Life
Un
uomo, un incubo ed una medicina inutile.
So stay with me, Evelyn
Nel
tuo caso non c’è alcuna “Evelyn” che possa starti accanto: c’è solo l’incubo
che ti divora dentro. L’incubo dal quale non ti separi nemmeno al risveglio.
Non lo trovi triste? Io sì, tanto. Che
tristezza.
Eppure,
non è da poco che sei a conoscenza della tua situazione. Dai, prim’ancora che
ne avessi la conferma vera e propria, ti eri già accorto che c’era qualcosa che
non andava. Ma non hai voluto dire nulla, anche se una sola persona ne è venuta
a conoscenza ed ha mantenuto il silenzio su tale fatto. E l’ha mantenuto, sì,
ma questo non cambia il fatto che si preoccupi.
Dopotutto,
cosa ti aspettavi? È nella natura degli esseri umani – e non – preoccuparsi per
il prossimo, anche se vi è chi lo dimostra in maniera aperta e chi no. Ricorda,
nessuno in questo mondo, nessuno, è
privo dei sentimenti.
Ma
sai cos’è ciò che accomuna tutti gli esseri viventi? Te lo dico io: la vita.
Sì, hai capito bene, la vita, ciò che il tuo incubo sta divorando anche adesso,
mentre ti occupi della tua katana e sembra che tutto vada bene.
Il
tempo passa, il Sole continua a sorgere e tramontare e la Luna continua a
prendere il suo posto ogni sera, la vita va avanti, gli altri vanno avanti. E tu? Tu sei fermo. Anzi, sei rimasto
indietro. In realtà non è proprio così, ma lo senti, lo percepisci, sai che tra
poco andrà a finire così.
Ogni
giorno esegui i compiti che ti vengono affidati e, contemporaneamente, dentro
di te combatti la tua personale battaglia contro l’incubo che diventa sempre
più forte. Ma non hai ancora perso, non del tutto, quindi aggrappati con tutte
le tue forze a questo fatto. Aggrappati alla tua voglia di vivere. Perché,
altrimenti, perderai la battaglia. E non solo quella.
Don’t leave me with a medicine
Medicina?
Stupido, quella non lo è affatto. Ascoltami!
Ma
tu m’ignori ed afferri quella boccetta che sembra contenere il sangue di
qualcuno, sicuro. Poi, in un istante, rimuovi il tappo e bevi. Non appena il liquido
rosso attraversa la tua gola, qualcosa s’incrina, muta; ma il tuo incubo resta
lì, conscio che d’ora in poi la tua vita si accorcerà sempre di più, ed esulta.
Hai
appena commesso un grave errore che ti costerà caro, ma non lo sai ancora. Io
sì, invece. E questo mi fa soffrire ed arrabbiare allo stesso tempo, perché non
posso fare nulla se non limitarmi a guardare in silenzio.
Grazie
alla “medicina” riesci ad ottenere un altro tipo di forza e sbaragli gli
avversari che ti avevano circondato, ma a quale prezzo? Un prezzo che nessuno
potrà mai ridarti né in questa vita né nella prossima, se mai ci sarà.
Guarda
come ti sei ridotto, guarda. Non riesci più nemmeno ad impugnare la katana con
la quale hai sempre combattuto. Questo ti dà fastidio, ti irrita, così come
l’esser rimasto indietro. Te l’avevo detto che prima o poi sarebbe successo…
Pensavi
che la “medicina” ti avrebbe aiutato, che avrebbe curato l’incurabile, ma così
non è stato. Avresti dovuto aspettartelo, Souji.
Evelyn ©
Hurts
Ho
aspettato un po’, ma questa one-shot finalmente lascia il mio blog e si
sposta
qui in maniera definitiva. Non ho molto da dire, a parte il fatto che è
nata
non appena ho sentito la suddetta canzone *indica i credits in alto* e
che, come si può ben notare, è diversamente lunga. Ah, sul “narratore”
non mi pronuncio… Divertitevi a cercare di capire chi o cosa sia! C:
Alla
prossima.
Yuna.