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Autore: serew    05/03/2012    0 recensioni
voglio raccontare la mia storia, la storia di due giovani che si innamorano casualmente in una maniera che nessun altro mai avrebbe potuto fare.
si innamorarono l'uno dell'altra senza nemmeno rendersi conto che il tempo minacciava di invecchiarli, senza mai dirsi un : ti amo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Erano le 16.30 di un pomeriggio del primo settembre 2011...
tutti ormai si accalcavano in biblioteca per le ricerche del ultimo momento, persone che non si sanno gestire ecco come le definisco io;
mentre io me ne stavo tranquilla seduta nella mia solita sedia, al mio tavolo preferito mentre leggevo un buon libro, tentando di non pensare a nulla se non a quello che stavo leggendo. 
Eppure... qualcosa mi disturbava, forse era quel gran chiacchierio che sentivo, oppure
l'idea che avevo appena concluso una storia durata 9 mesi senza nemmeno versare una lacrima...
Ero sempre stata categorica su alcune decisioni... non ho mai notato le sfumature tra un si e un no, tra il bianco e il nero
tra la chiusura di un capitolo e un altro per me c'era solo la pausa interiore, avevo bisogno di cambiare pagina e poco importava se avevo fatto soffrire qualcuno che mi era stato vicino per ben nove mesi, le storie a 16 anni vanno come devono andare.
Nessuno pretende di mettersi insieme all'uomo della propria vita a quest'età e nemmeno io lo pretendevo!
Credevo fosse quel mio atto di stronzaggine assurda a non farmi concentrare sul libro, invece era altro.
Mi sentivo osservata!
Provai a girarmi diverse volte ma non riuscii a vedere nessuno, quando lo vidi: 
aveva negli occhi l'infinito, l'infinito di chi sogna l'amore.
era pressapoco alto 1.70, magro con un fisico atletico, molto probabilmente per le ore passate a fare allenamenti di chissà quale sport, occhi sognanti e fissi su di me...
era la cosa che mi fece più accapponare la pelle è che non aveva paura di farsi vedere, lo faceva apposta e più cercavo di sottrarmi al suo costante sguardo più lui cercava i miei occhi.
i suoi capelli mi ricordavano il grano che vedevo nel campo vicino a casa di mio nonno, abbastanza corti e a spazzola erano tenuti sbarazzini, forse anche essi come il propretario incuranti; la carnagione molto più scura della mia che è praticamente bianca mi fece pensare a qualcuno che per i 3 mesi si era posto incontinuazione al sole... mentre ovviamente la sottoscritta da brava studiosa era stata per la maggior parte dei 3 mesi festivi chiusa in camenra a studiare per poi uscire da quel buco solo alla sera, dove ormai il sole faceva le valigie!
abbassai il libro e mi composi sulla sedia e volontariamente iniziai anche io a fissarlo... tanto che lui si spostò dallo scaffale polveroso di libri vecchie si sedette al mio tavolo.
3 minuti.
5 minuti.
avrei voluto tanto sbattergli il libro in testa e dirgli: "vattene non sei gradito!"... ma lui ora sorrideva.
non so perché... ma sorrideva.
quella curva delle labbra mi fecero esasperare e sbottai:" e quindi? hai bisogno di una mia foto o puoi smetterla di fissarmi?"

1 minuto
3 minuti

poi si decise forse che la mia domanda era alquanto trascurabile e si alzò... 
prese un libro lo andò a regirstrare e sparì così.... senza nemmeno un ciao.
*****


diverse ore dopo mi ricordo che tornai a casa. avevo il morale a pezzi, non riuscivo a capire l'intenzione di quel ragazzo, per un momento decisi di essermelo solamente immaginata, però il mio cervello sapeva che non era così... ero sicura che se prima di uscire da quel edificio pieno di muffa che mi consolava, dove i libri mi facevano da amici avrei potuto consultare il registro dei libri per scoprire per lo meno chi fosse quello strano individuo dagli occhi sognanti.
decisi di paragonarlo a un bel sogno, a qualcosa che si vede solo nei film adolescenziali per poi tornare alla realtà e capire che quel tipo stava suanando alla porta di casa mia, o meglio il convitto dove abitavo con dei ragazzi del mio corso.
iniziai a pensare fosse un maniaco, di conseguenza cercai di ignorare il rumore del campanello quando lui iniziò a gridare:" so che sei in casa, ti ho seguita, aprimi!"

*****
:"eh così.... chi cazzo sei?", avevo scelto di non aprirgli il cancello, ne ero uscita io, ancora con il giubbetto e le scarpe,
la sua faccia fece una smorfia volantariamente buffa e rispose:" se fossi più grande mi potrei spacciare per un insegnante delle buone maniere, ma sono solo uno studente.".... lo fissai e ripetei la domanda, li lui si mise a ridere!
odiavo quando mi ridevano in faccia, soprattutto gli sconosciuti che nemmeno conoscevo, volevo girarmi e andarmene ma i suoi occhi mi intrappolavano li! 
:" sono uno studente, della facoltà di economia che sta poche case più in la, vivo qui, da oggi. Mi chiamo Steven piacere!"

  
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