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Autore: Purrrkwood    05/03/2012    5 recensioni
Aveva sempre saputo quali fossero i suoi obiettivi, sempre. Anche quando la situazione non era delle migliori, conosceva i suoi progetti.
Distruggere Medusa.
Distruggere Aracne.
Distruggere Medusa e Aracne insieme.
[...]
Adesso lei cosa doveva fare? Dove sarebbe andata?
[Free/Elka]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Partirei dal presupposto che la mia fumetteria è brutta e cattiva perchè non mi porta i numeri di soul eater e io sono ferma all' otto, ALL' OTTO!! T^T Sooo, mi dicono che il finale dell' anime ci azzecca poco assai con il manga, ma d' altra parte io al momento ho visto solo quello XD Ergo non ho la minima idea se questi due amorevoli tizietti nella versione cartacea facciano qualcos' altro oltre a fissare il vuoto in silenzio, ma se lo fanno amen. Vorrà dire che mi sarò ispirata all' anime.
Detto questo, io sono letteralmente innamorata di Elka e Free e snobbo Soul e Maka. Sono l' unica? XD
Hope you enjoy it! E' una cosa cortissima, ma allungarla non aveva senso.
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“Dai retta a me” esordì l’ uomo alle sue spalle “Pensarci troppo fa male”.
Elka Frog non rispose. Si strinse nel mantello, gli occhi fissi sulla piana devastata ai piedi della collina. Non si udiva più un solo rumore, non un colpo, uno stridio, un grido di quelli che avevano risuonato nell’ aria fino a pochi minuti prima.
La barriera del kishin era lì, ferma. Al suo interno si stava probabilmente scatenando l’ inferno, ma all’ esterno non giungeva alcun suono: di tanto in tanto una folata di vento smuoveva le foglie, ma a parte quello c’ era un silenzio di tomba. Oh, e a parte Free.
L’ uomo lupo era poco dietro di lei, lo sentiva vicino. Se ne stava fermo, appoggiato ad un albero, anche lui intento ad osservare il campo di battaglia. Elka si chiese se l’ immortale si stesse ponendo le sue stesse domande, ma supponeva di no. Free si faceva molti meno problemi di lei. Free era di certo sicuro di ciò che voleva.
“Se sei incazzata con me puoi dirmelo, anche se non capisco proprio perché dovresti esserlo”
“No…” No, sarebbe stato bello essere incazzata. La rabbia sarebbe stato meglio di… quello. Le avrebbe riempito la mente, almeno.
Aveva sempre saputo quali fossero i suoi obiettivi, sempre. Anche quando la situazione non era delle migliori, conosceva i suoi progetti.
Distruggere Medusa.
Distruggere Aracne.
Distruggere Medusa e Aracne insieme.
In qualche modo pensare a quelle cose l’ aveva sempre aiutata a restare lucida, prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui non avrebbe avuto più alle spalle l’ ombra di nessuna strega che non fosse lei.
Si, ma… adesso? Era successo, Medusa era morta, crepata – si sperava che fosse la volta buona! E il dio-demone aveva fatto di Aracne una cenetta deliziosa.
Adesso lei cosa doveva fare? Dove sarebbe andata?
Non ricordava quasi più quello che faceva, prima che la sua strada si incrociasse con quello della strega serpente. Era tutto un insieme di azioni monotone che sbiadivano lentamente. Le azioni della vecchia Elka, che era stata tutto tranne che quello che era ora: una scema spaventata che fissava il vuoto davanti a sé con occhi spenti, senza la minima idea di cosa fare. Forse si era lasciata plagiare tanto da Medusa che, ora che era di nuovo libera, non riusciva più a capire chi fosse. Una strega? Di streghe ce n’ erano tante al mondo. Una strega libera? Ma le streghe erano tutte libere – beh, a parte lei negli ultimi tempi.
Aveva sempre saputo cosa voleva. E adesso era completamente vuota.
“Elka…” una mano si poggiò sulla sua spalla. Free non aveva mai fatto una cosa simile, almeno non con quella delicatezza. Ma, d’ altra parte, nelle ore precedenti si era stravolto tutto l’ equilibrio. Per cui andava benissimo. Si voltò a guardarlo, perché era stanca di fissare il vuoto. Gli occhi asimmetrici dell’ uomo la osservavano dubbiosi.
“Non inizierai a fare la depressa proprio ora, spero!” esclamò, passandosi una mano tra i capelli corti “Cazzo, mi metti ansia! Non dovremmo esultare, adesso che possiamo fare quel cavolo che vogliamo? No?”
Oh, si. Tecnicamente era la cosa più logica. La strega tornò per qualche secondo a fissare la pianura. Quello che le pareva, era giusto.
“Tu che farai?” chiese quando tornò a specchiarsi negli occhi dell’ immortale “Cos’è ‘quello che pare a te’?”
Free alzò le spalle “E io che ne so. Sono stato prima in galera e poi a fare da galoppino a quella stronza di Medusa, decidere con la mia testa adesso sembra quasi impossibile. Sono sicuro di una cosa, però: voglio andare via.”
“Verso dove?”
“Boh. Via. Lontano da qui. Ovunque, basta che non sia questo posto allucinante. Voglio mettermi a correre e fermarmi solo quando le gambe mi faranno troppo male per proseguire. A quel punto scoprirò dove sono e… che ne so, te l’ ho detto! Non farmi domande difficili, diavolo! Mi va bene anche non fare niente per il resto della mia vita. Voglio la libertà… e una bella ragazza che mi scaldi il letto la sera.”
Concluse il discorso mostrando i denti bianchi in un ghigno che avrebbe inquietato qualunque persona normale. Elka si ritrovò suo malgrado a storcere la bocca in una smorfia che finalmente, dopo non sapeva quanto tempo somigliava ad un sorriso. Lasciò la presa sul mantello, lo lasciò cadere a terra rivelando il vestito  a pallini. Era una rana e le rane con i lupi avevano a che fare poco e niente. Anzi, decisamente niente.
Elka Frog era silenziosa. Aspettava. E Free lo notò.
“Quindi…” esordì “Vieni con me?”
Elka ridacchiò di nuovo: “E scaldarti il letto la sera?”
Era davvero possibile? Non aveva il minimo senso!
La sua risata gutturale echeggiò sinistra: “Perché no! Se a te va.”
Le offrì la mano. Una mano enorme, grande tre volte la sua, per non parlare del resto del braccio. Dietro di lei c’ era solo il deserto e una vita nelle gabbie di Death City.
Davanti c’ era un bosco. C’ era l’ ignoto. Il futuro, per così dire.
Elka Frog alzò le spalle, perché lei era una strega e tutte le streghe sono libere.
“Si” rispose “Mi va”
Strinse quella mano gigantesca e lasciò che l’ altro la sollevasse senza il minimo sforzo, per caricarsela sulle spalle. E infine, come aveva promesso, iniziò a correre.
Elka strinse la presa, appoggiando la testa nell’ incavo di quelle enormi spalle. Perché rane e lupi c’ entravano davvero poco, ma anche rane e serpenti non è che avessero chissà quanta parentela.
E almeno i lupi emanavano calore.

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Bon, queste ispirazioni fulminee della serie "pensa e scrivi" mi convincono sempre poco XD
Solo perchè si avvicina la data, chi viene al cartoomics?
Io sarò Kuja in versione trance e in questo momento, mentre voi leggete sto di certo imprecando dietro a qualche dettaglio del costume, scegliete voi quale ù___ù
Adiòs!
   
 
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