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Autore: _Pandora_    07/03/2012    3 recensioni
"Reina senza preavviso gli appoggiò una mano sulla fronte.
-ma tu sei malato!- esclamò.
-già, malato d’amore- sospirò Hiroto senza smettere di sorridere.
Ryuuji sbuffò –casomai malato di mente-
Reina guardò storto entrambi –Io dico sul serio! Hai la fronte che scotta Hiroto-
-no, io non sono mala- non fece in tempo a finire la frase che svenne addosso al povero Ryuuji trascinandolo per terra assieme a lui."
 
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hiro*Mido 4Ever!'
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Malato d’Amore


Ryuuji sbuffò sonoramente.
Si trovava davanti alla porta d’ingresso di casa Kiyama.
Come diavolo era finito lì?
Di certo non ci era andato di sua volontà.
Hitomiko era stata categorica quando gli aveva ordinato di occuparsi di LUI.
Ma perché?
Perché tra tante persone Hitomiko si era rivolto proprio a lui?
Di sicuro si era messa d’accordo con Reina e Maki, il tutto per farlo rimanere solo con LUI.
Digrignò i denti irritato, non gli andava proprio giù il fatto di essersi fatto incastrare così facilmente.
Se solo LUI non si fosse ammalato proprio due giorni prima dell’allenamento speciale che Hitomiko aveva organizzato per Osamu.
Che poi del suddetto allenamento si era venuto a sapere solo il giorno prima senza preavviso, come se fosse stato organizzato proprio per quell’occasione.
Naaaa, impossibile.
Non poteva essere così subdola.
Certo però tra tante persone al mondo si era ammalato proprio LUI.
Tra tante persone che conosceva proprio LUI era svenuto in classe davanti ai suoi occhi.
Già, LUI, Hiroto Kiyama, che tutti sapevano essere perdutamente innamorato di Ryuuji.
Persino quando si era sentito male a scuola aveva dimostrato di essere innamorato di lui.

FLASHBACK
Istituto Alea ore 7:30
Due ragazzi “chiacchieravano” animatamente nella propria classe.
-Bastardo di un polaretto! Dammi subito l’astuccio!- esclamò Nagumo minaccioso.
-Ti ho già detto che non l’ho preso io tulipano! Chiedi a qualcun altro!- ribatté Suzuno irritato.
Era almeno la quindicesima volta nella settimana che Nagumo gli gridava contro perché gli era sparito qualcosa; qualcosa che in realtà aveva semplicemente dimenticato a casa.
Ryuuji si godeva la scena da una certa distanza per paura di essere coinvolto.
In quell’istante varcarono la soglia della porta Reina e Hiroto i quali erano soliti venire insieme a scuola in quanto vivevano vicini.
-sicuro di stare bene Hiroto?- domandò Reina visibilmente preoccupata.
Hiroto si limitò a sbuffare sonoramente, ormai stufo di ripeterglielo.
Quando i suoi occhi andarono a posarsi su Ryuuji però la sua espressione cambiò completamente.
-Mido-chan!- esclamò gioioso facendo sobbalzare il ragazzo dai capelli verdi.
Di tutta risposta Ryuuji sbuffò.
-Mido-chan, mattiniero come sempre a quanto vedo- commentò gioioso mentre si avvicinava traballando.
Il pistacchietto lo guardò storto –tutto bene?- domandò.
Hiroto annuì, il volto completamente rosso e un sorriso a trentadue denti.
-certo, comunque mi fa piacere sapere che ti preoccupi per me-
Reina senza preavviso gli appoggiò una mano sulla fronte.
-ma tu sei malato!- esclamò.
-già, malato d’amore- sospirò Hiroto senza smettere di sorridere.
Ryuuji sbuffò –casomai malato di mente-
Reina guardò storto entrambi –Io dico sul serio! Hai la fronte che scotta Hiroto-
-no, io non sono mala- non fece in tempo a finire la frase che svenne addosso al povero Ryuuji trascinandolo per terra assieme a lui.
-Hiroto! Hiroto dannazione pesi!-
Fine FLASHBACK

Digrignò i denti, il solo pensare a quella mattinata lo faceva irritare.
La cosa che gli dava fastidio, ma veramente fastidio era il fatto che infondo le attenzioni di Hiroto gli piacevano, ma aveva negato talmente tante volte l’evidente che aveva finito per prenderla come una questione di principio.
Per un attimo lo sfiorò l’idea di darsela a gambe, ma dopo avrebbe dovuto vedersela con Hitomiko ed era meglio non farla arrabbiare.
Sospirò per l’ennesima volta –Tanto ormai sono qui- disse fra sé e sé.
Con mano tremante suonò il campanello.
Sentì dei passi e poi la porta si spalancò.
-H-Hiroto!- esclamò avvampando.
Sull’uscio della porta Hiroto se ne stava a petto nudo col volto leggermente rosso e sudato.
-ah, sei tu Mido-chan. Che bella sorpresa. Come mai da queste parti?- disse sorridendo.
-tua sorella mia ha chiesto di occuparmi di te mentre non c’è- disse diretto guardando il pavimento.
-Davvero? Che bello…- mentre parlava Hiroto ebbe un capogiro e si appoggiò a Ryuuji che arrossì ancora di più.
-H-Hiroto… t-tutto bene?- balbettò sorreggendolo.
Lui annuì, e allora Ryuuji domandò ancora –E c-come mai s-sei senza maglietta?-
-avevo caldo- biascicò lui.
-n-non va bene, d-devi c-coprirti se vuoi g-guarire- disse Ryuuji mentre lo sosteneva e insieme entravano in casa.
Il sorriso di Hiroto si allargò ancora facendo preoccupare il pistacchietto –se sei tu ad occuparti di me allora preferisco stare male-
Di tutta risposta Ryuuji lo sbatté sul divano.
Seguirono lamenti sommessi.
-per ora stai lì, tanto mi sembra che stai abbastanza bene- disse Ryuuji senza guardarlo, incrociando le braccia al petto.
Hiroto sbuffò, iniziava a non sopportare Ryuuji quando lo trattava così male.
-ah, e vedi di vestirti- aggiunse arrossendo, al che Hiroto tornò a sorridere.
-perché non mi accompagni in camera così mi vesto e mi metto a letto? Oppure vuoi lasciarmi qui a “morire” fino all’arrivo di Hitomiko-
Il pistacchietto ebbe un brivido al solo sentire il nome dell’allenatrice.
Borbottò qualcosa poi lo prese sottobraccio e lo trascinò fino in camera.
La mobilia era piuttosto semplice: un letto, un comodino, una scrivania e un armadio.
Si sorprese nel vederla perfettamente in ordine, persino il letto non era disfatto.
-dì un po’- iniziò a dire Midorikawa –prima che stavi facendo?-
-t’interessa davvero saperlo?- domandò di rimando Hiroto come a voler evitare di rispondere.
Ryuuji annuì.
-ero a letto- si limitò a dire.
Il pistacchietto lo guardò storto e lo lanciò sul letto con la stessa delicatezza di quando l’aveva sbattuto sul divano.
Di nuovo brontolii sommessi.
-è una bugia- disse Ryuuji –il letto non è disfatto. Che stavi facendo?-
Hiroto si mise seduto per bene e sollevò le braccia in segno di resa –e va bene, lo ammetto. Stavo palleggiando- disse indicando un pallone dal calcio vicino alla porta.
Ryuuji sbuffò pesantemente –certe volte sei tremendo- disse coprendosi il viso con le mani e scuotendo la testa –va bhè, vestiti. Io vado a riempire una bacinella d’acqua fredda-
Hiroto lo guardò interrogativo.
-Ti si è annebbiato il cervello? Per bagnare una pezzetta da metterti sulla fronte-
Il viso del rosso si fece deluso –ah. Peccato… pensavo volessi aiutarmi a lavarmi- ammise.
Midorikawa avvampò e uscì velocemente dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.
Corse in bagno, ma non per prendere l’acqua bensì per lavarsi la faccia.
“Resisti Ryuuji. Questo è solo l’inizio, non puoi rinunciare subito” si disse mentalmente infilando la testa sotto il getto d’acqua gelida.
Chiuse il rubinetto e scosse la testa, dopodiché si strizzò brevemente i capelli e riempì la prima bacinella che trovò.
-Forza!- si incitò schiaffeggiandosi il viso e uscendo dal bagno.
Tutta la sicurezza acquisita si dissolse non appena si trovò faccia a faccia con la porta della stanza di Hiroto.
La prima domanda che si pose fu: -Si sarà vestito?-
Dopodiché gli vennero i brividi al pensiero che per fargli uno scherzo si fosse tolto anche i pantaloni.
Infondo però quella visione non sarebbe stata affatto male…
Arrossì di botto e scosse il capo: Hiroto lo stava facendo impazzire.
Bussò un paio di volte ed entrò, ma non successe nulla di imbarazzante.
Hiroto se ne stava tranquillamente sdraiato sul letto sotto le coperte.
Ryuuji sospirò di sollievo e avanzò qualche passo verso il letto, appoggiò la bacinella sul comodino e domandò –la pezzetta ce l’hai tu, vero Hiroto?-
Lui indicò con un cenno del capo la scrivania.
Su di essa c’erano sia una pezzetta umida che il termometro.
Senza pensarci due volte Ryuuji li afferrò entrambi e infilò con la delicatezza di un elefante il secondo in bocca Hiroto.
Questi divenne viola in volto e tossì un paio di volte.
-s-scusa- balbettò il più piccolo.
Era certo che se gli avesse chiesto gentilmente di misurarsi la febbre lui avrebbe rifiutato e avrebbe mentito dicendo che tutto sommato stava bene; il tutto per tranquillizzarlo.
Infondo… Hiroto era molto dolce.
Dopo 5 minuti Ryuuji prese il termometro e spalancò gli occhi vedendo il numero che indicava: 41.5
-Ma hai la febbre alta!- esclamò voltandosi verso Hiroto.
Lui brontolò qualcosa di incomprensibile al che Ryuuji lo guardò interrogativo.
Immerse la pezzetta nell’acqua fredda e, dopo averla strizzata la appoggiò sulla fronte calda di Hiroto, il quale sembrò rilassarsi.
Sorrise e uscì dalla stanza.
-quel ragazzo è irrecuperabile- disse a sé stesso sorridendo appena mentre andava in salotto.
Afferrò il telefono e digitò un numero di cellulare.
Attese qualche minuto, poi una voce femminile rispose.
-Pronto?-
-Reina? Scusami se ti disturbo ma avrei bisogno di qualche consiglio-
La ragazza rimase alcuni istanti in silenzio.
-Si tratta di Hiroto vero?- domandò all’improvviso rompendo la quiete.
Ryuuji annuì –Sì, come lo sai?-
-ho tirato a indovinare. Dimmi tutto-
Ryuuji guardò un attimo il telefono scettico, più che certo che in realtà lei sapesse tutto, poi iniziò a dire –Il fatto è che ha più di 40 di febbre e io non ho la più pallida idea di come fargliela scendere- ammise.
Di nuovo pochi istanti di silenzio, di sicuro la ragazza non si aspettava che Hiroto fosse così grave.
-cucinagli qualcosa-
-cosa?-
-Hmm… minestra?- azzardò.
Il ragazzo sbuffò e dall’altro capo del telefono si sentì una risatina.
-ok. Grazie- con la solita grazia Ryuuji sbatté il telefono in faccia all’amica.
“Che rabbia! Non ha riso lei: quella era Maki!” pensò irritato “questo è un complotto contro di me, ne sono sicuro!”
Entrò in cucina, non era un asso come cuoco ma si sarebbe inventato qualcosa.
Aprì il frigorifero e… sbiancò.
Già, divenne più bianco del frigo stesso.
Era VUOTO.
Ma non vuoto nel senso che mancavano gli ingredienti che gli servivano; nel senso che era più vuoto del suo stomaco prima di colazione.
-grrr…- ringhiò –adesso mi tocca pure fare la domestica e andare a fare la spesa-
Con passo stanco e pesante si trascinò fin davanti alla porta della stanza di Hiroto e la spalancò.
-Hiroto! Devo uscire un a…- si zittì –d-dorme- mormorò quadrando il rosso assopito coperto fino alle spalle.
Sorrise dolce, quando dormiva e non faceva le sue piazzate irritanti non era affatto male.
In punta di piedi uscì dalla stanza e si chiuse delicatamente la porta alle spalle.
Poi con passo felpato uscì dalla casa.
“Devo fare in fretta” pensò correndo verso il supermercato “prima che si svegli”
Già, le ultime parole fatidiche.
Per sua immensa sfortuna il supermercato era veramente PIENO.
Tra l’altro un ragazzino intento a fare la spesa non passava di certo inosservato, anzi si beccava tutti i peggio sguardi.
“Ma perché tutte a me?” piagnucolò mentalmente mentre prendeva ciò che serviva.
Quando fu il momento di pagare rimpianse di non aver portato con sé un pallone da calcio da usare per spaccare la faccia alla commessa.
Già, perché questa fraintese sia il motivo per cui era lì, che la sua età…
-ma che bravo bambino!- disse con un sorriso a trentadue denti stampato in viso –sei venuto a far la spesa per la mamma, vero?- domandò.
La faccia che fece Ryuuji non si può descrivere.
Fatto sta che la commessa dopo aver visto la sua espressione divenne improvvisamente taciturna.
Per tutta la strada di ritorno il ragazzo sbuffò e si maledisse per la sua statura.
Arrivò all’abitazione Kiyama ed entrò usando le chiavi, prese precedentemente per evitare di suonare e far alzare Hiroto.
Spalancò la bocca incredulo, le buste gli caddero di mano, il cuore smise di battere.
-Hiroto!- esclamò.
Il ragazzo era sdraiato a terra privo di sensi.
Corse a soccorrerlo e si buttò in ginocchio accanto a lui.
-Hiroto! Hiroto rispondi! Oi, Hiroto!-
Il rosso aprì lentamente gli occhi e lo guardò stanco e confuso.
Finalmente il cuore di Ryuuji riprese a battere normalmente.
Sospirò di sollievo e lo tirò su di peso sostenendolo –Accidenti a te!- esclamò –mi hai fatto perdere almeno sette anni di vita. Che diavolo ci facevi per terra? Ma soprattutto, cosa diavolo ci facevi in salotto?-
Hiroto prese fiato –Mi sono svegliato e tu non c’eri, allora sono venuto a cercarti-
Il pistacchietto sospirò pesantemente mentre lo adagiava delicatamente sul suo letto.
-che scemo che sei. Ero andato a fare la spesa, non me l’ero mica data a gambe-
Hiroto sorrise mentre l’amico gli rimboccava le coperte –meno male-
Ryuuji sobbalzò e l’altro aggiunse –per un attimo ho temuto che mi avessi abbandonato-
Incredibilmente… dolce.
Il suo tono di voce, il suo viso triste, il suo sguardo… tutto assurdamente dolce.
E Ryuuji non riuscì a non sentirsi in colpa.
-baka- Hiroto lo guardò sorpreso –figurati se ti mollo così. Io non abbandono gli amici in difficoltà- disse senza guardarlo.
Hiroto sorrise, poi sbuffò –solo amici?-
Il pistacchietto avvampò.
-sì, solo amici!- esclamò alzandosi di scatto come una molla –nulla di più! Nulla di meno…- con passo felpato corse fuori dalla stanza –Tsk!- mugugnò sbattendosi la porta alle spalle.
E Hiroto sorrise ancora.
-vai al diavolo Hiroto!- esclamò mentre sistemava la spesa, completamente rosso in viso.
Non c’era niente da fare, anche ammalato Hiroto era sempre lo stesso: riusciva sempre a metterlo in imbarazzo.
Sospirò pesantemente, dopodiché si tirò su le maniche –forza!- si incitò mettendosi a cucinare.
Vista la sua inesperienza ci mise un bel po’ a preparare il tutto, ma alla fine il risultato fu davvero soddisfacente.
Prese un vassoio e vi mise sopra il piatto, un tozzo di pane e un bicchiere d’acqua.
Con passo altezzoso si diresse fino alla camera di Hiroto e spalancò la porta con un calcio.
Il rosso si voltò e lo guardò sorpreso.
-ti ho portato da mangiare!- esordì Ryuuji.
Dopo un attimo di smarrimento Hiroto sorrise, uno dei soliti sorrisi che faceva sciogliere Ryuuji.
Come al solito il più piccolo arrossì ma fece di tutto per non darlo a vedere.
Aiutò Hiroto a mettersi seduto e gli appoggiò il vassoio sulle gambe.
-Buon appetito!- esclamò pieno di vita prendendo la sedia accanto alla scrivania e mettendosi seduto vicino al letto, ansioso di sentire l’opinione del compagno.
A differenza di ciò che si aspettava Hiroto non si mosse di un millimetro.
-Che c’è? Non hai fame?- domandò Ryuuji un po’ deluso.
Dopo tutta la fatica che aveva fatto…
-no, ne ho molta. E comunque anche se non ne avessi non potrei sprecare qualcosa preparato da te-
Come al solito Ryuuji arrossì ma non volle dargliela vinta –mi fa piacere- disse altezzoso –ma allora perché non mangi?-
Hiroto sorrise dolce –voglio che mi imbocchi tu- disse sincero.
E dopo un attimo di smarrimento il povero Ryuuji cadde dalla sedia e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
Il rosso ridacchiò divertito da quella scena.
-dimmi che scherzavi- disse Ryuuji rimettendosi in piedi con difficoltà.
Hiroto scosse il capo in segno di diniego.
-scordatelo!-
No, stavolta non gliel’avrebbe data vinta.
Sarebbe stato irremovibile.
-ah… allora non importa, non mangio- disse Hiroto triste dando il vassoio a Ryuuji il quale lo guardò con tanto d’occhi.
Se non l’avesse mangiato lui tutto quel buon cibo preparato con tanta fatica sarebbe andato sprecato; e se lui non avesse mangiato e non fosse guarito Hitomiko gliel’avrebbe fatta pagare cara.
La schiena del pistacchietto fu percossa da un brivido freddo e come al solito si lasciò convincere.
-e… e va bene- acconsentì dando il vassoio ad Hiroto.
Il viso di quest’ultimo si accese, la stessa espressione di un bimbo che ha appena ottenuto qualcosa che desiderava tanto.
-grazie!- esclamò gioioso mentre Ryuuji afferrava il cucchiaio sconsolato.
Quella non era decisamente la sua giornata.
Quelli furono i minuti più lunghi di tutta la sua vita.
Dopo il pasto Ryuuji fu costretto a lavare i piatti, non solo quelli appena sporcati ma anche tutti quelli nel lavabo.
Perché?
Perché venne la fatidica telefonata.
Già, la telefonata di Hitomiko che gli disse che doveva pulire la casa prima del suo ritorno.
Perché?
Perché Hiroto non poteva stare in una casa sporca: rischiava di aggravare la sua situazione.
Quindi fu costretto a spazzare, lavare, stirare… una vera e propria Cenerentola.
Al termine dei lavori si buttò sul divano per riprendere fiato.
-dannata! Se solo non fosse la mia allenatrice…- farfugliò ansimando.
Dopodiché gli venne la geniale idea di andare a controllare cosa stava facendo Hiroto.
Batté un paio di volte le nocche sulla porta e, non ricevendo risposta, aprì uno spiraglio per sbirciare all’interno: Hiroto dormiva beatamente.
Che carino… Ryuuji si lasciò sfuggire un sorrisetto ed entrò silenziosamente nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Si sedette sulla sedia accanto al letto e per alcuni istanti rimase immobile a contemplare il bel viso del rosso.
Era davvero bello.
Ma non era solo il suo aspetto a fare colpo, bensì anche il suo carattere.
Loro due si conoscevano da molto tempo, eppure solo ora che lo guardava bene in santa pace si rendeva conto di quanto Hiroto tenesse realmente a lui.
Chissà quante volte lo aveva rifiutato… e quante volte lui aveva deciso di non rinunciare.
Di sicuro era un ragazzo molto forte.
-Ryuuji…- il suo nome venne pronunciato in un sussurro.
Sobbalzò e fece per alzarsi e scappare, ma si rese conto che Hiroto dormiva ancora.
Lo stava… sognando?
Si sedette di nuovo e vide che il rosso stava mormorando qualcosa nel sonno.
Spinto dalla curiosità si mise in ginocchio e si avvicinò a lui tendendo un orecchio.
Tra tutte le frasi spezzate e incomprensibili riuscì a distinguere due parole: -Ti Amo-
Si voltò di scatto e involontariamente le sue labbra andarono ad unirsi con quelle di Hiroto.
Il suo Primo Bacio.
Dopo un momento di totale smarrimento e confusione, Ryuuji si ritrovò ad assaporare quel dolce bacio.
Piacevole…
Le labbra di Hiroto erano così morbide…
Chiuse gli occhi godendosi quel momento.

Stop!
Quando si rese conto di cosa stava realmente facendo avvampò e fece un salto all’indietro di almeno due metri.
Corse fuori dalla stanza sbattendosi violentemente la porta alle spalle e con la velocità di un ghepardo uscì dalla casa.
Non appena varcò la soglia andò a scontrarsi con una figura femminile e si ritrovò per terra a massaggiarsi il fondoschiena.
-aio…- si lamentò dolorante.
-Midorikawa?- lo chiamò una voce molto familiare.
Alzò lo sguardo e i suoi occhi andarono ad incrociare quelli zaffiro di Hitomiko.
-tutto bene?- domandò la donna porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Lui l’afferrò ed annuì energicamente, rigido come un pezzo di legno.
-e Hiroto?- domandò allora.
Al solo sentire il suo nome il viso di Ryuuji tornò rosso come prima.
-sta già meglio- mormorò –d’ora in poi ci pensi lei- aggiunse correndo via e lasciando una Hitomiko alquanto interdetta.
-ma che…?- la donna lo osservò allontanarsi.
-sei già tornata?- sull’uscio della porta comparve la figura di Hiroto.
Hitomiko si voltò e annuì poi domandò –stai meglio?-
-sì. Ryuuji si è preso cura di me davvero bene- disse sorridendo come un bimbo.
La sorella sorrise e gli scompigliò i capelli –mi fa molto piacere. Ora però rimettiti a letto, non sei ancora guarito del tutto-
Il rosso annuì e insieme entrarono in casa.
Ryuuji corse a perdifiato per le strade della città senza mai voltarsi e senza sapere esattamente dove andare.
Quel che era successo era davvero TROPPO imbarazzante.
E anche troppo assurdo!
Era convinto che prima o poi Hiroto l’avrebbe sbattuto contro un muro e l’avrebbe baciato a forza, e non… viceversa.
Si perché quel che Ryuuji aveva fatto era stata infierire su un malato che non poteva difendersi; e soprattutto che non voleva difendersi.
Dopo aver vagato per almeno un’ora Ryuuji tornò a casa.
Era frustrato e molto arrabbiato con sé stesso.
Perché?
Perché quel bacio… gli era piaciuto.

***

Mattina ore 7:30
La sveglia suonava ininterrottamente da diversi minuti ma Ryuuji non la sentiva.
Solo il richiamo di sua madre dal piano inferiore lo fece svegliare dal suo sonno profondo.
Con innata lentezza si mise seduto e si stropicciò gli occhi.
Tossì un paio di volte, la gola gli faceva davvero male e gli colava anche il naso.
Guardò l’ora sulla sveglia e finalmente decise di spengerla.
Si mise in piedi a fatica, le braccia e le gambe sembravano pesare in modo anormale.
Si sentiva davvero male.

Un brivido gli percosse la schiena quando un pensiero gli sfrecciò nella mente.
Con le poche energie che aveva corse giù dalla scale e dopo aver messo a soqquadro la cucina trovò il termometro.
Lo mise in bocca mentre tornava in camera e aspettò i solito 5 minuti, dopodiché lesse il numero che recava: 39.5
-Nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnoooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Evidentemente passare il pomeriggio con Hiroto malato senza prendere le giuste precauzioni non era stata una grande idea.
Ma non erano state le ore passate in casa del rosso, decisamente no.
Già, erano bastati pochi secondi per passargli l’influenza.
Era proprio il caso di dire che quel Meraviglioso Bacio l’aveva tradito.




.: Angolo dell'Autrice :.

Ed eccomi tornata con una nuovissima fic! *applausi*
Devo dire che scrivere di Inazuma Eleven mi diverte davvero molto ^^
Eppoi la coppia RyuujiXHiroto è così carina *w* (non sono una Yaoista u.u *sese*) Non potevo non dedicargli almeno una ficcina piccina picciò *^* (che tanto piccina picciò non è -_-)
Mi sono divertita un mondo a scrivere dal punto di vista di Mido-chan xD Penso che scriverò il continuo ^^
Anzi, ho intenzione di scrivere una serie di fic di inazuma eleven simile a questa u.u
Sarà divertente xD
Ora devo scappare, mi raccomando recensite! ;)
Baci

_Pandora_


  
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