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Autore: ManuKaikan    02/03/2012    7 recensioni
“Vuoi tu, Rachel Berry prendere il qui presente Finn Hudson come tuo legittimo sposo?” la voce del giudice si intrufolò nella mente annebbiata della ragazza.
“Mi ha chiamato la signorina Pillsbury. C'è stato un incidente..” iniziò piano, cercando di controllare il tono di voce per non disturbare la cerimonia.
A quella frase istintivamente Santana prese la mano di Brittany nella sua e la strinse forte.
“Quinn..” mormorò con il cuore in gola la latina.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dato che non posso aspettare fino ad aprile, ho sclerato e mi sono fatta il finale!
 

Be there soon.


La grande stanza era avvolta nella luce del tardo pomeriggio, le finestre erano aperte lasciando entrare quel giusto venticello che non rendeva l'aria soffocante. Le persone radunate in quel piccolo involucro di marmo e legno, sembravano essere concentrate a guardare la felice – se così si poteva definire – coppia, che fissava attentamente un uomo distinto prepararsi a rendere ufficiale il passo più importante della loro vita.

Gli sposi sorridevano al giudice davanti a loro, mentre questo sproloquiava di impegno reciproco, devozione e altre cose del genere. Le damigelle, nei loro vestiti rosa, erano in piedi qualche passo dietro di loro, spalleggiati dalle rispettive famiglie dei due consorti.

 

Rachel sorrise leggermente all'uomo, questo prima di alzare il volto verso l'orologio appeso alla parete: le 17:15.

Dov'era Quinn? Perché non era ancora arrivata? Le aveva mentito? Santana aveva ragione? Quinn non si sarebbe presentata?

“Tutto bene, Rachel?” le mormorò piano il ragazzo al suo fianco, stringendole la mano nella sua.

La ragazza annuì piano, facendo si che i suoi meravigliosi capelli scuri, sciolti sulle spalle, ondeggiassero emanando riflessi dorati tutt'attorno.

Rachel provò a focalizzare l'attenzione su quello che stava facendo, infondo quello era il suo matrimonio, stava per unirsi ad una persona per il resto della sua vita, la persona che lei aveva scelto di accettare, che aveva sempre affermato di amare...allora perché era tutto così diverso da come se l'era sempre immaginato?

Aveva sempre figurato nella sua mente una sinagoga addobbata a festa, una bella musica ad accompagnarla verso l'altare, un meraviglioso vestito bianco, i suoi papà che l'accompagnavano lungo la navata e l'amore della sua vita ad attenderla.

Quella situazione invece sembrava così fredda, così distaccata, una grossa stanza di marmo con un uomo che le metteva timore, le sue amiche scocciate dietro di lei e i suoi papà con la faccia più triste che gli avesse mai visto.


 

L'unica cosa che Rachel poteva dire con assoluta certezza era che il ragazzo che aveva scelto, colui con cui aveva deciso di passare la sua vita, non aveva acceso dentro di lei quel fuoco che si era sempre sognata di sentire.

“Siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di Finn Hudson e Rachel Berry.” iniziò il giudice.

Santana qualche passo dietro di loro, non poté evitare di alzare gli occhi al cielo, trattenendosi il più possibile per non dire qualcosa di veramente cattivo e acido. Quel matrimonio era davvero qualcosa che andava contro natura, l'aveva pensato nel momento stesso in cui la Berry l'aveva annunciato al Glee Club, ma per la pace comune aveva finto di accettarlo, anche se le sue parole non erano state certo di incoraggiamento.


'Appoggio completamente il tuo diritto di essere infelice con Finn per il resto delle vostre vite. Hai diritto ad amare chiunque tu voglia.'

Pensava davvero quelle parole o per lo meno la prima parte, perché lei era sicura che Rachel sarebbe stata infelice per tutta la vita legata a Finnocence e a soffrirne non sarebbe stata solo lei. Quel matrimonio aveva spezzato il cuore ad una persona a lei cara, solamente perché la nana non era in grado di guardare oltre il suo naso. Ma non poteva certo biasimarla aveva un naso davvero grosso, forse da la dietro la prospettiva delle cose era diversa.

Lanciò uno sguardo all'orologio appeso al muro e aggottò le sopracciglia:
le 17:30.

Quello era davvero strano, si ritrovò a pensare, primo Quinn Fabray non era mai in ritardo, nemmeno quando le cose che doveva fare non le piacevano. Secondo non mancava mai alla promessa, se davvero aveva detto a Rachel che avrebbe presenziato, sarebbe andata nonostante tutta la sofferenza che sarebbe stata costretta ad ingoiare.

“Tu, Finn Hudson, vuoi prendere la qui presente Rachel Berry come tua legittima sposa?” la voce del giudice le fece portare di nuovo l'attenzione sui due davanti a lei.

“Si.” rispose subito il ragazzo.

Questa volta la latina non poté fare a meno di sospirare pesantemente, il momento in cui le catene si sarebbero strette per sempre ai polsi della Berry si stava avvicinando. Si sporse in avanti, stringendo forte i fiori che aveva fra le mani, quando qualcuno le toccò la spalla per attirare la sua attenzione.

Un paio di occhi castani si persero nelle profondità di un paio di occhi neri come la notte. Il signor Schu aveva uno sguardo tormentato e Santana poté giurare che l'uomo stesse combattendo con le lacrime.

“Mi ha chiamato la signorina Pillsbury. C'è stato un incidente..” iniziò piano, cercando di controllare il tono di voce per non disturbare la cerimonia.

A quella frase istintivamente Santana prese la mano di Brittany nella sua e la strinse forte.

“Quinn..” mormorò con il cuore in gola la latina.

William annuì lentamente “Una macchina l'ha presa in pieno e-”

“Vuoi tu, Rachel Berry prendere il qui presente Finn Hudson come tuo legittimo sposo?” la voce del giudice si intrufolò nella mente annebbiata della ragazza.

Senza poterlo evitare, un singhiozzò forte scaturì dalle labbra piene dell'ispanica, facendo si che tutti si voltassero verso di lei, compreso i due quasi sposi.

“Non può essere..” mormorò Brittany scuotendo la testa, mentre grosse lacrime iniziavano a formarsi nei suoi meravigliosi occhi azzurri.

“Da quello che ha detto la signorina Pillsbury la stanno per portare in sala operatoria, ha già chiamato sua madre, ma pensava fosse giusto avvertire anche voi.” continuò l'uomo con voce debole e poco udibile.

Santana lasciò cadere il mazzo di fiori a terra e si portò le mani alla bocca, mentre forti singhiozzi prendevano a scuoterle il corpo. Il resto del gruppo si era avvicinato alla latina in cerca di spiegazioni.


“Santana tutto bene?” domandò piano Noah mettendole una mano sulla spalla.

La ragazza senza degnarlo nemmeno di una risposta, si limitò semplicemente a buttarsi fra le sue braccia, stringendolo forte a se, affondando il volto pieno di lacrime nella sua camicia. Puck l'avvolse nel suo abbraccio, confuso, lanciando poi uno sguardo al signor Schuester e a Brittany.

“Io-io devo andare da lei.” disse infine la latina staccandosi dall'amico, asciugandosi le piccole gocce salate con il palmo della mano “Ho bisogno di vederla, io devo-”

Non terminò la frase, afferrò la mano di Brittany nella sua e si diresse verso l'uscita, fuori da quella stanza piena di ipocrisia, da quella stanza che le stava facendo perdere la sua migliore amica per sempre.

“San, aspetta.” le disse prontamente Noah “Vengo con voi, nessuna delle due è in grado di guidare.”

L'ispanica si limitò ad annuire e l'ebreo si diresse a passo spedito ad afferrare le chiavi della macchina che aveva abbandonato nel capotto poco prima dell'inizio della cerimonia. Quando questo le raggiunse nuovamente, bastò un solo sguardo di intesa con l'amica perché questo prendesse per mano Brittany e la scortasse nel parcheggio.


Santana inchiodò i suoi occhi neri in quelli color cioccolato di Rachel e la fissò intensamente come se quello sguardo dovesse valere più di mille parole. La Berry stringeva il bouquet fra le mani con tale forza che le nocche le erano diventate bianche e un peso all'altezza dello stomaco le stava impedendo di respirare.


Aveva capito cosa era successo nello stesso istante in cui aveva sentito il singhiozzo di Santana, sapeva per certo che qualcosa di brutto era accaduto e quando aveva visto la latina buttarsi fra le braccia di Noah, aveva realizzato che i suoi sospetti erano reali.

“Forse dovremmo continu-” provò a dire Finn indicando con la testa il giudice.

“Allora Berry, ti vuoi muovere?” disse invece Santana interrompendolo senza pensarci due volte.

Rachel si voltò a guardare il ragazzo, mentre gli occhi cominciavano a riempirsi di lacrime, poi lanciò uno sguardo ai suoi papà e successivamente al resto del gruppo.


'Va, va da lei.' le urlò il suo cuore 'Sai che è la cosa giusta, corri da lei, ha bisogno di te.'

Non dovette pensarci molto, scosse la testa e dopo aver appoggiato delicatamente il bouquet fra le mani di Finn, nonostante i tacchi che indossava raggiunse velocemente Santana che ancora le stava tendendo la mano.

Quando le dita si strinsero l'una all'altra, senza un ulteriore sguardo ai volti sconvolti dei presenti, le due presero a correre lungo il corridoio con un unico pensiero in mente:
Quinn.


 

*****


“Il battito sta scendendo!” gridò l'infermiera guardando il monitor dell'elettrocardiogramma.

“Defibrillatore!” gridò la dottoressa.

“Eccolo.” disse l'infermiera passando l'apparecchio alla donna.

“Caricate a 200.” istruì, applicando velocemente il gel sulle piastre strofinandole l'una sull'altra prima di portarle al petto della giovane ragazza che era sul suo tavolo operatorio.


Boom.

“Avanti, tesoro, puoi farcela.” la esortò “Aumentate a 300.”

Boom.


Il corpo della ragazza si alzò dal lettino, ma non accadde niente.

“Dannazione! Avanti, combatti, sei giovane, combatti.” mormorò “Alzate a 360!”


Boom.

Fu la scossa decisiva, il monitor prese a regolarizzarsi e la donna sorrise dolcemente.

“Brava..” sospirò di sollievo accarezzandole i capelli.


*****

La mente di Rachel correva velocemente, così come il suo corpo che attraversava i lunghi corridoi dell'ospedale ancora vestita con l'abito da sposa. Non aveva capito molto di quello che Santana aveva parlato con la signora Fabray, per tutto il viaggio in macchina si era ritrovata in uno stato di limbo. Anche se di una cosa era certa, Quinn starebbe stata bene, non c'erano segni che provassero il contrario.

Arrivò insieme agli altri tre nel grande atrio, non fece difficoltà ad individuare Judy Fabray al telefono nel piccolo corridoio. Quando si avvicinarono alla donna questa gli sorrise tristemente e parlò per qualche altro secondo all'apparecchio prima di riporlo nella borsa.

“Sono felice che siate qui.” disse sinceramente la donna.

Non stava piangendo, ma Rachel poteva intuire dai suoi occhi intrisi di piccole vene di sangue che l'aveva fatto e molto anche.

“Co-come sta?” balbettò Brittany che ancora teneva stretta la mano di Santana nella sua.

“Ora meglio.” rispose Judy “Aveva perso molto sangue, hanno dovuto operarla per toglierle alcune schegge di vetro e le hanno fatto molte trasfusioni.” spiegò la donna “Ma ne ha bisogno ancora e la stanno tenendo sotto osservazione mentre recuperano alcune sacche da un altro ospedale. Da quello che hanno detto potrebbero volerci alcune ore.”

Santana sospirò pesantemente, mentre il cuore le prendeva a stringersi forte. Dopo tutto quell'angosciate viaggio con la paura che la vita della sua migliore amica fosse appesa ad un filo sottile, arrivava lì e non poteva nemmeno vederla.

“Che gruppo sanguino ha?” domandò infine.

“Zero negativo.”

“Io sono zero negativo.”

Quattro teste si voltarono verso la ragazza che aveva appena parlato, la quale era rimasta in silenzio sino a quel momento, ascoltando tutto quello che la donna aveva detto, con un grande peso nello stomaco. Quello stesso peso che non l'aveva abbandonata un attimo da quando aveva lasciato il comune per correre lì.

“Chiamo l'infermiera.” mormorò Santana con un piccolo sorriso che le solcava le labbra.

Quelle quattro parole che erano uscite dalla bocca della Berry erano state più che sufficienti per farle capire quello che doveva fare. La latina, seguita a ruota dalla ballerina, si allontanarono e subito dopo sparirono dietro l'angolo, mentre Puck le metteva una mano sulla spalla e gliela stringeva forte con affetto.

“Telefono agli altri per rassicurarli.”

E detto questo si allontanò di qualche passo, lasciando le due finalmente da sole.

“Finalmente ci conosciamo.” le disse piano la signora Fabray guardandola dritta negli occhi “Mi dispiace che sia dovuto capitare in queste circostanze.”

Rachel sorrise tristemente, tormentandosi le mani, tanto che alcuni angoli delle dita presero a sanguinarle leggermente. Judy le mise le mani sulle sue, fermandone i movimenti frenetici.

“Ti ringrazio molto per quello che stai facendo.”

“Ho un disperato bisogno di vederla.”


******

“Tieni ti ho preso questo.”


Rachel sobbalzò per lo spavento e voltò lo sguardo verso Noah il quale stringeva fra le mani alcuni snack ancora confezionati. La ragazza scorse una barretta di cioccolato, alcuni succhi di frutta e una bustina di frutta secca.

“Per riprendere un po' di zuccheri, ma non sapevo che cosa prenderti.” le spiegò imbarazzato appoggiandoli su una sedia vuota “Sai con tutta questa faccenda che sei vegana.” si portò una mano dietro la testa grattandosela imbarazzato.

“Grazie molte.” le sorrise invece lei, afferrando la bustina di frutta “E' stata un pensiero molto gentile.”

Noah le sorrise a sua volta e dopo aver preso la barretta al cioccolato la srotolò portandosela velocemente alle labbra. Rimasero in silenzio qualche minuto, nei quali Rachel non riusciva a smettere di pensare alla ragazza bionda che in quel momento si trovava in qualche stanza poco distante da lì e stava per ricevere il suo sangue.

Quando l'infermiera aveva finito di medicarle il braccio, avrebbe voluto correre via per andare subito da lei, ma come le aveva fatto giustamente notare la donna, doveva dare tempo al personale specializzato di fare in modo che il sangue arrivasse a destinazione. Le aveva raccomandato di rimanere seduta un po' e di mangiare qualcosa di dolce, cosa a cui Noah aveva pensato prima di lei.

“Hai appena fatta una cosa meravigliosa.” disse infine Noah rompendo il silenzio “Un gesto davvero fantastico, sono fiero di te.” continuò sorridendole dolcemente.

Rachel non poté impedirsi di arrossire furiosamente a quelle parole, portandosi alla bocca un pezzettino di quella che sembrava una fragola secca.

“N-non è-è niente.” balbettò imbarazzata.

“Invece è molto.” le assicurò il ragazzo guardandola “Sono sicuro che Quinn l'ha apprezzato.”

Lei sorrise leggermente e distolse lo sguardo dai suoi occhi penetranti, occhi che le stavano scavando nell'anima alla ricerca di qualcosa. Noah poteva spesso sembrare un ragazzo senza scrupoli e poco intelligente, ma lei aveva visto una parte di lui che spesso non mostrava agli altri.

“Sono contento che tu non abbia fatto in tempo a dire si.” continuò imperterrito l'ebreo senza staccare per un secondo gli occhi dal suo corpo.

Noah Puckerman era così, schietto e sincero, senza peli sulla lingua, onesto e trasparente.

“C-come?” chiese incerta Rachel aggrottando le sopracciglia.

“Anzi, sono molto felice.” continuò “Non fraintendermi eh.” mise subito in chiaro con una risatina alzando le mani in segno di resa “Io ti voglio bene e sei davvero un'ebrea deliziosa, ma non sono interessato a te, non in quel senso almeno.” continuò con il sorriso “Ma mi sta a cuore la tua felicità e posso dirti con tutta la sincerità di un amico che Finn Hudson non si merita nemmeno un pezzettino di questa bellissima donna davanti a me.”

Rachel spalancò gli occhi incredula, allacciando di nuovo lo sguardo a quello del ragazzo. Gli occhi di Noah erano pieni di affetto, in quelle iridi verdi poteva leggere la sincerità di tutte le parole che stava dicendo.

“Noah perché-” provò a dire.

“Non è lui la persona destinata a stare con te.” le rispose semplicemente scrollando le spalle.

“Se non è lui allora chi..” mormorò piano lei mentre grosse lacrime le si formavano negli occhi.

L'ebreo non rispose, le mise una mano intorno alle spalle e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla, coccolandola dolcemente.

“Non sono io a dovertelo dire, Rachel.” bisbigliò piano “Ma sono sicuro che se guardi dentro al tuo cuore, sai a chi mi sto riferendo.”

La Berry tirò su col naso, nascondendo ancora di più la faccia nella camicia bianca dell'amico, mentre questo le accarezzava teneramente la schiena e le sussurrava parole dolci all'orecchio.

Rachel sapeva benissimo a chi si riferiva, ma aveva così tanta paura di ammetterlo a se stessa.


******

Santana sedeva al capezzale del letto di Quinn, le lacrime le soccorrevano veloci sulle guance ambrate, al suo fianco Brittany la stringeva forte, anche il suo volto era pieno di piccole gocce salate ed entrambe stringevano la mano della loro migliore amica.

La stanza era avvolta nella penombra e la ragazza nel letto sembrava ancora più bianca di quello che risultasse in realtà. Quinn aveva un grande livido sulla guancia sinistra, un lungo taglio sul lato sinistro del labbro e una delle gambe fasciate. Da quello che aveva detto il medico alla signora Fabray, oltre alle numerose trasfusioni, avevano dovuto sottoporre la ragazza ad un intervento d'urgenza alla tibia, che l'avrebbe inchiodata al letto per parecchio tempo, costringendola a fare della fisioterapia.

Le cose sembravano più gravi di quello che erano in realtà, Quinn stava bene, si sarebbe ripresa e sarebbe tornata come nuova in un battibaleno, ma la cosa che faceva stringere il cuore a Santana impedendole di smettere di piangere, era la consapevolezza del perché la bionda si trovava in quel letto d'ospedale.

Rachel Berry.

La odiava, Santana Lopez odiava molte cose nella sua vita e una di quelle era l'hobbit che si trovava in qualche stanza lontano da lì e lei sperava vivamente che ci restasse il più a lungo possibile. Ancora non si capacitava dei sentimenti che l'amica provava per quella petulante ragazza, ancora non credeva di essere stata testimone di un pianto disperato della grande Quinn Fabray, la quale in un momento di puro sconforto si era accasciata fra le sue braccia e aveva preso a piangere, confessandole i suoi sentimenti per Rachel, sotto gli occhi confusi di Brittany e stringendosi fra le braccia di Santana.

“Dove avevi la testa, Quinn?” domandò fra le lacrime la latina stringendole forte la mano che era intrecciata insieme a quella di Britt “Sei sempre stata una che rispetta le regole, che non faceva nulla di sbagliato e per colpa sua-” prese a tirare su col naso “Hai perso la testa ed hai risposto al messaggio, mentre guidavi!” l'accusò arrabbiata.

“San non fare così.” mormorò Brittany con la testa sulla sua spalla, passandole la mano libera sulla schiena ancora scoperta. “Non sgridarla, lo sai com'è quando si è innamorati.”

Santana scosse forte la testa facendo si che i lunghi capelli neri le coprissero gli occhi, mentre li chiudeva provando a scacciare per un attimo quella sensazione di disagio che sembrava non volerla abbandonare. Troppo prese a cercare di riprendere il controllo delle loro emozioni, nonostante la stanza regnasse nell'assoluto silenzio, nessuna delle due si accorse della figura vestita di bianco che si era fermata sulla soglia della porta, solo quando parlò si voltarono a guardarla.

“Come sta?” chiese piano Rachel non avendo il coraggio di entrare.

“Se hai intenzione di entrare.” iniziò Santana con voce piena di risentimento “Questa volta devi farlo tenendo gli occhi aperti, Berry.” mise in chiaro “Concentrandoti su quello che ti circonda e non solo su te stessa.”

“Sannie, non è il momento per questo.” le ricordò piano la ballerina al suo fianco cercando di farla calmare.

“No, Britt, sono stufa di questo teatrino che stiamo continuando a mettere in scena.” disse a voce più alta la latina.

Tolse la mano da quella di Quinn, lasciandola in custodia in quella bianca e affusolata della sua ragazza.

“Io so come ci si sente a portare dentro qualcosa di importante e non riuscir ad esprimerlo. Quinn l'aveva capito e mi ha aiutata a modo suo. Ed ora è mio compito come sua migliore amica renderle il favore.” fece qualche passo nella stanza, intaccando la quiete con i piccoli tacchi che indossava fermandosi davanti alla ragazza vestita di bianco. “E' ora di fare una scelta Rachel, è finito il tempo dei giochi, questo.” disse indicando la bionda nel letto “Dovrebbe avertelo fatto capire. Quindi se intendi fare chiarezza allora entra, se intendi giocare ancora coi suoi sentimenti vattene immediatamente.”

Santana poté vedere la sorpresa negli occhi color cioccolato della ragazza, mentre questa la fissava confusa e parecchio spaventata. Rachel era sempre stata abituata alle battute di cattivo gusto e piene di insulti della latina, ma quella era la prima volta in assoluto che si rivolgeva a lei con quel tono così freddo e pieno di risentimento. Risentimento che sembrava essersi insediato nel suo cuore, nel suo stomaco, nella sua mente, qualcosa che la stava divorando da dentro.

Spaventata la Berry fece un passo indietro e distolse lo sguardo da quegli occhi neri e profondi, ma subito le parole di Noah le tornarono alla mente senza nemmeno saperne il motivo.


'Finn Hudson non si merita nemmeno un pezzettino di questa bellissima donna davanti a me. Non è lui la persona destinata a stare con te.'

Che Puck intendesse...scosse la testa cercando di scacciare quel pensiero assurdo, non poteva credere che l'amico le stesse suggerendo quello che pensava. Non dopo quello che fra lui e la bionda era accaduto in passato, tutto quello che avevano condiviso nell'arco del tempo, la famigliarità che si era creata, quello che avevano messo al mondo e che lì legava l'uno all'altra con un filo indissolubile.

Vide Santana scuotere la testa e sorridere ironicamente, prima che questa le voltasse le spalle pronta per tornare da dove era venuta. Rachel strinse la mascella e attingendo a tutta la forza che le rimaneva, fece quei passi che la separavano da quella stanza dove il suo destino la stava aspettando, infondo aveva appena lasciato il suo futuro marito all'altare di cosa aveva paura ormai?
“Sei una stupida Fabray.” mormorò piano la latina, ma non così piano visto che la Berry riuscì a sentirla. “Te l'avevo detto che amarla ti avrebbe portato solo dolore, se non fossi già in questo letto d'ospedale ti ci farei finire io a suon di schiaffi.” disse tirando su col naso.

“Non dire così.” la riprese Brittany baciandola dolcemente “Le avevamo promesso di non dire niente, di aiutarla, come ha fatto lei con te...con noi.”

“Ma prima che la vedessi in questo stato.” si difese Santana indicando il corpo ancora immobile e rigido dell'amica “Perché Quinn?” le domandò retoricamente “Avevamo detto che mai e poi mai avremmo distrutto
l'Unholy Trinity e hai rotto quella promessa.” l'accusò “Non te lo perdonerò mai. Ti odio, odio te e odio la Berry.” continuò arrabbiata “Perché le hai permesso di farti questo? Perché?”

“Io...io non ho fatto niente.” mormorò piano Rachel.

La latina si voltò di scatto e gli occhi le si chiusero in due fessure “Pensavo te ne fossi andata, come la codarda che sei.” le disse sprezzante.

“Non sono una codarda.” si difese debolmente la ragazza.

“Dillo con più convinzione e un giorno ci crederai.” le disse con rabbia raggiungendola di nuovo “Non sei codarda è vero, sei solo cieca!” continuò puntandole il dito indice contro “E' questo il tuo dannato problema Berry! Non fai mai niente! Sei in grado solo di correre dietro a quel sacco di patate con le gambe di Finn Hudson.” l'accusò fra i denti “Sono anni che Quinn soffre a causa tua e ogni volta che ti vedo in compagnia di quel comodino, mi chiedo perché la mia amica abbia queste tendenze così masochiste!”

“Basta Sannie.” l'ammonì Brittany che si era alzata per porre fine a quella discussione.

Si mise dietro le spalle di Santana e l'abbracciò stretta, lasciando che questa appoggiasse la testa sulla sua spalla, mentre nuove lacrime le si formavano negli occhi. Quella situazione era davvero paradossale e lei non riusciva a far a meno che le lacrime di dolore e frustrazione sgorgassero senza poterle fermare. Il corpo prese a tremarle per la rabbia repressa e dovette girarsi nell'abbraccio di Brittany e nascondere il viso nel suo collo per calmarsi.

“Io-” provò a dire Rachel, ma le uscì un sussurro così debole che nessuna delle due la udì.

Quello che si udì fu qualcosa di completamente inaspettato, qualcosa che fece quasi fermare il tempo.


“Rachel..”

Le tre si voltarono a guardare il letto, sperando di trovare Quinn sveglia, con i suoi meravigliosi occhi verdi che si guardavano per la stanza in cerca di qualcosa di famigliare, ma rimasero sorprese di trovarla ancora profondamente addormentata.

“Rachel..” chiamò di nuovo la ragazza muovendosi leggermente nel letto.

“Sei sempre più stupida Fabray.” mormorò Santana fra le lacrime, mentre un sorriso triste le si dipingeva sulle labbra carnose “Anche sul filo del rasoio chiami il suo nome.”

“Perché quando uno ama, ama e basta, tu dovresti saperlo bene.” le bisbigliò Britt nei capelli.

Santana chiude gli occhi alla sensazione di pace che le infondeva il calore di Brittany, sperando dentro che un giorno anche Quinn potesse vivere quella stessa emozione.

“Che diavolo aspetti Berry?” ringhiò infine la latina rivolgendosi a Rachel “Vuoi andare vicino a quel maledetto letto o ti ci devo trascinare?”

Rachel scosse la testa negativamente e dopo aver preso un profondo respiro si diresse verso il letto, prese posto sulla sedia che poco prima era stata occupata da Santana.

“Rachel..” bisbigliò nuovamente Quinn.

La diretta interessata si sporse in avanti e le prese la mano nella sua, accarezzandole il dorso con il pollice.

“Sono qui, Quinn, sono qui.” mormorò infine.

Al suono di quella voce finalmente Quinn si destò, aprì lentamente gli occhi, sbattendoli varie volte, cercando di mettere a fuoco quello che vi era davanti a lei. Quando piano piano la figura al suo fianco divenne più nitida, il cuore della bionda fece una capriola, inebriandosi della vista paradisiaca davanti a lei.


'Sono morta e andata in paradiso?' pensò 'Perché solo lì Rachel mi terrebbe la mano così.'

Ma quando si rese conto che quella che aveva davanti non era una fantasia e che si trovava in quella che doveva essere una stanza d'ospedale, lasciò correre lo sguardo per tutto il perimetro incrociando gli occhi preoccupati e pieni di lacrime di Santana.

“Sei reale..” mormorò infine tornando a guardare l'angelo davanti a se.

Si perse in quei profondi occhi cioccolato e si sentì davvero come in paradiso, Rachel era davvero lì, le stava tenendo la mano e la guardava con un'espressione così adorabilmente addolorata che non poté fare a meno di sorridere come un ebete.

“Mi dispiace.” bisbigliò alla fine a fatica la cheerleader, guardandola intensamente “Per tutto questo casino, non sono riuscita ad arrivare in tempo e ho rovinato il tuo giorno spec-”

Quinn bloccò la frase a metà e aggrottò leggermente le sopracciglia quando vide Rachel portarsi una mano alla bocca a bloccare un singhiozzo. Quella di certo non era la reazione che si sarebbe aspettata, aveva forse detto qualcosa di sbagliato?


“Rach-”

“Sei tu che devi perdonarmi.” disse fra le lacrime la Diva “Perdonami per non aver capito prima.” continuò mentre i singhiozzi prendevano il sopravvento del suo corpo “Perdonami per non averti mai ascoltata tutte le volte che hai cercato di fermarmi dallo stare con Finn.”

“Oh Rachel..” mormorò Quinn con gli occhi lucidi.

Alla bionda faceva male tutto, faticava addirittura a respirare figurarsi se avesse iniziato a piangere, ma guardare il suo angelo così distrutto non poteva altro che farla soffrire. Deglutì a fatica e le strinse di più la mano nella sua in un vago tentativo di conforto, in quelle condizioni era l'unica cosa che poteva darle anche se desiderava disperatamente abbracciarla, affondare il volto in quei capelli che odoravano sempre di buono, nascondere il viso nel suo collo speziato..

“Ho sempre pensato che tu lo facessi solo per farmi del male, per farmi soffrire e invece tu..tu-” non terminò la frase perché un forte singhiozzo la interruppe. “Se solo io fossi stata meno codarda..” continuò “Se solo avessi ammesso i miei sentimenti..non sarei arrivata quasi a sposarlo per tenerlo lontano da te, per permetterti di andare via da Lima.”

Hai visto che avevo ragione?” disse piano Brittany qualche passo dietro di loro “Te l'avevo detto che Rachel non era innamorata di Finn.”

Santana non poté impedirsi di ridacchiare, stringendosi di più a lei “Quando sei diventata così brillante?”

La ballerina sorrise e strofinò il volto sul suo collo “Sarò meglio dargli un po' di tempo da sole.” bisbigliò infine all'orecchio della compagna.

“Non mi sento a mio agio a lasciarla nelle mani della Berry.” disse Santana incrociando le braccia al petto.

“E' in buone mani, Sannie, nelle mani del suo amore.” sorrise Britt, poi dopo aver intrecciato la mano a quella della latina, si diresse verso la porta.

Era ora di lasciare Quinn e Rachel un po' da sole, avevano così tanto di cui parlare e non era il caso che le due lo facessero con loro nella stanza.
Avrebbero raggiunto la signora Fabray e Noah in caffetteria, dove i due erano andati qualche tempo prima per mangiare qualcosa in attesa che le infermiere terminassero di prendersi cura di Quinn.

Le due non si resero conto nemmeno dell'assenza delle ragazze, erano troppo prese l'una negli occhi dell'altra. Cioccolato che si tuffava in quella distesa verde mare, quel verde che sempre era stato in grado di scuoterla sin nelle viscere.

“Ora non puoi più chiedermi se siamo amiche..” ironizzò Quinn per spezzare l'atmosfera tesa che si era creata.

Rachel sorrise e con la mano libera, si asciugò le guance senza rompere il contatto visivo. Trovava incredibile quanto la bionda potesse apparisse bella nonostante fosse in quel letto d'ospedale. La Diva non vedeva i lividi sul suo volto, non vedeva le occhiaie sotto i suoi occhi, non vedeva il taglio al labbro o i capelli tutti scombinati, vedeva davanti a se la splendida Quinn Fabray che le faceva sempre tremare il cuore.

“Allora posso dire che siamo più che amiche?” domandò Rachel con un sorriso.


“Direi di si.” ridacchiò.


Quel semplice movimento di diaframma le lanciò scariche di dolore per tutto il corpo, tanto che Quinn gemette di dolore chiudendo gli occhi. Preoccupata Rachel si alzò in piedi pronta ad aiutarla, guardano la piccola smorfia che era comparsa sul volto della bionda.

“Non dovresti fare sforzi, devi rimanere tranquilla.” le disse piano, avvicinandosi a lei per sistemarle meglio il cuscino “Vuoi che chiami l'infermiera? Magari ti da qualcosa per il dolore..” la cheerleader sorrise ironica scuotendo la testa. “Non prendimi in giro.” si imbronciò la Diva “Volevo vedere se potevo fare qualcosa per farti stare meglio.”

“Baciami.”


“Come?” chiese confusa.

“Vuoi fare qualcosa per farmi stare meglio?” domandò Quinn “Allora baciami..”

Rachel sorrise sfoggiando una tipica frase alla Santana “Fabray, sei sempre la solita.”

“Hai detto tu che volevi prenderti cura di me” rispose la bionda scrollando le spalle.

Fu un altro errore, quel piccolo movimento le costò un'altra scarica di dolore per tutto il corpo, facendole stringere forte i denti e chiudere gli occhi. Doveva abitarsi a questa cosa, per un po' di tempo non si sarebbe potuta muovere senza soffrire. Quando lì riaprì si ritrovò il viso di Rachel a pochi centimetri dal suo e il cuore prese a batterle all'impazzata. Sentì le labbra della ragazza chiudersi delicatamente sul suo naso e non poté impedirsi di sospirare di felicità.

“Va bene qui?” le domandò Rachel sottovoce “Stai un po' meglio se ti bacio qui?”

“Un pochettino, ma non troppo.” mormorò Quinn guardandola dal basso della sua altezza.

La Diva si chinò a sfiorarle delicatamente le labbra con le sue, ma fu un contatto breve e delicato.

“E qui? Va un po' meglio?” chiese in un bisbiglio.

“Un pochettino anche qui ma-”

Non finì la frase perché Rachel terminò quel piccolo gioco, appoggiò le labbra alle sue e Quinn sospiro di felicità chiudendo gli occhi. Fu un bacio dolce, ma allo stesso ricolmo di una sensualità che nessuna delle due aveva mai sentito.

Continuò per quella che parve un eternità, ma le due non sembravano essere intenzionate a terminare quel contatto. Solo quando l'aria divenne un problema si staccarono e Rachel appoggiò la fronte a quella della bionda.

Non aveva mai provato niente di così intenso in tutta la sua vita..

“Non sai per quanto ho aspettato questo momento.” mormorò Quinn con un lieve sorriso sulle labbra.

Rachel sorrise a sua volta e si chinò nuovamente, le depositò un piccolo e delicato bacio sul taglio all'angolo del labbro, facendo si che la bionda sospirasse di felicità.

“Guarda che adesso ti abbraccio.” dichiarò la Diva.

“Puoi fare quello che voi, tutto purché non smetti di baciarmi.” rispose Quinn stringendole forte la mano nella sua.

Rachel le sfiorò la guancia con la punta delle dita, poi dopo vari tentativi e incastri ben calibrati, riuscì a stendersi affianco alla bionda, gettando la maggior parte del suo vestito fuori dal letto. Strinse delicatamente le braccia intorno a Quinn e appoggiò la guancia sul suo capo chiudendo gli occhi.

Per quanto quella situazione fosse paradossale, Rachel non si era mai sentita così serena, per quanto ci si poteva sentire sereni in un letto d'ospedale con una persona importante che aveva quasi rischiato la vita.

Quinn dal canto suo era semplicemente in estasi, non solo Rachel la stava abbracciando e coccolando dolcemente, ma l'aveva anche baciata, aveva esaudito il suo desiderio più grande. Da quando aveva capito di amarla, non aveva fatto altro che sognare le sue labbra, le sue carezze, i suoi abbracci. Per lei era sempre stata una tortura stringerla senza poterle dire quello che provava, tante volte aveva prolungato quei piccoli momenti di dolcezza, solo per poter imprimere il suo profumo sui suoi stessi vestiti.

“E' stato il bacio più bello di tutta la mia intera esistenza.” disse infine la bionda con la testa appoggiata sulla sua spalla. “Sei una grande baciatrice Rachel Berry.”

Il cuore di Rachel perse un battito, ma decise di buttarla sull'ironia “E' solo perché sei sotto l'effetto dei farmaci.” la prese in giro.

“No, è perché ti amo.” le rispose semplicemente.

Le parole erano scivolate fuori dalle sue labbra senza che potesse fermarle, ma nonostante tutto non se ne pentiva, ormai Rachel doveva aver capito quello che provava e non vedeva il motivo per il quale dovesse nasconderlo ancora.


“Anche se sei sotto l'effetto dei farmaci sei così dolce.” le rispose invece la Diva.

Non voleva ammetterlo ma quella confessione l'aveva spiazzata. I sentimenti di Quinn erano limpidi come i suoi occhi, Rachel aveva capito che cosa provava la cheerleader, sopratutto dopo essersi beccata una lavata di capo da Santana, ma non si aspettava che questa glieli confessasse così, senza paura, specialmente dopo tutto il tempo che se lì era tenuti per se.

“Allora mi toccherà baciarti anche quando sarà finito l'effetto, giusto per esserne sicura.” continuò imperterrita Quinn sistemandosi meglio nel suo abbraccio.

Rachel sorrise leggermente “Sarà un immenso piacere.” mormorò infine chiudendo gli occhi.


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NoteAutrice:

Vorrei mettere in chiaro una piccola cosa, non so cosa sia uscito da questa cosa, ma per qualsiasi lamentela, prendetevela con Daisy u.u

No, dai scherzo!

Mi sono divertita un sacco a scrivere questa piccola shot, nata fra l'altro da un idea un po' campata in aria che è venuta a me e alla Daisy un pomeriggio, così ho deciso di metterla giù.
Vi dico le idee sono quasi tutte sue, io sono solo le dita che battevano sulla tastiera per farla uscire, quindi congratulatevi anche con lei, perché senza di lei, tutto questo non sarebbe nato.

Quindi di ringrazio anch'io e io e te ci vediamo alla prossima Shot che mi hai suggerito (tu sai bene di cosa parlo ihihi).

Spero vi sia piaciuta e faTeci sapere che ne pensate!

Un bacione,

Manu!

  
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