He would never know
 

 
Perdere una persona a noi molto cara è sempre una pugnalata al cuore.
Sei sicuro di crollare, di non riuscire ad andare avanti e di morire insieme a lei.
Per una madre perdere un figlio significa non avere più nessuno di cui essere fiera e nessuno da consolare, ma per una diciassettenne perdere il proprio migliore amico, cioè colui che ama, significa perdere tutto.
Questa è la mia storia. Ho perso il ragazzo che amavo, nonché il mio migliore amico, per colpa di un pazzo ubriaco che non aveva pensato prima di agire.
 
***
Intorno a me vedo persone che piangono o che si abbracciano.
Io invece, sono davanti alla tua lapide con una rosa rossa in mano.
Sapevo che erano le tue preferite e ogni volta mi divertivo a portartele sotto casa.
Non voglio piangere, ho promesso di non farlo. Ho promesso per te, per renderti orgoglioso di me. Perché ti amo.
Se non fosse stato per quel pazzo a quest’ora tu saresti qui con me.
“Mi manchi Horan” sussurrai poggiando la rosa sulla terra umida.
Mi sento così stupida a parlare con una lapide, ma so che, da qualche parte lassù, tu riesci a sentirmi.
“Mi manca la tua voce, mi manca la tua risata contagiosa, mi mancano le nostre lotte con i cuscini, mi manca il tuo essere dolce e sensibile, mi machi tu” dissi trattenendo a stento le lacrime.
“Non ce la faccio senza di te, non riesco a vivere, perché io ti amo e non ho avuto la possibilità di mostrarti il mio amore” dissi con il fiato spezzato.
“Quel giorno stavi venendo a casa mia. Stavi venendo da me, perché finalmente avevo trovato il coraggio di confessarti i miei sentimenti”
Un vento gelido mi colpii in pieno viso e sentii gli occhi pizzicarmi.
Le lacrime minacciavano violentemente di scendere sul mio volto pallido ed io ero troppo debole per trattenerle.
“I...io...” non riuscii a finire la frase.
Scoppiai in un pianto liberatorio. Sentivo le lacrime salate pizzicarmi il viso e il dolore divorarmi dentro e rubarmi le parole.
Le persone intorno a me mi fissavano con sguardo triste e compassionevole, ma io non volevo la loro compassione, io volevo te.
Io voglio te.
Voglio sentire il tuo respiro sula mia pelle, voglio perdermi di nuovo, anche solo per un’ultima volta, nei tuoi occhi blu mare.
Avevo sempre avuto paura del mare, ma i tuoi occhi mi trasmettevano pace e tranquillità.
Con i tuoi occhi tutto sembrava più bello e le mie paure diventavano cenere.
Sì, cenere.
Cenere era tutto quello che ne restava di te.
Ma nel mio cuore ci sarai sempre.
Presi un respiro profondo e mi inginocchiai davanti alla lapide.
“Io ti amo ed ero pronta a dirtelo quel giorno, ti stavo aspettando e ti avrei aspettato per sempre se non fosse stato per quel pazzo.”
Sentii una mano sfiorarmi la spalla e qualcuno che si inginocchiò vicino a me.
“Manca anche a me, sai”
Mi asciugai gli occhi con la manica della maglia che fuoriusciva dalla giacca e mi voltai.
Vidi Zayn con i capelli arruffati e due profonde occhiaie che accennava un mezzo sorriso da cui, però, ne uscì solo una smorfia.
Sentii gli occhi inumidirsi di nuovo e scoppiai di nuovo a piangere.
Sentii Zayn avvicinarsi e stringermi a lui.
Continuai a piangere sulla sua spalla e mi strinsi forte a lui, come per cercare di non sentimi sola.
“Sssh, non piangere, ci sono io qui con te, non sarai mai sola” disse accarezzandomi i capelli.
“Io lo amo” dissi con voce rotta dai singhiozzi e dalle lacrime.
“Lo so e so che lui può sentirti, ma adesso non piangere, non voglio vederti così” disse aiutandomi ad alzarmi.
Asciugai di nuovo le lacrime e mi ripulii i jeans.
“Grazie Zayn, non so come farei senza di te in questo momento” disse abbracciandolo di nuovo e stringendolo forte.
Semplicemente, era la mia ancora di salvezza. Colui che da una settimana si sta prendendo cura di me e mi sta aiutando a farmi forza e ad andare avanti.
Ma è difficile.
“E’ il mio dovere prendermi cura di te” disse.
Mi staccai leggermente per vederlo in faccia.
Era sconvolto come me ed evidentemente non chiudeva occhi e non mangiava da un po’.
“Dai, andiamo, ci stanno aspettando” disse prendendomi la mano.
“Aspetta…tu inizia ad andare, arrivo tra un momento” dissi voltandomi di nuovo verso la lapide.
“Va bene, ti aspetto fuori” disse lasciando la mia mano.
Fissai per qualche minuto la lapide grigia con sopra la foto di Niall.
Solo Dio sapeva quanto fosse bello e quanto lo amassi.
Forse era destino che noi non stessimo insieme, ma sono sicura che non era destino che la sua vita finisse così.
È una cosa ingiusta che la vita di un diciottenne finisca in questo modo, ancor prima di scoprire l’amore vero.
Io ero disposta a scoprirlo con lui, ma me lo avevano portato via senza neanche pensare a come avrei sofferto.
Lui era un normale ragazzo che, come tutti, aveva un sogno: il suo sogno era la musica.
Mi aveva raccontato che fin da piccolo amava la musica e il suo sogno era questo.
Beh, ma, come si dice: chi è che in una distesa di fiori prende quelli appassiti e lascia lì quelli belli? Nessuno, ma come dico io: chi è che prende dei fiori prima ancora che crescano?
Mi guardai un istante intorno e poi mi ricordai che Zayn mi stava aspettando.
Presi un respiro profondo e misi le mani in tasca.
“Io ti amo Niall Horan, ma non riuscirai mai a saperlo” sussurrai sentendo una lacrima solitaria solcarmi il viso.
Mi girai e abbandonai, a malincuore, quel cimitero che avrebbe mantenuto il mio segreto.
Mi girai, pronta a riiniziare una nuova vita senza di te.