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Autore: Alvin Miller    04/03/2012    1 recensioni
Dopo "Un segreto nei sogni", la storia romantico-drammatica di Simon e Jeanette, ho avuto l'idea di creare una specie di trilogia di storie, scollegate tra loro e tutte dedicate ad una coppia diversa, ma tutte collegate col tema dell'amore e del dramma.
Dopo la visione di Alvin 3, ho iniziato a provare molta più simpatica nei confronti della coppia formata da Alvin e Brittany, quindi decisi che la mia prossima storia doveva essere dedicata a loro!
Secondo me è una bella storia, ma ovviamente sarete voi a giudicare, quindi vi auguro buona lettura e spero che vi piacerà!
TRAMA: La storia è ambientata nel lasso di tempo tra il salvataggio di Alvin e del suo gruppo dalla zattera sulla quale erano sfuggiti all' eruzione vulcanica dell'isola di "Alvin Superstar 3", e il concerto agli "International Music Awards", in cui li vediamo esibirsi prima dei titoli di coda!
Durante il salvataggio, un improvviso malessere di Brittany le fa perdere i sensi e cadere in mare. Alvin si tufferà per salvarla, ma una serie di sfortunate circostanze li riporterà sull'isola, dove non solo dovrà ancora lottare per la sopravvivenza, ma anche trovare una cura per Brittany, che è gravemente malata...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riuscimmo a raggiungere la nostra spiaggia in poco meno di un quarto d’ora, e lì restammo ad aspettare fino a mezzogiorno. L’elicottero arrivò in perfetto orario, e dopo che Dave lanciò il razzo di segnalazione per comunicare ai soccorsi che li stavamo aspettando, ci raggiunsero e ci prelevarono senza ulteriori intoppi. 
Ad accoglierci al suo interno c’erano i miei fratelli e le altre Chipettes, insieme a Ian e Zoe, che avevano deciso di far ritorno sull’isola insieme ai soccorsi. Quando finalmente ci fummo tutti riuniti, ci riportarono sulla terra ferma. 

La prima cosa che Dave decise di fare, era sottoporre Britt a un esame medico, per assicurarsi che stesse bene per davvero, grazie al cielo era così. Era guarita, e se ce la sentivamo ancora, potevamo tranquillamente esibirci ai Music Awards. 
Non volevamo tirarci indietro, non dopo tutto quello che avevamo passato, così Dave ci suggerì di non far parola con nessun degli eventi accaduti a me e a Britt, e di partecipare all’evento come se nulla fosse successo. Certo, però, che non era facile dimenticare tutto da un giorno all’altro. Soprattutto per me. 

Ora sono nel nostro camerino. I miei fratelli e le Chipettes sono qui fuori con Dave che festeggiano insieme allo staff il successo dell’esibizione. Io però non me la sento ancora di uscire. Dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita, invece ho una malinconia che mi pervade praticamente da quando mi ero svegliato quella mattina nella caverna del tasso del miele. 
All’inizio, come vi ho appena raccontato, credevo che fosse dovuto alla terribile esperienza che avevo vissuto in prima persona in mare, alla paura di perdere Brittany, alla sensazione di impotenza che provavo vedendola ammalata e priva di sensi, al terrore della fuga dalla seconda eruzione. Il motivo invece, è un altro, ora me ne stavo finalmente rendendo conto. 
Distolgo lo sguardo dal mio volto riflesso sullo specchio del camerino e lo punto sul tavolo su cui stavo in piedi, guardando la mia personale copia della rivista “Rolling Stones”. 
Mi inginocchio e comincio a sfogliarla, non per leggermi semplicemente qualche suo articolo, ma per cercare una cosa che avevo nascosto al suo interno. Ricordo di averla lasciata alla pagina 23, e difatti, eccola qui, una foto di me e di Britt in formato fototessera. 

Oggi, appena arrivati in città, mentre aspettavamo di andare alle prove per l’esibizione, ci era venuta l’idea di fare un giro per i negozi per passare il tempo. Ad un certo punto avevamo deciso di dividerci, ogni coppia per conto suo, ed ecco che, mentre passeggiavamo tra un negozio d’abbigliamento d’alta moda e l’altro, ci siamo trovati di fronte a uno di quei cabinati per le foto istantanee. 
Visto che avevamo con noi qualche dollaro offertoci da Dave, Brittany mi aveva suggerito di farci una foto insieme. E io avevo accettato volentieri. 
Una volta terminata la sessione fotografica, Britt mi aveva chiesto di ritirare le foto mentre lei andava a dare un’occhiata a un vestitino che aveva adocchiato nel negozio lì di fianco. 
La macchina ci aveva scattato un totale di 8 foto, dove in quasi tutte Brittany era riuscita a piazzarsi in primo piano, comprendomi completamente dall’inquadratura. Avevo riso, divertito, mentre guardavo quelle foto, pensando che nonostante tutto, Britt non era cambiata affatto...poi però la mia attenzione si era focalizzata sulla foto numero 7…tra tutte quelle scattate, quella era l’unica ad avere qualcosa di diverso dalle altre, già…perché in quella foto, nessuno dei due aveva smorfie strane o copriva il viso all’altro, in quella foto eravamo entrambi perfettamente inquadrati, e ci tenevamo abbracciati mentre fissavamo, sorridenti, l’obbiettivo della macchina fotografica. 
Da quando avevo confessato a Britt i miei sentimenti per lei, poco prima che Dave ci trovasse, nessuno dei due ha più affrontato l’argomento. Stavo cominciando a pensare, quindi, che forse Britt non provava per me quello che io provavo per lei. Forse mi vedeva solo come un caro amico. Un amico inseparabile, che le aveva salvato la vita, ma pur sempre solo un amico…non ero neanche più sicuro che quella volta sulla spiaggia avesse davvero voluto baciarmi, altrimenti perché da allora non ne ha più parlato? Di solito quel tipo di discorsi si affrontano…l’altra persona confessa a sua volta i suoi sentimenti, oppure mette fin da subito in chiaro che non è il tipo di storia che cerca. Quella di Britt, invece, sembrava vera e propria indifferenza. E quella foto, così bella, così tenera, romantica, forse avrebbe toccato un tasto dolente…come avrebbe reagito Britt, se l’avesse vista? Avrebbe potuto dirmi che in realtà io per lei ero solo il suo migliore amico e spezzare per sempre il mio cuore…ero davvero disposto a correre questo rischio? Dopo aver affrontato vulcani e abissi marini, giunsi alla conclusione che no, non ne ero in grado… 
L’avevo strappata dal resto delle foto, cercando di rovinarla il meno possibile, e l’ho nascosta in tasca. Quando lei era tornata da me, allegra e spensierata, commentando la bellezza del vestitino che aveva appena visto in vetrina, mi aveva chiesto di vedere le foto, e quando aveva visto che mancava la foto 7, le avevo mentito dicendo che in quella foto era venuta orribile, e che l’avevo fatta sparire per evitare che la vedesse. 
Alla fine, tornati nell’albergo in cui alloggiavamo, lei si era tenuta tutte le altre foto, e io, di nascosto, questa. 
Prima dell’esibizione all’International Music Award, avevo passato la serata a guardarla, e al momento dell’esibizione l’avevo nascosta all’interno della mia rivista. 

Qualcuno stava bussando alla porta. Nascondo in fretta e furia la foto di me e Britt e grido << Avanti >>. E’ Dave. 
<< Sei ancora qui, Alvin?! >> 
<< Già…a quanto pare >> 
Mi si avvicina e si siede sulla sedia di fianco a me. 
<< Dimmi la verità, Dave…si notava tanto? >> 
<< Ti riferisci al fatto che per l’ennesima volta hai cercato di monopolizzare l’attenzione su di te? >> 
<< Non scherzare, Dave…lo sai di che parlo! >> 
<< Hai ragione, scusa…bhe, sì Alvin…un po’ si vedeva…ma credo di essere stato l’unico in sala ad averlo notato…sembravi un po’ giù di tono, rispetto al solito… >> 
<< Già…spero…spero di non aver mandato a monte l’esibizione… >> 
<< No, tranquillo! Sei stato perfetto, i fan sono impazziti! >> 
<< Bhe, grazie…he he… >> 
Restiamo in silenzio per un po’, io vorrei dire qualcosa, ma non mi viene in mente nulla. Per fortuna, ci pensa lui a spezzare il silenzio. 
<< Posso dirti una cosa, Al? >> 
<< Sì, Dave, dimmi >> 
<< So come ti senti…anch’io ho affrontato una mezza missione suicida per tornare da voi…e in effetti, credo di aver quasi mancato di rispetto ad un paio di agenti della guardia costiera…ma ora siamo tutti qui, sani e salvi. Brittany è stata visitata e la dottoressa ha assicurato che sta bene, lo so che hai passato l’inferno per lei, ma ora non c’è più motivo di stare male… >> 
Dave crede che sia quello il vero motivo del mio malessere…bhe…fino a poco fa lo credevo anch’io…ma poi ho capito che, invece, la causa di tutto era “l’altro” discorso… 
<< Ok…Dave… >> 
<< Però non mi sembri molto convinto…senti…rifletti su quello che ti ho detto, e se poi vorrai raggiungerci, sai dove trovarci… >> 
<< Bhe…aspetta, Dave… >> 
<< Sì, Alvin? Cosa c’è? >> 
Apro la rivista, e tiro fuori la foto di me e Britt abbracciati, e gliela mostro. Lui la prende in mano e la guarda con attenzione. 
<< E’ davvero bella, Alvin… >> 
<< Capisci il problema ora? >> 
Lui mi restituisce la foto. 
<< Sì… >> 
<< E allora? Cosa dovrei fare? Che mi consigli? >> 
<< Dico solo una cosa…Britt non fa che parlare di te, di tutto quello che hai fatto per lei…e di tutto quello che le hai detto in spiaggia… >> 
A sentirgli dire quella cose, a momenti finivo per strozzarmi. 
<< Dici…davvero? >> 
<< Sì, e credo che la cosa migliore che tu possa fare e parlarle… >> 
Poi, terminata la frase, apre la porta ed esce. 
Io rimango in camerino ad aspettare ancora un po’, riflettendo sul da farsi. Come avrei fatto a dirle nel modo giusto quello che provavo davvero per lei? Dovevo essere diretto come sulla spiaggia? Tergiversare? Farglielo capire in qualche modo? Scriverglielo su un messaggio? 
A furia di rimuginare, non mi accorgo che son già passati venti minuti da quando Dave se n’era andato. Forse è arrivato il momento di andare anche per me. 
Arrotolo la mia rivista e me la carico sotto braccio, poi scendo e mi dirigo verso la porta. Aprendola, mi trovo di fronte a Britt, vestita con un elegantissimo abito rosa da sera. 
<< Britt…che…che ci fai qui? >> 
<< Dave mi ha detto che dovevi parlarmi…e così eccomi qui… >> 
Incastrato da Dave…complimenti…in che gran bel guaio mi hai cacciato… 
Se aveva mentito a lei, forse non era vera neanche la storia che Brittany aveva parlato con tutti del nostro discorso sulla spiaggia. Che dovevo fare?! 
<< Sì…bhe…ecco…io…io volevo solo dirti che sei…sei stata fenomenale all’esibizione…tutto qui…heheheh… >> 
<< Oh…sì? Bhe…grazie, Alvin…anche tu sei stato bravo… >> 
<< Hey, grazie! Ora…che ne dici? Torniamo dagli altri? >> 
<< Ok… >> mi risponde lei, con un tono di voce deluso. 
Mentre esco dal camerino e comincio a percorrere il corridoio, la sento chiamarmi, dietro di me. 
<< Alvin…sto male…sto per svenire ancora…prendimi! >> 
Un brivido mi corre lungo tutta la schiena, e io corro subito ad afferrarla, prima che caschi a terra. 
<< Britt, Britt!! Oh, no…che ti succede adesso, Briiiiitt?!! >> 
<< Ahahah…stavo scherzando, Alvin! >> 
<< Cosa?! >> 
<< Già…sai…ti è caduta questa dalla rivista… >> mi avverte, sventolandomi davanti al naso la nostra foto. 
<< …è bellissima…perché me l’hai tenuta nascosta? >> 
<< Oh…sai…bhe…ecco…sì…insomma… >> 
Chiudi il becco, Alvin! Chiudi il becco!! Non mostrarti più ridicolo di quanto già non lo sei. 
<< Anch’io ti amo, Alvin… >> 
Mi pietrifico di colpo… 
L’avrà detto davvero? O sta volta era davvero un’allucinazione? 
<< Un momento…tu… >> 
<< Sai…era stato molto bello quando me l’hai detto sull’isola… >> mi spiegava lentamente, e con voce bassa e seducente. 
<< …certo…il contesto non era proprio dei più adatti, quindi…pensavo che se ti portavo con me a fare shopping e a scattarci fotografie insieme, avresti approfittato dell’occasione per dirmelo con più calma…ma a quanto pare… >> 
<< Già… >> le rispondo io. 
Che stupido…stupido, ingenuo, bambinone che non sono altro!! Lei voleva solo sentirmelo ripetere in un contesto in cui non fossero in pericolo le nostre vite, e io?! Io avevo frainteso tutto!! 
<< Quindi? Non hai niente da dirmi? >> insistette lei, sempre con quella voce calma e suadente. 
Io mi avvicino a lei e le do un piccolo e delicato bacio sulle labbra, poi mi allontano di qualche centimetro, imbarazzatissimo. 
<< Ma come? E’ così che mi dici che mi ami?! >> mi chiede lei. Subito dopo mi si lancia addosso buttandomi a terra, e lì comincia a baciarmi come mai avrei potuto immaginare. Non saprei dire se era per l’emozione o per il fatto che fosse sdraiata sopra di me, sta di fatto che non riuscivo a respirare. Durante quel lungo ed interminabile bacio (nel senso che speravo non finisse mai), non riuscivo a fare altro che star fermo e lasciare che facesse tutto lei. Quando poi finì, si sollevò leggermente e mi chiese << Allora? Che ne dici? Era meglio il mio “Ti amo” o il tuo? >> 
<< Bhe…sai…non sono sicuro di averti sentito bene, ehehe... >> 
<< Oh, Alviin!! >> 
E ricominciammo a baciarci. Sempre una sdraiata sopra all’altro, ma sta volta io ero più collaborativo. Ricambiavo i suoi baci e la tenevo abbracciata a me, finché entrambi non decidemmo che come primo (terzo) bacio, poteva anche bastare. 
<< Ora, credo che dovremo alzarci…se qualcuno ci vedesse potrebbe pensarla male… >> suggerisco io. 
<< E chi vuoi che ci veda? >> 
<< Bhe…nessuno, ma è meglio non correre rischi eheh… >> 
Lei si sposta da sopra di me e insieme ci rialziamo. 
<< Quindi, direi che si può dire che ora stiamo insieme, no? >> provo a chiederle io. 
<< Può darsi…ma sai..quel tuo “ti amo” di prima non mi ha ancora convinto del tutto…ci penserò su… >> scherza con me, poi riprende a parlare << A proposito, Alvin…più tardi Dave e gli altri vogliono andare alla cena di gruppo organizzata dallo staff…che ne dici? Ci andiamo? >> 
<< Veramente…stavo pensando che, sai…visto come sono andate la cose tra noi poco fa…magari…sì, ecco…ti va se prenoto in un ristorantino e usciamo solo noi due? >> 
<< Alvin Seville che mi invita a una cena in un ristorante di chic? >> 
<< Proprio così…allora? Ti va? >> 
<< Hmm…mi hai quasi convinta, ma prima di decidere…dovremo un attimo ritornare sul discorso del tuo “ti amo”…come ti dicevo…non mi hai ancora convinta del tutto… >> 

   
 
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