Crossover
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Autore: Allison_Blackheart    06/03/2012    0 recensioni
My First Trilogy! Si tratta di un crossover tra i personaggi di FF/KH e alcuni inventati dalla mia mente bacata!è ambientata nel medioevo magico e si ispira un po'allo stile "Troisi..";la trama è totalmente diversa da qll originali..beh..buona lettura!Ally
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Lo so...è da un bel po'che non aggiorno (in pratica dall'era glaciale)... perdonatemi!! Ora vi chiederete...perchè postare una storia che sembrava già ormai morta e sepolta da anni? Beh, vedete...è che vi sono molto affezionata poichè questa è stata una delle mie primissime fanfiction e, a dirla tutta, non me la sentivo di abbandonarla così...ma il motivo principale è che questa ff è dedicata a due persone che erano davvero speciali per me in quegli anni...e ora, anche se sono lontane, questa storia è forse l'unico legame che mi è rimasto con loro...perciò la volevo pubblicare in modo tale che, ovunque siano, possano sempre ricordare i bei momenti passati insieme ^^
Ally



Molti chilometri più in là, tra gli innati ruscelli del regno di Fallsland, popolato da Elfi, creature magiche ed umani, sorgeva l'immenso castello regale che occupava la maggior parte del territorio.
In una di queste distese, una giovane ragazza dai capelli corvini e gli occhi verdi teneva saldamente in mano un arco, pronta a scoccare il colpo decisivo, quello che le avrebbe permesso di vincere la sfida.
E così fu: tese l'arco fino al limite, poi lasciò andare la freccia che, in un lampo, andò a conficcarsi nel bel mezzo di un tabellone in legno.
"Siiii!!!" esultò la giovane in preda alla gioia.
Poco più in là, il padre, battendo le mani, si avvicinò a lei visibilmente soddisfatto.
"Complimenti figlia mia, hai vinto di nuovo..."
"Tsk...ovvio, no?" fece la ragazza mettendosi a posto una ciocca di capelli.
L'uomo sorrise.
"Certo che è ovvio...dopotutto sei figlia di Re...vedi di non dimenticarlo!" continuò accarezzandole lievemente il capo con il palmo della mano.
"Ora sarà meglio che tu vada a prepararti...non vorrai fare tardi al ricevimento di tua madre, vero?" disse prendendo la via per la reggia.
Già,il ricevimento...se ne era completamente dimenticata.
Quell'evento, organizzato periodicamente dalla matrigna, aveva come unico scopo di trovarle marito.
In realtà quello era solo un pretesto per poter mettere le mani su altri regni ed espandere il proprio.
Il destino di una principessa diciannovenne era già, dunque, segnato.
Tuttavia lei non si considerava come le altre principesse: non era disposta a vivere una vita insulsa, rinchiusa in un castello e costretta ad obbedire agli ordini di un uomo che non conosceva nemmeno.
No, non l'avrebbe potuto accettare.
Inoltre, di tutti i principi che aveva incontrato non ve n'era uno solo che sapesse tenerle testa...era ormai convinta che nessuno sarebbe riuscito a sopportare il suo carattere e a conquistare il suo cuore "di ghiaccio", come veniva spesso definito.
Tuttavia, se in presenza altrui si mostrava sempre sicura di sè ed impassibile ad ogni sguardo, quando era sola non esitava a sciogliersi in pianti disperati o crisi di nervi.
La ragazza annuì, cercando di nascondere il suo disappunto al padre, poi si avviò verso il castello.
Doveva resistere, si disse, ancora una volta.
                                                                                   ____oOo____

Il ricevimento era appena iniziato: una marea di persone si era riunita nel grande salone, occupando due lunghissimi tavoli imbanditi.
La regina, battendo con il coltello sulla superficie del suo calice, richiamò l'attenzione dei presenti.
"Signore, signori, cari amici...ecco a voi la nostra erede: la principessa Sarah di Fallsland!"
L'entrata della giovane fu accompagnata dagli applausi degli ospiti.
Indossava un abito verde chiaro che faceva risaltare i suoi occhi smeraldini; i capelli erano accuratamente legati in un elaborato chignon e, al collo, indossava un ciondolo color acquamarina.
Dopodichè il banchetto ebbe inizio.
Sarah si sedette accanto al padre che le fece l'occhiolino ma lei rimase impassibile.
Era tesa: non voleva assolutamente far trasparire il proprio stato d'animo davanti a tutti, specialmente di fronte all'adorato padre.
Quando tutti ebbero finito di mangiare, il Re si alzò in piedi all'improvviso.
Sarah lo guardò sorpresa: non era da lui intervenire durante quei ricevimenti.
"Signori, devo fare un annuncio" disse con voce ferma.
"Come saprete, la mia bellissima figlia ha da poco compiuto diciannove anni..."
Sarah abbozzò un sorriso: forse suo padre aveva capito tutto e voleva tirarla fuori da quella situazione insopportabile..finalmente avrebbe potuto decidere da sola della sua vita!
"...ed è per questo che sono felice di annunciare che domani convoglierà a nozze con Dilan, il principe di Windstorms Land!"
L'attimo che seguì fu un vero shock: mentre la gente applaudiva, il giovane principe si alzò e, con un sorrisetto stampato in faccia, si avvicinò a lei.
La giovane non riuscì a spiccicare parola.
Ma che diavolo stava succedendo? Perchè tutto così all'improvviso?
E, soprattutto, perchè nessuno le aveva detto niente?
"Mia signora..." fece il giovane principe inginocchiandosi e baciando la mano di Sarah, ancora incredula.
Applausi e felicitazioni si propagarono fra gli invitati.
Non ce la faceva più.
"NOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!"
L'urlo della giovane rieccheggiò nel salone e, le chiacchiere si tramutarono in silenzio tombale.
In preda al panico, la ragazza scostò in malo modo il principe e poi corse via, lasciando tutti a bocca aperta.
                                    
                                                                                 ____oOo____

"Sarah, apri subito questa porta!!" bussò poco dopo il Re fuori dalla camera della principessa.
"Mai! Ne ho abbastanza dei vostri sporchi imbrogli!" sentenziò lei con la voce rotta dai singhiozzi.
"Dilan è un ottimo partito.."
"Non mi interessa! Non riuscite a capire che non ho intenzione di sposarmi?"
"Sentimi bene, Sarah" fece il padre battendo forte il pugno sulla porta "in questo mondo lo scopo della vita di una donna è sposarsi e generare eredi maschi! Coloro che non adempiono al proprio ruolo sono destinate ad una vita di sofferenza e rinnegazione!"
Sarah non riusciva a trattenere le lacrime; suo padre, che tanto adorava, stava dimostrando di avere la mentalità uguale a quella tutti gli altri uomini.
"In ogni caso, tu domani ti sposerai, che ti piaccia o no! Hai aspettato anche troppo!"
"No! Padre, vi prego!" esclamò la principessa aprendo la porta, ma il Re si era già dileguato.
Sconfitta, tradita e profondamente delusa, si gettò sul letto, abbandonandosi ad un pianto disperato.
Era finita; ormai non poteva più fare nulla per cambiare il suo destino.
Si alzò ed uscì sul terrazzo.
Era uno spettacolo: il sole si tuffava nell'oceano facendo brillare l'acqua; le rondini si ritiravano verso l'astro lucente producendo, insieme alla risacca delle onde e al fruscìo del vento, una dolce melodia; il cielo, a tratti rosato, era bello come un dipinto.
Sarah, appoggiandosi al cornicione, chiuse gli occhi e respirò quell'aria fino a riempirsi i polmoni di salsedine.
Forse sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto respirare quell'aria di libertà.
                               
                                                                              ______oOo______

Sarah trascorse l'ora seguente tra pianti disperati e sogni tormentati.
Decise poi di far visita al suo luogo segreto.
Cercando di non farsi vedere, sgattaiolò fuori dalla porta e, percorrendo il lungo corridoio alla sua destra riuscì a raggiungere la scorciatoia che portava direttamente in giardino.
La giovane arrivò di fronte ad una piccola cascata che oltrepassò facilmente senza farsi bagnare dal suo elemento.
Percorse un cunicolo che sbucava in una piccola piscina naturale ornata da ninfee e fiori di gelsomino.
La luce e le stelle sbirciarono la ragazza mentre ammirava quel luogo magico.
Poi si immerse nell'acqua con ancora i vestiti addosso.
L'acqua non la bagnò poichè Sarah la controllava: era una cosa che riusciva a fare sin da piccola; non solo riusciva a manipolarla ma era anche in grado di generarla nei palmi delle mani.
Rimase un po' in quel luogo con la testa sgombra da ogni pensiero.
Poi si diresse verso casa e le lacrime tornarono a sgorgarle lentamente dagli occhi.
Quando fu in camera sua si buttò subito sul letto.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta e Sarah, sbuffando, andò ad aprire.
"Sì?"
Nessuna risposta.
La giovane aprì la porta piantandovi fuori la testa.
Nessuno, solo il corridoio desolatamente vuoto.
La mora sbuffò e sbattè la porta dietro di sè: odiava quegli stupidi scherzetti.
"Sarah..."
"Chi è?" chiese la mora guardandosi intorno.
"Sarah..."
Quella voce, quasi un sussurro, si fece man mano sempre più forte nella sua testa.
"Sarah, vieni...ti sto aspettando..."
Poi, improvvisamente, un dolore lancinante la colpì alla testa e cadde a terra priva di sensi.
  
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