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Autore: emilychan    04/03/2012    1 recensioni
dichiarazioni, ricordi, emozioni e ovviamente tanto amore tra (e per) Remus e Sirius. voilà - e scusate se il titolo è grammaticalmente scorretto, ma fate finta che sia tutto a posto e che io scriva bene. olè olè olà
remus e sirius siete una cosa stupenda.
va bene, vado
poi vorrei dedicare questa cosa a varie persone: la prima selene, perchè me ne aveva dedicata una per il mio compleanno, ed è tanto una boss, selene è the boss. poi c'è michelle, che è tanto dolce e comprensiva, e mi ricordo le nostre conversazioni su msn, i can't. poi francesca, che mi sopporta troppo, e offende rojer con me. poi vanessa, a cui scasso troppo, a cui faccio domande idiote. perdonatevi gente, ma vi voglio bene.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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una cosetta che volevo scrivere da tanto tempo sulla coppia più bella del mondo, by zia row. è ambientata durante il cammino di ritorno ad hogwarts, dopo l'episodio della stamberga, in cui harry incontra sirius, poi arriva remus, e poi arriva sev, e olè. in un momento in cui tutti erano presi da altro, e non si erano accorti della mancanza della coppietta, che intanto si stava riabbracciando dopo tanto tempo. sirius racconta a remus che non l'ha mai dimenticato, di quanto abbia sofferto ad azkaban e di come i ricordi di loro due insieme gli abbiamo dato forza, e siano gli unici pensieri felici che gli siano rimasti. è un anno che non rileggo la sacra saga, e potrebbero esserci degli errori. fate finta che non ci siano i dissennatori, anche se in realtà ci sono, ma siate buoni e lasciate il tempo a questo due uomini di dichiararsi, ancora. viva la grammatica e la mia memoria ballerina. so che non può competere con nessuna delle cose splendide che postate, voi del fandom, ma è tanto che non posto e volevo fare qualcosina. spero vi piaccia gente. un'ultima cosa: credo che più precisamente tutto questo si svolga prima che remus si trasformi in lupo mannaro.

p.s. Ho il brutto vizio di non rileggere le cose, posto a botto e olè, le boom.

p.p.s. la dolcezza di questo fandom non ha limiti.

p.p.p.s. la dolcezza di questa coppia non ha limiti.









Era una notte fresca, l'aria accarezzava dolcemente le foglie degli alberi, il cielo era di un blu profondo, purtroppo famigliare. C'era silenzio, quasi a far credere che il mondo stesse davvero dormendo in pace. E invece no. Una notte di gioie e dolori, di paure, riflessioni e ricordi. Prestando attenzione si potevano sentire due voci maschili, che discutevano. Una tenera e flebile, e l'altra molto decisa, che ogni tanto si abbassava in un sussurro. Due uomini, uno di fronte all'altro, nascosti nel buio della notte. Una mano era sbucata da un albero, e aveva afferrato il polso di Remus, trascinandolo nell'oscurità degli alberi.

«Remus, solo un attimo» la voce più decisa, era ora leggermente incrinata. «Senti Remus, ora che sono libero potremo tornare insieme.» Sirius era andato dritto al punto. Remus ebbe una fitta al cuore.

«Ora tu devi proteggere Harry» aveva sussurrato Remus, quasi sovrappensiero.

«Appunto, e ho bisogno di te, più che mai. Non posso fare tutto da solo, anche se l'ho sempre fatto. E' sbagliato. Remus, Remus» e sentire il suo nome uscire dalla bocca del suo amato lo fece rabbrividire.

«Ho bisogno solo di te, Harry ha bisogno di me, io devo aiutarlo, e devi farlo anche tu. Tutto quello che ti chiedo è di starmi vicino. Solo tu, Rem.» e anche sentirsi chiamare così provocò un balzo allo stomaco di Remus.

«M-ma.. ma nulla è più come prima Sirius.» Le parole uscirono dalla bocca del lupo come se dovesse rappresentare l'opinione dell'intera popolazione magica e non, come se tutto si fosse spezzato, come se nulla valesse più.

Sirius fissò il suo compagno per qualche secondo, come per capire se era davvero come diceva.

«Le cose sono cambiate, certo» esordì infine, riscuotendosi da quel momento di incredulità, poi continuò.

«Ma il mio amore per te non è mutato, Remus» quelle parole fermarono il tempo. Sembrò che tutto, intorno a loro, si fermasse. Certo, non era la prima volta che sentiva la parole 'amore' o qualcosa del genere uscire dalla bocca di Sirius, ma dopo tanto tempo, fecero più effetto del solito.

«I Dissennatori mi hanno portato via tutto, Rem, tutto. E' come se mi avessero svuotato, rubato di qualsiasi emozione, ma non mi hanno privato dei tuoi ricordi, di te.» Sirius si era avvicinato ancora, e ora accarezzava dolcemente il viso pallido dell'uomo che tanto amava. Remus si lasciava accarezzare, come un cucciolo. Il tocco delle sue mani, se possibile, era ancora più delicato e rassicurante del passato. Si lasciò cullare per qualche secondo da quelle dolci carezze, poi Sirius riprese, e la sua voce era più profonda di qualche secondo prima.

«Il mio amore per te non è cambiato, Remus, io ti amo ancora, e sono sicuro che tu provi lo stesso.» la mano era scesa al collo, e fece rabbrividire Remus, per l'ennesima volta. Aveva sognato di poterlo riabbracciare, di poter rivedere quell'espressione beffarda, che si tramutava in un dolce sorriso quando si incontravano, e succedeva solo con lui. Solo Remus gli sortiva quell'effetto.

«Guardami» disse dolcemente Sirius, prendendo il viso dell'altro fra le mani. Lo sguardo di Remus, che per tanto tempo aveva vagato nel nulla, si fissò finalmente in quello dell'amico.

«Possiamo, ti dico che possiamo. Non sei un uomo che dimentica, ci fidavamo uno dell'altro. Mi sono sempre fidato di te, e tu di me. Ti ricordi quella volta in cui ti chiesi di seguirmi fuori dal castello?» Quel menzionare il passato aveva fatto tornare a galla tutti quegli episodi fuori e dentro il Castello. Remus probabilmente arrossì, ma non potè fare a meno di sorridere, e l'amico, rivedendo per la prima volta quella dolce piega sul suo viso, fece lo stesso. Certo che lo ricordava, Remus lo ricordava bene.





«E se ci scoprono?» Chiese Remus con voce incerta. Sirius sbuffò, non seriamente scocciato, e rispose con tono istigatore.

«Eddai, Remus, cosa vuoi che ci facciano? Un bagno, niente di più, una passeggiatina notturna. Tu saresti anche scusato per questo, e poi, non possono mica espellerci. Non stiamo andando ad uccidere nessuno.» Si fissarono per qualche secondo, poi, quando anche Remus si convinse, si presero per mano con sguardo complice. Corsero a perdifiato, giù verso il lago, mentre l'aria fredda sferzava i loro visi e scompigliava i loro capelli. Remus inciampò nella sua divisa, ma Sirius lo sorresse e gli sorrise, mentre continuavano a correre nella notte. Arrivati al lago, si guardarono di nuovo. Una cosa che non avrebbero potuto scordare per sempre, erano i loro sorrisi e i loro sguardi. Profondi, sinceri, penetranti, significativi e incancellabili. Potevano fungere da sigillo, da patto, o semplicemente da conforto. Spesso, solo guardandosi, comprendevano quello che passava nella testa all'altro. Poi Sirius cominciò a togliersi i vestiti.

«Vuoi tuffarti vestito?» aveva chiesto, con voce ovattata per via degli indumenti che si stava sfilando.

«No» rispose Remus, leggermente imbarazzato. Dopo qualche minuto Sirius aveva finito di svestirsi.

«Allora?» Sirius insistette di nuovo, e finalmente, anche Remus si tolse la divisa. Entrambi restarono in mutane, e prendendosi di nuovo per mano, si tuffarono nel lago ancora ghiacciato. Dopotutto, anche se le giornate erano già piacevolmente soleggiate e fresche, era soltanto la fine di marzo. Appena riemersero si guardarono e si misero a ridere, poi si abbracciarono.

«E tu che non volevi venire!» urlò Sirius scherzosamente.

«Oh, santo cielo, ti amo Remus.» quelle parole ebbero l'effetto di riscaldare cuore e corpo di Remus, ormai non sentiva più freddo.

«Ti amo anche io, pazzoide.» disse Remus, ed entrambi risero di gusto. Si abbracciarono ancora, e sentirono ognuno il battuto veloce del cuore dell'altro, e la pelle di ognuno ancora calda, nonostante l'acqua ghiacciata. Sirius accerezzò i capelli dell'altro, mentre Remus lo guardava amorevolmente. Poi Sirius si avvicinò, Remus schiuse istintivamente le labbra,ve si baciarono. Ogni bacio era speciale, unico. Ricordava tutti i suoi baci, ricordava tutto il suo amore.



Remus tornò lentamente alla realtà.

«Ti ricordi?» sussurrò Sirius, sorridendo e continuando ad accarezzarlo. Remus appoggiò la sua mano su quella dell'amico, posta sulla sua gancia, gliela strinse dolcemente e rispose.

«Certo che mi ricordo, come potrei dimenticare.» La voce profondamente emozionata, gli occhi di entrambi piene di lacrime.

«Allora fidati ancora, Remus. Fidati di me.» Sirius appoggiò la fronte su quella dell'amico, e i suoi respiri si fusero ancora, come ai vecchi tempi. Si guardarono a lungo, profondamente, poi si baciarono, dopo tanto tempo, dopo tanta attesa. Poi si staccarono dolcemente, e fecero combaciare di nuovo le loro fronti. Sentire il respiro dell'altro di nuovo così vicino era davvero rassicurante. Si guardarono di nuovo, profondamente. Ecco, quello era uno di quegli sguardi che servivano da sigillo, per fissare un patto, un patto che non si sarebbe mai sciolto.

  
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