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Autore: Minari OppaRi    03/03/2012    3 recensioni
Correva da lui.
Non poteva essere morto! Kiku non poteva morire!
Erano passate 2 ore da quando una bomba atomica era stata sganciata sulla città di Nagasaki.
Appena l’aveva saputo, Mei Mei non aveva esitato un solo secondo ad uscire dal suo rifugio e a correre da lui.
Perché gli stavano facendo del male?
Perché quella maledetta guerra non poteva finire?
Perché?!?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Giappone/Kiku Honda, Taiwan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 Agosto 1945, ore 14.00
Correva da lui.
Non poteva essere morto! Kiku non poteva morire!
Erano passate 2 ore da quando una bomba atomica era stata sganciata sulla città di Nagasaki.
Appena l’aveva saputo, Mei Mei non aveva esitato un solo secondo ad uscire dal suo rifugio e a correre da lui.
Perché gli stavano facendo del male?
Perché quella maledetta guerra non poteva finire?
Perché?!?
 

Appena arrivato alla casa del Giapponese iniziò a guardarsi intorno.
Dov’era? Dov’era?
“Kiku-Sama? Kiku-Sama?”
Continuava a chiamarlo la ragazza.
“Mei….”
Un flebile sussurrò fu la risposta a quella chiamata.
Il giovane ragazzo apparve dal giardino.
Indossava la sua divisa bianca sporcata da diversi schizzi di sangue.
“Kiku-Sama! Q-quel sangue…”
Urlò Mei avvicinandosi lentamente.
Kiku fece un leggero e falso sorriso.
“Non…è il mio.”
Mentiva e questo era ovvio.
Quante cicatrici e bende coprivano il corpo del Giapponese?
“Kiku-Sama, perché Alfred-Kun ti ha fatto questo?”
“Questa è la guerra, Mei. Lui si è solo vendicato. Sono stato io il primo a sbagliare quando ho attaccato Pearl Harbor”
Voltò le spalle a Taiwan fissando il vuoto.
“Ma non devi più preoccuparti ormai. La grande guerra è finita. Ho perso”
La sua voce aveva un misto di malinconia e delusione.
La ragazza gli prese l’orlo della camicia tenendo lo sguardo basso.
“Anche….la guerra contro Yao-Kun è finita?”
Kiku non rispose.
No, la guerra contro la Cina non era ancora finita.
Doveva ancora combattere.
“Dal tuo silenzio capisco…..che…Yao-Kun….”
Mei si azzittì venendo abbracciata dalle forti braccia del ragazzo.
“Mei….basta adesso…”
La sua voce era strozzata quasi come se stesse per mettersi a piangere.
Soffriva.
Neanche lui voleva combattere con il fratellone Yao.
“Si…Kiku-Sama…”
Gli accarezzò piano i capelli chiudendo gli occhi.
Come poteva aiutarlo?
Come poteva guarirlo?
Come poteva rendere felice l’uomo che amava?
 
 
 

 
9 Settembre 1945.
Era ormai passato un mese dall’attacco a Nagasaki.
Ma anche se la grande guerra era finita la pace non era tornata.
L’Unione Sovietica aveva attaccato le truppe Giapponesi in Manciuria.
La vita di Kiku era ancora costantemente in pericolo.
 

Pioveva.
Pioveva forte.
Il Giapponese era a terra con i vestiti lacerati e sporchi di sangue.
Ormai anche la guerra in Cina era arrivata alla sua fine.
“Kiku-Sama! Alzati, ti prego!”
Mei era inginocchiata davanti al ragazzo.
Le lacrime le rigavano il viso.
Perché non riusciva mai a proteggerlo?
Delle braccia forti e sconosciute l’afferrarono per la vita.
Le forze alleate.
“Mei-Chan, andiamo aru”
Yao aveva vinto.
La Cina poteva riavere il controllo del Taiwan.
Arthur la teneva per la vita impedendole di fuggire.
“Kiku-Sama!”
Quelle urla per Kiku erano dei deboli sussurri in lontananza.
I suoi occhi erano spenti come se la morte lo stesse per assalire.
Doveva salvarla.
Salvare la ragazza che amava.
Ma il suo corpo non si muoveva.
Riuscì solamente ad alzare lo sguardo per vedere l’orribile scena che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
“Mei….”
Non poteva perderla.
Non lei.
“Kiku-Sama! Non voglio separarmi da te! Non voglio!”
Non dovevano separarsi.
Non dovevano stare lontani.
Il Giapponese con un ultimo sforzo tese la mano verso di lei.
“M-Mei….”
Gli Alleati se ne stavano andando.
La stavano portando via.
E lui non poteva fare niente.
 
 
 
 
Tanti anni ormai erano passati.
Mei era tornata in Giappone per fare una visita al ragazzo.
Finalmente era libera.
Iniziò a passeggiare per le strade ammirando i fiori di ciliegio.
Erano bellissimi.
“E’ cosi bello qui….”
Sussurrò sorridendo.
Voleva vederlo.
Voleva subito vedere Kiku.
Era passato cosi tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva visto.
Chissà come stava.
Arrossì pensando al viso del ragazzo.
Voleva cosi tanto dirgli quello che provava.
 

Kiku camminava per il viale dei ciliegi.
Era incredibile come la vista di quei bellissimi fiori riuscisse a tranquillizzarlo.
Ne colse uno sorridendo.
Assomigliava cosi tanto a Mei.
Delicato e bello.
Si, esattamente uguale alla ragazza.
Aveva una strana voglia di vederla.
Di abbracciarla come un tempo.
Di dirle quello che da tanti anni provava.
Alzò appena lo sguardo notandola.
Perché si trovava li?
“Mei..”
La chiamò il Giapponese sorridendo.
“Oh, Kiku-Sama”
Sorrise lei.
Si avvicinarono l’uno all’altra.
“Come mai sei qui?”
“Volevo vederti, Kiku-Sama….”
Taiwan arrossì di nuovo.
“Volevo vederti anche io….”
Kiku gli porse il fiore leggermente imbarazzato.
Lui con le ragazze non ci sapeva davvero fare.
La ragazza lo prese sorridendo dolcemente.
“Grazie. E’ bellissimo”
I due rimasero in silenzio per qualche minuto.
Minuti che sembravano interminabili.
“Kiku-Sama…”
“Si?”
Mei sorrise abbassando lo sguardo.
“Ecco…io…ti devo molto, ti sei sempre preso cura di me. Mi hai aiutato tantissimo. Io…io…”
“Ashiteru, Mei”
L’interruppe il ragazzo arrossendo.
Taiwan lo guardò restando senza parole.
Non riusciva davvero a credere a quello che il ragazzo aveva detto.
Fece una leggera risata sorridendo.
“Ashiteru, Kiku-Sama”
Niente li avrebbe più separati.
  
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