Tutto
era cominciato in una piovosa giornata di febbraio, ero in casa e avevo appena
finito di leggere il romanzo “lo strano caso del dottor Jekyll e il signor
Hyde” e anch’io come Jekyll mi misi a pensare che l’uomo potesse non essere uno ma bensì duplice. Non
pensavo però che l’uomo avesse una doppia personalità, pensavo piuttosto che
avesse celato al suo interno una parte animale. Dopo molte riflessione decisi,
più per gioco che per altro, di preparare una sostanza in grado di tirare fuori
il mio lato animale, dopo molti esperimenti andati male il risultato fu una
sostanza marroncino- rossiccia dall’aspetto
disgustoso e il sapore a dir poco peggiore. Dopo averla bevuta non successe
niente, non ne rimasi troppo delusa perché come ho detto in precedenza per me
era solo un gioco, un modo per passare diversamente la giornata.
I
giorni successivi iniziarono i primi problemi. Iniziai a contenere a stento la
rabbia che in quel periodo si manifestava anche per futili motivi, come una
parola di troppo detta da una persona a me non troppo simpatica o semplicemente
quando non venivo assecondata nelle mie scelte. Inizia a pensare che fosse
stress o qualcosa del genere, decisi di prendermi un paio di giorni di riposo
in cui mi isolai dal mondo esterno, quando pensai di essere abbastanza
rilassata decisi che era ritornato il momento di riprende in mano la mia vita.
Nei giorni successivi le cose peggiorarono
iniziai seriamente a pensare di essere diventata pazza, non ero l’unica ad
essersi accorta che in me c’era qualcosa che non andava.
Ricordo
perfettamente, il giorno in cui anche la mia migliore amica capì che in me
c’era qualcosa che non andava, era il 21 febbraio, stavo andando a scuola con
lei quando sentii la discussione di due ragazze molto distanti da noi. « Le
senti quelle» dissi alla mia amica indicando le due ragazze « stanno facendo
apprezzamenti sul tuo ragazzo. Non ti dà fastidio? » lei mi guardò stupita e
poi mi disse « ok, io sarò pure mezza sorda ma è umanamente impossibile che tu
senta quello che stanno dicendo quelle due». Aveva ragione era umanamente
impossibile tutto ciò eppure io ero fermamente convita che fossero loro le
ragazze che stavano parlando. Spaventata da questo e da tutti gli strani
avvenimenti di quei giorni, iniziai a correre più lontano possibile da tutto e
da tutti. Girovagai senza meta per tutto il giorno e appresi che anche tutti i
miei altri sensi si erano amplificati, mi ritrovai che era sera inoltrata per
una stradina isolata con una sola casa alla destra e il bosco alla sinistra. La
casa sembrava cadere a pezzi, le finestre erano sbarrate da tavole di legno ormai
marcio, la porta anche se non ci fosse stata non avrebbe fatto differenza tanto
era messa male, le pareti erano ricoperte di piante rampicanti e Dio solo sa
cos’altro. Doveva essere abbandonata da parecchio tempo, al suo interno sentivo
i topi che giravano indisturbati per la casa, sempre che potesse essere
definita casa e come se non bastasse il vialetto per arrivare alla casa era
fiancheggiato da cipressi, sembra l’entrata di un cimitero, ci mancavano solo i
fantasmi o l’assassino schizzato e sarebbe stata perfetta per girare dei film
horror. Invece ero seriamente convinta che il bosco fosse stato usato per
girare un film horror da quanto era inquietante: i rami delle pianti sembravano
mani protese verso di me nel tentativo di acciuffarmi, inoltre il rumore
provocato dagli animali rendeva il tutto più angosciante. Guardai il cielo
cercando il conforto di quella luna nascosta della nuvole e come se qualcuno
avesse ascoltato le mie preghiere le nuvole scomparvero lasciando il posto ad
una meravigliosa luna piena. E fu in quel momento che accade, sentii il sangue
ribollirmi nelle vene e senza neanche accorgermene mi ritrovai trasformata in
quello che poi definii un lupo spelacchiato più grande del normale. Questa
condizione mi piaceva, mi sentivo libera e quel bosco che prima mi terrorizzava
e sembrava volesse imprigionarmi tra i suoi malefici rami, dopo la
trasformazione sembrava chiamarmi a sé come se volesse abbracciarmi e
proteggermi. Presto scoprii che nella mia parte animale prevaleva l’istinto,
quello stesso istinto che quella notte mi portò ad addentrarmi in quel bosco e a
correre ad incredibile velocità fino ad un altro stato, per la mia parte animale
era un posto valeva l’ altro, ma la mia parte umana sentiva la necessità di
tornare a casa, credo sia per questo che il mattino dopo mi risvegliai in
quella casa diroccata. Quando tornai a casa scoprii che tutta la città mi stava
cercando, alle domande insistente dei miei genitori e degli inquirenti risposi
in modo evasivo, di certo non potevo rispondere: “sono sparita da due giorni perché
ho trovato il modo di trasformami in un lupo mannaro”! Era il primo pomeriggio
quando una ragazza bassina e minuta dei capelli rossi e ricci entrò come una
furia nella mia camera « ma si può sapere dove sei sparita per questi due
giorni? » chiese la mia migliore amica incavolata come una bestia. «Ciao anche
a te, sto bene non ti preoccupare» le risposi sarcastica, « non pretenderai
mica che ti saluti dopo che sei sparita per due giorni senza dire niente a
nessuno e apparentemente senza motivo, vero? » disse alzando la voce. « Ok,
scusa » dissi, non volevo litigare con lei ma lei non demordeva, era nel suo
carattere testarda e orgogliosa sempre e comunque, «sei cambiata da un giorno
all’altro si può sapere cosa ti sta succedendo? Se hai qualche problema…» la
interruppi prima che finì di parlare e la cacciai in malo modo. Lei era l’unica
ad avere le capacità per capire cosa mi stava succedendo e lo capì quando ormai
era troppo tardi.
Da
quel 21 febbraio passarono molti mesi, in cui riuscii a controllare gli
attacchi di rabbia e ad abituarmi ai miei sensi sviluppati, presto arrivò anche
novembre e con lui la mia prima e ultima vittima. Era sera, presto mi sarei
trasformata e passando per la piazza vidi il ragazzo della mia migliore amica
baciarsi con un’altra, una normale persona, in una normale circostanza sarebbe
corsa a dirlo all’amica, io invece quella notte dopo essermi trasformata lo
uccisi.
La mattina la notizia era su tutti i giornali, dicevano che era stato attaccato da un animale probabilmente da un lupo, anche sa da queste parti i lupi non si sono mai visti. Andai a casa della mia amica come se nulla fosse, in quei mesi ero diventata una persona falsa ed ipocrita, la mia parte animale era prevalsa su quella umana e ora non riuscivo neanche a sentirmi in colpa per l’omicidio appena commesso. Solo quando la mia amica mi disse che aveva capito cos’ero e cosa avevo fatto, ebbi la consapevolezza di aver superato il limite. Decisi di non prendere più la pozione che avevo continuato ad ingerire in quei mesi per continuare a trasformarmi e decisi anche di lasciare la città. Me ne andai senza dire niente a nessuno, da allora non rividi più nessuno dei miei cari che forse ancora adesso si staranno chiedendo che fine ho fatto.
Questa cosa è nata come un tema d'italiano, visto che ero abastanza soddisfatta del mio lovaro ho deciso di bubblicarlo (anche se adesso non sono molto soddisfatta perchè avrei potuto ampliare dei punti). Se volete lasciarmi una rencensione, anche negativa, a me fa molto piacere.