Sogno al piano terra.
Sei
lì da qualche parte? Mi stai davvero ascoltando?
Ascolta
la mia voce, mi senti?
Ho
bisogno che mi ascolti attentamente e che segua le mie parole, okay?
Non
c'è bisogno che tu mi risponda, solo... fallo e basta.
Rilassati.
Rallenta quei battiti, il tuo cuore sembra impazzito!
Chiudi
gli occhi. Non aver paura, tu chiudi gli occhi.
Così,
da brava, lasciati guidare. Andrà tutto bene, ci sono io qui.
Ti
porto in paradiso.
Pensa
ad una stanza, amore, una grande stanza, bianca, luminosa, come
quelle delle riviste di arredamento, coi mobili in legno laccato
perfettamente abbinati e puliti che ti sembrano la perfezione, col
parquet per terra e i tappeti morbidi e costosi, sempre puliti. Una
stanza come quella, un soggiorno, magari, con una libreria enorme,
tanto grande da metterci dentro tutti i libri che ami, pensa che
bello! Una libreria immensa, immaginala, ogni libro
che vorrai
sarà lì, e potrai passare a leggere il resto
dell'eternità.
Ti
piace com'è? Di mogano, spaziosa eppure così poco
ingombrante.
Guardala com'è piena, e memorizzala bene, è
importante.
Ci
sei? Andiamo avanti con calma. Tu sei lì, sei seduta accanto
alla
libreria, su un divano bianco, morbido, coperto di cuscini colorati,
ai piedi del quale si stende uno di quei tappeti vellutati e caldi,
quelli lì pelosi, hai presente? E poi, magari, un tavolino
sopra il
tappeto, pieno di fogli, quaderni e libri e penne, quelli che tanto
ti piace trovare in giro: dici sempre che ti fanno sentire a casa.
Lo so
che ci stiamo mettendo un po', ma tu resisti, fallo per me, resisti
un minuto un più. Non è mica uno scherzo
costruire un sogno, sai?
Hai bisogno di tutti dettagli, oppure rischi che il pavimento ti si
sgretoli sotto i piedi. E non succederà, io non lo
permetterò. Non
si sgretolerà perché lo costruiremo al piano
terra.
Lo so
che ci sei. Continua a seguirmi, non perdermi, ti prego.
C'è
il camino che spunta in mezzo alla libreria, è come se si
fosse
ritagliato il suo posto in mezzo ai tuoi libri, e scoppietta,
invitante, e la stanza è calda. Il fuoco emana una luce
familiare e
avvolgente in tutto l'ambiente, che fa contrasto con quella che viene
dall'esterno. Sì, perché dalle tende bianche
filtra la luce bianca
e abbagliante del sole, riflessa sulla neve. Ti piace, vero, la neve?
Solo
un po', solo un po' e poi ci siamo, non lasciarmi adesso, ti prego.
Sei
accoccolata sul divano con un plaid addosso e il pigiama di pile,
quello verde che ti piace tanto, e alle tue spalle
c'è la
parete, coperta da altri scaffali di libri, scaffali stracolmi, e
carta, quaderni, fogli e penne, quanti ne vuoi, così tanti
che ti
sembreranno infiniti, uno stereo e tutti i CD che conosci
più
qualcuno che – lo ammetto – ho infilato io per
convincerti ad
ascoltarlo, finalmente. Dal lato opposto del camino, invece –
e
sentimi bene, questo ti piacerà – c'è
una parete che in confronto
alle altre sembra vuota. Se ne sta lì, con una porta chiusa
a
sfregiarla, proprio al centro; a destra della porta è appeso
il
quadro che teniamo in camera, quello che tanto ti piace, che hai
insistito per farti appendere accanto al letto, proprio quello
– te
lo presto, per me non è un disturbo, ma ricorda di
riportarlo
indietro quando torni, mi ci sono affezionata, sai com'è
– e a
sinistra della porta c'è uno scaffale, solo soletto, con una
nostra
foto insieme. Quella che hai sul comodino; sì, ti ho portato
anche
quella, ho pensato che ti saresti sentita meglio in un ambiente
familiare, ho fatto male?
Mi
stai ancora ascoltando, amore? È l'ultima cosa, davvero
l'ultima, ma
è importante.
La
porta che vedi è chiusa, ma non ha serratura. Quando vorrai
tornare
da me, quando ti verrà voglia di tornare, non devi fare
altro che
aprirla. Non c'è fretta, lo sai, io sarò qui ad
aspettarti. Lo
capisco se non vuoi vedermi, lo so che a volte uno ha voglia di stare
solo, cosa ci vuoi fare? Stai sola tutto il tempo che vuoi, ma quando
sentirai la mia mancanza, quando i libri finiranno e la carta si
consumerà, quando avrai ascoltato tutte le canzoni, per
raggiungermi
non dovrai fare altro che uscire dalla stanza.
Tutto
qui.
Io?
Io ti aspetterò.
Lo
sai, mi piace il viaggio più che la destinazione e prometto
di
godermi quest'attesa come un ennesimo viaggio della vita. D'altronde
la vita è un viaggio, no? Chi è che lo diceva?
Quando torni non
dimenticare di ricordarmelo.
“Signorina,
cosa sta facendo?”
“Mi
scusi, dottore, gliela lascio subito. La stavo solo aiutando a
sentirsi a casa.”
“La
stava aiutando a sentirsi a casa?”
“Sì,
dottore! Me l'ha detto Lei che le persone quando sono in coma possono
sentire quando uno parla loro, e sa, la testa della mia ragazza
è un
po' un casino, volevo aiutarla a trovare un posto confortevole
lì
dentro, dato che sembra che voglia restarci per un po'. Nulla di
speciale, ma sono certa che a lei piacerà.”
Una storiella che ho scritto in mezz'ora, colta dall'ispirazione fulminante (grazie Baricco, sei sempre un grande!).
La dedico alla mia ragazza, perché nonostante io faccia del mio meglio so che il mio meglio non è abbastanza e mi dispiace, e perché da quando la conosco non riesco a fare a meno di lei.
Vi ringrazio se avete letto questa storia, se l'avete insierita tra i preferiti o nelle storie da ricordare o nelle seguite o se state per fare una qualsiasi di queste cose; in particolare vi incoraggio a lasciarmi un'opinione, anche breve, non importa, giusto per farmi sapere cosa ne pensate. Anche le critiche sono ben accette, ovviamente! :)
Un bacione a tutti!