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Autore: Nico    06/10/2006    8 recensioni
E' buio a Grimmauld Place, ma due persone non riescono a dormire.....E' la seconda di tre ff che rivisitano "leggermente" alcuni avvenimenti del quarto, del quinto e del sesto anno, legati tra loro da un filo comune. La voglia di amare. Ogni commento sarà assolutamente beneaccetto, e spero che coloro che la leggeranno avranno voglia di lasciarmene uno.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Paura o Bugie? (sequel di Un bacio da dimenticare)

Quando guardo Harry dormire mi rendo conto di quanto io sia fortunato a non essere il Sopravvissuto.

Ogni volta che si gira e si rigira nel letto, arrotolandosi il lenzuolo attorno al corpo come fosse una camicia di forza, mi accorgo di quanto debba essere difficile per lui sopportare tutto quello che sta accadendo, reggere alla pressione, accettare di non sapere nulla.

Ma la verità è che io so per certo che lui non riesce a sopportare che le cose gli vengano taciute. Non riesce a sopportare che Silente l’abbia abbandonato.

In realtà nemmeno io riesco a capirlo, ma questa non è certo una sorpresa, non sono mai stato né il più intelligente, né il più scaltro, né il più informato.

E mi sento ancora in colpa nei suoi confronti, perché c’è stato un momento in cui ho smesso di fidarmi di lui e ho lasciato che la gelosia che sotto sotto ho sempre provato nei suoi confronti prendesse il sopravvento.

E’ stato l’anno scorso, quando il calice ha sputato fuori il biglietto con il suo nome.

Non lo so, credo di aver sempre saputo, dentro di me, che non poteva averglielo messo lui, che c’era qualcosa di strano sotto tutta quella faccenda, ma credo anche di avere voluto ignorare quella parte razionale di me, e di aver ceduto alla tentazione di buttare finalmente fuori tutta la frustrazione che avevo accumulato in anni interi passati ad essere l’inseparabile, invisibile amico di Harry Potter.

Grimmould Place è più sinistra del solito questa notte, forse perché mia madre e Sirius non si erano preparati ad avere ospiti che solo poche ore prima dormivano nei loro letti a Hogwarts.

Non riesco a prendere sonno, però, l’orologio dice che sono le tre del mattino ma sento ancora le mani che mi tremano, devo stringere i pugni più forte che posso per fermarle.

Questa sera ho avuto veramente paura di perdere mio padre.

Mia madre ha pianto disperatamente per ore e io mi sono sentito più inutile che mai, non ero in grado di starle vicino come avrei voluto, e forse non sono nemmeno in grado di capirla fino in fondo.

Ma lei ha perso parenti e amici nella prima guerra, sa cosa significa fare i conti con la morte delle persone che si amano. Io no, non ancora. Forse un giorno…..spero mai.

Harry continua ad agitarsi. Chissà cosa sta sognando in questo momento….chissà se quello che vede è davvero un sogno.

Poche ore fa uno dei suoi presunti incubi ha salvato la vita a mio padre, e mi viene da gioire del fatto che tutte quelle lezioni di occlumanzia si siano rivelate un vero e proprio fallimento.

Ma mi sono ritrovato catapultato esattamente allo stesso punto in cui mi trovavo l’anno passato. Ancora una volta non mi sono fidato di lui. Ho lasciato che si insinuasse un tarlo nella mia mente, ho scelto di nuovo la strada più semplice. Ho pensato che fosse stato posseduto da Tu Sai Chi, e che quindi, in qualche modo, una parte di lui fosse dentro quel serpente che ha azzannato mio padre fino a farlo quasi morire dissanguato.

Sono riuscito a controllarmi questa volta, ho preferito tacere per non dire cose di cui so che mi sarei pentito, ma quando siamo usciti dal San Mungo sono stato felice del fatto che Ginny ed Hermione abbiano passato un po’ di tempo nella nostra stanza. Non me la sentivo di rimanere solo con lui.

Ginny ha detto che Harry non è stato posseduto, che nessuno può saperlo meglio di lei che lo è stata veramente, e questa è la sacrosanta verità. Chi sono io per dire il contrario e mettere in dubbio le sue parole?

Quindi, adesso so che Harry ha davvero salvato mio padre e che per una volta questo collegamento tra lui e Tu Sai Chi è andato a nostro vantaggio e gli si è ritorto contro come un boomerang.

Lo so, davvero…..ma lo stesso non riesco a dormire.

Tutto è immobile a Grimmould Place, stanotte. Le scale sono buie e non sento nemmeno i rumori che gli artigli di Fierobecco producono sul pavimento della soffitta quando cammina. Dorme anche lui, evidentemente…

"Lumos", sussurro, mentre scendo lentamente i gradini che conducono alla cucina.

La porta è socchiusa e una flebile luce filtra, diffondendo un sottile fascio nel corridoio. Sbircio all’interno e non posso evitare di trattenere il respiro e nascondermi di nuovo dietro lo stipite.

Cosa ci fa Hermione seduta sul divano, sola e con la testa appoggiata alle ginocchia?

Vorrei tornare in camera a dormire, ma so che non ci riuscirò.

Vorrei smettere di pensare a lei, di sognarla e di desiderare di baciarla, ma so che anche questo non riuscirò a farlo, a dimostrazione del fatto che sono una vera frana.

Certe volte vorrei che tutto tornasse come quando ci siamo incontrati per la prima volta sul treno per Hogwarts. Non la sopportavo, allora. Pensavo che fosse la ragazza più saccente, presuntuosa e indisponente sulla faccia della terra.

Alcune cose le penso ancora, in effetti, per esempio che sia seccante e saccente. L’unica differenza sta nel fatto che adesso so per certo che nella maggior parte dei casi le cose le sa davvero, e forse è per questo che è così seccante. Non è lei, è il modo in cui mi fa sentire…..inadeguato.. E quindi, forse, non è nemmeno saccente, solo colta….e intelligente….e bellissima.

Non so perché l’anno scorso non l’ho invitata al ballo e ho lasciato che ci andasse con quel gorilla di Krum.

Forse si sono anche baciati, e solo il pensiero mi fa andare il sangue alla testa. Devo ammettere che ad un certo punto la serata si era fatta confusa, ma so che prima che la trovassi sola nel parco era con lui.

Sta cominciando a piacermi il fatto di spiarla da qui, mi fa sentire in una posizione di vantaggio, per una volta.

E’ sempre così razionale, sempre così controllata, mentre io mi sento sopraffatto da lei, dalla sua presenza e dal modo in cui riempie la stanza ogni volta che vi entra, facendola sembrare sempre troppo piccola per contenere l’entusiasmo che mette in tutto quello che fa.

Mi sento debole, e so che fra noi due quella veramente utile a Harry è lei, non io.

E allora è a lei che vorrei servire in questo momento, mentre la osservo seduta su quel divano con la testa sulle ginocchia, e vedo le sue spalle scosse da singhiozzi controllati, silenziosi, ma non meno veri.

Perché starà piangendo? Per tutta questa storia incasinata? Per mio padre? Perché sembra che non ci sia una via d’uscita?.

Non mi sono nemmeno reso conto di essere entrato finché non mi sono ritrovato in piedi sulla soglia.

"Hermione….".

Lei ha alzato la testa lentamente e mi sta guardando con quei suoi grandi occhi castani, e in questo momento mi sembra che la luce che vi alberga sia destinata a me. Ma è solo un’illusione ottica, lo so, è la mia mente che vorrebbe vedere in lei quello che so esserci in me stesso.

Perché io è così che la guardo, come se fosse un gioiello, un oggetto di cristallo tanto bello quanto fragile. A volte mi sembra che anche lei mi guardi con quella luce negli occhi, come adesso per esempio, ma tra noi non c’è mai stata niente di più che amicizia.

Lei non è fatta di cristallo, non è fragile come me. Lei è un diamante, meraviglioso e lucente ma resistente come nient’altro.

E’ per questo che sono entrato, perché non riesco a sopportare di vedere un diamante piangere come se la sua essenza fosse di semplice zircone. Lei deve sorridere, ed essere felice. E per una volta voglio essere io a fare qualcosa di importante, non Harry, nè nessun altro.

Non c’è nulla di più importante per me che vederla sorridere.

Perché io la amo.

Non voglio dirglielo, ma lo so da tanto.

La vedo seduta davanti al fuoco nella sala comune e vorrei inginocchiarmi ai suoi piedi e appoggiarle la testa sulle gambe, vorrei che mi accarezzasse i capelli come fa con Grattastinchi. E io lo odio quel gatto, e questo è tutto dire! Vorrei che mi abbracciasse con quella spontaneità con cui abbraccia Harry, e allora la stringerei fra le braccia e la bacerei…..non la farei andare via…..mai.

Ma ora è qui, e sta piangendo, e di tutte le cose che sarebbe giusto fare non me ne viene in mente nemmeno una.

"Ron…."

"Hey……che ci fai qui da sola?"

Si è asciugata le lacrime col dorso della mano, ma sa già che l’ho vista, e che è inutile che tenti di nascondersi. Le trema ancora la voce. "Non riuscivo a dormire"

"Nemmeno io". Un brivido di freddo mi percorrere la schiena e solo adesso mi rendo conto di non essermi infilato la maglia del pigiama.

Anche Hermione deve essersene accorta perché mi sta guardando in uno strano modo. Sorride appena dietro le lacrime e mi fa posto sul divano, al suo fianco. "C’è una coperta qui, l’ho presa dal mio letto, non si sa mai in case vecchie come questa".

Non l’avevo vista. Era appoggiata sullo schienale, praticamente della stessa tonalità di verde della tappezzeria del divano.

Allora mi avvicino a lei e l’aiuto ad alzarsi, poi mi siedo appoggiando la schiena contro il bracciolo e allungo le gambe sui cuscini. "Vieni", le dico, "siediti qui tra le mie gambe".

Noto una certa esitazione sul suo volto, sembra quasi arrossire, ma poi si muove, e con gesti lenti si sistema e appoggia la schiena contro il mio petto.

Dio, posso sentire l’odore dei suoi capelli così vicino che mi sembra di inspirare direttamente dalla bottiglia del suo shampoo. E’ come una droga, e la consapevolezza di averla così vicina spero non generi particolari reazioni nel mio corpo che sinceramente non saprei come spiegarle. Non si suppone che abbracciare un amica ti produca un’erezione…almeno credo!

E ora è qui, con la schiena appoggiata a me e le braccia stese sulle mie gambe. Non è rilassata, ma vorrei che lo fosse, così le appoggio le mani sulle spalle e le muovo con dolcezza sui suoi muscoli contratti. A poco a poco li sento cedere sotto le mie dita, e la sento scivolare un po’ in avanti mentre assume una posizione leggermente più sdraiata.

Mi allungo per prendere la coperta che sta ancora sullo schienale del divano e la drappeggio attorno alle mie spalle, tenendola chiusa con le mani davanti alla sua gola. In questo modo la sto praticamente abbracciando e so che se fossi in piedi le ginocchia mi cederebbero per l’emozione.

E’ la situazione più intima che abbiamo condiviso in…..in sempre, e so che me la dovrò tenere cara, perché non si ripeterà mai più.

Ma stasera le cose sono diverse, lei è diversa. Qualcosa si è sciolto ed è crollato, ma non so cosa sia.

"Perché stai qui da sola nel mezzo della notte?"

"Non riuscivo a dormire….e tu?"

Mi sembra quasi inutile rispondere, è talmente ovvio. La stringo solo un po’ più forte e premo la mia guancia contro la sua testa.

"Mi dispiace tanto per tuo pare", sussurra.

"Starà bene, ci vorrà solo un po’ di tempo prima che possa tornare a casa. Le zanne del serpente dovevano avere qualche tipo di veleno sconosciuto perché hanno qualche difficoltà a bloccare l’emorragia. Ma starà bene".

"E tua madre? Come sta?"

Mia madre……"Quando me ne sono andato dall’ospedale stava ancora piangendo, mi meraviglio che non si sia ancora prosciugata!"

Avrei voluto farla ridere ma non dice niente. Perché ora non mi risponde? Perché le sue spalle tremano di nuovo? "Hermione…..ti ringrazio".

Lei prende tra le dita la coperta nel punto in cui la tenevo io, sfiorandomi appena, e continuando a tenerla chiusa attorno a noi si gira leggermente. Ha gli occhi lucidi, ma le guance sono asciutte. "Per cosa?"

"Per essere venuta. Voglio dire, Harry doveva esserci perché è lui che ha visto tutto, ma tu non eri obbligata".

Sulle sue labbra compare un sorriso triste, ma si adagia contro il mio petto. Non sono più costretto a tenere la coperta e con le mani libere la abbraccio stretta.

"Non devi ringraziarmi, sarei venuta anche se tu non avessi voluto….siamo amici, no?"

Amici….quand’è che ho iniziato a detestare questa parola? Non in assoluto, certo, ma quando riguarda me ed Hermione vorrei cancellarla dal dizionario. E ora che la sto stringendo tra le braccia, ora che sento il suo piccolo corpo appoggiato contro il mio, so che l’amicizia che ci legava un tempo non tornerà. Noi non siamo amici…..perché io la amo.

"Già….", rispondo, fissando le fiamme guizzanti del camino.

Forse non le sto totalmente mentendo, dopotutto. Che cos’è l’amicizia se non una delle tante forme che assume l’amore? Solo senza desiderio, senza brama per l’altro. E allora il mio è decisamente amore perché le mie parti basse, come temevo, stanno cominciando a reagire alla sua vicinanza.

Ma porca……

Cerco di muovermi un po’, inclinandomi di lato facendo in modo che lei non se ne accorga, ma si è voltata, ed ora mi sta guardando con la bocca socchiusa. Si è leccata le labbra, brillano come gioielli nella luce cremisi creata dal camino, incrementando le mie sensazioni. Merda!

"Hermione……scusami, non volevo…", balbetto.

Chissà di che colore è la mia faccia, di sicuro sto rasentando l’autocombustione per l’imbarazzo. Lei si muove, senza dubbio vuole allontanarsi da me, come si è allontanata durante quest’anno, a poco a poco. Forse non ho saputo nascondere bene quello che provo per lei e probabilmente se n’è accorta. A volte evita il mio sguardo, a volte, se le sfioro una mano involontariamente si ritrae come se scottassi.

E’ lei la più intelligente, penso che lo faccia per non darmi speranze inutili, per non indurmi a credere che anche per lei le cose potrebbero essere differenti.

Stanotte, però, è diversa. Si è voltata quando ha sentito la mia erezione premere contro la parte bassa della sua schiena, ma non si è allontanata come credevo avrebbe fatto. Mi sta ancora fissando, e nella luce che colora la stanza i suoi occhi scintillano di lacrime. Perché sta piangendo? Non riesco a capire, tutto quello che so è che devo trovare il modo di farla stare meglio.

Sorridi Hermione, ti prego, non amarmi ma sorridi…

Sollevo una mano verso il suo viso e le asciugo delicatamente gli occhi con un dito. Le sfugge la coperta, e appoggia le sue mani affusolate sul mio petto, accarezzandomi, tracciando con lentezza la linea dei miei muscoli e scendendo giù, fino allo stomaco. Si ferma solo quando incontra l’elastico dei pantaloni, ed ora so che esiste un modo di morire felici.

Sento le sue mani che risalgono le mie braccia, esplorandole con una dedizione che non credevo possibile. Ho sognato centinaia di volte questo momento, ma erano solo prodotti della mia mente ossessionata. L’aria non vuole saperne di entrare nei polmoni, non sono preparato a una cosa del genere.

Sento un mugolio strozzato…..è la mia voce? Non sembra, eppure….. "Hermione….."

Le sue mani ora circondano il mio viso, tenendolo bloccato, costringendomi a non distogliere lo sguardo. Non ho nulla da nascondere, lei lo sa già, quindi lascio che i miei occhi le parlino.

"Ron…..ho paura……", mormora, la voce rotta dai singhiozzi.

"Non avere paura". Le circondo la vita con le braccia e la premo contro il mio corpo. Non voglio che abbia timore di nulla, voglio che sappia che morirei per lei. "Ci sono io con te…….e Harry, e l’Ordine…."

"Tuo padre appartiene all’Ordine, eppure ha rischiato di morire. E tua madre….non voglio nemmeno pensare a quello che avrebbe fatto se fosse successo….."

Nemmeno io voglio pensarci, in realtà. Non è successo, è ciò che conta.

"Io non so cosa farei se accadesse……". Si è bloccata, e il suo sguardo è fisso su di me come se stesse cercando di leggermi nell’anima. Un sorriso triste le accarezza le labbra e sento il calore della sua mano sulla guancia. "…….a te", mormora. "Preferirei morire mille volte pur di non vederti soffrire…..Ron….".

La guardo, ed è lei, la mia Hermione, ma allo stesso tempo non lo è. Perché mi sta dicendo queste cose? Perché parla in questo modo, come se……come se mi amasse? Perché mi sto permettendo di sperare?

"Lo so che è difficile, siamo tutti in pericolo, ma ce la caveremo come abbiamo sempre fatto, Harry tu e io. E lo giuro, farò di tutto per proteggervi, qualunque cosa".

"E non capisci che è proprio questo che mi spaventa?". Sta piangendo di nuovo, e la sua voce è stridula, strozzata. "Ti metteresti in pericolo, rischieresti la tua vita e io non posso accettarlo!".

La sento respirare profondamente, so che vuole ritrovare quella lucidità che le è tanto congeniale, ma le sue mani mi accarezzano il viso, il collo, le spalle, e la testa mi gira come una trottola impazzita. E’ così morbida, ho quasi paura che l’accenno di barba che mi copre il viso le irriti la pelle.

Ora si e girata completamente e mi sta di fronte, inginocchiata fra le mie gambe. Il tremore delle fiamme si riflette sul suo viso sfumandone i contorni, e non sono sicuro che sia vero o no, ma mi pare che si stia avvicinando, e ora sento il suo fiato caldo. Profuma di menta.

"Non riesco a sopportare l’idea di perderti", sussurra, poi le sue labbra si posano sulle mie ed è come baciare seta, strati su strati di soffice e morbida seta. Le sue mani sono chiuse dietro al mio collo e l’unica cosa che posso fare è accarezzarle i fianchi e insinuare le dita sotto la maglia del suo pigiama, perché ho bisogno di sentirla con tutti i miei sensi per credere che sia vero.

I miei palmi sfiorano il rigonfiamento della parte inferiore del suo seno, e una scarica elettrica si scatena da quel contatto dirigendosi direttamente al mio inguine.

La sento sospirare nella mia bocca, e la sua lingua di velluto mi accarezza le labbra.

Mi sento perso, confuso. E’ come se stessi percorrendo una strada conosciuta, come se in qualche modo il suo sapore, l’odore e la consistenza della sua pelle fossero familiari al mio tocco. Ma forse è perché ho immaginato talmente tante volte questo momento che più che un sogno è come fosse un ricordo.

Le sue mani tracciano un percorso lungo i muscoli della mia schiena e la pelle bianca del suo collo è una tentazione troppo ghiotta per non essere colta. Le succhio un punto preciso appena sotto il lobo dell’orecchio e la sento gemere e ruotare la testa all’indietro per lasciarmi un più comodo accesso. Mentre le mie labbra percorrono tutta la lunghezza del suo collo, tornando di tanto intanto a riesplorarle la bocca, sento le mie mani attratte irresistibilmente verso il suo seno.

In un angolo della mia mente c’è ancora una parte di me che non sa se sia giusto o no toccarla in questo modo, ma mi sento troppo elettrizzato per approfondire. Ho quasi sedici anni e non c’è molto di razionale in me in un frangente come questo. Lei è qui, ora, e i suoi occhi che di tanto in tanto guizzano ad incontrare i miei mi dicono che questo è quello che vuole e che questo è quello che posso fare per lei.

Il suo seno è soffice sotto il mio tocco, entra perfettamente nel palmo delle mie mani, ma questo non significa che sia piccolo…..ho mani piuttosto grandi! Ma i suoi capezzoli sono eretti, come antenne pronte a ricevere ogni minima sensazione, e questa differenza di sensazioni sotto le dita mi sta facendo diventare matto..

"Ron…..oddio, Ron….", geme. Non ho mai sentito un suono più dolce ed erotico nella mia vita. La sua voce è roca, calda, sembra provenire dalla parte più profonda di lei.

"Hermione…..".

Chinandomi su di lei la spingo all’indietro e la forzo a sdraiarsi sul divano, adagiandomi al suo fianco, attento a non schiacciarla troppo col mio peso. Ma averla così, sotto di me, mi fa sentire…..non so, euforico. Non riesco a smettere di toccarla, e le mani di lei sulla schiena, sul petto, tra i miei capelli…..è sovrastante.

Non è il momento giusto, non abbiamo nemmeno parlato e non ho avuto modo di dirle quanto la amo, da quanto la amo…..vorrei che lei mi dicesse che quello che stiamo facendo non è solo il risultato dello sconforto di una sera.

"Hermione……ascolta….". Che cavolo sto facendo? Sono un idiota totale, un deficiente intergalattico. Ma la amo, e voglio dirglielo prima che tra noi succeda qualunque cosa.

"Hermione, ti prego….". Le afferro i polsi e le blocco le mani sul divano, ai lati della testa. Le parole mi muoiono in gola mentre guardo il suo viso accaldato e le labbra gonfie e vermiglie a causa dei baci….i miei baci. I capelli sono sparsi dietro la testa, sembrano i raggi del sole nella luce creata dal fuoco. Ma devo dirglielo, a tutti i costi.

"Io….Hermione, io ti amo". Ecco, l’ho buttato fuori. E ora i suoi occhi sono spalancati e percepisco distintamente la rigidità improvvisa del suo corpo. Vorrei calarmi sul suo viso e baciarla, vorrei che fosse felice per quello che le ho appena confessato, per quello che ho impiegato più di un anno ad accettare io stesso, ma lei gira la testa, e una lacrima scorre fino a sparire nella stoffa del divano.

La lascio andare, e lei sguscia via da sotto di me e si siede all’altro lato, raccogliendo di nuovo le gambe contro il petto proprio come l’avevo trovata poco tempo prima.

Sembra smarrita, mi guarda quasi come se avesse paura. "Perdonami, credevo….non so cosa credevo, mi sembrava solo giusto dirtelo, scusa".

La sua voce è rotta quando parla, così diversa da quella piena di passione di pochi secondi fa. E’ spaventoso come cambiano in fretta le cose. "Non hai nulla di cui scusarti, non hai fatto niente che anch’io non volessi".

So che non è vero. Qualcosa ho fatto. "Ho detto che ti amo, forse è questo che non vuoi. Io…..mi dispiace….."

"Smettila di dire che ti dispiace Ron, smettila!". Il mio sguardo era fisso sulle mani che tenevo in grembo ma quando la mia testa scatta verso l’alto in risposta al dolore che ho sentito nella sua voce tutto quello che vedo in lei è disperazione.

Allungo il braccio tentando di toccarle la guancia, ma lei si ritrae. "Per favore….."

"Per favore cosa?" C’è la stessa disperazione nella mia voce, ma non posso trattenerla ancora, non ci riesco. "Cosa?", mormoro.

"Sono io che devo dirti una cosa…..è una cosa che ho fatto……a te".

So che l’espressione sul mio viso deve sembrarle stupida, mi sento stupido io stesso mentre la fisso con la bocca semiaperta, in attesa. Lei non ride, però. Riprende a parlare ma non mi guarda.

"Ricordi il Ballo del Ceppo, l’anno scorso?"

Certo, come potrei dimenticare la sera in cui il mio desiderio più grande era stato schiantare il mio eroe Viktor Krum? Ma non parlo, annuisco semplicemente.

"Quella sera, nel parco….è successa una cosa tra noi. Io….Ron, quella sera ci siamo baciati!.

Non riesco a spiccicare una sillaba. Mi sforzo di processare e riprocessare le sue parole ma continuano a non avere alcun senso.

"Cosa stai dicendo? Me lo ricorderei se ci fossimo baciati, non ti pare?". E’ maledettamente certo che me lo ricorderei! Ero un po’ alticcio, confuso forse, ma un bacio di Hermione….non l’avrei dimenticato.

Le sue guance sono rigate di lacrime nuove ma ora mi guarda negli occhi, e i suoi sono liquidi come stagni. "Non dopo quello che ti ho fatto", mormora, e il suo tono di voce è pressoché impercettibile. "Un incantesimo….ti ho cancellato la memoria….una parte….".

Non sono certo di quello che ho sentito, ma mi manca il fiato, come quando ti colpisce un bolide in pieno stomaco e non te lo aspetti. Come quando credi di ricevere un bacio e ti arriva uno schiaffo. Mi alzo dal divano e mi allontano da lei, da quelle parole che non hanno nessun senso per me. "Mi hai…cancellato la memoria?", balbetto, incredulo.

Lei annuisce e continua a piangere, coprendosi il viso con le mani. "Avevo paura che le cose cambiassero. Non volevo perdere la nostra amicizia, e tu te ne stavi andando…non sapevo cosa fare!"

"E hai pensato bene di cancellare tutto così? Hai nascosto la polvere sotto il tappeto?".

Sento la rabbia crescere dentro di me, le tempie mi pulsano come se il cuore fosse lì, ma in realtà so dov’è. Esattamente. Sotto i piedi di Hermione, o meglio, sotto la sua bacchetta. Tagliato e fatto a brandelli.

"Come hai potuto… come hai potuto decidere anche per me, eh? Io ti dico che ti amo e tu….!

"E’ per questo che te l’ho confessato, non potevo continuare a mentirti! Ron, ti prego, cerca di capire! Ci tenevo troppo a te…a noi, per rovinare tutto in quel modo. Tu eri spaventato quanto me, non sai con che occhi mi hai guardata dopo…. le cose sarebbero cambiate!"

"E non sono cambiate lo stesso?!" Me ne rendo conto, sto gridando adesso, ma non me ne importa un accidente. Devo gridare, per non esplodere. "Fino a stasera….fino a stasera non mi guardavi nemmeno negli occhi….non mi toccavi, non potevi restare da sola nella stessa stanza con me senza scappare dopo pochi minuti….come fai a dire che le cose non sono cambiate comunque?! Credevo che ti comportassi così per non illudermi, perché ti eri accorta di quello che provavo per te!"

"Non urlare, ti prego…..".

Piange Hermione, piange e non me ne importa niente. Penso che se toccassi le sue lacrime mi corroderebbero la pelle come fossero acido. E non urlare non è un’opzione. "Mi dispiace per come ti ho trattato, anche io…anche io ti amo Ron, ma era troppo complicato! E’ troppo complicato!", mormora.

Non posso fare altro che scuotere la testa. Queste parole…avrei pagato migliaia di galeoni per sentirgliele pronunciare solo pochi minuti fa, ma ora mi sembrano sporche, senza senso. Una bugia come tutte le bugie che mi ha raccontato per reggere la commedia che ha messo in piedi con tanta maestria da quasi un anno, ormai. E io non sono stato altro che la sua marionetta, ha tirato i fili finché a voluto, finché ha potuto.

Sorrido. E’ assurdo in un momento come questo, stona con l’ambiente, lo so, ma sto ripensando ad una frase che mi disse mio padre molto tempo fa, quando ancora ero troppo piccolo per capire. Ma ora non lo sono, ora quella frase è lo specchio di me stesso e di quello che mi sta accadendo.

E’ quasi invisibile la linea che separa amore e odio……

Io l’ho superato, quel confine. E con l’ultima persona con la quale avrei mai pensato di farlo.

"Ti odio", sibilo, e parole pronunciate in serpentese non potrebbero essere più affilate. Ancora una volta fatico a riconoscere la mia voce, mi pare quasi che tutto quello che è accaduto questa sera riguardi un’altra persona. Il mio è solo un corpo vuoto, il mio cuore è sanguinante ai suoi piedi.

"Ron, ti prego….fammi spiegare…", singhiozza lei. Ma io non posso più restare in questa stanza, non stasera, non riesco a respirare.

Non posso più ascoltare la sua voce perché so che non reggerei, che vorrei dirle che non importa quello che mi ha fatto finché giura di amarmi, finché mi bacia come stasera, finché mi guarda con quegli occhi caldi e appassionati.

Ma non voglio…non posso perdonarla. Mi ha strappato un pezzo di me stesso…un pezzo di noi che non riavrò mai più indietro. Ora so che c’era un noi prima di questa sera, ma non per me….mai per me.

Le volto le spalle, e mentre esco dalla stanza sento la sua voce che mi chiama, posso dipingere il suo volto nella mia mente, i suoi singhiozzi sono i miei, mi sento l’anima strappata in mille pezzi e quello che è peggio è che è mi sento quasi in colpa per il suo dolore.

La odio davvero?….Non lo so.

Salgo le scale che mi riportano in camera e chiudo piano la porta. Harry non si è svegliato, continua a rigirarsi nel letto senza pace e penso che in fin dei conti tutti abbiamo i nostri spettri, il nostro dolore da affrontare e da combattere, da ingoiare ed accettare.

Hermione sarà il mio.

La odio? No, penso che non riuscirò mai ad odiarla, proprio per via di quel fragile confine che è così difficile e allo stesso tempo così semplice scavalcare.

Ma la amo?..... Adesso non lo so.

  
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