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Autore: _ki_    06/03/2012    3 recensioni
La prima volta che si erano baciati per finta era stata ad XFactor.
[Larry, fluff, slash, 933 parole. Io vi ho avvisate, eh]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh ragazze, non so veramente perché io sia qui a scartavetrarvi le ascelle (?) al posto di studiare scienze, che devo recuperare quel maledetto quattro del compito T.T Ma sono qui, quindi compatitemi e lanciatemi delle caramelle ad alto contenuto di zuccheri, che ne ho bisogno (ma cosa sto dicendo?)

Volevo solo dirvi che ho davvero poco tempo da perdere, e quindi pubblico u.u (<-- coerenza); e che i fatti a cui si fa riferimento in questa cosa ad alto contenuto fluff sono questo (al minuto 0:50, per chi non volesse vederselo tutto) e questo (minuto 8:00 ragazze), e che l’ultima parte ovviamente l’ho inventata io (ma sarà vera, si avvererà, io lo so u.u) e poi che quello che è venuto fuori è tutta colpa dei video dei signing dei ragazzi in Francia (che tra l’altro, fanno morire dalle risate x’D)

Enjoy (per quanto sia possibile). E, ah!, io non mordo le persone (solo caramelle, con tanto zucchero, ricordate) quindi se qualcuna ha voglia di recensire le faccio un monumento (perché ci vuole coraggio a voler recensire una roba del genere. Perché la sto pubblicando? Scappo, che se no la cancello)

_ki_

 

 

 

Kiss me, fool

 

La prima volta che si erano baciati per finta era stata ad XFactor.

«Baciami, stupido» aveva riso Harry, dopo che avevano finito di lanciarsi cartine di cioccolatini addosso durante una di quelle stupide competizioni che filmavano per passare il tempo. Louis si era sporto, l’aveva quasi investito con un sorriso esuberante, gli aveva scompigliato i capelli e gli aveva lasciato un bacio sul collo; le braccia avevano coperto il gesto, così che sembrasse si fossero baciati sulle labbra -ma nessuno vi aveva creduto, com’era ovvio.

La seconda volta era stata ad un’intervista, quasi un anno dopo.

«Dai, diamo un po’ di spettacolo» aveva bisbigliato Louis guardandolo dal basso all’alto, sorridendo a tutto viso e passandogli una mano sulla guancia; erano talmente vicini che Harry avrebbe potuto baciarlo davvero, seduti l’uno accanto all’altro su quella poltrona un po’ piccola, le spalle e le ginocchia che si sfioravano, i sospiri che s’intrecciavano. E invece aveva coperto i loro volti, gli aveva passato una mano sulla nuca mentre lui gli accarezzava i capelli ed era stato lui -Harry- che questa volta gli aveva sfiorato il collo con le labbra. Louis non aveva smesso di sorridere fino a quando erano saliti in macchina per tornare a casa.

Ora era passato già più di un’altro anno. Fino a pochi mesi prima si comportavano ancora così: da stupidi bambini, si scambiavano semplici effusioni e si guardavano negli occhi. Ad Harry era anche bastato, per un po’, guardare Louis negli occhi. Si perdeva, quasi, quando incontrava le iridi chiare dell’altro; poteva smarrire la cognizione del tempo e dello spazio che lo circondava, poteva dimenticare chi fosse e da dove venisse e cosa stesse facendo prima di immergersi in quello sguardo sereno. Alle volte, Louis aveva dovuto richiamarlo per farlo tornare alla realtà.

Ma poi, comunque, quegli sguardi avevano smesso di bastare. Quelle carezze lievi e quei sorrisi dolci avevano smesso di soddisfarli. Louis, un giorno, nel tour bus, davanti agli altri, mentre parlavano di alcune fans esuberanti del concerto della sera prima, si era avvicinato e, con tutta la leggerezza e l’impazienza di cui era capace, gli aveva donato un bacio vero. Niall si era messo a saltellare e a strillare come un idiota, richiamato poi dal manager preoccupato per il troppo chiasso; Zayn aveva finto ghignando una faccia disgustata dicendo loro di prendersi una camera e aveva ricevuto un pugno sulla spalla da Liam, che li guardava con quel suo sorriso saputello e genuinamente contento. Gli sguardi erano continuati, quando erano in pubblico, davanti a telecamere o davanti ad occhi curiosi; erano continuati perché non potevano permettersi di più. Ma ora quelle due paia di occhi chiari trasmettevano altro, trasmettevano promesse che sarebbero state mantenute, desideri che sarebbero stati soddisfatti, complicità che non sarebbe scomparsa. Harry si perdeva ancora negli occhi di Louis, ma adesso a risvegliarlo c’erano a supporto anche Liam, Zayn e Niall -soprattutto Liam, che aveva una paura folle che Harry e Louis da un momento all’altro decidessero di dichiarare tutto e mandassero all’aria la loro carriera.

E poi Louis aveva deciso di farlo ancora. Erano ad un incontro con le fans, avrebbero firmato autografi, distribuito abbracci e poi parlato con un’intervistatrice per alcune domande.

«Harreh, Harreh!» aveva strillato Louis, saltellando sul posto e agitando le braccia. Zayn, che stava dichiarando il suo amore eterno ad una ragazza in procinto di svenire, si era voltato a guardarli e aveva lanciato loro un’occhiata divertita; Liam si era bloccato con la penna a metà di un autografo e aveva fulminato il vent’enne con lo sguardo; Niall aveva battuto il cinque ad una fan come niente fosse, tenendo comunque per loro un occhio di riguardo.

Harry, che stava firmando un autografo per una ragazzina dagli occhi trasognati, aveva sorriso leggermente e si era voltato, scostandosi i capelli dal viso. Con la coda dell’occhio aveva scorto la ragazzina portarsi le mani al cuore e soffocare un grido di giubilo. Poi Louis gli era saltato addosso, aveva coperto i loro visi con le braccia e gli aveva scoccato un umido bacio all’angolo della bocca.

Le fans erano andate in delirio. Molte urla, «Louis!, Harry!, Larry Stylson!» erano risuonate nelle orecchie dei ragazzi, molti strilli colmi di sorpresa ed aspettativa. Harry, ancora mezzo intontito per il gesto improvviso, era comunque riuscito a scorgere tra la folla una delle poche -se non l’unica- ragazze con il naso arricciato e l’espressione schifata. Si era sentito morire, prima che Louis lo riportasse bruscamente alla realtà tirandogli un angolo della maglia e indicando le fans che aspettavano l’autografo.

«Riprenditi, Harold» gli aveva sussurrato il più grande all’orecchio, mentre Harry chiedeva dolcemente alle sue dita di non mollare la presa sul pennarello nero. Suo malgrado, Harry si era ritrovato a sorridere a Louis e a sentire l’impellente desiderio di baciarlo seriamente.

«Mi hai appena baciato davanti a un centinaio di persone» aveva invece mormorato, allontanandosi il più possibile da quel viso tentatore e da quel sorriso provocatorio. Qualcuno dietro di loro aveva annunciato il momento dell’intervista e Liam aveva lanciato un’occhiata ammonitrice ad entrambi. «Non ho la forza di riprendermi».

Louis era sembrato sul punto di voler dire qualcosa, mentre Harry consegnava il suo ultimo autografo e il suo ultimo sorriso, per poi seguire gli altri verso l’intervistatrice. La folla urlava troppo forte e Louis sorrideva con troppa tranquillità.

«Forse hai ragione» si era limitato a cinguettare infine, e gli aveva posato una mano sulla schiena, in una carezza velata. Harry aveva capito che, probabilmente, quella volta avrebbe parlato meno del solito, durante l’intervista -e sarebbe invece rimasto a fissare ancora una volta gli occhi di Louis.

 

The end.

 

   
 
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