, passano giorni prima che Sirius riesca a trovare Peter, quindi per questo ho dovuto toglierti un paio di punti, ai fini della trama, la tua scelta è sicuramente più scenografica, ma appunto risulta scorretta.
Hai inserito bene i prompt, a partire dalla pioggia, presente metaforicamente e fisicamente in tutta la storia, l’hai utilizzata per creare l’atmosfera e hai inserito le citazioni tratte dal testo, senza renderle estranee ad esso.
Quando ho creato i pacchetti, ho cercato di fare in modo da rendere l’inserimento degli elementi abbastanza semplice, a volte ci sono riuscita, altre volte invece no. Credo che il nero fosse il colore giusto per Peter e tu hai credo approfittato del colore, forse l’hai semplicemente sfruttato per dare ancora più spessore alla caratterizzazione di Peter. Ottimo anche l’inserimento della citazione.
Lo stile è avvincente; semplice, sfrutti molto le ripetizioni dando alla storia una certa solennità in alcuni punti. Non mi è parso che tu abbia esagerato, anche se in alcuni punti sei arrivata al limite, senza però superarlo. La lettura è risultata piacevole.
Ti sono sfuggiti un paio di errori di grammatica:
- Coppa alla sua casa; qui ‘Casa’ vuole la maiuscola.
- Hai lasciato un ‘sì’ senza accento.
- Ad Hogsmeade; in questo caso la ‘H’ è aspirata, è come se fosse una consonante, quindi la ‘d’ eufonica non si usa.
Hai chiesto se la storia è originale, ti dirò che di sicuro ce ne sono altre che trattano questo momento, credo che lo facciano quasi tutte le storie su Peter, ma questa è abbastanza personale, mi sento di dire che il merito è anche un po’ del mio pacchetto, che ti ha dato degli spunti su cui hai lavorato splendidamente. Peccato per quell’errore nella cronologia.
Grazie per aver partecipato.




TERZA CLASSIFICATA, PREMIO MIGLIOR INEDITA
Stile:
9
Non sono entrata nel dettaglio, ma non ho visto orrori grammaticali degni di nota. Forse in alcuni punti le frasi sono troppo corte, oppure manca una virgola. In generale il testo è scorrevole, ma appunto alcune frasi spezzate troppo di botto(se dicessi violentate sarebbe un termine esagerato lo riconosco xDDD) mi impongono di fartelo notare^^
9/10
Caratterizzazione personaggi: 10
Il topastro ! XDDD Scherzi a parte, sai che ho letto solo storie belle su di lui finora?o.o La tua è, al momento, quella che preferisco ed è davvero grave visto il pg.
Ho visto Minus dall'inizio alla fine, non so se mi spiego; la Rowling non ci dice nulla su di lui, ma nelle parole che hai usato ho rivisto quell'uomo(chiamiamolo così) in tutti i suoi difetti.
Codardo, pronto a tradire gli amici per farsi notare e fifone. Eppure anche lui ha un certo non so ché che lo rende così... ah... davvero sublime.
Non posso che complimentarmi, davvero sei riuscita a farmi provare pietà per questo essere che ha contribuito per bene a farsi odiare. Ottimo.
10/10
Originalità: 8,5
Di Minus ce ne sono tante e quasi tutte incentrate sul motivo per cui tradisce, ma quello che mi è piaciuto nella tua è stato l'uso della pioggia. Povero topastro, piove sempre su di lui. Ce l'hanno tutti con lui, mi ha fatto QUASI pena.
8,5/10
Gradimento personale: 10
Decisamente posso sbilanciarmi e ti dico che mi hai conquistata in tutto e per tutto. Non avrei MAI pensato di farmi piacere una storia sui Malandrini - specialmente su Peter - quindi a te va il merito di esserci riuscita. E ti assicuro che non è una cosa da tutti!
10/10
37,5/40









Grazie per aver letto *-*
   
 
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