Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Dorothea    14/04/2004    37 recensioni
Ipotetico sesto libro in chiave comica: il sesto anno è iniziato e Harry e i suoi amici dovranno far fronte alle avventure più cretine, districarsi tra i personaggi più improbabili, vincere partite con l'inganno, subire strani processi e capire quale mistero si celi dietro il titolo.
Con un vantaggio: potranno intervenire e commentare durante la stesura della fiction.
Nd Harry: non è vero ! Ci punisce se osiamo contraddirla !
Nd Autrice: Harry taci se non vuoi fare la fine di Cedric Diggory !
Fanfiction in correzione
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Introduzione
( ovvero cosa diavolo ho intenzione di fare in questa fiction )

    Il giorno più caldo dell’estate volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case…

Harry: fermi tutti! Ma è identico al quinto libro! Bella fatica, lo riscriviamo uguale, non cambiamo niente e poi magari ci offendiamo se ci dicono che manca un po’ di originalità…

Dorothea (ovvero l’autrice ): datti una calmata! In un qualche modo dovevo pur iniziare.

Harry: Chi sei? Che vuoi? Che fai?

Dorothea: il mio nome d’autrice è Dorothea. Voglio scrivere la mia personale versione del sesto libro ( ideata prima che uscisse quello vero ) in chiave comico/demenziale e tu non ti devi lamentare!

Harry: Che cosa?!? Il sesto libro?! Ma sei fuori di testa?

Dorothea: ammetto che ogni tanto sono un po’ pazzoide, ma a te questo non deve interessare.

Harry: mi interessa eccome! Ti vuoi occupare della mia sorte, vuoi scrivere il mio futuro!

Dorothea: Si voglio plasmare a mio piacimento i destini tuoi e dei tuoi compagni, bwuahahah!

Harry: quella risata sadica mi preoccupa un pochino…

Dorothea: e non hai ancora visto niente…

Harry: ehm…

Dorothea: comunque, in questa storia voglio dare un po’ di spazio a mia sorella Angela.

Harry: ecco che già fioccano i personaggi nuovi, poi magari ci metti anche una bella Mary Sue e tocchiamo il fondo della banalità.

Dorothea: DEVI STARE ZITTO! Dicevo, ci sarà anche mia sorella Angela, avrà tutte quelle parti di contorno e fungerà in parte da critico/commentatrice.

Compare una ragazzina sui dodici anni dai capelli biondi e con gli occhi di un indefinito colore, un misto tra il verde e il grigio.
Angela: Da quando in qua te ti chiami Dorothea?

Dorothea: Dal momento in cui mi sono registrata a questo sito.

Harry: posso fare una domanda? La storia avrà anche un titolo o si chiamerà semplicemente Versione comico/demenziale del sesto libro?

Dorothea: certo che ha un titolo: Harry Potter e il mistero della panna montata

Harry: CHE COSAAA?! Ma che razza di titolo è?! Un titolo normale no?

Dorothea: Una storia demenziale deve iniziare in modo demenziale.

Angela: per adesso hai iniziato bene allora…

Capitolo 1
Le fantasmagoriche vacanze di Harry

    Il giorno più caldo dell’estate volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case quadrate di Privet Drive.
    Nel prato curatissimo, così curato che sembrava finto, anche se in realtà era finto, c’era un nanetto da giardino. O almeno così sembrava. In realtà era Harry Potter, meglio conosciuto come il bambino sopravvissuto, colui che sconfisse il signore oscuro, l’eroe del modo magico, lo sfregiato, Potter testa di legno o, a causa dei suoi capelli, crisi pazzoide di un parrucchiere inferocito.
    Sembrava un nanetto da giardino primo perché era basso, secondo perché se ne stava immobile come fosse gesso a fissare estasiato le formiche. Da quando andava a scuola non aveva mai visto nessuno lavorare con tanto entusiasmo.

Harry: mettiamo subito in chiaro che io non fisso estasiato le formichine e che non sembro un nano da giardino.

Dorothea: ti ho già detto che non devi lamentarti! Potrebbero costarti molto care le tue lamentele.

Harry: si si, voglio proprio vedere.

Dorothea: Qui ci vuole una dimostrazione pratica…

    Un rombo assordante ruppe la quiete e la vecchietta della Dash arrivò in sella ad una moto truccata; non appena vide Harry lo investì senza esitazioni. Parcheggiata la moto contro un albero cosparse Harry di detersivo e gli pestò gli occhiali. Poi se ne andò via ridendo e saltellando come una pazza.     Harry si alzò da terra e già che c’era decise di farsi una centrifuga in lavatrice. Non fece in tempo a fare un passo che si inciampò in una lumaca che gli faceva lo sgambetto.
    Egli infatti era cieco come una talpa e privato dei suoi occhiali non vedeva niente di niente. Non poteva neppure ripararli con la magia essendo ancora minorenne, cosa per cui non poteva nemmeno andare a votare ( per fortuna! ) e vedere film per soli adulti.
    All’improvviso qualcuno con voce acuta lo chiamò dalla finestra aperta.
    « Harry! Harry! Ti venisse un accidente brutto disgraziato! Muovi quelle chiappe e vieni a finire le pulizie di primavera » gli strillò zia Petunia.
     « Ma zia, non è primavera. »
    Zia Petunia lo schiaffeggiò con il battipanni « Non osare contraddirmi! Se dico che è primavera, allora è primavera, e poi devi ancora finire quelle dell’anno scorso. »
    Harry si diresse a tentoni verso la porta d’ingresso che gli si presentava come una massa sfocata e informe. Quando finalmente riuscì a varcarla cercò di lanciare un grido di vittoria, ma venne fermato dal ferro da stiro che zia Petunia gli fracassò sulla testa.
     « Ahio che male, ma che ho fatto? »
     « Hai osato mettere piede in casa dopo aver pestato una cacca di cane! »
     « Ma zia, ho rotto gli occhiali e non vedo dove metto i piedi. »
    Altro ferro da stiro sulla testa.
    « Ahia che dolore! »
     « Brutto deficiente cosparso di stupidità! » lo rimproverò la zia « Cosa ti è saltato per la testa di rompere gli occhiali? Lo sai quanto costano un paio di occhiali?! Non possiamo permetterceli, stiamo già spendendo soldi per la nuova piscina di Dudley, per la ferrari che Dudley guiderà quando sarà maggiorenne, per la corruzione degli esaminatori quando Dudley prenderà la patente e per il nuovo travestimento alla Elvis per Dudley. »
     In quella arrivò Dudley vestito da Elvis cantando Jailhouse Rock e scuotendo il grasso bacino in modo così obbrobrioso che tutti i fan di Elvis svennero dal dolore. Lo stesso Elvis resuscitò per poi darsi la morte.
    « Adesso comincia a lavare la casa e piantala di lamentarti per qualsiasi cosa » continuò la zia.
     « Ma non ci vedo! »
     La sorella dell’autrice mossa da pietà regalò i suoi occhiali viola a Harry.
    Finalmente in grado di vedere, Harry si legò un grembiulino a fiori intorno alla vita e cominciò a pulire la casa cantando canzoncine imbecilli e aiutato da uccellini, scoiattoli, cervi, conigli e un bradipo che era perfino più veloce di lui.
    Quando Harry stava ormai per passare la lucidatrice sulla moquette, una ragazza dall’aria inferocita sfondò la porta. Si trattava di Biancaneve.
     « Ecco dove diavolo erano finiti i miei schiavi! » sbraitò Biancaneve « Schiavi, tornatevene subito alla casetta dei setta nani a pulire, che io non ho voglia di rompermi la schiena per quegli ingrati. »
    Gli animaletti uscirono di casa, ma non fecero in tempo ad allontanarsi da Privet Drive che, da un cespuglio, sbucò fuori zio Vernon con un fucile di precisione, con il quale fece fuori tutti gli amati schiavi di Biancaneve.
     « E vai » esultò lo zio « Un po’ di animali imbalsamati da mettere nella taverna! »
     « NOOO! » strillò Biancaneve « Brutto bastardo, questa me la paghi! » ed estratto un coltello a serramanico dalle mutande si avvicinò a zio Vernon con la bava alla bocca.
     « Aiuto, non è colpa mia » cercò di difendersi Vernon « Io sono succube della mente malata dell’autrice! Non agisco di mia spontanea volontà! »
     « Vorrà dire che poi squarterò pure lei, ma prima tocca a te! »

Dorothea: questo è tutto da vedere! E lascia in pace Vernon, mi serve ancora un po’.

    Per provvidenza divina un’autoambulanza si fermò proprio davanti al numero quattro e i due infermieri, credendo che Biancaneve avesse la rabbia, la ricoverarono d’urgenza.
    Zio Vernon era ancora profondamente scosso e per rilassarsi decise di praticare il suo hobby preferito, ovvero martoriare Harry con una mazza ferrata. Quando ebbe finito ( ovvero quando si ruppe la mazza ferrata ) si diresse in salotto per vedere il notiziario delle otto.
    Harry, nonostante fosse più morto che vivo, continuò le pulizie fino a che zia Petunia non lo chiamò per la cena. Entrato in cucina, vide uno splendido arrosto che aspettava solo di essere mangiato.
     « Wow, arrosto » esclamò Harry con l’acquolina in bocca « Proprio quello che mi andava. »
    « Non fare lo stupido » lo riprese zia Petunia con voce acida « Per te c’è del pane con una fetta di formaggio » e così dicendo gli ficcò sotto il naso un piattino da caffé con una crosta di pane secco e una fetta di camembert.
     « Beh, almeno il formaggio è camembert » cercò di autoconsolarsi Harry.
     « Cosa? Camembert? Buono! » esclamò Dudley mangiandosi il formaggio di Harry.
    Finito di rosicchiare la crosta di pane Harry si alzò e si diresse più depresso che mai verso la sua stanza.
     « Dove stai andando, di grazia? » tuonò zio Vernon quando lo vide salire le scale.
     « A dormire » rispose Harry « Forse non te ne sei mai accorto, ma la mia stanza è al secondo piano. »
     « Lo so benissimo dov’è la tua stanza, ma non dormi più li. »
     « Come sarebbe a dire non dormo più li? »
     « Abbiamo deciso che, d’ora in poi, dormirai in giardino nella cuccia del cane. »
     « Ma voi non avete mai avuto un cane! »
     « Giusta osservazione, ma Marge è stata così gentile da prestarcene una vecchia che i suoi bulldog non usano più. »
    Ancora più depresso di prima Harry uscì in giardino ed entrò nella sua nuova camera, che puzzava ed era piena di pulci e peli.

Harry: scusa se ti interrompo, ma ti volevo ricordare che alla fine del quinto libro Moody e gli altri avevano avvertito i Dursley di trattarmi bene altrimenti ci avrebbe pensato loro.

Dorothea: ricordo benissimo, ma faresti bene a ricordarlo anche ai tuoi amici maghi, sono loro che se lo sono completamente dimenticato.

Harry: ma porca vacca!

Vacca: Porco sarai poi tu!

    Harry era talmente depresso quando si addormentò che non si ricordò nemmeno che di li a poche ore avrebbe compiuto sedici anni. Poco male, tanto non se lo ricordò nessun altro tranne Voldemort che però non voleva certo mandargli un regalo.
    Passò un’altra settimana d’inferno in cui Harry fu costretto a fare cose inimmaginabili ( e di cui non parlerò dato che non riesco ad immaginarle ) e a soffrire come un cane e a dormire nella cuccia del cane.
    Dormire nel canile portò ad Harry strani incubi, dove continuava a rivedere la morte assurda del suo padrino e dove Silente continuava a ripetergli le tremende parole della profezia.

Dorothea: fatto! Ecco il primo capitolo bello e pronto!

Harry: Non è che mi sia piaciuto molto, avrei qualche obiezione su un paio di cosette…

Dorothea: tu non puoi parlare! Se non ti è piaciuto molto, allora abbi pazienza, migliora con l’avanzare dei capitoli.
Ringrazio tutti quelli che hanno dedicato un po’ del loro tempo a leggere questo mio delirio ^^
Ciao a tutti e al prossimo capitolo.

   
 
Leggi le 37 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Dorothea