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Autore: Val2910    06/03/2012    3 recensioni
-Secondo te cosa si vede da lassù?-.
-Come vuoi che lo sappia se non ci sono mai salita?-.
Zoro spostò di nuovo lo sguardo sulla nuova attrazione turistica dell’Arcipelago Shabaody: una mongolfiera con un’enorme bolla al posto del pallone.
Pochi secondi dopo, lo spadaccino si era allontanato dalla rossa.
-Dove stai andando?-
-Voglio salirci-.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo della storia: Hot-air balloon
Rating: Giallo
Pacchetto scelto: Blu/ Bolle di Sapone
Avvertimenti: Nessuno
Note (facoltative):
 
-Secondo te cosa si vede da lassù?-.
-Come vuoi che lo sappia se non ci sono mai salita?-.
Zoro spostò di nuovo lo sguardo sulla nuova attrazione turistica dell’Arcipelago Shabaody: una mongolfiera con un’enorme bolla al posto del pallone.
Pochi secondi dopo, lo spadaccino si era allontanato dalla rossa.
-Dove stai andando?-
-Voglio salirci-.
-Non se ne parla! Potresti perderti, e non ho intenzione di trascorrere ore e ore a cercarti!-.
Troppo tardi: era sparito tra la folla.
“Dannazione!” pensò Nami.
Gli aveva chiesto solo un favore: accompagnarla in una cartolibreria per acquistare un compasso.
L’istinto femminile però aveva avuto la meglio, e aveva comprato mezzo negozio. Ma questo non era di certo importante.
Non lo era nemmeno il fatto che avesse sobbarcato Zoro di pacchi e sacchetti.
Il punto era che non si era accorto di aver preso con sé buona parte degli acquisti, e di trascinarseli dove lei non vedeva più. Gli acquisti DI NAMI.
La navigatrice sbruffò e fece dietrofront verso nave.
Gliel’avrebbe fatta pagare.
Nel debito del vicecapitano aveva appena aggiunto due zeri alla coda, e lui non ne sarebbe stato contento.
E se non avrebbe avuto i soldi, la navigatrice aveva già in mente l’alternativa che faceva al caso suo: lavori forzati.
-Che ci fa una piccoletta qui da sola?-
La rossa venne destata dai suoi pensieri da una voce sconosciuta. Alzò lo sguardo e si trovò davanti un uomo, sulla trentina, dalla corporatura piuttosto robusta e il viso sfregiato da una lunga cicatrice.
-Lo sai che questo è un vicolo cieco? Ti sei persa, non è vero, piccina? Se vuoi ti aiuto a ritrovare la strada…- fece un passo avanti, iniziando a mutare il suo atteggiamento da gentile a voglioso, ansioso.
In quel momento ci sarebbe voluto un uomo.
Zoro, per esempio.
Però se n’era andato.
Pazienza, la rossa avrebbe fatto ricorso Sansetsukon.
-Stia tranquillo, non ce n’è bisogno- rispose lei, infilando la mano nel sacchetto alla ricerca dell’arma.
-Beh, se non vuoi tornare a casa, potremmo divertirci un po’-.
Nami indietreggiò, mentre la sua mano diventava più veloce e frenetica.
“Dove diavolo si trova?”.
L’aveva messo assieme alle carte e alle matite.
Che si trovavano nel sacchetto arancione.
Che aveva Zoro, e che aveva portato con sé allontanandosi.
Ovviamente, quando la navigatrice glielo aveva consegnato, non aveva riflettuto molto sulla cosa. Ora invece ci pensava eccome.
-Sarebbe meglio… - disse lei, mostrando un sorriso tanto largo quanto falso –che me ne vada: i miei amici mi staranno aspettando già da un pezzo-.
-Perché non resti?- l’uomo piantò il palmo della mano sul muro dietro la ragazza, come per bloccarla.
-Devo andare-. Tentò di allontanarsi, ma ottenne solo un approccio più ravvicinato da parte dell’uomo.
-Dai, resta con qui… -.
Avvicinò il viso a quello di Nami.
-Mi lasci stare! –.
La presa ferrea sul polso fu del tutto inaspettata.
-Ci vorrà solo un momento-.
-Lasciami!-
Un secondo dopo si ritrovò inchiodata al muro per il braccio.
-Ora ci divertiamo-
Nami continuò a fare resistenza, iniziando a sentire sempre più pesantemente la forza di quel tipo contro di lei.
 
-Ughh!-
Lo sfregiato rilassò tutti i muscoli, poi cadde a terra stordito.
La diciottenne rimase a fissarlo intontita ancora per qualche secondo.
Si voltò.
-Zoro! -
Lo spadaccino si massaggiò le nocche delle mani: -Pensavo tornassi sulla Sunny, e invece…-.
Non ebbe il tempo di finire di parlare, che si ritrovò Nami attaccata a lui come una cozza allo scoglio.
-MOLLAMI SUBITO!- gridò.
-Non mi lasciare mai più… –
-STA’ LONTANA DA ME!-
-Capo! Sta bene?-
I due si voltarono verso alcuni uomini appena arrivati e chinati sullo sfregiato svenuto.
Lo scossero un po’ per le spalle e gli diedero qualche schiaffo per farlo rinvenire, ma inutilmente.
-Che diamine è successo? Cosa ci fa qui il capo?-
-Era andato a comprare delle sigarette. In effetti, ci stava mettendo molto… -
-Chi l’ha ridotto così?-.
-Arrivano i rinforzi- sussurrò lo spadaccino.
-Non puoi usare le tue spade per metterli K.O.?- chiese la rossa.
-Si, ma potrebbero arrivarne degli altri, ed è dannatamente seccante occuparsi dei ladruncoli di quarta categoria-.
-Abbiamo forse altra scelta?-
-Una si-.
Lo spadaccino mise in braccio la ragazza e cominciò a correre.
-E QUESTA SAREBBE LA GRANDE ALTERNATIVA?.
-FATTI VENIRE TU IN MENTE UN’IDEA PIU’ BRILLANTE!-.
-Prendiamoli!-
Il gruppo di uomini sguainò le spade e cominciarono l’inseguimento.
 
-A destra! Ora vai a sinistra! No… no! L’altra sinistra!-
-Mi spieghi come possono esserci più d’una sinistra?-
-E’ difficile dare indicazioni mentre stai in braccio a qualcuno!- replicò Nami. Poi guardò dietro: -Ci stanno per raggiungere!-.
Zoro girò l’angolo, corse per qualche metro e raggiunse il posto dove si faceva la fila per fare un giro su quella mongolfiera che l’aveva tanto attirato.
-Come hai fatto a ritrovare questo posto senza perderti?-.
-A dirla tutta, io volevo tornare sulla Sunny-.
Sulla testa di Nami comparve una vena pulsante: -Ok, almeno sei rimasto lo Zoro di sempre-.
“Però temo che non sia una gran consolazione” pensò infine.
-Di là!- esclamò uno degli inseguitori.
Il diciannovenne si guardò spaesato a destra e a sinistra, poi vide la mongolfiera che veniva trascinata giù da un uomo muscoloso per far salire degli altri clienti, quindi prese la rincorsa.
-Cosa hai intenzione di fare?!- esclamò la navigatrice.
Lo spadaccino balzò nella cesta della mongolfiera dopo che i vecchi occupatori scesero, e con un colpo di spada tagliò la fune che la legava a un chiodo per terra, senza che nessuno avesse il tempo di replicare o, perlomeno, di reagire.
Gli inseguitori rimasero a bocca asciutta mentre guardavano i due pirati allontanarsi sempre di più nel blu del cielo.
 
-Forza, pilota questo coso- la intimò il vicecapitano.
-Come se sapessi davvero come si guida!-
-Sei la navigatrice, no?-
-Questo non mi rende una pilota di mongolfiere con bolle di sapone!-
-Qualche soluzione la dovrai trovare: non possiamo mica stare quassù per il resto dei nostri giorni…-
Nami sbruffò e mise le braccia conserte: -Scommetto che non hai voluto attaccarli non tanto perché ti seccava, ma perché volevi salire qua sopra!-
-Ci stavo per salire anche senza tante scuse-.
-Allora mi spieghi perché hai deciso di salirci? Anzi, mi spieghi perché hai cominciato a correre per conto tuo? O ancora meglio, mi vuoi dire perché mi hai portato in braccio?-.
-Non saresti stata in grado di reggere la corsa-.
-E per quale motivo?-
-Ti tremavano le gambe-.
A quel punto Nami si ammutolì.
-Ora che ci penso,- fece Zoro –perché non hai usato quel tuo arnese strano per far spuntare qualche fulmine e spaventarli?-
-Non ci ho pensato- gli rispose, anche se un po’ infastidita per il nomignolo dato al Sansetsukon –sai, andavamo così di fretta che non mi è venuto in mente-.
-E perché non l’hai usato contro quel tizio?-
-Quale?-
-Quello a cui ho dato un pugno-.
Nami si mise per terra e si fece più piccola che mai.
-Non l’avevo con me-
-E non potevi mollargli un pugno, come quando qualcuno non ti salda un debito?-
-Era diverso-
Zoro si inginocchiò per raggiungere la sua altezza: -Cosa c’era di diverso? Fai una paura matta a me, a Rufy e a tutti gli altri della ciurma per la fama del tuo micidiale gancio destro. Non potevi soltanto… -
-…soltanto cosa? Colpirlo? Picchiarlo? Dimenarmi? Allontanarmi? Scappare? Volevo fare tutte queste cose, ma non ho potuto. E questo perché lui era più forte… no, non era per questo… perché ero io quella debole! Mi ha tenuto ferma con una mano, Zoro! CON UNA MANO! Gli è bastata una semplice mano per bloccare ogni movimento che facevo col corpo, e se penso a cosa stava per…-.
Abbassò la testa e se la mise fra le mani, mentre le spalle cominciavano a tremare e lei a singhiozzare.
Zoro pensava che quella a Coconut Village sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto Nami piangere. Vederla di nuovo così fragile fu quasi shockante.
-Mi… spiace,- voleva dire di più, ma non era mai stato bravo con i discorsi o con gli incoraggiamenti –non avrei dovuto lasciarti andare da sola-.
-E come facevi a sapere cosa sarebbe successo?- la rossa si strofinò gli occhi –Prova a accollarti la colpa e giuro che quadruplicherò il tuo debito!-.
“Ecco,” pensò lui “sta già meglio”.
-Hey, Zoro?-
-Cosa c’è adesso?-
-E’ vero che tutta la ciurma pensa che io ho un gancio destro micidiale?-
-Se non è così, è come minimo il più doloroso che io abbia mai sentito- a quel ricordo Zoro si massaggiò la testa, e Nami sorrise.
-Comunque sia, anche se non so come si pilota quest’affare, una volta arrivati in un punto molto alto l’aria diventerà fredda e ci permetterà di scendere giù- disse la ragazza.
Ma l’imprevisto colse i due: la bolla esplose di colpo e, dopo un secondo di rimanere sospesi nel vuoto, la cesta cominciò a cadere.
-Hacchan l’aveva detto che le bolle di Shabaody, se si allontanano troppo, esplodono- osservò Zoro.
-Questo ti sembra il momento adatto per fare constatazioni? Salvaci!-
La cesta e i pirati scesero in picchiata e caddero in mare sprofondando come sassi.

Quella notte, nella cucina di Sanji, c’era agitazione.
Il cuoco stava pulendo i piatti, ma strofinava la spugna con una tale forza da dare l’impressione di voler lasciare il segno sulle stoviglie.
E il motivo della tensione nell’aria era dovuta all’unica persona presente oltre a lui nella stanza, alle sue spalle.
-Come ti è venuto in mente di riportare la povera Nami-Swan bagnata fradicia, Marimo?-
Zoro fece le spallucce: -E’ stato un incidente-.
-E come ti è venuto in mente di lasciarla da sola? Per una mongolfiera, poi!-
-Non immaginavo come si sarebbe potuta evolvere la situazione-.
-Al posto tuo, io l’avrei accompagnata fino alla fine!-
-Punto primo: tu l’avresti accompagnata solo perché fai lo zerbino alle ragazze. Punto secondo: non eri al posto mio-.
-Questo non ti giustifica comunque-.
Lo spadaccino socchiuse gli occhi:  –Lo so benissimo-.
Il cuoco si voltò e lo guardò storto, come se non fosse convinto da quel che aveva detto l’altro.
Per qualche istante calò il silenzio.
-Ohi, cuocastro, hai presente le bolle di Shabaody?-
Sanji si voltò e continuò a lavare le stoviglie: -Perché me lo chiedi?-
-Stavo pensando che sono molto resistenti e non esplodono mai, tranne quando si allontanano troppo dall’isola-
-Dove vuoi arrivare?-
-Nami non è pure così? E’ una ragazza forte, ma allontanarsi dalla sua casa la rende debole-.
-E’ già da molto tempo che è lontana da Coconut Village, ma non ha mai avuto alcun tipo di problema-.
-Io come “casa” mi riferivo alla Sunny-.
Il cuoco smise di sfregare la spugna sul piatto.
-E a noi-.
-Non immaginavo che a mente lucida sparassi certe pillole di saggezza-.
-A mente… lucida?-
Il biondo si voltò e scorse una bottiglia mezza vuota che non aveva notato prima. Pensava che lo spadaccino non avesse avuto il tempo di bere con tutto quello che era successo in quella giornata, eppure aveva già recuperato parte il tempo perso.
Sospirò, e poi poggiò un piatto con del cibo sul tavolo.
-E’ per te- mormorò.
Zoro lo fissò: -E’ avvelenato?-
-Spiritoso… a cena non hai toccato niente: dovrai pur mangiare-.
-Pensavo che ti preoccupassi prima per “la tua Nami-swan”-
-L’ho fatto, ma come membro della ciurma devo cucinare anche per te-.
Lo spadaccino allontanò il piatto. –Non ho fame- furono le sue uniche parole.
Sanji sorrise: -Non mi stupisce. Se solo metà della ciurma sapesse che hai una cotta per Nami… -
-Se solo metà della ciurma si accorgesse che è per questo motivo che io e te litighiamo la maggior parte delle volte…-.
-Robin-chwan se ne è accorta già da molto tempo-.
-Si, lo so…-.
“Se solo tu, stupido Marimo, ti accorgessi che anche Nami inizia a provare qualcosa per te…” pensò il biondo.
A quel punto la rossa smise di origliare il discorso dei due e se ne tornò in camera a dormire.
Già sapeva però che non ci sarebbe riuscita tanto facilmente.


  
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