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Autore: Rachan    04/03/2012    0 recensioni
Tutti sappiamo cos'è successo a Ichigo dopo la battaglia contro Aizen, ma cos'è successo nel Seretei? Missing moments dal punto di vista di Rukia.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Think Time

Lei sapeva bene che non c'era altro da fare, altro da dire...
"Questo è un addio...Ichigo."
"Così sembra."
Invece lui sembrava non capire veramente cosa stava dicendo, c'era stupore nei suoi occhi ed una vaga rassegnazione mentre si accorgeva di non percepire più il mondo come prima.
Il cielo era solo azzurro e l'aria troppo silenziosa, sentiva solo il rumore di una bicicletta che passava poco più in là e sentiva i loro sguardi su di lui, forse ancora preoccupati per il suo lungo sonno, o forse, per il suo risveglio da un lungo sogno.
"Che c'è? Non sembrare così triste. Anche se non potrai più vedermi io posso vedere te."
Lo disse per provocare una sua reazione, per scuoterlo dal torpore che sembrava averlo colto e, per un attimo, parve servire.
"Cosa? Questo non mi rende per niente felice! E non stavo neanche facendo una faccia triste."
 Ma era durato solo un attimo. Poteva vedere chiaramente il riflesso nei suoi occhi: lei stava lentamente, ma inesorabilmente, scomparendo dalla sua vista.
"Dì a tutti che li saluto."
Non avrebbe voluto dirgli addio, non dopo tutto quello che avevano passato insieme. Buffo come uno possa vivere decine di anni ed accorgersi in pochi mesi di aver solo tirato avanti per poi risvegliarsi all'improvviso.
L'incontro con Ichigo l'aveva costretta a fare i conti con il proprio passato. Il suo viso e la sua indole a prima vista così simile a quella di Kaien-dono l'avevano portata ad affrontare se stessa, ed a perdonarsi, finalmente. Ora lui, mentre vedeva il suo profilo svanire lentamente, la stava salutando come se stesse partendo per lungo viaggio. Un viaggio dal quale sarebbe tornata, magari tra molto, ma lo avrebbe fatto.
Salutami tutti voleva dire che prevedeva di avere delle notizie di ritorno? Eppure dentro di sè doveva già esserci in seme la consapevolezza, seppur crudele, che non ci sarebbe stato alcun ritorno. Lei avrebbe potuto ancora vederlo, ma lui no.
"Ok..." Una parola che sapeva di concessione, e di mezza bugia. Il suo sguardo voleva dire "non ancora" eppure sapeva che non c'era più tempo.
"Arrivederci, Rukia. Ti ringrazio." Ed ora lui le stava guardando attraverso, come se fosse aria, come se fosse uno spirito o un fantasma.
Fece un cenno agli altri, che avevano assistito al loro saluto a debita distanza. Ne ricevette saluti abbozzati e si allontanò aprendo il cancello Senkaimon poco distante.
Con un ultimo sguardo lo vide rientrare in casa.
"Addio..."

Aveva passato un mese lontana dal Seretei, al capezzale di Ichigo mentre aspettava che si riprendesse. E poi, aveva dovuto dirgli addio. Da quando era stata mandata di stanza a Karakura per quanto tempo era mancata da casa? Per quanto tempo casa era stato un luogo decisamente più piccolo ma molto più vivo e rumoroso della villa dei Kuchiki? Riaccogliendola, suo fratello le aveva detto di tornare al normale svolgersi delle sue attività. Anche se non lo aveva detto chiaramente Rukia aveva inteso quelle parole come un consiglio per lasciarsi il più velocemente possibile alle spalle le esperienze degli ultimi mesi.
Renji le stava sempre intorno come un avvoltoio e la guardava come se da un momento all'altro potessero spuntarle un paio di antenne (o qualche strana maschera, aggiungeva con ironia nella sua mente quando era particolarmente scocciata). Eppure lei andava tranquillamente avanti con le sue mansioni, sviando gli sguardi di coloro che avevano conosciuto la complicità tra lei e Ichigo.
Ma quando vedeva qualcuno partire, o quando leggeva i rapporti di Madarani Zennosuke, si chiedeva se a Karakura tutto stesse andando avanti come al solito. Se Yuzu avesse preparato la cena, se lei e Karin stessero facendo baccano col padre e se tutto si sarebbe risolto nell'ennesima rissa tra lui e suo figlio.
Si chiedeva se Ishida cucisse ancora strani mantelli, se Inoue continuasse a cucinare i suoi manicaretti e se Sado fosse sempre loquace. E infine si chiedeva se lui, se Ichigo, si fosse rassegnato.
Poi, una novità le diede talmente tante cose da fare che non si potè più fermare a pensare cosa facesse lui.
Il capitano Ukitake l'aveva richiamata a rapporto nelle sue stanze, le aveva chiesto se si fosse completamente ripresa dai combattimenti e se si fosse riabituata alla vita della caserma. Poi, sempre parlando tranquillamente e sorseggiando il suo the, le aveva chiesto:
"La posizione di tenente della nostra brigata è ancora vacante, ti farebbe piacere ricoprirla, Kuchiki?"
Il tono era quello di qualcuno che stava parlando del tempo e così, per un attimo, lei non aveva inteso il significato di quelle parole. Sbattè le palpebre e tossicchiò per via della bevanda che le era andata di traverso.
"Cosa avete detto, Ukitake-taicho?!" Lui aveva semplicemente sorriso. Parlarono ancora a lungo quel pomeriggio e il capitano le spiegò come avesse notato il suo profondo cambiamento: non solo i suoi poteri si erano rafforzati, ma il suo carattere si era definito. Era sicuro che lei avesse imparato come reagire in situazioni estreme, l'aveva più volte dimostrato ed era scesa a patti con se stessa. Ukitake era convinto che si sarebbe dimostrata all'altezza del compito e aveva già segnalato il suo nome al capitano generale Yamamoto che gli era parso favorevole.
Rukia si sentì riempire il cuore d'orgoglio, finalmente avrebbe reso suo fratello soddisfatto di lei, così, anche se una parte di lei ancora si sentiva a disagio, accettò l'offerta del suo capitano.
Così, si disse quella sera stessa davanti allo specchio dopo aver parlato con suo fratello, non avrebbe più pensato a cose inutili. Non avrebbe più pensato a qualcuno al quale doveva lasciar vivere la sua vita senza più eventi innaturali. Così, non avrebbe più pensato al passato, non avrebbe più pensato ad Ichigo, si ripetè mentre prendeva le forbici e si tagliava i capelli.
Ancora prima che la cosa fosse ufficializzata, lei cominciò a svolgere le mansioni di tenente di modo da alleggerire il lavoro del capitano sempre cagionevole di salute.
Durante uno dei suoi compiti si ritrovò a collaborare con Matsumoto.
"I capitani vogliono organizzare una festa a sorpresa per il capitano Unohana, ma è assolutamente necessario mantenere l'anonimato di chi ha fornito la data di nascita della suddetta... c'è scritto così sull'ordine, che ne dici Matsumoto?" chiese Rukia mentre leggeva il dispaccio con un sopracciglio alzato.
"Dico che è meglio non sapere se ci teniamo alla vita!" rispose l'altra sorridendo. "Però so dove andare a prendere i dolci! L'ultima volta che sono stata a Karakura, Inoue mi ha fatto scoprire una pasticceria meravigliosa..." continuò controllando di sottocchi l'effetto delle sue parole.
"Mh..." fu l'unico suono proveniente dal neo tenente della tredicesima. Sul viso di Matsumoto si disegnò un sorriso inusuale mentre appoggiava una mano sulla spalla di Rukia, il sorriso di chi comprende la nostalgia.
"Non sei più tornata nel mondo dei vivi dopo la battaglia contro Aizen, non è vero?"
"No... mi sembrerebbe sciocco..." rispose sinceramente con un sorriso amaro sulle labbra; sembrava che la temperatura attorno a loro si fosse abbassata, per un attimo a Rukia parve pure che cadesse la neve, poi si udì un rombo...
"Matsumotooooooooooooooo!!!" una voce alquanto irritata arrivò potente fino a loro. L'interpellata sorrise.
"Credo che il capitano abbia scoperto cos'è precisamente il souvenir che gli ho portato..."
"E cos'è?"
"Matsumotooooo!!!" la voce si era decisamente alzato di un'ottava.
"Una semplice rivista... il commesso del negozio mi ha detto che a quell'età i ragazzini iniziano a gradire!" rise e corse via.
Rukia rimase sola con la lista delle cose da fare per la loro missione segreta. Era davvero possibile andare avanti come se non fosse mai successo nulla? Tornare alla sua vita precedente in realtà era inutile, e controproducente, si disse. Quante cose le aveva regalato Ichigo senza neppure saperlo?
Mentre camminava incontrò Renji. Anche lui era molto cambiato dopo l'esperienza nel mondo reale, sicuramente anche lui era maturato parecchio ed era diventato più sicuro di se stesso, e più appiccicoso. Fu solo la vista dell'arrivo del suo capitano che camminava fianco a fianco, e guardandosi in cagnesco, con il capitano Zaraki, a farlo allontanare di qualche centimentro.
Si stavano avvicinando a passo veloce, Kempachi con il suo tenente come al solito sulle spalle e Byakuya con uno sgaurdo fintamente annoiato affrettava l'andatura per non permettere che grazie alla lunghezza maggiore delle gambe l'altro capitano potesse distanziarlo. Il suo nuovo haori da capitano spiccava con le sue decorazioni d'oro in netto contrasto con quello degli altri capitani. In effetti non si era disperato poi tanto quando aveva ditrutto il suo, Rukia sospettava che ci fosse stata dell'intezionalità, in fondo suo fratello aveva sempre mal sopportato gli abiti economici.
Il problema si presentò quando i due capitani svoltarono per entrare entrambi dal portone della quarta brigata.
Si fissarono in cagnesco, a pochi millemetri l'uno dall'altro.
"Yachiru, allontanati..." ghignò Kempachi, la ragazzina saltò giù dalle sue spalle e si allontanò sorridendo felice, Rukia e Renji la seguirono alla ricerca di una qualche protezione da ciò che era evidente stesse per succedere.
"Spetta a me la precedenza." sillabò freddo Byakuya, l'altro ghignò semplicemente come risposta e sguainò la spada. Tra quel gesto e la fragorosa caduta a terra di alcune ciocche di capelli del capitano Kuchiki insieme ai loro ornamenti passò solo una frazione di secondo. Tra lo sguardo pieno di orrore del capitano della sesta e le sue parole "Chire, Senbonzakura." passò ancora meno.
La pioggia di lame distrusse all'istante i campanellini di Zaraki. Un sorriso di soddisfazzione si disegnò sulle labbra di Byakuya. Ma durò solo qualche istante prima che entrambi i capitani si ritrovassero intrappolati dal Bakudo del capitano Unohana.
"Non davanti alla mia porta, per cortesia..." L'espressione sul suo viso pose fine a qualsivoglia ulteriore rimostranza da parte dei due capitani.
Rukia decise di tornare alla caserma, era sovrappensiero e non si accorse del sorriso che il capitano Kyoraku, che come al solito era seduto sulla veranda insieme ad Ukitake, si lasciò sfuggire prima di dire: "Sono preoccupato per Ichigo-kun!"
Istintivamente Rukia si nascose dietro un muro tentando di nascondere al meglio la sua reiatsu. I due capitani stavano chiacchierando con una tazza di the in mano.
"L'apparizione di quella persona a Karakura è davvero sospetta, ritengo che il suo obiettivo sia proprio Ichigo-kun..." continuò il suo capitano.
"E oltrettutto a Ichigo non è rimasta una briciola di reiatsu, potrebbe essere un bersaglio troppo facile e gli altri del suo gruppo difficilmente sapranno come affrontare un simile avversario..."
"Ma credo che Urahara-san abbia un'idea...."
Kyoraku ridacchiò.
"Che c'è?" chiese Ukitake.
"Era già partita alla seconda frase..." il suo sorriso si allargò sempre di più. Ukitake sbuffò.
"Era proprio necessaria questa farsa?"
"Certo, Yama-jii si sarebbe arrabbiato se l'avessimo mandata lì apposta!"
Sentire quelle parole e correre al cancello fu una reazione istintiva. Sospettò di essere stata manipolata solo quando arrivata davanti al negozio di Urahara trovò il suddetto in compagnia del padre di Ichigo sorridenti e sulla soglia con uno striscione "Welcome home Rukia".
Le spiegarono rapidamente la situazione, Urahara aveva un piano per ridare i suoi poteri a Ichigo. Dovevano solo convincere il capitano comandante. E se pure non ce l'avesse fatta avrebbe disobbedito agli ordini, di nuovo, per lui. Sorrise. Aprì il cancello per portare Urahara con sè.
"In fondo diversi Vaizard sono stati reintegrati, per cui non credo ti ucciderebbero a vista, Urahara-san, perché mi hai fatta venire qui?" ormai era ovvio che il suo amatissimo capitano e il suo amico avevano fatto un'adorabile scenetta solo a suo beneficio.
"Uh, uh, uh!" ridacchiò l'uomo da dietro il suo ventaglio "avevo i miei scopi!"
Il padre di Ichigo ridacchiava anche lui, Rukia pensò che forse era meglio non conoscere del tutto i loro piani.
Il capitano Yamamoto si lasciò convincere abbastanza facilmente in realtà e le affidò il compito di raccogliere la reiatsu di tutti i capitani e tenenti.
Si concentrò al massimo su questo, e scoprì che anche altri volevano aiutare Kurosaki; osservava Ichigo da lontano, consapevole che se si fosse avvicinata troppo il nemico avrebbe potuto notarla.
Nel momento cruciale avrebbe dovuto trafiggerlo con la spada che aveva creato Urahara; come aveva già fatto un volta, circa due anni prima.
Quando vide che lei stava riprendendo forma nei suoi occhi sorrise; nonostante la situazione, l'emozione di rivedersi fu così forte che non potè farne a meno: prenderlo in giro fu più forte di lei, come nel momento in cui si erano salutati tanti mesi prima, adesso nel momento del loro incontro, di nuovo combattendo insieme.

  
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