'Ma papà!'

'Niente “ma”, Santana' l'uomo dalla pelle scura si chinò davanti alla figlia, prendendo le piccole e soffici mani tra le sue.

'Sei una bambina grande, ormai. E' arrivato il momento di andare all'asilo come tutti gli altri'

'Non voglio essere una bimba grande'

L'uomo si laggiò sfuggire un sorriso. Quella bambina dai capelli corvino e gli occhi luminosi sapeva sempre come renderlo di buonumore.

'Ti fidi di papà, Santana?' La bambina annuì tenendo lo sguardo fisso sul padre, poi lo seguì nella grande aula dell'Asilo Pubblico di Lima, Ohio.

Una donna dai capelli biondi arrotolati in una treccia accolse i due con un sorriso pieno di calore.

'Tu devi essere la piccola Santana! Ti stavamo aspettando, siediti pure'

Santana guardò il padre, aspettando una conferma che arrivò subito. La piccola si fece strada tra i banchi, mettendosi a sedere a un tavolo rosso nel quale si erano già posizionati altri quattro bambini.

Dopo essersi accomodata, si girò verso l'uomo dall'altra parte dell'aula, che le sorrise dolcemente e uscì.

'Io sono Brittany!' una vocina stridula proveniva dal suo lato sinistro. Santana si girò a osservare la bambina dal sorriso grazioso e i capelli dorati che le sorrideva, mostrando i denti minuscoli.

'E io sono Quinn' questa volta la voce proveniva dall'altro lato. A parlare era stata una bambina dai capelli lunghi e biondi, gli occhi chiari e la postura composta.

'Io.. mi chiamo Santana' la piccola sorrise timidamente, lisciandosi le pieghe del vestito color crema che sua madre le aveva fatto indossare per l'occasione.

'Ti piacciono i minipony, Santana?' Brittany frugò nel suo zainetto rosa, tirandone fuori un pupazzo a forma di minuscolo cavallo dai colori sgargianti.
Santana annuì. Non era male essere grande, dopotutto.