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Autore: Babus    08/10/2006    2 recensioni
"Una, due, tre…. E’ già la terza. Strano davvero come il movimento del portare la sigaretta alle labbra, inspirare e poi espirare sia così rilassante. Accidenti… non sono passati neanche 10 minuti dalla prima… sono già tre , lo capite? Ok, una decina di sigarette me le faccio fuori in una giornata. Ma 3 in 10 minuti non mi era mai successo. Al diavolo, ne prendo un’altra. Oggi ne ho proprio bisogno." E' la mia prima storia. Siate clementi ^^'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEI QUARTIERI DI CITTA’

 

Una, due, tre….

E’ già la terza.

Strano davvero come il movimento del portare la sigaretta alle labbra, inspirare e poi espirare sia così rilassante.

Accidenti… non sono passati neanche 10 minuti dalla prima… sono già tre , lo capite?

Ok, una decina di sigarette me le faccio fuori in una giornata. Ma 3 in 10 minuti non mi era mai successo.

Al diavolo, ne prendo un’altra. Oggi ne ho proprio bisogno.

 

L’occhio mi fa ancora male mentre me ne torno a casa.

Bastardo. Ecco cos è. Il damerino maledetto. Riccardo. Lo ucciderei se solo avesse il coraggio di venir a rompermi le scatole da solo, ma no, oh no. Lui ha la banda. Perché uno come lui non può andare in giro da solo, deve averceli i cretini che gli vanno dietro. Francamente, è da idioti. Non so, mi fa ridere. Cos è? Il bulletto dei telefilm americani? Magari lo fosse.. perché lo sfigato alla fine vince.

Io non vinco. E vengo pestato. E perché? Perché metto piede in quella che lui reputa "zona dei vincenti". Che cazzo vuol dire? Odio quel tizio. Lui e i suoi dannati quattrini. Me li ha sbandierati davanti anche oggi..

-li vedi questi? Osservali attentamente perché non credo che ne vedrai ancora nella tua vita!- e pam. Lui e i due deficienti che si porta dietro me le hanno suonate, cantate e orchestrate di santa ragione (ragione un corno!).

Io non so perché torno sempre in quel quartiere. E’ inevitabile. Quando cammino per la città i miei piedi si dirigono automaticamente lì. E’ la vendetta che cerco?

Probabile. Mia sorella la merita, e voglio regalargliela, e Riccardo deve prenderle. E’ la legge dei giusti. E se non è giusto questo, allora mi farò venire un cancro per non pensarci. Vai con la quinta…

 

La porta sbatte dietro le mie spalle.

A casa, finalmente. Già… mi guardo intorno. Va bene, non sarà enorme, non sarà piena di mobili lussuosissimi, la tv non è né al plasma né a cristalli liquidi, ma, ehi, almeno è pulita.

Mi accascio sul divano. Fa uno strano rumore sotto il mio peso. Non ci bado. Ho come il presentimento che il mio occhio destro stia per uscire dall’orbita e non va bene. Dannazione mi sanguina anche un labbro. Lavoretto coi fiocchi..

- Dante, sei tu?-

- e chi altri… -

Mia madre è a casa? Guardo il vecchio orologio a muro, sopra la mensoletta : manca un quarto d’ora alle cinque.

Non pensavo di trovarla a casa. Ora sono nei guai.

- perché non sei al part-time?-

Sfruttamento minorile. Ok , meglio stare zitto.

- rispondimi. –

- non ci sono andato oggi, mà –

- Cosa?! Razza di disgraziato! Ma lo capisci che abbiamo bisogno di soldi, eh? Sono l’unica qui dentro che si preoccupa di questo??-

Ancora con questa storia.. Ho 16 anni, avanti! Ho una vita da vivere..!

- massì, lo so…! Non casca il mondo se oggi non ci sono andato!! –

- che hai fatto alla faccia?-

Rimpiango di essermi girato e di averla guardata negli occhi.

- oh, ma bene. Complimenti. Le risse di quartiere sono molto più importanti del denaro per mandare avanti la casa, non è vero?? Tanto i soldi per la scuola e le medicine li paga tua madre!! E tua sorella la pensa come te!! Intelligenti entrambi!! –

Urla. E fa entrare mia sorella in un argomento completamente estraneo a lei. No, deve smetterla.

- lasciala stare mia sorella!!!!-

- non alzare la voce con me! Vi mantengo e vi mando a scuola anche quest anno!! Degnatevi di ringraziare!!! –

- GRAZIE! Sei soddisfatta ora? Vado a prendere Sophia, perché se aspetta te si fa notte, visto che le prediche campate in aria sono molto più importanti di tua figlia!!!! –

Spero di averle tirato una stecca. E comunque non saprò mai che faccia abbia fatto dopo la mia risposta, perché me ne vado e sbatto la porta d’entrata più forte che posso. Un "disgraziato" mi arriva alle orecchie appena esco. Accidenti, deve aver tirato qualcosa contro la porta… Spero sia un libro e non una lampada.

 

Eccola là. E’ seduta su una panchina del parco davanti all’ospedale. E’ triste, molto. Beh, non c’è da saltare di gioia in effetti, ma oggi sembra più abbattuta del normale.

-Sophia! –

Al mio richiamo, alza la testa. Ha gli occhi lucidi. Ci avrei scommesso.

-ehilà..-

Si alza. In due passi mi è già vicina.

- Dante, che hai fatto..?-

Un "ciao" non era sgradito. Comunque se n è già accorta. Cretino io che non mi sono neppure medicato. Devo avere l’aspetto di un pugile molto imbranato.

Mi tocca il viso.

- ahia ahia ahia! Preferirei che non toccassi..-

- hai di nuovo attaccato briga con Riccardo? –

Palese, lo ammetto.

- mi hai scoperto, eh? –

-..smetti…-

Ha abbassato la voce. Sussurra quasi. Cattivo segno.

- scusami, lo so che non devo,ma… -

-basta. Quello che è stato, è stato. Sono stufa di vederti pesto. –

Arrabbiata. Sì, è vero… un po’ me le vado a cercare le botte. Ma ho ragione io!

- la mamma..?-

Ha cambiato discorso. Ci avviamo per il viale, diretti a casa.

- quella non c’è. Ha dato in escandescenze e io me ne sono andato. –

- che le hai fatto..? –

- non sono andato al lavoro e si è arrabbiata –

- come mai?-

- il capo mi ha detto di andare solo nei fine settimana perché fra poco inizia la scuola –

Quell’ uomo è un grande. Gli farò un altarino. Nei fine settimana, però, al ristorante c’è più gente.. dovrò sgobbare come un asino.

-scuola.. io non potrò andarci.. –

Spero non si rimetta a piangere. Ti prego, non farlo. Staccherò la testa a quel maledetto. Lo giuro.

-si risolverà tutto e ci tornerai a scuola, vedrai –

Le ho posato una mano sulla testa, da bravo fratello maggiore. Ho detto una cretinata però. Non tornerà mai come prima,anzi… sarà un periodo duro da affrontare.

- meglio affrettarci, Dante…-

- sì, altrimenti l’arpia si inalbera ancora di più..-

Saliamo le scale del condominio. Spero fortemente che quella si sia calmata, non voglio che sfoghi la sua rabbia maniaco depressiva su Sophia.

E tra una settimana comincia la scuola. Una rottura in più. Anche perché il mio amico del cuore con cui ho spesso delle allegre dispute mi perseguiterà nell’intervello.. per nove mesi. Come sono felice.

 

 

 

Il cancello. La polvere. Gli sbarbatelli di prima e l’edificio.

Sette giorni fa sono stato picchiato, ho avuto una lite, anzi due, con mia madre e pensavo alla scuola e ora, tatan! Eccoci qui, Dante, vai per la tua strada.

Mi incammino verso l’entrata principale…

-Yaaah!-

Ed è il dolore. L’immancabile sberla alla nuca.

-come ti butta, bestia?-

-stavo meglio prima..-

Andrea mi sorride divertito mentre si gusta lo spettacolo della mia smorfia di dolore mentre mi massaggio la parte offesa dalla sua calorosa accoglienza.

- sorridi alla vita! Quest anno siamo in quarta! E magari avremo delle nuove entrate in classe!-

-bella forza, spero solo che i professori siano meno invadenti..-

Fanno molte domande, pretendono risposte, ma non hanno soluzioni. E non hanno il diritto di chiedere della mia vita privata. Ho i miei problemi, come tutti del resto. Si facciano i fatti loro.

- asociale-

Il mio amico qui di fianco mi dà dell’asociale. Fa presto a parlare lui…

-sono fatto così , prendere o lasciare..-

-allora ti lascio.-

Idiota. Mima un fidanzato/ta disperato/ta. Credo stia tentando di rendere il mio umore accettabile. Illuso.

Entriamo nell’antro.

 

 

Siedo in un banco, nell’ultima fila. Andrea mi si mette accanto, come consuetudine. La classe chiacchiera, mormora, fa casino. Regolare. Non mi scomodo a salutare nessuno. Non ne ho voglia. Che giornata orrenda.

- Buongiorno.. ai vostri posti prego,avrete l’intero anno scolastico per aggiornarvi sui fatti delle vacanze altrui…-

Sedie che si spostano, risatine, un buongiorno alla prof. Non mi mancava questo genere di teatrino.

-quest anno abbiamo una nuova entrata, vieni avanti e presentati. –

Non l’avevo notata. Ah, è una tipa nuova. Porca miseria, il pacchetto di sigarette! Vuoi vedere che l’ho lasciato a casa?

- salve, sono Lucrezia, molto piacere!-

-và a sederti ora. Basta,state buoni! Iniziamo una specie di lezione ora!-

Non lo trovo. Andrò a scrocco. Banco che si muove, sedia portata indietro. La tizia nuova si è seduta accanto a me. Non è importante ora. Devo chiedere ad Andrea le sigarette, o non resisterò per molto.

-ciao!-

-Andrea…-

-ehilà, ciao! Lucrezia, giusto?-

Non mi sente. Ebete. Lo strattono.

-ohi, dopo hai una sigaretta..?-

-Dante, sei un maleducato-

Che ha adesso? Mi volto verso la nuova ragazza e vedo che mi sorride e mi tende la mano.

- Piacere-

Che seccatura. No, sul serio, non mi va…

-piacere..-

Non le ho stretto la mano, però adesso so che esiste. Spero non romperà,perché abbiamo 6 ore di scuola e già me ne voglio andare!

-posso sapere il tuo nome?-

-no-

Andrea mi ha tirato una gomitata.

-Questo è Dante, non farci caso è toccato-

Ok, non voglio essere mister universo,ma sputtanarmi così, a tempo record, è un tantino scortese.

- bel nome!-

Sorride.

Una leggera antipatia, ecco quello che provo. La squadro. E’ maleducato, ma la prima impressione conta no? Vestita bene, tutta carina, truccata, picci picci.

Mmh. Se tutto va bene, questa ci è fidanzata con Riccardo, o con uno simile a lui. Oh no, di nuovo! Sono fissato con quel disgraziato! Non c’è via d’uscita!

-parla,scemo-

-ah, grazie..-

Andrea mi distoglie dai pensieri. Che grazie sentito ho detto. Tsk, non lo sentivo per niente. Pensavo ad altro.

-allora, da dove sbuchi?-

-vengo dalla Lombardia! Mi sono trasferita qui qualche giorno fa!-

-ah, e dove?-

-mmh, via trento, mi pare… una strada così.-

Andrea inizia a darmi fastidio. Perché non continua a parlare con la tizia, qui? Si è fermato e la guarda.

Ho sentito un nome famigliare.

-scemo, tu dove abiti?-

-massì, ho capito..-

Ci mancava anche questa.Qualcuno lassù mi ha fregato.

-eh?-

Non capisci, stella? No?Tanto Andrea è impaziente di spiegare che..

-abitate nella stessa zona, ragazzi!-

Com è contento! Io no. E perché?

-Davvero? Ma allora potremo venire a scuola insieme,no?

-oh, che gioia...-

Ecco perché. Gioia delle gioie.

 

 

L’intervallo. Quel piccolo lasso di tempo in cui posso finalmente stare tranquillo, all’ombra e con una cicca fumante.

Faccio un tiro e guardo Andrea con gratitudine.

Se mia madre sapesse che spendo soldi per le sigarette me le farebbe ingoiare.

-sei davvero un asociale. Una tipa come quella abita accanto a te e non te ne frega niente. Sul serio!-

-sta zitto. Ho già abbastanza da pensare, non mi serve una scocciatura in più-

-è per tua sorella..?-

Tasto dolente. Gli spegnerei la sigaretta in un occhio se non fosse il suo di occhio quello che sto puntando.

-non è affatto così, senti io.. oh, ma porca miseria!-

No, ditemi che non è vero.. Eccolo là, il super uomo. Sorrisetto beffardo, tutto firmato. Che cavolo vuole adesso..?

-Riccardo..?-

Perspicace, Andrea.

-Dio.. ora che ti ho visto posso vomitare in pace..-

-vedi di abbassare la cresta,tu-

Io abbassare la cresta? Pezzo di cretino, siamo in due e tu sei solo. Ringrazia i tuoi fottuti santi protettori che siamo a scuola e non voglio rogne.

-qui l’unico che deve abbassare la cresta sei tu.-

- ma quanto rancore! Vedo che ancora non ti è passata la voglia di litigare,eh?-

Come può venire qui ha fare la fighetta??

-che vuoi?-

Andrea mi ha tolto le parole di bocca.

-siamo a scuola, non mi pare ci siano posti a me proibiti-

-non girarci intorno, parla, e poi fuori dalle scatole-

-bene, in questo caso.. vedi di non farti più vedere dalle mie parti,Dante, o la paghi-

Nuovo stadio: minacce.

-vorrei proprio sapere come.-

- la mia famiglia è potente e può sfrattarvi in qualunque momento, se solo provi a fare qualche cavolata-

-come denunciarti?-

Potrei farlo, se solo mia madre si decidesse.

-attento-

Sguardo che vuol essere di ghiaccio, ma si rivela piuttosto strano sulla sua faccia.

-bastardo,sparisci dalla mia vista!-

Non posso guardarlo oltre.

-calmo,Dante-

-certo.. porgi i miei saluti a tua sorella!-

Non ho parole.E’ la cose più terrificante che avesse potuto dire.

Suona la campana.

-torniamo in classe..-

Sì, Andrea. Ora torniamo in classe. Ma non parlerò per tre ore, fidati. Perché Riccardo è più cattivo di quanto avessi mai pensato prima. E voglio godermi quello che rimane della giornata scolastica pensando a tutte le morti inimmaginabili, dove il protagonista è quello là.

 

La mia entrata in classe è da richiamo immediato.

Ho sbattuto la porta con un fracasso immondo, credo che lo sbattere le porte sia la mia specialità, ho urtato un banco spostandolo un bel po’ e, lanciando un improperio, me ne sono tornato al mio posto; come se non bastasse, due delle mie compagne di classe mi guardano in modo strano e sghignazzano parlando con la tizia nuova di cui non ricordo il nome. Fortunatamente, la mia piccola scenetta non è stata vista dalla professoressa, la classe comunque non ci ha badato molto, e in ogni caso nessuno si deve azzardare a dirmi qualcosa perché giuro che faccio ingoiare il cancellino della lavagna al primo che OSA parlarmi. Lo giuro. Sono nero. NERO.

Spero solo finisca presto.

Mi sento osservato.

E’ la tizia. Non mi ha staccato gli occhi di dosso da quando sono entrato.

-che hai da guardare??-

Sbotto in modo poco carino. Sussulta. Non credo si aspettasse una domanda,forse era troppo presa nello squadrarmi.

-n-nulla,scusa.-

Quando finirà questa giornata? Quando??

 

Per ora è tutto. Spero che almeno abbia incuriosito qualcuno, questa specie di lavoro! Ringrazio chi ha avuto la voglia di provare a leggere *inchin*

  
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