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Autore: anonimi pensieri    05/03/2012    1 recensioni
La storia parla di Liz, Harry e un'altro personaggio.
Liz non si aspetterebe mai di scoprire che..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“sai cosa ti dico? VAFFANCULO!” mi girai e me ne andai. Harry rimase li impietrito, guardandomi mentre mi allontanavo il più possibile da lui. Stavamo insieme da due anni e ancora non aveva accettato la presenza di Luke, il mio migliore amico, nella mia vita.
La giornata sembrava non finire più, quando suonò l’ultima campanella mi alzai veloce, andai dal mio armadietto, posai i libri e mi diressi a passo svelto verso l’uscita, passando davanti ad Harry senza degnarlo di uno sguardo. Uscita dalle porte oscurate di quel vecchio edificio venni inondata da una luce chiara che mi accecò, fino a quando non riuscii a scorgere una sagoma, con due spalle ben scolpite e un ciuffo sbarazzino, appoggiata a una fantastica Porche grigia. Gli corsi incontro e gli buttai le braccia al collo “come stai?” mi disse senza staccarsi da quell’abbraccio di cui avevo tanto bisogno. “tiro avanti sola soletta perché QUALCUNO mi ha abbandonato.” Lui mi guardò storto, mi fece fare un casquè e mi baciò sulla fronte sussurrandomi “sono felice che tu stia bene, Elisabeth” “sai che odio quando mi chiami così!” “scusa, Liz!”.
Mi accompagnò a casa e stemmo tutto il giorno a chiacchierare, Luke mi raccontò delle sue partite di calcio, dei nuovi amici e di tutte le città che aveva visitato e io gli parlai della scuola evitando l’argomento HARRY. A cena rimase da me e mangiammo in un silenzio per niente imbarazzante che lui interruppe dicendo “non mi hai detto niente di Harry. Con lui come va?” mi colse impreparata così gli sputai l’acqua che stavo bevendo e ci mettemmo a ridere entrambi. Prima che potessi rispondere alla domanda suonò il campanello. Luke andò ad aprire e sentii quella voce inconfondibile dire “Luke.” “Harry.” Ribatté il mio amico per niente entusiasta. Quei due non si erano mai piaciuti ed io non ho mai capito il perché, ma con Luke sapevo di poter parlare di Harry sempre e comunque. Con Harry invece non potevo neanche nominarlo, forse perché non aveva mai capito le dinamiche del mio rapporto con Luke.
Così mi affrettai ad andare ad interrompere quegli sguardi di fuoco, non facendo caso al fatto che ero in mutande, coperta a malapena da una vecchia maglia di mio padre. Così Luke si girò verso di me sentendomi arrivare e mi disse che usciva e che tornava più tardi, dandomi un leggero bacio sulla guancia. Quando si allontanò tornai a concentrarmi su Harry che mi stava squadrando dalla testa ai piedi. Quando ebbe finito di farmi la radiografia disse: “ma ti sembra il modo di stare, con un ragazzo in casa?” alzai gli occhi al cielo e gli risposi “scusa mamma, ma non è niente che lui non abbia già visto e poi non mi sembra di averti invitato. Dunque cosa vuoi?” Harry a quel punto mi spinse dentro casa e chiuse la porta con un calcio, mi baciò con tutta la passione che aveva in corpo, ma passati i primi momenti di annebbiamento mi staccai un po’ controvoglia e gli dissi “non te la caverai con così poco!” lui riempì nuovamente la distanza che c’era tra di noi e a pochi millimetri dalle mie labbra sussurrò “ne sei sicura?” alzai lo sguardo e rimasi sopraffatta da quegli occhi del colore di un prato in primavera che non mi lasciarono via di scampo. Così rincominciò a baciarmi e in quel momento non desideravo altro che lui. Andammo in camera mia e facemmo l’amore, poi se ne andò per non dover rincontrare Luke che tornò poco dopo. Notai che era già mezzanotte così mi preparai un tè, mi misi dei pantaloncini grigi e una canottiera bianca e andai a dare la buonanotte a Luke che si era sistemato nella camera degli ospiti. Quando entrai lui indossava solo i pantaloncini dei Lakers che gli avevo regalato per il suo compleanno. Rimasi incantata a guardare il suo fisico scolpito (niente a che vedere con la pancetta che aveva Harry). Lui se ne accorse e tossì per farmi tornare con il cervello sulla terra, così diventando rossa in volto dissi “oh, scusa, comunque ero venuta per darti la buonanotte.” Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò per un polso facendomi girare e andare a sbattere contro il suo petto nudo, azzerò la distanza tra le nostre labbra e mi baciò, era come se le nostre labbra fossero state create per appartenersi. Dopodiché approfittò del mio shock momentaneo per chiedermi se volevo rimanere a dormire con lui quella notte. Non potei rifiutare così mi accoccolai tra le sue braccia e caddi in un sonno profondo. Il giorno dopo avremmo dovuto chiarire un paio di cose.





ciao :)
questa è la prima ff (anche se è una one-shot) che posto, quindi non so fatemi sapere cosa ne pensate ;)
scusate per eventuali errori di grammatica ù___ù
faccio un liceo linguistico, ma sono davvero pessima.
adios e buona lettura :)
  
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