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Autore: mizuki95    06/03/2012    1 recensioni
TorixChiaki ambientata nell'era Preistorica. Il rating è arancione per la presenza di scontri e soprattutto di animali uccisi.
"Erano gli albori della razza umana, la cui moderna civiltà da noi oggi conosciuta si sarebbe sviluppata dopo la bellezza di circa diecimila anni.
La tribù degli Eshrehem comprendeva non più di un centinaio o due di persone, inclusi i bambini e gli anziani. Tori, Chiaki e Yuu erano tre giovani cacciatori della tribù, ma a differenza degli altri due Chiaki non era molto bravo nella caccia, e di tanto in tanto aiutava le donne ed i bambini. "
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Si vede da tutte le fiction che ho scritto su di loro che sono la mia coppia preferita di Sekai-ichi, oppure no? xD Ma parliamo della storia! Premetto che prima di questa su Tori e Chiaki ce ne sono ben due, la mai terminata “Lezioni di cucina” e una su Tori e Chiaki al liceo (di cui mi servirebbe un tema…qualcuno ha voglia di consigliarmelo?), ma ho deciso di scrivere prima questa perché…perché? Una ragione piuttosto stupida, direi. In pratica, sto organizzando al meglio i sequel di “Destiny”, ovvero “Mizuki is awake and alive” e “Lifes”, e nell’ultima compare un nuovo personaggio il cui passato è stato lo spunto per questa fan fiction. In realtà la storia di Adam (il cui Dhampir si chiamerà Mada, ovvero Adam al contrario, ma verrà chiamato da Kami-sama “Akuma” per indicare il Diavolo. Ah, anticipo che chi pensa a vampiri e cretinate simili si ritroverà tre remi nel culo e.e) e Kadmon (il cui Dhampir è l’eccentrico e smemorato Kami-sama, “Dio” poiché è stato il primo Dhampir ed è lui che semina i “Resentment”, il seme del Dhampir, nelle menti degli umani…aspettate, ancora non ne sapete nulla! Aspettate di leggere “Mizuki is awake and alive” per saperne di più! xD) finirà molto peggio,perché tanto per spoiler are Kadmon farà una strage nella tribù, e prima di venire sopraffatto dall’appena nato Kami-sama supplicherà Adam di ucciderlo. Purtroppo il biondino non avrà cuore di uccidere l’amato (con cui per’altro ha fatto l’amore la sera prima per la prima ed unica volta!), e ne pagherà le conseguenze per l’eternità, poiché Kami-sama lo condannerà  facendolo diventare un Dhampir incompiuto (perché manterrà il suo carattere ed i suoi ricordi, ma cambierà la sua natura)per assistere allo sconvolgimento del corso delle cose nato dal suo rifiuto. Ma visto che genericamente quando scrivo una cosa poi non riesco più a riscriverla di nuovo, è molto probabile che quello che vi ho appena raccontato cambi in modo drastico (lo so, sono pazza!). Ma torniamo alla storia. Dopo aver pensato di usare la storia di Adam e Kadmon, le cose sono diventate relativamente più semplici, perché si parlava di modificare poche cose. In realtà doveva essere un sogno di Chiaki, ma ho voluto essere buona e una volta tanto Yuu ha avuto un bel po’ di spazio in una fan fiction! Il titolo, invece, dovrebbe essere un richiamo al manga “Wild rock” letto tempo fa su Mangafox (in realtà è uscito in Italia, ma non mi è ancora arrivato), dove si parla di yaoi e di uomini primitivi (se vi ho incuriosito, correte in fumetteria a prenderlo!), anche se con il suddetto manga non ha una cippa di niente in comune. Ditemi che ne pensate, anche perché in effetti è venuta un po’ lunga! Spezzettarla? No, così diventerebbe una fiction a più capitoli e non sarebbe bello seguirla! xD
 
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Correndo tra la natura incolta con l’altro ragazzo alle spalle, Tori raggiunse in una manciata di minuti il prato dove operavano le donne ed i bambini in cerca di erbe commestibili «Hey, Tori!» improvvisamente una voce a lui conosciuta lo chiamò dalla parte opposta a cui era diretto, e voltandosi si accorse che anche Chiaki stava correndo «Sei troppo…veloce, Tori!» esclamò il moro con il fiatone quando l’ebbe raggiunto, trattenendosi dal ridere quando si accorse della sua capigliatura «Che hai fatto ai capelli, Tori?! Sono cortissimi!».

L’altro lo guardò con disappunto, e offeso gli tirò le guance «La colpa è di Yuu, che me li ha attorcigliati di proposito ad un ramo! L’unica scelta che avevo era quella di tagliarli!» «Perché sarebbe colpa mia? Sei tu che ignori completamente quello che hai intorno quando cacci, io non ho fatto nulla» si giustificò il bruno raggiungendo i due, guardandosi le unghie con fare annoiato

 «Yuu! Com’è andata la caccia?» gli domandò Chiaki mentre impediva a Tori di strappargli le guance «Come al solito, abbiamo trovato poca selvaggina. Speriamo di trovarne di più nel prossimo posto». E così detto, i tre si diressero discutendo di ciò verso il gruppo delle donne. Erano gli albori della razza umana, la cui moderna civiltà da noi oggi conosciuta si sarebbe sviluppata dopo la bellezza di circa diecimila anni.

La tribù degli Eshrehem comprendeva non più di un centinaio o due di persone, inclusi i bambini e gli anziani. Vivevano spostandosi dopo poco tempo, poiché incapaci di coltivare la terra. Negli ultimi tempi stavano attraversando una carestia che sembrava seguirli. In ogni posto dove si insediavano, dopo poco tempo le piante seccavano e gli animali scappavano ed era difficile reperire cibo. Non sapendosi spiegare ciò, si limitavano a cambiare di volta in volta il posto, senza però riuscire a risolvere il problema.

Tori, Chiaki e Yuu erano tre giovani cacciatori della tribù, ma a differenza degli altri due Chiaki non era molto bravo nella caccia, e di tanto in tanto aiutava le donne ed i bambini. Ma la tribù si apprestava a spostarsi nuovamente: questa volta avrebbero dovuto viaggiare sul ghiaccio e giungere nel territorio dove si era stanziato il fratello del capo tribù.

 Partirono poco prima dell’alba, e ricoperti dalle pellicce più del solito si adoperavano a camminare e spostare tutti i loro averi sulla gigantesca lastra di ghiaccio che chiamavano “acqua fredda”. Chiaki, che fino a quel momento era stato nel mezzo del gruppo, per la stanchezza si ritrovò nella coda di questa «Come stai?» gli domandò Tori stringendolo con un braccio a sé per riscaldarlo e al contempo fargli mantenere il passo

 «Sì, non preoccuparti» rispose il più basso, lasciandosi trasportare dall’amico, quando all’improvviso si arrestò «Che succede?» domandò Yuu, vedendo l’espressione stranamente seria di Chiaki «Non lo sentite?» «Cosa dovremmo sentire?» chiese Tori, osservando il resto della tribù allontanarsi «E’ un rumore strano, come…come se qualcosa sbattesse con l’acqua fredda…» «Sicuro di aver riposato bene, stanotte? Stai ancora dormendo» lo canzonò Yuu dandogli una pacca sulla schiena e avviandosi dietro la tribù, quando il ghiaccio dietro a Chiaki si spezzò, e ne uscì il verde e dentato muso di un minaccioso coccodrillo, che si avventò sulla prima cosa che vide, ovvero sul ragazzo.

Ma Tori si mise tra i due, e mentre l’animale addentava il suo braccio destro, con il pugno della mano sinistra gli colpì ripetutamente gli occhi ed il muso, spingendolo con la schiena contro la lastra di ghiaccio, nel tentativo di neutralizzarlo.

 «Tori!» gridò Chiaki non sapendo che fare, richiamando però Yuu, che tornò subito indietro e con la lancia trafisse la mandibola dell’animale, che mollò il braccio del bruno e tentò di tornare nell’acqua, ma fu ostacolato dal resto della tribù che, sentendo le urla dei ragazzi e i versi del coccodrillo, era tornato indietro. In meno di cinque minuti l’animale fu ammazzato e mentre alcuni cacciatori più vecchi si occupavano di caricarlo tra le poche scorte di cibo, Chiaki tentava di curare la ferita al braccio dell’amico lavandola con l’acqua e coprendola con la pelliccia di un opossum

«Appena arriveremo dagli Akhrastar chiederò di darci delle erbe curative, ma fino ad allora resisti!» gli disse il ragazzo seriamente preoccupato, ma Tori gli accarezzò la testa con la mano sinistra e gli disse «Va tutto bene, non essere così in pena per me. Non morirò per così poco. Su, rimettiamoci in viaggio, va bene?» Chiaki annuì e quando fu ora di ripartire si offrì come sostegno, ma in quel momento intervenne Yuu nella conversazione, e finì che fu quest’ultimo a fare da sostegno al più alto dei tre.

 Chiaki, con il morale un po’ sollevato dalle donne che tentavano di consolarlo, tornò di un discreto umore mentre il resto della tribù avanzò verso la terraferma, ormai visibile ad occhi nudi. «Perché hai insistito tanto, Yuu?» gli domandò Tori quando si fu accertato che Chiaki fosse troppo lontano per udirli «Perché Chiaki è troppo delicato per fare da sostegno ad un colosso come te» rispose il bruno guardando dritto avanti a sé «Non dire sciocchezze. Stai tramando qualcosa?» «Oh oh, parli proprio tu? Non ti sei accorto di come ultimamente lo guardi, vero?» «Di che diamine stai parlando?» chiese stupito l’altro, e Yuu lo guardò con uno sguardo a metà tra il divertito e l’arrabbiato «Guardi Chiaki come se fossi una femmina, ecco cosa! Sinceramente, è una cosa alquanto strana» «Non sta a te giudicare cos’è strano e cosa no, Yuu. Fatti gli affari tuoi» rispose freddamente Tori, scatenando una sonora risata da parte dell’altro ragazzo «E’ proprio qui che ti sbagli, caro mio» disse Yuu, cercando con lo sguardo Chiaki «Io lo voglio. Voglio che mi sorrida come sorride a te, che si preoccupi come si preoccupa per te…» «Non riesco a seguirti. Non dicevi che era una cosa bizzarra?» «Nemmeno io lo capisco, se è per questo» e così dicendo, la discussione si poté dire conclusa per quella volta.

 Nella tarda mattinata la tribù degli Eshrehem raggiunse la tribù degli Akhrastar e mentre i due capo tribù parlavano, il resto degli Eshrehem si stanziò sul territorio, e in serata il villaggio smontato fu completamente rimesso in piedi. La sera si festeggiò con una specie di falò fatto con il fuoco sacro degli Akhrastar, che il popolo come usanza delle tribù di quel tempo manteneva sempre acceso, e Tori fu medicato.

Il giorno dopo, alcuni cacciatori si diressero verso la foresta in caccia di carne, ma il capo tribù degli Akhrastar avvertì prima gli ospiti che nella foresta si trovavano degli animali molto grossi ed alcuni molto forti, per cui avrebbero dovuto evitare le cacce solitarie.
 Chiaki rimase nel villaggio “allargato” trattenuto dai bambini del posto e da quelli della sua tribù, per cui Tori e Yuu riuscirono facilmente ad isolarsi dal resto del gruppo.

 «Allora, di che volevi parlarmi?» domandò Tori guardandosi intorno, con la guardia alzata sia contro le bestie selvatiche che contro l’altro ragazzo, che sorridendo gli fece una proposta «Nulla di che, volevo offrirti una sfida. Ti sfido a cacciare la bestia più grossa e di portarla al villaggio prima che il grande cerchio di luce scompaia»

 «E perché mai dovrei farlo? E poi hai sentito Kaham, il capo tribù degli Akhrastar, no? E’ vietata la caccia individuale»

 «Ma questa è una caccia speciale, perché c’è un premio speciale per il vincitore»

 «E quale sarebbe?»

 «Sarà Chiaki» Tori aguzzò le orecchie, mentre Yuu si spiegava meglio «Colui che vincerà avrà il diritto di “possedere” Chiaki. In tutti i sensi. Ed il perdente non potrà mettersi in mezzo. Allora, che ne dici?». Tori era lì per lì per rifiutare, ma il solo pensiero di vedere Yuu darsi delle arie per averlo battuto e soprattutto pensando all’amico d’infanzia considerato al pari di una donna cambiò idea e accettò.

 La sfida iniziò subito, ed i due corsero in due direzioni opposte.

 Dopo un po’ di tempo Yuu si appoggiò ad un albero, sospirando sonoramente. Fino ad allora aveva trovato solo piccoli animali, nulla di che. Gli serviva assolutamente una bestia molto grossa per vincere la sfida, per avere Chiaki…non riusciva a spiegarsi quel pensiero, quella forza di volontà che lo aveva spinto a proporre quell’assurda scommessa all’altro. Era ben consapevole che Chiaki non era una femmina, ma era l’unico verso cui provava sensazioni mai provate con un’esponente dell’altro sesso.

Immerso in questi pensieri, fu una vera fortuna riuscire a schivare la zampata che se avesse ritardato di altri due secondi gli avrebbe colpito il viso. Un gigantesco orso bruno gli ringhiava contro e provò nuovamente a colpirlo, senza riuscirvi. Yuu si accorse delle frecce che l’animale aveva conficcate nella schiena, e osservandone la stazza esultò dentro di sé «Finalmente…con questo bestione vincerò la scommessa!» e si gettò all’attacco conficcandogli la lancia nella zampa anteriore destra mentre gli prese a calci il muso.

Approfittando della stanchezza dell’orso dopo il combattimento intrapreso con gli altri cacciatori, il ragazzo gli ferì gravemente la zampa posteriore sinistra e l’occhio destro. Ma la belva, infuriata, lo scagliò contro gli alberi e raggiungendolo prima che potesse rialzarsi gli addentò la gamba destra, facendolo gridare dal dolore. Yuu provò ad accecargli l’altro occhio, ma il tentativo fu vano in quanto la bestia lo sbatté ripetutamente contro gli alberi, nel tentativo di staccargli l’arto.

 In quel momento una lancia trafisse la schiena dell’animale, mentre Chiaki velocemente gli allargò la bocca e trascinò l’amico sanguinante verso i cespugli. Tori invece recuperò l’arma dalla pelosa schiena dell’orso e intraprese una dura lotta con questi «C-che ci fai…qui…?» domandò Yuu mentre Chiaki gli tastava delicatamente tutte le parti del corpo sanguinanti «Vi sono venuto dietro perché tutti gli altri cacciatori sono tornati avvertendoci della presenza di un grosso animale ferito ma pericoloso, ed ho incontrato Tori subito prima di sentire il tuo grido» rispose velocemente il ragazzo sfregando contro le ferite l’erba curativa che aveva portato con sé, facendo gemere dal dolore l’altro.

Nel contempo la lotta contro l’orso degenerò quando la lancia di Tori si spezzò, e questi si ritrovò faccia a faccia con la belva inferocita e ferita «Scappa, Tori!» gli gridò Chiaki, ma l’altro scosse la testa e gli disse «Muoviti, porta via Yuu! Sbrigati finché riesco a trattenerlo!» «Non voglio lasciarti qui!» «Non discutere, muoviti!» l’orso prese la rincorsa e gli si scagliò contro, mancandolo per un pelo.

Ma quando tornò alla carica ed era sul punto di colpire Tori con una zampata, la pancia e la testa dell’animale scoppiarono, e cadde sull’erba insanguinata. Calò un profondo silenzio a seguito di ciò, poiché nessuno dei tre si sapeva spiegare l’accaduto, e l’unico suono udibile era quello del respiro accelerato di questi. Poco dopo li raggiunsero gli altri cacciatori, che scortarono Yuu al villaggio e raccontarono ai capi tribù delle condizioni del cadavere dell’animale.

Fu indetta una riunione per quella sera, dove tutti sarebbero dovuti esserci senza eccezioni. Allora accade che intorno al fuoco, ove tutti si erano radunati, fu posto lo sciamano della tribù degli Akhrastar, e appena calò il silenzio proclamò con voce densa di preoccupazione «Fratelli, ci ritroviamo davanti alle peggiori sciagure. Dopo aver parlato con il capo tribù degli Eshrehem, e aver udito dell’avvenimento che si è svolto oggi, ho dedotto che siano tutti indizi che ci conducono verso un unico risultato...c’è uno stregone in mezzo a noi! Uno stregone che ci vuole vedere morire di fame, uno stregone infiltratosi con l’obiettivo di perseguire il male della tribù!».

Si espanse un gigantesco clamore che diede vita a discussioni sovrapposte, che furono messe a tacere da Kaham per far proseguire lo sciamano «Ne consegue che ora sia mio dovere, per la pace delle due tribù, scovare il malvagio stregone che si nasconde tra di noi. Userò il potere del bastone dello sciamano tramandato nella nostra tribù da tempo immemore! Affiancatevi!».

 Detto ciò tutti si misero in riga e lo sciamano pronunciò una lunghissima formula magica, al termine della quale gettò il bastone a terra. E l’estremità indicava indubbiamente uno stupito Chiaki, che dopo un istante di stupore generale fu afferrato subito per le braccia dai cacciatori che aveva vicino

«Fermi!» gridarono Tori e Yuu, ma la loro voce non contava come quello dello sciamano, che scoppiando in una fragorosa risata ordinò «Bruciate lo stregone nel fuoco sacro!» «No, fermatevi!» li implorava il ragazzo puntando i piedi a terra e opponendo resistenza, ma la forza di quegli uomini era troppa per potersi opporre. D’altra parte pure Tori, Yuu e le donne tentarono di fermarli, ma furono trattenuti con durezza dal resto della tribù.

 Chiaki fu portato a pochi passi dal fuoco, e supplicando con le lacrime agli occhi di non farlo vide con la coda dell’occhio lo sciamano recitare una qualche formula purificatrice ed il fuoco venire alimentato con molta legna.

 All’improvviso, però, Tori scoppiò in una risata spaventosa, che atterrì tutti «Branco di stupidi, non vi siete accorti che lo stregone sono io?» e così dicendo si liberò degli uomini che lo stavano trattenendo, puntando allo sbigottito sciamano e ai capi tribù che gli erano accanto

«Lo confesso, sono io lo stregone. Ho avvelenato il raccolto, e fatto scappare le bestie talmente lontano da rendere impossibile anche ai cacciatori più bravi la loro cattura. Ma la mia natura di stregone non m’impedisce di provare pietà per qualcuno accusato ingiustamente. La mia missione è terminata, non riuscirete a sopravvivere al prossimo avvento del grande freddo. Per cui non temo la morte, né mi affaticherò a vivere ancora».

Il silenzio successivo a queste parole fu più che significativo, e quando lo sciamano ordinò di lasciare l’altro ragazzo per catturare lui, Tori non oppose la minima resistenza. «Tori, che diavolo stai dicendo?! Non sei tu lo stregone! Sei innocente, Tori! Perché diavolo hai mentito?» gli domandò gridando il ragazzo liberato piangendo, mentre Yuu spariva dietro le abitazioni «Non dirò che sono innocente, né che mi dispiace» gli rispose Tori mentre veniva condotto davanti al fuoco, rivolgendogli un piccolo sorriso

 «Perché se sacrificandomi salverò te, allora non mi interessa più di niente»

«Tori…!» «Gettatelo nel fuoco!»

 gridò lo sciamano, che improvvisamente prese fuoco. Il fuoco era cresciuto in modo esponenziale, e minacciava di bruciare tutti coloro che circondavano Tori.

Grida di spavento riecheggiarono tra le persone che osservavano il fuoco prendere vita propria, mentre Chiaki con la mano destra puntata contro di esso si avvicinava lentamente all’amico «Lasciatelo andare!» ordinò ai pochi uomini che ancora lo tenevano fermo per le braccia, con uno sguardo furioso mai visto prima «Lo…lo stregone! Lo sapevo, sei tu lo stregone!» esclamò lo sciamano mentre le donne della tribù di Akhrastar gli gettavano addosso l’acqua per spegnere l’incendio scaturito dalla sua pelliccia, e il ragazzo gli disse «Ammetto di non riuscire a comandare molto bene il mio potere e di aver procurato non pochi problemi alla mia tribù e di questo sono veramente dispiaciuto, ma non vi permetterò di far del male a Tori! Chiunque voglia provarci dovrà prima vedersela con me!»

 «Chiaki!» lo richiamò Ephraim, il capo degli Eshrehem «Cosa vuoi da noi, ora che sei stato smascherato?» «Voglio solo che mi lasciate scappare. Non tornerò per vendicarmi o cose simili, voglio solo allontanarmi…».

Il moro non arrivò a pronunciare l’ultima parola che una lancia gli trafisse il fianco destro. Voltandosi, vide che era stato uno degli Akhrastar, che nonostante tremasse come una foglia aveva avuto abbastanza coraggio per ferirlo. Chiaki si accasciò al suolo tenendosi la ferita, mentre il fuoco sbizzarrito iniziò a bruciare tutto ciò con cui veniva a contatto, che fossero le abitazioni primitive o gli alberi.

Tori approfittò della paura generale per prendere in braccio il ragazzo e correre via, portando con sé pure una lancia spezzata. Si allontanò correndo quanto poteva ma nonostante questo le due tribù gli erano alle costole.

 Allora pensò di fermarsi e affrontarsi, ma in quel momento ricomparve Yuu, seguito da una piccola mandria di bambini, che mentre questi ultimi si aggrappavano alle gambe degli adulti lui affrontava quelli che gli sfuggivano, senza però ucciderli perché in fondo ci aveva vissuto quasi trent’anni con loro.

L’inseguimento trovò il suo capolinea quando Tori e il semi-cosciente Chiaki giunsero sulla punta di una scogliera, e voltandosi il più alto si accorse che stavano per essere raggiunti. Anche le donne avevano provato a ribellarsi poiché affezionate ai due ma così come i bambini, vennero afferrate per i capelli e gettate da parte.

Finì che Yuu dovette affrontare tutti da solo, indietreggiando continuamente e ponendosi tra loro e gli amici, prese una decisione non molto facile: infatti sorridendo spinse i due dalla scogliera, augurandogli buona fortuna.

 Chiaki, sempre più debole per via della perdita di sangue e vedendo la scena, allungò la mano verso l’amico che intendeva sacrificarsi, e da essa fuoriuscì una corda semi-trasparente che si attorcigliò alla gamba ferita del bruno e lo spinse giù con loro, per poi scomparire
«Chiaki, che diavolo combini?!» esclamò Yuu precipitando a tutta velocità come loro, riuscendo però a raggiungerli. Purtroppo nel tentativo di conficcare la lancia nella parete rocciosa per impedire lo sfracella mento a Tori gli scappò dalle braccia il bruno, che non cadde di sotto solo perché Yuu imitando l’amico tentò di conficcare anche la lancia in proprio possesso nella parete e allungò in contemporanea la mano verso Chiaki, afferrandone la mano destra mentre Tori la sinistra.

Fortunatamente la presa delle due lance fece effetto sulla roccia e rimasero sospesi a mezz’aria dal mare di soli tre metri. Dopo essersi buttati e guardati in giro, i due scoprirono una grotta poco lontano e cercando di schivare le frecce che iniziarono a piovere su di loro, raggiunsero il nascondiglio.

 Le condizioni di Chiaki erano peggiorate, e coprire e bagnare la ferita non bastava per far cessare il sangue. Allora Yuu si auto-incaricò di andare alla ricerca di erbe curative «E’ troppo pericoloso, rischi di essere scovato dagli altri» gli disse Tori adagiando il ferito sulla pelliccia che si era tolto ed aveva appoggiato sul pavimento roccioso all’interno della grotta, rimanendo con solo il gonnellino di pelliccia come i due suoi amici «Non sono così stupido, vedrai che non mi farò beccare. Prenditi cura di Chiaki fino al mio ritorno» e così dicendo si rituffò in mare e scomparve.

Tori, rimasto solo con Chiaki, osservava inerme l’amico diventare sempre più pallido. Avrebbe voluto fare qualcosa per lui, ma non sapeva cosa. All’improvviso gli balenò in mente una vecchia diceria sugli stregoni tramandata dalla tribù, ovvero che erano capaci di nutrirsi dell’energia degli altri esseri viventi «Se è così…»disse sollevando delicatamente Chiaki dal terreno «Assorbi la mia energia! Dovresti essere in grado di farlo!»

 «M-ma così…Tori…» disse debolmente il moro, ma l’altro ribattè «Non mi interessa se poi mi sentirò male o cose simili! Devi assorbire la mia energia! Devi…devi guarire! Non voglio vederti morire davanti ai miei occhi! Altrimenti perché avrei finto di essere uno stregone?! Devi guarire, Chiaki!». Allora il ragazzo lo abbracciò forte, e mentre gli sussurrava di rilassarsi Tori sentì diventare sempre più debole.
Non ricordava bene quando fosse svenuto, ma quando si svegliò si trovò davanti un Chiaki chiaramente preoccupato «Come va, Tori…?»

«Ho solo un po’ di stanchezza, nulla di che» rispose l’altro mettendosi a sedere, guardandosi in giro per controllare la situazione «Yuu non è ancora tornato?» «No, purtroppo…» rispose il moro abbassando lo sguardo, e Tori sospirò «Starà sicuramente poltrendo da qualche parte, non preoccuparti» disse nel tentativo di tranquillizzarlo, per poi chiedergli «Io ti conosco da tantissimi anni, e so bene che non ti piace far soffrire le persone. Allora perché hai distrutto il cibo? Perché hai ridotto la tribù alla fame?»

Chiaki fece combaciare gli indici e continuando a guardare verso il basso disse, imbarazzato «P-poco dopo aver scoperto di avere dei poteri, ho pensato che sarebbe stato bello moltiplicare le nostre scorte di cibo, e allora ci ho provato ma…ecco, la prima volta non ho avuto un buon risultato…bè, neanche la seconda volta…e la terza volta la pianta è diventata un insetto…e così, in un modo o nell’altro…»

 «In pratica, mi stai dicendo che a causa della tua incapacità nel manovrare i tuoi poteri hai rovinato il cibo e gli animali, spaventati di questo, sono fuggiti via?» lo interruppe sbigottito il bruno, ed il ragazzo annuì lentamente.

Quella era sicuramente la volta buona per tirargli le orecchie talmente tanto forte da strappargliele, pensò Tori, ma in un modo o nell’altro riuscì a contenersi e dopo aver sospirato chiese «Cosa vuoi fare ora? Anche se lo spiegassimo, nessuno ci crederebbe. Vuoi continuare la fuga?»

 «Pensavo di sì…ah, ma non c’è bisogno che tu e Yuu mi accompagniate! Voi potete tornare dagli altri, me la caverò da solo! Vi ho già procurato fin troppi problemi, non…»

«Dici bene, sei un combina guai d’eccellenza» lo interruppe nuovamente Tori, incrociando le braccia sul petto «Ci hai ficcato in questo pasticcio ed ora speri di liberarti di noi così facilmente? Non posso parlare per Yuu, ma io non ti lascerò proseguire da solo. Anche perché non saresti capace di sopravvivere da solo»

«Invece si che ce la farei!» sbottò colpito nell’orgoglio Chiaki, ma la sua reazione scatenò un sorriso sul volto dell’altro «Davvero? Allora rimarrò ancor di più al tuo fianco, per vedere come te la caverai» «Me la caverò benissimo, ved…» ma le labbra di Chiaki furono bloccate da quelle di Tori, che le appoggiò con delicatezza sulle sue. Il bacio durò non più di due secondi, ma bastò per far arrossire il moro, che con lo sguardo rivolto verso una delle pareti della caverna per l’imbarazzo domandò «E-e quello che cos’era…?»

 «Non lo so, ma a me è piaciuto. A te?»

 «N-non lo so!».

A quella risposta Tori sorrise con una vena di perversione negli occhi, e facendolo sdraiare disse «Allora permettimi di riprovarci, e poi mi dici che ne pensi» non aspettò neanche la risposta che lo baciò subito, questa volta con molta più passione di prima.

Nel contempo Yuu appoggiò la schiena contro la parete esterna della grotta, rivolgendo lo sguardo al cielo. Aveva ascoltato e visto tutto, e si sentiva malissimo.

Non sapeva perché, ma aveva voglia di picchiare Tori;

Non sapeva perché, ma l’erba curativa trovata dopo tanti sforzi ora veniva stritolata con noncuranza dalle sue mani;

Non sapeva perché, ma aveva una gran voglia di piangere, e si sentiva come quando gli scappava una preda.

 Sì, perché Chiaki era la sua preda. Lo era stato dal momento in cui lo aveva trovato e portato alla tribù, dopo che la sua tribù era stata sterminata. Chiaki gli sorrideva sempre, lo trattava come un fratello, ma non lo avrebbe mai trattato come trattava Tori. Non gli avrebbe mai sorriso nello stesso modo in cui sorrideva a Tori. Lo avrebbe sempre trattato come un fratello, non sarebbe mai potuto diventare qualcosa di più.

 Di più…ma cosa voleva dire “di più”? non lo sapeva, ma l’unica cosa di cui era certo era che Tori era diventato improvvisamente l’uomo della preistoria più fortunato del mondo, ora che aveva Chiaki.

Yuu provò a prenderla con filosofia, dicendosi che in fondo Tori aveva vinto la sfida poiché aveva abbattuto l’orso nonostante il colpo finale glielo avesse dato inconsciamente Chiaki, ma questo non servì a farlo sentire meglio.

Si strappò la collana che caratterizzava la sua tribù dal collo, e dopo averla rigirata tra le dita la gettò con forza nel mare. Infine prese un profondo respiro e sorridendo rientrò nella grotta, trovando Tori intento a svestire un imbarazzatissimo Chiaki

«Hey, non è il momento di fare certe cose! Su, abbiamo molte cose a cui pensare! Stavo pensando di fondare una nuova tribù»

«E chi ne dovrebbe fare parte, esclusi noi tre?» domandò Chiaki scappando dalle braccia di Tori e avvicinandosi al bruno, che sorridendo lo abbracciò e disse «E’ ovvio, gli altri componenti li partorirai tu»

 «Che?!» esclamarono i due stupiti, ma Yuu scoppiò a ridere e li precedette all’uscita della grotta.

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Yanase si mise a sedere, guardandosi in giro mentre si stropicciava un occhio con la mano sinistra. La televisione era ancora accesa, e trasmetteva un programma di cucina.

 Si alzò dal divano e si sgranchì le spalle per la cattiva posizione in cui aveva dormito, per poi spegnere il televisore ed estrarre il DVD dal lettore DVD. Ripose il disco nella sua custodia, e data un’ultima occhiata alla copertina lo lasciò sul tavolino posto di fronte al televisore e si andò a fare una doccia.

Doveva ricordarsi di non chiedere più che film noleggiare alle altre assistenti di Chiaki, per quando aveva del tempo libero. “10.000 a.C.” non era stato un bel film, considerando il fatto che si era addormentato nel bel mezzo del film e aveva fatto un sogno sconclusionato come quello.

 Dopo la doccia ed essersi vestito si diresse verso lo studio del moro, sospirando e mettendosi gli auricolari. Non usava spesso l’I-pod perché finiva sempre per concentrarsi sui pensieri che sulle canzoni, ma il ritornello della canzone americana che stava ascoltando lo colpì.

“Everything’s about to change”, ovvero “Tutto sta per cambiare”.

«Sarebbe bello…» pensò, e sospirando nuovamente entrò nell’edificio. Ultimamente sospirava troppo, doveva proprio prendersi una vacanza.

Chissà che faccia avrebbe fatto Tori se gli avessi detto proprio nel periodo più critico prima della pubblicazione che si sarebbe fatto un bel viaggio in Hokkaido?
  
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