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Autore: Loveless85    06/03/2012    3 recensioni
Draco Malfoy è innamorato.
Strano ma vero, lo è veramente, al punto di diventare insensibile quando si sente dire che il suo amore non è ricambiato...
[questa ff partecipa al contest Blue Moon Fest HP]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Professore, la prego...» disse Draco, cercando di raggiungere l'uomo in nero davanti a lui.
Come sempre aveva fatto un gran casino.
Aveva atteso la fine della cena in Sala Grande ed appena il professore era uscito, lo aveva seguito.
Voleva... non sapeva nemmeno lui cosa.
Dichiararsi?
Dirgli che lo pensava in continuazione?
O magari comunicargli che nell'ultimo mese non aveva fatto altro che masturbarsi pensando a lui e al suo corpo?
Alla fine, aveva aperto la bocca per parlare e gli era uscito quello stupido "Ti amo. Ti prego, dammi una possibilità", al che, l'uomo, lo aveva guardato con tanto d'occhi, lo aveva messo in punizione e adesso stava quasi correndo per i corridoi del Castello, tentando di seminarlo.
«Professore!» lo chiamò di nuovo.
«Vada a letto signor Malfoy, o vuole rendersi ancora più ridicolo e prolungare la sua punizione a due mesi?» sibilò la voce gelida del Professor Piton, che aveva continuato comunque a camminare verso i suoi alloggi privati.
Draco si fermò di botto.
«Quindi... amare qualcuno... significa essere ridicoli...» disse con voce quasi piatta.
Non pensava che sentirsi rifiutato dalla persona che amava facesse così male.
«Quando la persona che si ama ha il doppio della sua età ed è il tuo padrino, oltre ad essere un tuo professore, la risposta è SI, signor Malfoy» confermò la voce glaciale dell'uomo, che si era fermato a quelle parole tanto pacate.
«Già... perché l'amore è una cosa ridicola... è lui che guarda se amiamo una persona più grande di noi... è lui se sposta il centro del nostro mondo sul nostro padrino... è lui che ci fa notare quanto siano eleganti le mani del nostro professore e ce le fa immaginare sul nostro corpo... ha ragione professore... il mio amore per lei è proprio ridicolo... Ma d'altronde lo sono sempre stato, vero? Sempre a caccia dell'approvazione dei miei genitori, comunque incapace di renderli orgogliosi di me. Sempre un passo indietro rispetto a Potter, in ogni cosa. E adesso questo. Merlino, quanto sono ridicolo...» disse Draco, con una calma davvero molto singolare.
Si sentiva completamente svuotato, ed era certo che non avrebbe provato più nulla per il resto della sua vita. Faceva troppo male innamorarsi o provare affetto per qualcuno. Troppe cose finivano in ballo e adesso lui si sentiva troppo vulnerabile e stranamente insensibile. Ma l'insensibilità forse derivava dal fatto che il suo cuore non batteva più perché era stato sbriciolato dalla mano elegante del suo padrino.
«Le chiedo scusa per averla importunata con il mio stupido e ridicolo amore... Domani sera sarò puntuale per la punizione» disse Draco, la voce che si spegneva lentamente, mentre si girava come un automa per andare al suo dormitorio.
Forse, se si fosse subito messo a letto, il sonno lo avrebbe aiutato a tornare almeno sensibile...
«Draco...» sussurrò sorpreso il Professore, guardandolo andare via con passo lento e calmo, nemmeno stesse camminando su una trave di legno.

La sera successiva, Draco si sentiva esattamente come la notte che aveva appena passato. Insensibile. Non stuzzicò nemmeno Potter. Neanche una volta.
Aveva ascoltato le lezioni e preso appunti. Aveva mangiato perché era una cosa che faceva sempre, ma il suo sguardo era sempre stato vuoto, perso.
E adesso era lì, nello studio del Professor Piton, a sminuzzare radici con attenzione, mentre il suo cuore immobile diventava sempre più freddo.
Aveva così freddo adesso. Anche prima sentiva freddo, ma non gli era mai capitato di sentirlo provenire da dentro. Eppure era così.
Il professore, intanto, lo stava guardando con attenzione.
Il suo figlioccio sembrava stare bene, tutto sommato. Forse aveva avuto ragione a troncare subito quel sentimento che stava nascendo in Draco per lui. Lui non poteva amare, e lo sapeva benissimo, quindi era del tutto inutile che qualcuno si affezionasse a lui, anche se lui era affezionato a quel qualcuno.
Già, lui voleva bene a Draco, ma non era certo amore.
«Ho finito Professore» disse la voce glaciale di Draco, che aveva ancora lo sguardo vuoto, quasi perso.
«Bene. Adesso può passare agli occhi di Rana Muschiata della Lava. Si metta i guanti protettivi, mi raccomando» gli ordinò l'uomo.
I guanti protettivi... che cosa inutile. Era completamente insensibile, perché darsi la pena di mettersi i guanti di pelle di drago?
Con attenzione andò a prendere il vaso enorme dove erano contenuti gli occhi di Rana. Preparò diversi vasi più piccoli, un tagliere pulito e un coltello dalla lunga lama d'argento.
Senza nemmeno pensare, infilò la mano nella massa gelatinosa degli occhi e ne prese uno, incurante del fatto che il liquido aveva cominciato ad arrossargli la mano praticamente subito.
Con precisione, cominciò a tagliare il bulbo oculare, ritrovandosi anche la mano destra completamente arrossata. Prese i piccoli pezzi e li mise nel primo vasetto, continuando quel lento lavoro, incurante del fatto che le mani cominciavano a prudergli, poi a bruciargli ed infine cominciavano a sanguinare, il tutto mentre il Professore era uscito per la breve ronda nei corridoi Serpeverde.
«Malfoy! Cosa sta facendo!» il grido allarmato dell'uomo fece sobbalzare il biondo, che rischiò di tagliarsi un dito.
«Quello che mi ha detto, signore» rispose semplicemente, riprendendo a tagliare il bulbo oculare.
«Malfoy! Fermati, per la miseria! Hai le mani quasi completamente ustionate!»
«Non sento niente, non si preoccupi. Ormai non sento più nulla» rispose con voce secca, glaciale.
«Non dire stupidaggini Draco! Guarda in che stato sono!» ribatté l'uomo, bloccandolo per i polsi e sollevandogliele davanti al viso.
«Le ripeto: non sento nulla»
«Draco...» mormorò l'uomo, cominciando a preoccuparsi. Cos'era successo? Perché reagiva in quel modo?
«Mi lasci finire la mia punizione o domani dovrò lavorare il doppio...»
«No. Adesso ti siedi e mi spieghi questa tua pulsione autodistruttiva!»
«Io non ho nulla del genere... semplicemente è da ieri sera che il mio corpo è completamente insensibile. Dovrebbe fargli piacere, così non creerò più problemi, di nessun tipo. Se non posso sentire, come posso provare un qualsiasi sentimento?» disse Draco, completamente calmo mentre le sue mani cominciavano a sanguinare.
Severus rimase semplicemente senza parole. Non era possibile quello che stava dicendo Draco, eppure, il suo pupillo era seduto davanti a lui, con le mani rovinate e non diceva assolutamente nulla, quando prima avrebbe fatto il diavolo a quattro per un semplice tagliettino che nemmeno stillava sangue.
In silenzio, Severus gli tolse il coltello di mano, poi cominciò a medicarlo, mentre lo sguardo vuoto di Draco lo seguiva in ogni sua singola mossa.
«Perché adesso si preoccupa per me? Perché mi cura?» chiese con voce quasi atona.
«Perché ti voglio bene stupido ragazzino! E perché non è normale che tu tratti il tuo corpo in questo modo!» ringhiò Severus.
«Mi vuole bene? Ieri sera non era di questo parere!»
«Io ti ho sempre voluto bene Draco, fin da quando sei nato. Ti voglio bene, ma non ti amo. Capisci la differenza?» gli chiese mentre, con attenzione, gli bendava le mani.
«Che differenza c'è? E' sempre un sentimento»
«Vero, ma uno è più intenso dell'altro» Draco lo guardò con quei suoi occhi d'argento, adesso ancora vuoti, persi. «Lo capisci Draco?» chiese di nuovo l'uomo, guardandolo con attenzione negli occhi.
«Lo capisco, ma fa male lo stesso Severus...» sussurrò il biondo, chiudendo lentamente gli occhi mentre due grosse lacrime gli rigavano il volto.
Aveva capito cosa voleva dire l'uomo e fu come se il suo corpo avesse vinto la battaglia contro la sua mente, che lo costringeva a non sentire nulla. All'improvviso sentì il dolore alle mani e quel senso opprimente di freddo vuoto al petto, dove una volta il suo cuore batteva.
«Lo so che fa male Draco, lo so...» sussurrò l'uomo, posandogli una mano sulla testa, in una pallida forma di conforto.
«Fa proprio male Severus...» singhiozzò Draco, crollando del tutto, lasciando che i singhiozzi uscissero liberi dalle sue labbra a testimoniare il dolore straziante che un amore rifiutato poteva scatenare.
In silenzio, Severus lo abbracciò.
«No. Fa più male se fai così» rantolò il biondo attraverso i singhiozzi quasi violenti.
«Perdonami Draco... ma davvero io non posso ricambiare i tuoi sentimenti...»
«Zitto. Non dirmelo di nuovo, ti prego» sussurrò con la voce ormai roca il biondo, fuggendo lo sguardo nero del suo amato professore. «Me ne farò una ragione, o almeno spero» disse mentre si alzava in piedi, barcollando.
«Dove vai?» chiese immediatamente il professore.
«In camera. Mi scusi professore, ma non credo di essere in grado di continuare la punizione per questa sera. Domani riprenderò da dove ho terminato...» disse con voce stentorea, camminando lentamente verso la porta.
Merlino, aveva così male al petto!
Aveva appena posato la mano sulla maniglia, quando si sentì avvolgere da una paio di braccia calde e forti.
«Mi dispiace Draco... ci sarò sempre, ma non come tu desideri...» gli sussurrò all'orecchio la voce calda e preoccupata di Severus.
In quel momento Draco capì.
Non avrebbe mai amato nessuno con la stessa intensità con cui amava Severus, ma avrebbe dovuto continuare a lottare per trovare qualcuno che lo avrebbe amato a sua volta.
«Lo so...» sussurrò il biondo, la voce stanca ed incrinata dalle lacrime, ma consapevole di avere la mente più chiare e leggera.
Avrebbe continuato ad amarlo comunque, ma lo avrebbe fatto in silenzio, in disparte, fino al giorno in cui, qualcun'altro avrebbe rubato il suo cuore.
  
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