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Autore: goldsil93    04/03/2012    0 recensioni
L'antica battaglia tra cuore e mente, vista dagli occhi di Andromeda Black. Il modo con cui è stata cresciuta contro il desiderio di vivere come vorrebbe. Lo scontro che si sviluppa in lei quando un certo nato babbano entra nei suoi pensieri.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Andromeda accarezzava il suo gufo, persa nei suoi pensieri.
Non si era mai sentita tanto stupida. Non si era mai sentita tanto... diversa. Delle tre sorelle, era l'unica a non aver ereditato i capelli corvini di suo padre o quelli biondi di sua madre. Ma i lineamenti erano certamente quelli dei Black, quindi non aveva mai dato troppa importanza ai suoi capelli. Appena arrivata a Hogwarts, le avevano detto che era stata il membro della famiglia Black a cui era voluto più tempo per essere smistata in Serpeverde. Poco male, aveva pensato. 
Ma questo era davvero troppo. Quello che provava non poteva corrispondere alla realtà. Come mai non riusciva a togliersi dalla mente quel dannato ragazzo con la sciarpa gialla e nera? Mentiva a se stessa pur di nascondere quella realtà.
Theodore Tonks, Ted come lo chiamavano tutti, aveva la sua stessa età, era un Tassorosso, uno studente affascinante, brillante e piuttosto simpatico. Ma aveva un unico, grande difetto, che la sua famiglia non avrebbe mai ignorato: era figlio di Babbani. Andromeda da qualche tempo aveva notato i suoi sguardi, che da qualche mese si erano fatti più frequenti e insistenti. E con i suoi sguardi aveva notato i suoi occhi profondi, i suoi capelli sempre troppo lunghi, le sue mani così abituate a tenere stretto il suo manico di scopa, il suo sorriso. Quel sorriso che si apriva ogni volta che i loro occhi si incontravano, quel sorriso contagioso che faceva arrossire le guance di lei. Lei che ogni volta si girava dalla parte opposta cercando inutilmente di mantenere l'aria altezzosa che i suoi genitori le avevano insegnato.
Andromeda aveva sedici anni, il sangue puro quanto l'acqua di fonte, la mente e il cuore in perenne contrasto. Il cuore le diceva di fregarsene, conoscerlo, innamorarsene; la mente le diceva di isolarsi, mantenere le distanze, ignorarlo. Nessuno dei due ebbe la meglio fino a quel giorno...

Qualche ora prima, si era attardata a sistemare le sue cose dopo la lezione di Trasfigurazione; con calma si avviò per i corridoi del secondo piano. Non aveva fretta, essendo l'ultima lezione prima del pranzo. Mai avrebbe immaginato quello che sarebbe successo di lì a poco. Una mano le afferrò il polso e la costrinse a deviare il suo percorso, verso un corridoio deserto e illuminato solamente dalle luci delle torce. La sua schiena sfiorò il muro, i suoi occhi incontrarono quelli del suo "rapitore", che aveva sistemato le mani ai lati della sua testa, sul muro.
-Andromeda. Probabilmente mi sto giocando ogni possibilità che avrò di parlarti nella mia vita, probabilmente non vorrai più nemmeno vedermi, ma devi sapere.
I suoi occhi scattarono con imbarazzo. Andromeda non stentò a capire che anche lui era a disagio e che stava chiamando a raccolta tutto il suo coraggio.
-E' da un po' che ci penso. Avrei desiderato farlo in un altro modo, ma questo è l'unico e il più diretto. Credo di essermi innamorato, Andromeda. Di te.
Gli occhi di Andromeda si fecero grandi di stupore, mentre sentiva le sue gambe tremare e faticare a sorreggerla. Con le mani cercò di fare presa sul muro.
-Io...
Lo guardò. Istintivamente, stupidamente desiderò di sfiorare quelle labbra con le sue. I suoi occhi si fecero lucidi. Sperò ardentemente che la sua voce non si spezzasse.
-Theodore... Non... Scusa
Le braccia del ragazzo caddero lungo il suo corpo e Andromeda corse via.
Aveva corso a perdifiato, senza meta. Aveva corso per sfogarsi, per non pensare, per dimenticare.
A pranzo non si era fatta vedere, a lezione non era riuscita e seguire, si distraeva continuamente facendo i compiti. Decise che così non poteva proseguire, prese un foglio di pergamena e scrisse, con dell'inchiostro color smeraldo, nella sua ordinata e impeccabile calligrafia.
" Ted,
So di essermi comportata da imbecille questa mattina, ti chiedo di perdonarmi.
Mi è difficile comprendere la natura dei miei sentimenti, ma sto tentando.
Per ora, ti chiedo di essere amici, null'altro.
Con affetto,
A. "
Aveva riscritto il breve biglietto più e più volte, chiedendosi quali fossero le parole più adatte. Alla fine corse per il Castello, dirigendosi alla guferia. Il suo fedele gufo la accolse con una leggera beccata sul dito.
Legato il biglietto, lasciò che il gufo volasse via, segnando, senza volerlo, la netta vittoria del suo cuore sulla sua mente.

Writer corner: Andromeda è un personaggio che mi è sempre piaciuto ma che non ho mai approfondito, quindi questo è una specie di esperimento. Dev'essere stata dura per Andromeda, scegliere tra il suo cuore e la sua famiglia...
Recensioni e commenti sempre accettati! :)
GoldSil
  
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