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Autore: Eowyn88    08/10/2006    7 recensioni
Ecco un storia che spero vi piacerà. Mi ha ispirato la canzone degli evanescence (bring me to life). In breve: cosa può fare un grande amore quando la tua vita è appesa ad un filo. Spero riuscirete a capirla. Mi raccomando lasciate un commento!!! E ringrazio in anticipo coloro che lo faranno!
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La battaglia infuriava ancora viva

LA BATTAGLIA.

Riportami in vita.

 

 

 

La battaglia infuriava ancora viva.

 

Hermione si era voltata appena in tempo per vedere il suo ragazzo che veniva colpito da un incantesimo.

 

“Roooon!”

 

Si ritrovò a gridare mentre abbandonato il suo avversario si lanciava in corsa nella direzione in cui era stato scaraventato il suo ragazzo.

Scavalcò un paio di corpi, ma non poteva distinguere di chi erano. Né in quel momento le interessava saperlo. Non le importava di nulla... tranne che correre dal ragazzo che amava, l’unico che abbia mai amato, il ragazzo solo per lei.

Gli occhi appannati dalle lacrime, e un solo pensiero in testa: raggiungerlo.

Sperava con tutto il suo cuore di sbagliarsi, che una volta arrivata in fondo alla stanza lui le sarebbe venuto incontro con la sua solita espressione di colpa, come quando nei tempi passati, a scuola, dopo aver combinato un piccolo guaio si passava una mano dietro la testa e si scusava per averla fatta arrabbiare.

Il suo sguardo... già gli mancava.

E quella corsa verso di lui sembrò non finire mai.

Una triste sensazione s’impadronì di lei...: e se fosse arrivata troppo tardi? E se non sarebbe riuscita a salvarlo? Sarebbe rimasta da sola. Solitudine. Si sentì spaesata, in un mondo che senza di lui non avrebbe avuto senso, non gli sarebbe appartenuto più. Non poteva sopportarlo.

Ma durò poco... infatti, lo trovò. Appoggiato alla parete, aveva tentato di alzarsi ma era ricaduto giù.

Lei si fermò e lo guardò, per quello che gli permettevano di vedere gli occhi pieni di lacrime. Una speranza si fece spazio dentro di lei, e gli s’illuminarono gli occhi.

Rapida s’inginocchiò a fianco a lui e lo chiamò.

 

“Ron...” Non riuscì a dire altro.

 

Lo guardava ad occhi spalancati. Era uno spettacolo veramente terribile. Teneva gli occhi chiusi e aveva smesso di lottare per rimettersi in piedi. Il suo corpo giaceva lì inerme. Le sue lacrime ripresero a scendere copiose.

Ma sapeva che era ancora vivo: il suo torace, anche se a fatica, si alzava e si abbassava.

 

“Ron, ti prego!”

 

Gli prese la mano nella sua e gliela strinse forte, mentre con l’altra mano gli accarezzava la fronte e gli spostava dal viso i capelli madidi di sudore e sangue. Poi con la manica della camicia gli asciugò un rivolo di sangue che gli colava da un lato della bocca. Sempre singhiozzando e piangendo forte, avvicinò il volto al suo. Fronte contro fronte. Gli occhi chiusi. Le sue lacrime bagnavano il suo viso.

Lo chiamò ancora.

 

“Ron, ti prego, guardami”

 

Parlò sottovoce questa volta perché non aveva più forze per gridare. Lo baciò delicatamente sulla fronte e poi sulla bocca.

Poi lo sentì. Una mano le stava accarezzando la guancia. Aprì gli occhi ed il suo sguardo incrociò quello del ragazzo che amava. Uno sguardo triste che diceva tutto quello che la ragazza temeva di più in quel momento. Ma lui sorrideva, con un sorriso sofferente ma sincero. Lei posò una mano su quella di lui, che stava ricadendo giù, se la portò alla bocca e la baciò. Poi se l’appoggiò alla guancia.

I suoi occhi erano fissi su quelli dell’altro.

 

“Scusa.” Parlò improvvisamente lui con un filo di voce.

 

Lei riprese a piangere più forte.

 

Non devi piangere. Devi essere forte...

 

Tentò in un modo un po’ impacciato di asciugarsi le lacrime. Ma avendo le mani sporche riuscì soltanto a sporcarsi il naso. Tornò a guardarlo.

 

“Come sei bella!” disse lui con voce sempre più bassa.

 

Lei espirò profondamente per non ricadere nel pianto. Come faceva ad essere così tranquillo in un  momento del genere.

 

“Cosa dici? Non vedi come sono ridotta?! E tu...” Singhiozzò forte e tirò su col naso.

 

Ma lui le sorrideva ancora. Ed i suoi splendidi occhi azzurri risplendevano di una luce, che soltanto le persone innamorate possono vedere.

Perché? Non capiva che era in fin di vita?

 

Oh, Ron! Sii serio, almeno in un momento come questo!

 

“Ron, tu non devi lasciarmi. Hai capito? Mai! Non ci provare! Non riuscirei a vivere senza di te!”

 

Le lacrime ricominciarono a scorrere.

 

“Me lo hai promesso! Hai promesso che non mi avresti mai lasciato, che saresti stato sempre con me!”

 

Ancora singhiozzi e lacrime.

 

“Hermione...”

 

Era troppo per il cuore di lei; non riusciva a sostenere il peso di quello sguardo senza fare niente.

Ci fu un attimo di pausa.

 

“...Scusami!” disse lui.

 

Non riuscì a dire altro: tossì, poi rimase immobile, inerme, con gli occhi chiusi.

Lei sgranò gli occhi pieni di panico. Le mancò il fiato. Sentiva la mano di lui, che ancora teneva stretta con forza nella sua, rilassarsi di colpo. Quella mano, che prima era stata così forte e vigorosa, non l’avrebbe lasciata più.

Gli posò l’altra mano sulla fronte.

Non poteva essere quello il momento, non ora, non così.

Avvicinò l’orecchio alla sua bocca.

Sentiva ancora il suo respiro lento, debole e irregolare.

Era ancora vivo. Ma per quanto avrebbe resistito così.

Si guardò intorno, ma lei era sola lì. Sola senza nessuno ad aiutarla. E tanti anni passati sui libri a cosa sarebbero serviti? Lei, che aveva sempre riposto la sua fiducia nei libri, adesso pensava che quelle innumerevoli montagne di carte non avrebbero potuto riportare in vita Ron.

 

“Scusa, Ron; scusa!” Le sussurrò all’orecchio. “Sono stata schiocca ed egoista. Ma non voglio perderti. Non voglio separarmi da te. E... non so come aiutarti... E questo mi fa impazzire di dolore! Ma ti sarò vicina, sempre. Non ti lascerò mai. Mai! Ma ti amo, Ron! Ti amo!”. Sospirò. “Così poco tempo abbiamo avuto. E solo perché siamo stati così timidi da non rivelarci subito i nostri sentimenti. E ora che i nostri cuori finalmente sono vicini e innamorati devono dividersi.”.

 

Si sdraiò a fianco a lui, gli posò una mano sul petto mentre l’altra ancora stringeva quella di lui. Sentiva il battito del suo cuore. Continuò a guardarlo ancora, e ancora.

Mentre intorno a loro la battaglia infuriava, viva.

Continuò a guardare quel volto, continuò a sperare dentro di sé che non sarebbe finita, mentre con la mente ripercorreva gli attimi indimenticabili della loro vita. Attimi che rivedeva nei lineamenti del suo viso; nelle sue labbra, che un tempo lasciavano baci intensi e appassionati, ora spaccate e insanguinate; nel suo mento e le sue guance, sui quali qualche pelo corto lasciava intuire una barba non fatta da un po’ di tempo; e dietro quelle palpebre chiuse, si nascondevano i due occhi azzurri che avevano colpito il cuore della ragazza.

Ron, da anni il suo migliore amico, e soltanto dall’ultimo il suo ragazzo... solo adesso capiva quanto l’amava, e quanto lui l’aveva sempre amata.

 

Mi sento ghiacciata dentro, senza il tuo tocco, senza il tuo sguardo, senza il tuo amore, caro.
Solo tu sei la vita in mezzo a questa morte.
Per tutto questo tempo non ci ho potuto credere, non riuscivo a vedere, chiusa in me stessa; ma tu eri lì di fronte a me. Tu eri sempre con me.
Mi sembra di aver dormito un migliaio d’anni. Devo aprire i miei occhi di fronte a tutto quest’amore.
Senza un pensiero, senza una voce. Non posso lasciarti morire qui. Ci deve essere qualcos'altro da fare.

Riportarti in vita.

 

Ed ora eccolo lì. A fianco a lei. Mano nella mano. Con gli occhi chiusi, e con il dubbio ed il timore che forse non li avrebbe più aperti.

 

 

 

 

Quando Hermione si risvegliò si trovava su un comodo letto d’ospedale. Era al San Mungo. Aprì la mano e la richiuse nel vuoto. Quando capì che la mano di Ron non era più tra le sue dita, scattò subito a sedere e si guardò intorno. In un letto a fianco al suo c’era un ragazzo con i capelli nerissimi e gli occhi verde smeraldo, che la stava guardando. Lo riconobbe subito.

 

“Harry!”, esclamò, “Sei vivo! Meno male; e la battaglia? Come si è conclusa?”

 

“Bene, se così si può dire.” La sua voce era grave anche se sorrise al vedere che la sua amica era finalmente sveglia. “Ci sono state delle vittime da entrambi le parti. Ma almeno è finita!”

 

Queste parole riportarono Hermione a quanto era successo ed esclamò:

 

“Ron! Dov’è? Non sarà mica...?”. Gli occhi gli si riempirono già di lacrime, quando Harry gli rispose:

 

“No, Hermione! Non so cosa gli hai fatto... Quando vi abbiamo trovato, entrambi eravate privi di sensi e lui era in pessime condizioni, ma era ancora vivo. Ci siamo stupiti che avesse resistito così a lungo. Ora è fuori pericolo.”

 

“E’ vivo!” Mentre lacrime di gioia le scivolavano sulle guance.

 

Harry le indicò il letto di fronte al suo. Poteva riconoscerlo tra mille; con i suoi capelli rosso fuoco e le lentiggini. Era coperto di bende ed era profondamente addormentato, sicuramente sotto l’effetto di qualche pozione.

Ma era vivo. L’importante era questo.

Lei si alzò, anche se con fatica, e si avvicinò a lui. Gli prese la mano e gliela strinse forte. Poi la baciò delicatamente e si sedette su una sedia a fianco al suo letto. Lo guardò con amore.

Aveva mantenuto la promessa. Non l’aveva abbandonata.

Sarebbe rimasto ancora con lei.

Avrebbe continuato a vivere, e lei gli sarebbe rimasta accanto.

 

 

 

THE END

  
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