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Autore: Zest    06/03/2012    1 recensioni
Andrea ha accennato a Hermione coe è avvenuta la sua trasformazione...
ma come è andata REALMENTE quella notte?
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'The Other Ending'
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LA FINE: COME TUTTO INIZIÒ

Era stato tutto assolutissimamente fantastico!!!

Alla festa di compleanno di Sarah, si era divertita un mondo!

Sarebbe stato tutto perfetto se…

Lanciò un’occhiata alla sorella che dormiva beata di fianco a lei. Si era offesa perché erano venute le… ehm, quelle… prima a lei… e aveva messo su un broncio.

Cassandra ridacchiò tra sé e sé.

Che tipo che era sua sorella… avevano sempre fatto tutto insieme, ma questa volta no.

Anche se erano gemelle, Andy era proprio più infantile di lei… e poi era un po’ maschiaccio!

Compunta si lisciò il vestitino che sua mamma le aveva messo, era così bello… Andy invece aveva insistito per mettere una salopette di jeans! Per un compleanno!!! Certo che poi si era messa a giocare a calcio con i loro compagni di scuola…

-“Chi dorme?”- la voce calda del papà rimbombò nel veicolo

-“Andy, è crollata!”-

-“Ma che avete fatto a quel compleanno?”- domandò stupito l’uomo, Cassandra fece spallucce, non vista

-“Io? Niente, è Andy che si è scalmanata! Ha giocato a calcio!!!”- si indignò

-“E allora?”- la voce della sorella si introdusse nella discussione

-“Allora, non sono giochi per ragazze!!!”-

Andrea stava per replicare offesa, ma il padre sorridendo intervenne

-“Ragazze! Non vorrete cominciare a litigare di nuovo?”-

-“Papà questo non si chiama litigare!”- spiegò tranquilla Cassandra

-“Si chiama discutere animatamente”- rincarò la sorella

-“Coalizzate contro un unico fronte…”- borbottò il padre voltando in una strada

-“Chissà come reagirà la mamma quando verrà a saperlo!!!”- si eccitò Cassandra

Andrea rabbuiata incrociò le braccia

-“Dovrebbe essere già sveglia, no papà? Non vedo l’ora di dirglielo!!!”-

L’uomo sospirò, ricordando il profondo imbarazzo di quella stessa mattina… già se la immaginava la scena… Miriam che al racconto si accasciava in preda ad un eccesso di risa incontrollabili, mentre lui arrossiva furiosamente come un’idiota…

Aveva affrontato lupi mannari, streghe impazzite, negromanti… ma quello che era successo quella mattina era stata la sua prova più dura, per non parlare poi della cassiera che l’aveva guardato dubbiosa, mentre passava sul lettore un pacco di assorbenti…

Insomma lui era stato un uomo di chiesa!!! Non era abituato a quelle cose! Persino sua moglie ne sapeva più di lui!!!

Sospirò di nuovo… un prete spretato e un vampiro… che genitori!!!

Il silenzio sospetto nell’abitacolo gli fece controllare la situazione sul retro della vettura, i suoi due angeli dormivano beatamente. Sospirò addolcendo lo sguardo.

Dio se era stato fortunato, aveva abbandonato la chiesa per stare con chi amava, ma per fortuna Dio non aveva abbandonato lui e gli aveva donato quella splendida, seppur strana famiglia.

Parcheggiò la macchina nel garage, prese in braccio Cassandra, mentre sulla porta che dava sul box si materializzava l’amore della sua vita.

Miriam gli sorrise dolce.

-“Ciao tesoro, prendo io Andrea, vai a mettere a dormire Cassandra…”-

Era uno di quei momenti sempre più rari in cui le sue due, oramai signorine, potevano tornare ad essere le bambine che erano state. La vampira sorrise affettuosa, come volava il tempo.

Quando l’uomo le passò di fianco con la bambina in braccio, Miriam si arrestò. Quell’odore…

Ma si riebbe subito scuotendo la testa, doveva essersi sbagliata. Prese tra le braccia senza alcuno sforzo Andrea e guardandola teneramente le schioccò un bacio freddo sulla fronte. La ragazzina si stropicciò gli occhi momentaneamente svegliata da quel contatto.

-“Ciao mamma! Scusa, forse ho sporcato la salopette…”- biascicò assonnata

-“Non ti preoccupare, domani o sta sera la lavo io, hai di nuovo giocato a calcio, vero?”- Andrea a quelle parole annuì con aria colpevole. Miriam ridacchiò

-“Scalmanata!”- le sussurrò maternamente in un orecchio.

Andersen era rimasto fermo sulla soglia a guardarle sorridente, Miriam lo guardò interrogativa

-“Che c’è?”-

L’uomo scosse la testa

-“Niente, è che siete bellissime!”-

Miriam sbuffò mentre Andrea ridacchiava

-“Andy? Tuo padre è un adulatore… un adulatore nato!”- decretò scherzosa sorpassandolo e portando la figlia a letto.

Andersen rimase un secondo fermo a pensare, poi chiuse la porta che dava sul box.

Non avrebbe potuto essere più felice.

Ma quella bolla di felicità assoluta non era destinata a durare…

-“NO!!! A-ANDERSEN!!!”- la voce roca della moglie lo richiamò violentemente alla realtà

Completamente sconvolta gli si gettò tra le braccia, per la potenza sfondarono la porta del box andandosi a schiantare contro la macchina.

-“MIRIAM!”-

-“Cassandra… lei, ha le mestruazioni!!!”-

Andersen la guardò perplesso mentre la consorte si dimenava tra le sua braccia, ferendosi le braccia con gli artigli

-“Cosa succede?”-

-“È sangue!”-

Il viso dell’uomo scolorì

-“Cassandra?”-

-“Sta bene, sono scappata subito, ma io non mi sono nutrita sta sera… e… io…”- un urlo le mozzò la parola in bocca mentre le zanne le si allungavano.

Lo sguardo della donna si velò di brama a stento contenuta.

Andersen capì che non c’era più niente da fare, anni di esperienza gli avevano insegnato che quando un vampiro si faceva dominare dalla brama, nulla si frapponeva tra il mostro ed il suo obbiettivo.

Miriam lo guardò con occhi disperati, tremante lo baciò

-“Ti amo, mi hai donato cose che nemmeno l’intera eternità avrebbe potuto eguagliare…”-

La donna sussurrava velocemente quelle parole, mentre Andersen moriva lentamente dentro

-“Miriam”- piangeva, uggiolava, il grande sterminatore di vampiri

-“Shhhh… uccidimi, salva le bambine, salvati e salva me, dammi l’assoluzione…”-

Gli occhi dell’uomo si riempirono di lacrime a stento trattenute, abbracciò la moglie cominciando a singhiozzare, passò le mani tra quei capelli biondo grano, sentendo ancora il suo profumo di rose.

-“Non posso…”- gemette

-“Ti prego…”-

L’ex-prete si staccò dalla sua consorte che rimase accasciata sulle lamiere della macchina, ansimava ed il suo corpo bellissimo era percorso da spasmi dovuti al suo tentativo di esercitare il controllo su di sé.

In garage rimaneva l’antica sacca… quella che lui usava per le emergenze, non gli ci volle molto per trovare un paletto di frassino. Si riaccosto alla donna che lo guardava con occhi pieni di amore e gratitudine

-“Fallo, dammi pace amore, dammi la tua eternità”-

-“Cosa dirò alle bambine?”- domandò angosciato l’uomo

Miriam lo guardò con occhi di vampiro, il viso ormai storpiato dalla furia che a stento tratteneva.

-“Quello che hai fatto, loro capiranno, sono così sveglie le nostre bambine…”-

Andersen annuì e violentemente alzò il braccio pronto a colpire, vibrò il colpo, ma esitò.

-“Papà?”-

Cassandra si era svegliata perché le faceva male la pancia, ed ora stava a due passi da loro.

Questo bastò al mostro per prevalere sull’amore.

Miriam fece l’atto di scagliarsi contro la figlia, ma venne fermata dai riflessi fulminei del marito che la afferrò per una caviglia e la spedì contro il muro opposto.

-“CASSANDRA, VAI VIA! PRENDI TUA SORELLA E VAI VIA!!!”- la ragazzina terrorizzata annuì frenetica e si lanciò lungo il corridoio verso la camera che divideva con sua sorella.

Miriam si rialzò più furiosa che mai, mentre Andersen afferrava un appuntito pezzo di lamiera con la mano libera.

-“ Non osare umano… quella preda è mia!”-

Andersen rafforzò la presa sulle sue armi.

Avrebbe difeso le sue figlie a costo della vita.

***

Andrea di quei momenti ricorda sempre poco… la sorella che la sveglia urlando, altre urla, il papà…

E la mamma, la loro bella, bellissima mamma…

Erano appena uscite dalla camera, Cassandra era davanti a lei e… era stata una questione di pochi secondi.

Mamma si era piantata davanti a loro, istintivamente Cassy si era messa a protezione sua, ma lei sapeva.

Papà glielo aveva spiegato: la mamma deve stare lontano dal sangue, perché lei è un vampiro. Andrea guardò negli occhi la madre e in quelle iridi non vide altro che il mostro di cui papà più volte l’aveva messa in guardia, così aveva reagito.

Miriam si scagliò contro le figlie nello stesso istante in cui Andrea spostava violentemente la sorella di lato, venendo attaccata al suo posto.

Andersen giunse pochi istanti dopo, per fermare la consorte, ma arrivò troppo tardi.

Con un urlo disperato si gettò addosso alla donna strappandola dalla figlia che giaceva esanime sulla moquette beige del corridoio. La colluttazione riprese più furiosa che mai, ora Andersen lottava per uccidere.

Scagliò la vampira contro al massiccio tavolo di legno che troneggiava in cucina, la donna cadde malamente finendo poi  a terra, nel rialzarsi si trovò addosso il prete che le piantò violentemente il paletto di frassino in petto.

Miriam crollò a terra con un tonfo sordo.

Ansimante il padre si rivolse all’unica figlia che lo guardava terrorizzata

-“Prendi lo specchio della nonna e chiama tre volte il nome Moody, all’uomo che apparirà digli tutto e-”- ma non riuscì a finire la frase, una mano gli usciva dal petto.

-“Stupido umano, credi che sia stato solo per la tua pietà che dieci anni fa riuscii a scampare al tuo attacco? Il mio principale potere si riassume in due parole: Visceram Inverse”-

Miriam era in piedi dietro di lui, ghignante

-“I miei organi interni sono disposti specularmente a quelli di qualsiasi essere umano o vampiro, mi hai a malapena bucato un polmone stupido”-

Poi rivolse gli occhi affamati alla figlia.

Cassandra urlò.

Urlò perché non era giusto… perché sua mamma le voleva bene, perché Andrea era sua sorella e perché…

Non fece in tempo a formulare il suo quarto perché.

Andrea al suo urlo era tornata indietro, per salvarla.

Miriam ed Andrea si scontrarono in aria in un cozzare violento di arti. La vampira ruggì in un sibilo stridulo, animale, al quale Andrea rispose ringhiando a sua volta.

Si riaffrontarono, le mani giunte una contro l’altra, ma Andrea era appena formata, il veleno le scorreva potente nelle vene…  bastò una pressione maggiore da parte della ragazzina che le mani della madre, si spezzarono in uno schiocco secco.

Miriam si allontanò con un guaito.

Andrea fissava le sue mani insanguinate… lentamente si accostò con la bocca alle dita. Quando il sangue raggiunse la sua lingua fu un’esplosione di piacere, di forza. Le pupille della ragazza si fecero verticali e l’iride divenne verde pallido.

Rivolse lo sguardo alla madre, che ansimante la fissava sempre più spaventata, rivolse uno sguardo alla sua preda.

Miriam soffiò, Andrea si acquattò.

Non erano più madre e figlia, erano preda e cacciatore. Due animali a confronto… Cassandra si nascose il viso tra le mani piangendo disperata.

Andrea scattò a fauci spalancate verso la madre che fuggì in garage.

Cassandra non ebbe la forza di muoversi fino a che i rumori nel box auto non smisero, quando si affacciò alla stanza, Andrea era china su sua madre e languida e brutale le succhiava il sangue dal collo.

Miriam tremava e gorgogliava ancora agonizzante, ancora viva.

Cassandra si allontanò disgustata e… non seppe decifrare quello che provava, si accasciò contro il muro e vomitò.

Un urlo la riscosse, corse in garage e vide in un angolo Andrea che continuava ad urlare tenendosi la testa tra le mani.

La sorella, accortasi della presenza di Cassandra le piantò negli occhi uno sguardo disperato, uno sguardo folle di dolore e disgusto.

-“I-io… DIO MIOOOO!!!”- un paio di conati la scossero, ma non riuscì a vomitare, il suo corpo non voleva espellere ciò che aveva appena assunto, ciò che le aveva fatto recuperare la facoltà ed il pensiero.

Non voleva espellere il suo nutrimento, il sangue di sua madre.

Cassandra si avvicinò piano, Andrea se ne accorse e spalancati gli occhi dal terrore urlò

-“NO!!! Non… non ti avvicinare… io ho…”- la frase sconclusionata si spense in un lungo gemito.

Cassandra si chinò alla sua altezza ed allungò una mano.

-“Vieni… dobbiamo chiamare una persona… io… me lo ha detto papà”-

Andrea la guardò, poi timidamente allungò la mano e prese quella della sorella.

Lentamente andarono in camera dei genitori, attraversarono il denso silenzio della casa Andrea chiuse gli occhi con un gemito alla vista del cadavere del padre, Cassandra si sforzò di non guardarlo.

Lo specchio di nonna, la chiamata e l’uomo che fa domande.

***

Quando Moody si smaterializzò in quella casa, fu solo la sua  forza di volontà che lo frenò dal vomitare…

La sua forza di volontà e due ragazzine che tremanti si stringevano una contro l’altra, una piangeva disperatamente, l’altra dai lunghi capelli biondo pallido lo guardava.

-“Ci aiuterai tu?”-

-“Sì, mi chiamo Alastor, mi prenderò cura io di voi ora”-

 

Piccolo angolo dell’autrice…

Ok, lo so Chanel483… non è quello che ti aspettavi, ma il tuo tremendo dubbio verrà sciolto con la long che posterò entro la settimana! :3

A tutti gli altri… sono ben accette richieste per le prossime one-shot!

A chi non avesse letto Il Giallo piange o della Conclusione beh, questa one potrebbe essere un po’ problematica… fa riferimento a questa long che se avreste voglia di leggere e recensire…

Io la butto lì… :3

Un salutone

Zest


   
 
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