Prefazione: codesto capolavoro nasce da due menti geniali: io e la mia
socia S. Orbene, per dilettarci durante una particolarmente tediosa ora di
lezione, abbiamo cominciato a “insultarci”, per gioco, assai fantasiosamente, traendo
spunto dai nostri fandom per alimentare questa tenzone; e tra codesti insulti
(?) vi era "Sei più troll di Seishiro" (http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)
e ditemi se non trolla con Subaru).
Ora, siamo giunte pian piano alla
conclusione che questa nostra tenzone fosse raffinatissima, originalissima,
innovativa, cortese… proprio come le canzoni dei trovatori provenzali del 1200.
Da lì abbiamo elaborato la frase
"TROLLAGGINE PROVENZALE DI SEISHIRO".
Il resto è storia.
Si ringraziano i personaggi di X/1999, specialmente il nostro Seishiro
palesemente OOC, i personaggi di Notre
Dame De Paris, e Jack Harkness da Doctor Who/Torchwood (con la cui versione
provenzale, tra l’altro, io andrei subito. Ma anche con l’originale. NO
REGRETS.)
Storia d’un trovator trollatore.
E’ una storia che ha per luogo Parigi
nell’anno del Signore 1182, storia di un tal Sakurazuka, un assassino senza
talento e provvisto di un po’ di dannosa compassione, che volle diventare
trovatore o, per meglio dire, trollatore. Per fare l’assassino, in verità, egli
era davvero negato: a nulla erano serviti gli insegnamenti dell’amorevole
madre, Madame Setsaux, attrice di grande fama al Moulin Rouge.
Così, il povero Sakurazuka era fuggito di casa e s’era messo a cantare. Cantava
le imprese dei suoi celebri antenati, assassini senza scrupoli, privi d’ogni
emozione, eppur così bravi a fingere di averne.
Trollatori, li chiamavano.
Certamente, si trattava d’argomenti pressochè originali, forse mai visti
nell’intera bella terra di Provenza; e così, grazie ai suoi canti, la sua fama
viaggiò ed egli divenne noto sotto il nome di trovator trollatore.
Un giorno, il Messer Sakurazuka, vagando di corte in corte e di castello in
castello, giunse presso una nobil corte assai particolare. Essa era detta Corte
dei Miracoli e retta dal rinomato Messer Clopin.
Circolavano leggende secondo le quali nessun trovatore fosse mai riuscito a
compiacere Messer Clopin, uomo stravagante oltre ogni dire; eppure, il trovator
Sakurazuka tentò.
Ma fallì. Impietoso, Messer Clopin decretò: “I
trovatori vanno solo impiccati, con la corda alla gola!”
Oh, lui misero! Oh, lui afflitto! (cit. Cicerone) E come uscire da quella
situazione?
Messer Clopin, in un istante di pietà, gli offrì una sola via di salvezza:
l’amore; il trovator trollatore avrebbe dovuto far innamorare di sé un membro
della corte. E si sarebbe salvato.
Messer Sakurazuka si guardò intorno: vi erano, indubbiamente, tanti individui
peculiari; c’era un capitano delle guardie assai rinomato, uomo che, a dire il
vero, lo fissava con sguardo pericolosamente ammiccante e sosteneva di
chiamarsi Capitaine Jacques Harknesse
(“Enchanté de vous connaître.”);
accanto a lui, sedeva una donna vestita con un lungo kimono (a Parigi, eh,
n.d.A.), tal Madame Yuuko, ed infine, in un angolo della sala, si trovava un
ragazzino di sedici anni dall’aspetto ingenuo, tal Subarù (con la r
rigorosamente moscia). Ebbene, quest’ultimo era quello che più gli aggradava.
Decise così di farlo innamorare di sé e di innamorarsi di lui, per aver salva
la vita.
E tentò, tentò con ogni sua forza, con ogni sua tecnica, con ogni suo
stratagemma, per un anno intero: infine, lo fece cadere ai suoi piedi e si
salvò. Tuttavia, né per l’intera durata di quei lunghi mesi, né nel lasciarsi
indietro, a corte, quel ragazzino in lacrime, per quanto si sforzasse, provò per
lui pietà, né amore.
Non una sola briciola.
Turbato, ci rifletté a lungo, viaggiando solo tra le belle terre di Provenza.
Ed infine comprese. Messer Subarù l’aveva cambiato. Egli era divenuto,
finalmente, un vero Sakurazuka.
Egli era un troll.
Passarono gli anni, e Seishiro Sakurazuka finì i suoi giorni cantando le
proprie imprese. Dicono che Madame Setsaux morì tra le sue braccia, fiera
finalmente di non cogliere nei suoi occhi e nel suo sorriso null’altro che
pura, infinita trollaggine. E fu così che il trovator trollatore divenne
leggenda.
E questo è il tempo dei trollatori, la
Provenza sarà trollatissima in realtà, in mano a questi Sakurazukamori che già
sono qua… questo è il trolling che verrà!
La frase
iniziale, quella conclusiva e quella pronunciata da Clopin provengono
rispettivamente da “Il Tempo Delle Cattedrali” e “La Festa Dei Folli”, dal
musical di Notre Dame De Paris, diciamo, un po’ rivisitate. La citazione di
Cicerone è per dimostrare quanto sia un insopportabile primadonna. Jack
Harkness dice “Incantato di incontrarti”. Fate conto che ci sia da qualche
parte un Dottore provenzale che gli intima di smetterla di flirtare con
chicchessia – nel nostro headcanon c’è.
Grazie di aver letto questa cagata infinita, ne siamo onorate XD F&S.