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Autore: ReneesmeCullen    05/03/2012    2 recensioni
Se la saga fosse iniziata in modo diverso? Bella, non era la fragile umana, ma era una vampiro da più di 100 anni. E Edward fosse un umano di soli 17 anni. Come sarebbe andata la storia fra di loro? Bella sarebbe stata in grado di trasformare Edward in vampiro o avrebbe preso scelte diverse? Scopriamolo in questa fan fiction, raccontata dal punto di vista di Edward.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Ho deciso di creare questa fan fiction di twilight. Aspetto numerosi commenti, Grazie!


Avevo sempre vissuto a Phoenix, ma ora mi sarei dovuto trasferire a Forks. Mio padre Carlisle era un medico, e gli era stato offerto un lavoro a Forks. Non mi piaceva affatto trasferirmi. A Phoenix era sempre caldo, mai un giorno di pioggia. A Forks invece mi sarei dovuto abituarmi alla pioggia, ai giorni sempre nuvolosi. Ma non mi lamentavo, volevo fare contenti i miei genitori. Mia madre Esme è una restauratrice e architetto di case. Aveva fatto alcune ricerche e nella nuova città avrebbe avuto un gran successo. Io sarei andato alla scuola della città. Fantastico! Forks aveva la particolarità di essere una cittadina di soli 3120 abitanti. Abituato alla mia vecchia scuola che eravamo più di mille studenti. Non potevi conoscere tutti gli studenti. Ma qui sarebbe stato diverso. La scuola avevo solo 700 studenti. C’è per la precisione 699 io sarei stato l’ultimo arrivato. Non mi piaceva avere tutti gli occhi addosso. Mi piaceva starmene in disparte. In più siamo a Marzo. Arrivare a metà semestre non era affatto d’aiuto. Avrei iniziato la scuola due giorni dopo il nostro arrivo in città. Non vedevo l’ora! Si si come no!

***

Era arrivato il giorno di andare a scuola. Mio padre mi aveva comprato una macchina per permettermi di spostarmi autonomamente da solo. Era un golf dell’99. Non mi lamentavo. Forse era un po’ sgangherata ma mi permetteva di girare. Giunto a scuola mi sentì subito sotto gli occhi di tutti. L’uniche macchine di lusso erano una volvo metallizzata, per la precisione una Volvo S60R. Una cabriolet rossa, una BMW M3 e una jeep, una Wrangler. La mia macchina sembrava uscire dal medioevo al confronto di queste bellissime macchine. Parcheggiai il più lontano possibile dagli occhi di tutti. Presi un grosso respiro, indossai il cappuccio e scesi dalla macchina. Era una giornata piovosa. Strano da dire. Entrai nella scuola. Era un edificio abbastanza antico. Come tutti gli edifici antichi di Forks. Mia madre sarebbe stata contenta di restaurare gli edifici. Andai in segreteria a prendere i miei orari e presentarmi. Appena entrai, la segretaria mi squadro dalla testa ai piedi, per poi rivolgermi un grosso sorriso.
“Salve sono Edward Cullen. Sono il nuovo studente”.
“Ah la stavamo aspettando. Si trova bene in città?”
“Si grazie”
“Bene bene. Ecco questi sono i suoi orari e la cartina della scuola”.
“Grazie”
Uscendo dalla porta, inizia a guardare gli orari. Non volevo passare tutto il giorno con il foglio in mano. Diedi una scorsa e poi cacciai gli orari nello zaino. Alla prima ora avevo inglese. Leggendo il programma che mi aveva consegnato la segretaria, avevo già svolto tutto il programma di inglese. Ma non volevo apparire il secchione di classe, quindi avrei svolto i compiti senza guardare gli appunti della mia vecchia scuola. Ero quasi arrivato alla mia classe, quando qualcuno mi tocco sulla spalla. Mi presi un accidenti, ma mi voltai senza farlo notare.
“Ciao tu devi essere Edward Cullen?”
“Si sono io”
“Ciao sono Eric Yorkie, gli occhi e le orecchie di questa scuola”. Mi porse la mano, e io l’accettai.
“Piacere mio”
“Quale è la tua prossima lezione?”
“Um… inglese”.
“Se vuoi ti accompagno?”
“No grazie! Voglio cercare di cavarmela da solo! E poi credo che sia qui vicino. Senza offesa”
“No tranquillo. Beh ci vediamo a pranzo”
Gli sorrisi e mi allontanai. Non volevo arrivare tardi il primo giorno di scuola. Entrai e tutti gli studenti in classe si voltarono a guardarmi. Fantastico.
“Tu devi essere Edward Cullen. Benvenuto nella nostra scuola e in città”
Non so quanto volte, avrei dovuto sentire questa frase.
“Salve! Si sono io Edward Cullen”.
“Prego si può accomodare lì davanti. È l’ultimo posto libero. Questo è il suo libro di inglese”
“Grazie!”
Mi sedetti, e per fortuna il professore iniziò la lezione. Così tutti gli studenti smisero di osservarmi. Mancavano dieci minuti all’inizio della lezione, entrò una ragazza. Si chiamava Jessica Stanley. Si sedette accanto a me. Era abbastanza alta, capelli lunghi rossicci. Era una chiacchierona. Appena mi vide, iniziò a farmi mille domande. Io mi sentivo in imbarazzo. Non ero di molte parole. Ma con questa ragazza bastava dire un sacco di oh e di ah. Alla fine per fortuna la lezione iniziò e lei smise di parlare e io potevo finalmente rilassarmi. Le lezioni successive passarono velocemente. Avevo conosciuto oltre a Eric e a Jessica, anche Mike Newton e Angela Weber. Angela era una ragazza timida come me, ma molto simpatica. Mike seguiva la maggior parte delle lezioni con me. Ci saremmo tutti incontrati a pranzo. Prima di pranzo avrei avuto ginnastica. Un’altra lezione che avrei preferito evitare con tutto me stesso. Ero scoordinato e non avevo mai pratico sport. Mi sentivo una pietà. Di solito i ragazzi erano i migliori nello sport, ma nel mio caso era tutto il contrario. Con i miei compagni avrei dovuto giocare a basket. Ma dopo due minuti che era iniziata la partita, i miei compagni capirono subito che conveniva non passarmi alla palla. Andai nello spogliatoio prima del tempo. Dicendo al professore che non mi sentivo bene. Lui mi diede il permesso, ma non era molto contento del mio atteggiamento.
Finalmente arrivò l’ora di pranzo.  Presi un panino e una bibita e mi andai a sedere con i miei compagni. Mentre stavo per mangiarmi un panino, vidi entrare cinque ragazzi stranissimi. Sembravano venire da un altro pianeta.
“Chi sono?”, chiesi in generale.
“Sono i Swan. Sono i figli dell’avvocato della città e di sua moglie” – mi rispose Jessica.
“ Ma stanno tutti assieme per i fatti loro”
“Assieme?”
“Beh vedi quel ragazzone alto, quello è Emmett. Sta con Rosalie, la ragazza alta bionda. Poi c’è Alice, è strana veramente. Sta con Jasper, il ragazzo che sembra sempre in agonia. Non penso che sia legale che stiano assieme”
“Ma non sono veri parenti”
“Ma sono comunque fratelli e sorelle”
“Lei chi è?”
“Lei è Isabella Swan. Si fa chiamare Bella. Tutti i ragazzi ci provano con lei, ma a lei sembrerebbe non interessata a nessuno”.
Era la ragazza più bella della scuola. Alta, magra, capelli lunghi rossicci castani. Erano nel tavolo più lontano da tutti e nessuno sembrava accorgersi di loro. Mentre ero incantato ad osservarli Bella Swan, posò gli occhi su di me. Mi imbarazzai immediatamente, e mi voltai rosso in viso. Non mi voltai più per il resto della pausa. Non volevo ancora gli occhi su di me.
La lezione successiva era biologia. Anche per biologia avevo già svolto la maggior parte del programma. Entrai in classe e vidi che c’era Bella Swan. Oh dio! Volevo fuggire. Come per tutte le lezioni, l’unico posto libero era nelle file davanti. Ma in questa ero accanto a lei. A Isabella. Avrei preferito saltare la lezione. Ma non volevo farlo il primo giorno. Nessuno parlava con lei. Per me non era considerata, ecco perché lei, con i suoi fratelli se ne stavano tutti per i fatti loro. Mi sedetti, e presi il libro e cercai gli appunti per la lezione successiva. Mi sentivo il suo sguardo addosso. Ma cercai con tutto me stesso di non voltarmi nella sua direzione.
“Tu sei Edward Cullen?”
Pensavo che fosse stato un angelo a parlarmi. Era la voce più delicata e più cristallina che avessi mai sentito. Isabella mi aveva parlato. Mi voltai e gli sorrisi come un ebete. Che figura.
“Si, sono..io”
“Benvenuto nella nostra scuola. Spero che ti troverai bene nella nostra scuola. Comunque dimenticavo io sono Isabella Swan”.
“Piacere mio.” Mi sorrise e si mise a parlare al telefono. Ma io non lo avevo sentito suonare. Forse era silenzioso. Ora che l’avevo a due passi da me, potevo notare che i suoi occhi erano di un colore stranissimo. Erano castano dorati, quasi color ambra. Inoltre aveva una carnagione chiarissima. Ma pensando che qui a Forks non c’era mai il sole, ho pensato che fosse così chiara per quello. Indossava una camicia a righe, e un paio di jeans aderenti e scarpe con tacco alto. Io a confronto sembravo un vagabondo. Non mi ero mai appassionato di shopping e mettevo le cose come capitavano. Da domani però sarei andato a comprarmi vestiti nuovi.
“Eccomi scusa. Era mia madre.”
“Non ti preoccupare.”
“Allora ti piace Forks?”
“Um, si è carina come città! Ma preferivo molto di più Phoenix, almeno c’era il sole tutti i giorni”
“Si qui, il sole manca sempre. Come mai ti sei trasferito?”
“A mio padre hanno offerto un lavoro nella vostra clinica.”
“Si troverà bene”.
“Si speriamo.”
“Buongiorno ragazzi, e ora di iniziare la lezione”
Giunto il professore, non potemmo più parlare. Ma lei ogni tanto mi guardava e mi porgeva un sorriso. Era molto bella e molto socievole, da quel poco che avevamo parlato. Mi sarebbe piaciuto parlare ancora. Non seguivo molto la lezione, pensavo sempre a lei. Come sarebbe andata a finire?
   
 
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