Beh
ragazze, non so veramente perché io sia qui a scartavetrarvi
le ascelle (?) al
posto di studiare scienze, che devo recuperare quel maledetto quattro
del
compito T.T Ma sono qui, quindi compatitemi e lanciatemi delle
caramelle ad
alto contenuto di zuccheri, che ne ho bisogno (ma cosa sto dicendo?)
Volevo
solo dirvi che ho davvero poco tempo da perdere, e quindi pubblico
u.u (<--
coerenza); e che i fatti
a cui si fa riferimento in questa cosa ad alto
contenuto fluff sono questo
(al minuto 0:50, per chi non volesse vederselo tutto) e questo
(minuto 8:00
ragazze), e che l’ultima parte ovviamente l’ho
inventata io (ma sarà vera, si
avvererà, io lo so u.u) e poi che quello che è
venuto fuori è tutta colpa dei
video dei signing dei ragazzi in Francia (che tra l’altro,
fanno morire dalle
risate x’D)
Enjoy (per
quanto sia possibile). E, ah!, io non mordo le persone (solo caramelle,
con
tanto zucchero, ricordate) quindi se qualcuna ha voglia di recensire le
faccio
un monumento (perché ci vuole coraggio a voler recensire una
roba del genere. Perché
la sto pubblicando? Scappo, che se no la cancello)
_ki_
Kiss
me, fool
La prima
volta che si erano baciati per finta era stata ad XFactor.
«Baciami,
stupido» aveva riso Harry, dopo che avevano finito di
lanciarsi cartine di
cioccolatini addosso durante una di quelle stupide competizioni che
filmavano
per passare il tempo. Louis si era sporto, l’aveva quasi
investito con un
sorriso esuberante, gli aveva scompigliato i capelli e gli aveva
lasciato un
bacio sul collo; le braccia avevano coperto il gesto, così
che sembrasse si
fossero baciati sulle labbra -ma nessuno vi aveva creduto,
com’era ovvio.
La seconda
volta era stata ad un’intervista, quasi un anno dopo.
«Dai,
diamo un po’ di spettacolo» aveva bisbigliato Louis
guardandolo dal basso
all’alto, sorridendo a tutto viso e passandogli una mano
sulla guancia; erano
talmente vicini che Harry avrebbe potuto baciarlo davvero, seduti
l’uno accanto
all’altro su quella poltrona un po’ piccola, le
spalle e le ginocchia che si
sfioravano, i sospiri che s’intrecciavano. E invece aveva
coperto i loro volti,
gli aveva passato una mano sulla nuca mentre lui gli accarezzava i
capelli ed
era stato lui -Harry- che questa volta gli aveva sfiorato il collo con
le
labbra. Louis non aveva smesso di sorridere fino a quando erano saliti
in
macchina per tornare a casa.
Ora era
passato già più di un’altro anno. Fino
a pochi mesi prima si comportavano
ancora così: da stupidi bambini, si scambiavano semplici
effusioni e si
guardavano negli occhi. Ad Harry era anche bastato, per un
po’, guardare Louis
negli occhi. Si perdeva, quasi, quando incontrava le iridi chiare
dell’altro;
poteva smarrire la cognizione del tempo e dello spazio che lo
circondava,
poteva dimenticare chi fosse e da dove venisse e cosa stesse facendo
prima di
immergersi in quello sguardo sereno. Alle volte, Louis aveva dovuto
richiamarlo
per farlo tornare alla realtà.
Ma poi,
comunque, quegli sguardi avevano smesso di bastare. Quelle carezze
lievi e quei
sorrisi dolci avevano smesso di soddisfarli. Louis, un giorno, nel tour
bus,
davanti agli
altri, mentre parlavano di alcune fans esuberanti del concerto della
sera
prima, si era avvicinato e, con tutta la leggerezza e
l’impazienza di cui era
capace, gli aveva donato un bacio vero. Niall si era messo a saltellare
e a
strillare come un idiota, richiamato poi dal manager preoccupato per il
troppo
chiasso; Zayn aveva finto ghignando una faccia disgustata dicendo loro
di
prendersi una camera e aveva ricevuto un pugno sulla spalla da Liam,
che li
guardava con quel suo sorriso saputello e genuinamente contento. Gli
sguardi
erano continuati, quando erano in pubblico, davanti a telecamere o
davanti ad
occhi curiosi; erano continuati perché non potevano
permettersi di più. Ma ora
quelle due paia di occhi chiari trasmettevano altro, trasmettevano
promesse che
sarebbero state mantenute, desideri che sarebbero stati soddisfatti,
complicità
che non sarebbe scomparsa. Harry si perdeva ancora negli occhi di
Louis, ma
adesso a risvegliarlo c’erano a supporto anche Liam, Zayn e
Niall -soprattutto
Liam, che aveva una paura folle che Harry e Louis da un momento
all’altro
decidessero di dichiarare tutto e mandassero all’aria la loro
carriera.
E poi
Louis aveva deciso di farlo ancora. Erano ad un incontro con le fans,
avrebbero
firmato autografi, distribuito abbracci e poi parlato con
un’intervistatrice
per alcune domande.
«Harreh,
Harreh!» aveva strillato Louis, saltellando sul posto e
agitando le braccia.
Zayn, che stava dichiarando il suo amore eterno ad una ragazza in
procinto di
svenire, si era voltato a guardarli e aveva lanciato loro
un’occhiata
divertita; Liam si era bloccato con la penna a metà di un
autografo e aveva
fulminato il vent’enne con lo sguardo; Niall aveva battuto il
cinque ad una fan
come niente fosse, tenendo comunque per loro un occhio di riguardo.
Harry, che
stava firmando un autografo per una ragazzina dagli occhi trasognati,
aveva
sorriso leggermente e si era voltato, scostandosi i capelli dal viso.
Con la
coda dell’occhio aveva scorto la ragazzina portarsi le mani
al cuore e
soffocare un grido di giubilo. Poi Louis gli era saltato addosso, aveva
coperto
i loro visi con le braccia e gli aveva scoccato un umido bacio
all’angolo della
bocca.
Le fans
erano andate in delirio. Molte urla, «Louis!, Harry!, Larry
Stylson!» erano
risuonate nelle orecchie dei ragazzi, molti strilli colmi di sorpresa
ed
aspettativa. Harry, ancora mezzo intontito per il gesto improvviso, era
comunque riuscito a scorgere tra la folla una delle poche -se non
l’unica-
ragazze con il naso arricciato e l’espressione schifata. Si
era sentito morire,
prima che Louis lo riportasse bruscamente alla realtà
tirandogli un angolo
della maglia e indicando le fans che aspettavano l’autografo.
«Riprenditi,
Harold» gli aveva sussurrato il più grande
all’orecchio, mentre Harry chiedeva
dolcemente alle sue dita di non mollare la presa sul pennarello nero.
Suo
malgrado, Harry si era ritrovato a sorridere a Louis e a sentire
l’impellente
desiderio di baciarlo seriamente.
«Mi
hai
appena baciato davanti a un centinaio di persone» aveva
invece mormorato,
allontanandosi il più possibile da quel viso tentatore e da
quel sorriso
provocatorio. Qualcuno dietro di loro aveva annunciato il momento
dell’intervista
e Liam aveva lanciato un’occhiata ammonitrice ad entrambi.
«Non ho la forza di
riprendermi».
Louis era
sembrato sul punto di voler dire qualcosa, mentre Harry consegnava il
suo
ultimo autografo e il suo ultimo sorriso, per poi seguire gli altri
verso
l’intervistatrice. La folla urlava troppo forte e Louis
sorrideva con troppa
tranquillità.
«Forse
hai
ragione» si era limitato a cinguettare infine, e gli aveva
posato una mano
sulla schiena, in una carezza velata. Harry aveva capito che,
probabilmente,
quella volta avrebbe parlato meno del solito, durante
l’intervista -e sarebbe
invece rimasto a fissare ancora una volta gli occhi di Louis.
The end.