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Autore: cath_onthehills    04/03/2012    2 recensioni
La protagonista di questa FF è Bra, la figlia di Bulma e Vegeta. Rimanendo un personaggio esterno alla trama principale, mi sono inventata una storia attorno a lei che ha come argomento principale il rapporto tra la stessa Bra e il padre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò decisamente presto, come ogni mattina, spezzando il profondo silenzio nella stanza con il suo fastidiosissimo trillo. La ragazza aprì un occhio svogliatamente, giusto per vedere il punto esatto in cui si trovata quell'oggetto orribile e allungare un braccio per spegnerlo. Come al solito, si trovò la scritta 4.30 ben lampeggiante davanti al viso.
Si voltò dall'altra parte, per concedersi altri cinque minuti di sonno. Cinque minuti che sarebbero diventate ore, se nell'esatto momento in cui la testa poggiava nuovamente sul cuscino, la porta non si fosse improvvisamente spalancata, mostrando la sagoma di un uomo sulla soglia.
"Svegliati, tra cinque minuti ti voglio di sotto". Il tono utilizzato per rivolgersi alla nostra dormigliona non era dei migliori, ma lei sapeva bene che sarebbe stato l'unico che sua padre avrebbe utilizzato.
Si alzò a sedere sul letto, stiracchiandosi per tentare di svegliarsi del tutto, mentre l'ombra sulla porta spariva com'era arrivata. Poi si alzò e si diresse in bagno dove, come ogni mattina, si fermò ad osservare la sua immagine allo specchio. Il suo sguardo incontrò quello della ragazza riflessa e le labbra si curvarono in un leggero sorriso.
Bra, questo era il suo nome, era una ragazza di 15 anni, dal viso carino, incorniciato da capelli azzurri che le scendevano fino alle spalle, e dai grandi occhi ammiccanti. Era una tipetta sveglia e un po' viziata, curava tantissimo la sua immagine, ma non per questo era superficiale.
E, soprattutto, amava tantissimo la vita e divertirsi. Per questo non capiva il motivo per cui suo padre si ostinasse a svegliarla tutte le mattine per obbligarla in strenui esercizi di arti marziali.
Mentre si spazzolava i denti, ripensò a come tutto era iniziato un paio di anni prima: una mattina, suo padre aveva deciso che anche lei dovesse imparare "a combattere" come suo fratello maggiore, Trunks, e nonostante le sue proteste sin dalla mattina successiva si era presentato in camera, svegliandola all'alba e trascinandola nella capsula degli allenamenti.
Le prime settimane erano state terribili, ma poco alla volta era riuscita ad adattarsi al ritmo  di quelle levatacce. Ma questo non significava che ne fosse contenta.
Finì di prepararsi e scese al piano terra, trovando suo padre già sulla porta che l'aspettava. Quello sguardo fiero e altezzoso era ormai il suo "Buongiorno" quotidiano. Bra conosceva bene il carattere del padre, sapeva quanto fosse orgoglioso e poco disposto alla benevolenza o a qualunque forma d'affetto. Era stato sempre così, sua madre glielo ripeteva ogni volta che quel caratteraccio la urtava fino a farla scoppiare a piangere, certe volte. In fondo, era suo padre. Bra non aveva mai messo in dubbio che le volesse bene, ma sperava che glielo dimostrasse più spesso.
La porta della capsula si aprì, e i due entrarono all'interno per cominciare uno strenuo allenamento che sarebbe durato fino a che non fosse stata ora di correre a scuola. 
Le due ore passarono in fretta, mentre Bra continuava a cercare di pararsi dagli attacchi del padre nella miglior maniera che potesse. A volte si stupiva di come in due anni fosse riuscita ad acquisire una certa tecnica fino ad arrivare a prevedere addirittura quali sarebbero state le mosse successive.
Finalmente sullo schermo della parete comparve l'immagine della madre, che indicava che l'allenamento era ormai finito. "Vegeta! Adesso finitela, per Bra è ora di prepararsi per la scuola."
Bra faceva fatica a contenere un sorriso ogni volta che quelle parole attraversavano l'aria. Di solito aspettava il vago cenno di suo padre che acconsentiva a lasciarla andare per precipitarsi verso la porta.
Quella mattina, invece, così come accadeva da qualche giornata a quella parte, gli si avvicinò per lasciargli un bacetto sulla guancia, prima di augurargli sorridente una "Buona giornata, papino!".
Lo lasciò all'interno della capsula, consapevole che vi avrebbe passato tutta la mattinata ad allenarsi. Perché suo padre era fatto così, rispecchiava pienamente il carattere dei Sayan. Sì, Vegeta, suo padre, era un Sayan, anzi, ne era addirittura il Principe. E questo significava che lei, Bra, e il fratello avevano ereditato il sangue di questa valorosa stirpe di guerrieri. Almeno, per quel che ne diceva suo padre.
Entrò in casa, cancellando immediatamente quei pensieri dalla testa e sostituendoli con altri più frivoli. In fondo, che cos'altro bisogna aspettarsi da una quindicenne innamorata?
Innamorata? Eh già, ma questa è un'altra storia.
   
 
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