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Autore: Kristye Weasley    07/03/2012    2 recensioni
Spero che il mondo un giorno o l’altro riesca a vedere quanto meraviglioso tu sia… Spero che quando piangerai, le tue lacrime saranno poche e veloci, spero che i tuoi sogni diventino realtà in fretta… Non importa quanto lontano sarai o dove andrai… Io sarò sempre qui per te.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Come accadeva praticamente tutti i giorni, si avvicinava inesorabilmente il momento di fare i conti con la propria esistenza, con le scelte giuste o sbagliate che erano state prese. Osservando il salotto e quindi l’uomo castano seduto in poltrona, purtroppo la risposta non poteva che essere negativa. Era una strega potente, una pozionista eccezionale, eppure non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a finire in questo modo. Si era sposata pochissimo tempo dopo aver finito gli studi ad Hogwarts, con la disapprovazione di tutta la sua famiglia: all’inizio non aveva capito la motivazione, non sapeva perché i suoi genitori disapprovassero un amore così intenso, indelebile… Tanto profondo da superare il confine che esisteva tra maghi e babbani. L’aveva capito solo dopo, quando si era resa conto che ciò che continuavano a sostenere molti filo-babbani era una bugia. Non erano maghi a streghe a disprezzare “gli altri”, erano quelli privi di capacità magiche a disprezzare le persone come lei. A differenza di quanto aveva sempre pensato, non c’era nulla da salvare in quel matrimonio… Nulla tranne lui!
 
Eileen Prince si avvicinò alla culla del figlio, che dormiva beatamente con le labbra appena schiuse. Lo prese in braccio e si avviò lentamente verso la balconata, per osservare il sole che tramontava all’orizzonte, dipingendo il cielo con quella tonalità arancione che tanto le piaceva. Il piccolo Severus aprì gli occhi scuri, e anche se si rese conto di non essere nel suo lettino non si mise a piangere: non lo faceva mai, era estremamente tranquillo, soprattutto in braccio alla sua mamma. Quando Eileen lo vide sveglio gli sorrise dolce, confermando quanto aveva appena pensato. Non c’era nulla da salvare nella sua unione con Tobias Piton, eccetto il suo piccolo Severus. Staccò lo sguardo dal tramonto per portarlo su suo figlio, osservando i suoi tratti decisi sul corpicino da neonato. Aveva i capelli ancora molto corti e scuri, gli occhi neri e quel nasino già decisamente pronunciato, esattamente come il suo. Esattamente come lei. Più passavano i giorni, più si rendeva conto che Severus non assomigliava per nulla al genitore babbano, non aveva niente dell’uomo che aveva rovinato la sua vita. Proprio per questo Eileen era sicura che sarebbe diventato un grande mago, il più grande mago di sempre. Un pozionista abile quanto lei, forse più abile di lei, perché non avrebbe distrutto la sua vita alla ricerca di un amore che non l’avrebbe soddisfatto, che non gli avrebbe lasciato altro che pene. C’era anche la possibilità che Severus prendesse un’unica cosa dal padre… La strega scosse il capo vigorosamente, per scacciare quel pensiero assurdo dalla testa. Il sentimento che aveva provato per il padre di suo figlio era stato forte, le aveva fatto lasciare alle spalle tutto quanto, rovinandola, questo era poco ma sicuro, ma non poteva rovinare anche lui. Sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto…
 
Il piccolo Severus osservava la sua grande mamma con il solito sguardo curioso, notando solo dopo un po’ le lacrime che lentamente scendevano dalle sue guance. Alzò la manina per andarle incontro, come se volesse raccogliere il dolore della madre e lanciarlo via, come faceva lei davanti a quel grande coso nero, quando quello che c’era all’interno non era come lei voleva. Severus voleva bene alla sua mamma, e non gli piaceva vederla piangere. Iniziava quasi a pensare che fosse colpa sua, perché la mamma piangeva solo quando era con lui, e mai quando era con quell’altro uomo. Quello non gli piaceva: non  capiva cosa diceva, ma sembrava sempre essere arrabbiato con la mamma, anche se lei non lo sgridava mai. Eppure loro lo fanno, giusto? Le mamme sgridano chi non si comporta bene, e quell’uomo era sempre cattivo con lei. Eileen chinò il capo sulla mano del bambino, mettendosi a ridere vedendola protesa. La prese nella propria e vi lasciò un piccolo bacio, avvicinando poi il suo volto a quello di Severus, strofinando il proprio naso contro il suo. Lo vide sorriderle, lasciando cadere quell’espressione pensierosa e quegli occhietti preoccupati. Che poi… A cosa poteva pensare un bambino così piccolo? Non sarebbe riuscito comunque a capire il perché dei lividi scuri ben nascosti sotto le maniche della tunica, non sarebbe riuscito a capire perché la sua mamma continuava a cercare di aggiustare quel bastoncino di legno che le aveva visto in mano più volte. Non sarebbe di certo riuscito Severus a farla finalmente decidere: doveva essere una scelta sua quella di prendere tutto e andarsene, ovviamente non da sola. Non avrebbe lasciato il suo unico figlio in mano a quel parassita babbano. Più volte ci aveva pensato, aveva programmato tutto da una vita, e nella sua testa tutto procedeva liscio come l’olio. Se ne sarebbe andata di notte, dopo aver lasciato “accidentalmente” cadere una copiosa dose di Distillato della Morte Vivente nel vino del marito, per poi dirigersi verso Londra, dove avrebbe chiesto disponibilità a una persona che sicuramente non gliel’avrebbe negata. Horace Lumacorno. Più volte il suo ex professore di Pozioni l’aveva contattata in passato, chiedendole spiegazioni riguardo al suo matrimonio lampo, cercando di convincerla (anche in modi poco ortodossi) di lasciar perdere, offrendole un posto a Hogwarts, come sua assistente o qualsiasi cosa del genere. E lei l’idiota che non gli aveva dato retta. Forse aveva ragione Tobias quando le diceva che non valeva a nulla, che con le sue magie e i suoi incantesimi non si sarebbe comunque resa migliore. Come diceva spesso lei stessa “una pessima gobbiglia rimane sempre una pessima gobbiglia”. Ne aveva regalata una a Severus appena era nato, e sembrava che il bambino la custodisse gelosamente nel suo taschino. La donna andò a prenderla, e fissò il suo particolare colore viola con striature arancioni. Il figlio la guardò incredulo, iniziando a mugolare qualcosa, con espressione decisamente imbronciata:
« Tranquillo, simpaticone… Ora te la ridò…» disse lei divertita, riponendo la gobbiglia nel taschino della tutina del piccolo.
No, non poteva avere ragione lui, e lo sapeva bene… Insomma, lei aveva Severus. Una persona totalmente inutile e malvagia non avrebbe mai potuto ricevere un dono di quel tipo…
 
Non si poteva essere così stupide, lo sapeva… Tutti le avevano ripetuto l’assurdità della sua scelta, sentiva quasi la disapprovazione aleggiare nell’aria… Sembrava che tutti le dicessero che aveva sbagliato, perfino il bambino che aveva tra le braccia. E allora… Perché diavolo si era cacciata in quella situazione? E soprattutto, perché ancora non si decideva a farla finita con quella situazione? Aveva un marito che aveva smesso di amarla molto presto, delle capacità da strega incredibili che col passare del tempo avrebbero potuto cadere in disuso, e un numero di umiliazioni e percosse delle quali ormai aveva addirittura perso il conto. La risposta a quelle domande era fin troppo chiara, solo che Eileen non lo voleva ammettere. Una Prince, una strega purosangue che non riusciva a lasciare il suo marito babbano perché… Perché era ancora innamorata di lui, accidenti! Un sentimento che non riusciva a staccarsi di dosso, e culminato con la nascita di un bambino, che lei di principio nemmeno voleva. Ma ormai Severus era tutta la sua vita, era l’unica cosa che avesse ancora un senso per lei.
 
Non sapeva da quanto tempo faceva queste considerazioni, ma solo la manina dolce del bambino riuscì a riportarla alla realtà, quando il cielo era già particolarmente buio. Tobias non dava segni dall’interno della casa, quindi probabilmente non si era nemmeno reso conto della sua assenza, così riuscì tranquillamente a riportare il bambino alla sua culla, sedersi accanto a lui e prendere la sua copia de “Le fiabe di Beda il Bardo”.
« Allora Severus, che cosa vogliamo leggere, oggi?» chiese la donna con tono gentile, prima di sentire il bambino pigolare, e mettersi a ridere « Ok, ho capito… La Fonte della Buona Sorte» rispose prima di aprire il libro, e cominciare a leggere. Severus osservava la mamma affascinato, e sebbene avesse sentito quella storia decine e decine di volte, non riusciva a smettere di farsela piacere. Non arrivava mai alla fine, questo era chiaro, ma gli piaceva come la sua mamma sembrava più serena mentre leggeva. Anche questo non è che lo capisse proprio, ma vedeva sul suo viso cose che, quando l’altro uomo era in giro, non vedeva mai. Quella sera capì che anche Amata aveva lasciato sulla strada per la Fonte qualcosa, ma non riuscì a capire cosa, infatti si addormentò prima della rivelazione. Eileen chiuse il libro quando sentì il bambino respirare più profondamente, andando poi ad accarezzargli i capelli neri. Come i suoi. Dal piano di sotto sentì il rumore di una porta chiudersi sbattendo, dei passi incerti, sicuramente provocati dai soliti bicchieri di troppo, e la voce tanto amata e odiata chiamarla a gran voce, incurante del fatto che, forse, loro figlio stava dormendo. Chiuse gli occhi, conscia di cosa stava per accadere, prima di avvicinarsi col viso al volto di proprio figlio.
«Severus, ascoltami… La mamma ti ama più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ti starà vicina per sempre, ti proteggerà da tutto, te lo prometto. Non odiarmi se non sono in grado di offrirti un futuro migliore, non odiarmi se non riesco a rinunciare a lui. So che ci farà soffrire entrambi, soprattutto me, ma non riesco a separarmi da lui. Non c’è niente di buono in lui, niente di bello nel nostro matrimonio, o nel nostro amore… Ma è l’unico motivo per il quale ho te. Spero che il mondo un giorno o l’altro riesca a vedere quanto meraviglioso tu sia… Spero che quando piangerai, le tue lacrime saranno poche e veloci, spero che i tuoi sogni diventino realtà in fretta… Non importa quanto lontano sarai o dove andrai… Io sarò sempre qui per te» gli disse, prima di lasciare un leggero bacio sulla sua fronte, e trattenere le lacrime il più possibile, prima di scendere di sotto.
 
Il bambino stava dormendo, ma per qualche strano motivo, era riuscito a sentire tutto: sentiva i colpi attutiti che provenivano dal piano inferiore, sentiva gli epiteti lanciati dal padre nei confronti della madre, anche se non li capiva, e aveva sentito tutto il suo discorso prima di lasciarlo solo. Diventando adulto non gliel’avrebbe mai detto, ma Severus Piton sapeva. Sapeva quanto amore gli era stato donato, e sapeva quanto stupefacente fosse la sua mamma.




NOTA DELL'AUTRICE
Questa Songfic nasce dalla canzone "Amazing" di Janelle, e l'ho voluta scrivere sul mio personaggio preferito di tutta la saga di Harry Potter, Severus Piton, oltre al personaggio di Eileen, sua mamma, volutamente ispirata anche dalla Eileen Prince di Latis Lensherr (la mia sorella cattiva xD). Spero che questa mia prima one shot vi piaccia

 

  
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