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Autore: kazuha89    08/03/2012    5 recensioni
perchè non mi hai dato retta? perchè mi hai allontanato? perchè hai voluto combattere da solo? perchè mi hai urlato: heiji, impara a farti gli affari tuoi! perchè, shinichi, dimmi perchè? perchè...quel colpo, che era indirizzato a me..l'hai preso tu?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori | Coppie: Heiji Hattori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Svegliati..
Non succederà niente di male..
Svegliati..
Però ho paura..
Svegliati..
Sono solo un ragazzo..
Svegliati..
Se solo riuscissi a smettere di tremare..
“Osaka, concentrati, per cortesia!” disse una voce.
Mi riscossi dai miei pensieri. Ai mi fissava, arrabbiata.
“Non è il momento di perdersi nei propri pensieri. E piantala di borbottare, mi rendi nervosa. Se sbaglio la vena, il suo sermone sarà inutile..”
La guardai. L’ago della sua siringa era ad un baffo dal braccio mingherlino di Conan. Kid mi fissava, il volto teso.
“Dai, ragazzone..” mormorò.
Io annui, un nodo in gola, il cuore che martellava.
Due secondi, e sarebbe stato troppo tardi, per tornare indietro. Non era il momenti di vacillare, niente tentennamenti. Eppure..
Eppure. Già, maledetto il tizio che aveva coniato quella parola. La parola del dubbio, per antonomasia.
Si, le prove spingono in quella direzione, eppure..
Si, sembra lui il colpevole, eppure..
Si, mi fido quando dici che tornerai, eppure..
Shinichi Sapeva che Ran era sua comunque, non c’era fretta di dirle cosa provavi per lei. Già, il tempo insieme non era certo destinato a finire..
Eppure..
Eccola, mesta parola. Eccola a colpire il filo rosso del destino come un colpo di accetta,troncandolo di netto.
Si, Shinichi. Credevi che avresti avuto una vita davanti per dire a Ran che l’amavi. Eppure..
Credevi che saresti tornato da lei, appena constatato che cosa faceva quel tipo nel vicolo. Eppure..
E io credevo di essere abbastanza forte da sopportare qualsiasi cosa. Eppure..
“Ok, ho trovato la vena, finalmente..” mormorò Ai. Premette lo stantuffo, e il liquido partì alla volta del vaso sanguineo.
Eppure..non ero pronto affatto.
“Ok, è in circolo..”
Niente. Per un secondo parve davvero non succedesse niente, che la tanto famigerata bio, così  invasiva e potente, in realtà fosse solo un fuoco di paglia.
“Beh?” chiese Kid.
Ai osservava ogni millimetro del corpo di Conan.
“Non può essere..vuoi vedere che a furia di antidoti, ha tirato su anticorpi abbastanza forti da fermare pure la bio? Giuro che se è così, lo ammazzo io, questo idiota..” ringhiai.
“No..la bio non l’ha mai presa..il suo corpo non ha mai buttato giù niente di così forte. Non capisco cos..”
“OH MIO DIO!” urlò Kid.
Tempo un battito di ciglio, e si era scatenato l’inferno.  Il corpo di Shinichi sembrava impazzito. Ogni singolo muscolo, ogni tendine, ogni terminazione nervosa, scattava come una molla, e con una forza spaventosa. Io e Kid lo tenevamo stretto, ma a fatica. Era come se avesse il diavolo in corpo. La sua pelle divenne improvvisamente rossa, come se si fosse scottato al sole, e il calore che sprigionava era intenso come quello di un braciere. Aveva la febbre altissima. Il respiro si faceva sempre più affannato, quasi bestiale, e tremava come in preda alle convulsioni. Sembrava la mutazione del dottor Jeckyll in Mr. Hyde, ma era orribile da vedere su un bambino. Poi Conan  prese a fare versi, simili a ringhi.
“Oddio..si sta svegliando!” urlai, ormai sdraiato sul suo sterno, per riuscire a domare quell’energia assurda.
“No! sono spasmi da dolore, sta ancora dormendo. Non mollarlo per nessun motivo.. inizia a cambiare!”
Lo guardai, e per poco non mi cedettero le gambe. Era iniziata la trasformazione.
 I vestiti iniziavano a stapparsi sulle braccia e anche i pantaloni di lacerarono, facendo posto a delle braccia e a delle gambe più gradi e più lunghe. I bottoni della giacca del pigiama di Conan schizzarono via per la pressione della stoffa, che si strappò per far posto al petto adulto di Shinichi. Anche il viso, rosso e teso per lo sforzo, iniziò a mutare. La forma del mento, la larghezza della fronte, la lunghezza del collo. sdraiato si di lui, gli afferrai una mano, e la senti crescere dentro la mia.
“Forza, amico mio, è quasi finita..” gli mormorai.
Ancora pochi istanti, qualche altro lembo di stoffa cedette, e poi come venne, la cosa finì. Io, kid e Ai rimanemmo fermi per qualche istante, poi crollammo.
“Bene..come supponevo, il processo di mutazione è stato un po’ più evasivo e doloroso, per il paziente, ma più rapido. Bene, e ora vediamo come stai, Sherlock..”
Io e kid eravamo fradici di sudore e senza forze, ma anche se col fiatone, restammo in attesa del responso di Ai. Lei esaminò con cura tutto il corpo di Shinichi. La visi sistemargli sul petto la piastra per le radiografie, per vedere come stavano i polmoni e il cuore. Poi infilò lo stetoscopio sotto la schiena di Shinichi, e ascoltò attentamente. Dopo qualche istante, fece un passo indietro, e sorrise.
“I danni ai polmoni sono nulli, posso dire con piacere che è guarito completamente!” disse.
Io e Kid lanciammo un grido di gioia e ci corremmo incontro per abbracciarci.
“Meno male, sapevo di avergli staccato il respiratore troppo presto, però se glie lo avessi lasciato, si sarebbe soffocato, con quegli spasmi.” Disse Ai, asciugandosi la fronte.
“Sei grande, ragazza!” disse Kid.
Lei lo guardò.
“Ragazza?” disse, gelida.
“Ah, lascia stare Kid, le fai sempre un torto, in qualunque maniera la chiami. Ai, sei il meglio, grandissima!” dissi, stringendole la mano
Lei sorrise leggermente.
“Lo so, non occorre dirmelo..” disse lei.
I kudo irruppero nella stanza, allarmati dalle nostre grida. Alla vista del figlio, si bloccarono.
“Shin..Chan..” gemette la signora Kudo, e corse al capezzale del figlio, e gli afferrò una mano.
“Allora, dottoressa, com’è andata?” chiese il signor Kudo, mettendo una mano sulla schiena della moglie e una sulla testa del figlio.
“Oh beh, complicato come avevo previsto, ma anche un successo, come avevo previsto. Ora sta bene, i polmoni sono sani come pesci. Però ora vorrei fargli una tac al cervello, per vedere se anche lì è tutto ok..”
Senza tante cerimonie, prese da uno scaffale, un macchinario simile ad un casco da parrucchiera, e lo mise sulla testa Di Shinichi.
“Ok, adesso noi signore aspettiamo nel corridoio, pericolo radiazioni. Sarà pure il corpo di una bambina, ma non voglio che si danneggi con dei tumori o robaccia simile. Gli uomini rischiano meno, sono fisicamente più resistenti..” disse Ai, e prese la signora Kudo per mano e la spinse fuori con lei. Un paio di minuti dopo, la macchina cominciò a srotolare fogli e lastre. Ai e la signora Kudo uscirono dal bagno.
“Ok, fammi vedere un po..è una vita che voglio vedere che diamine ha nella testa, questo qui..” disse, osservando sul monitor luminoso, le lastre e leggendo i responsi. Rimase a fissarli per qualche secondo.
“Bene..i danni provocati dall’ipossia si sono ridotti a quelli di una momentanea apnea, ovvero è come se avesse perso i sensi dopo aver trattenuto troppo il fiato..In poche parole, sta meglio di me, adesso.”
Tumulto generale. I kudo si abbracciarono forte, pazzi di gioia, e io e Kid ci demmo un doppio cinque. Poi però Ai si avvicinò a Shinichi, e la vidi diventare seria.
“Ehi, Macbeth, che succede? Sta bene, no? festeggia!” chiesi, mentre mamma Kudo mi abbracciava in preda alla felicità, tra le braccia del marito.
Ai sospirò.
“Sta bene, si, questo è vero. Eppure..”
No. Non di nuovo quella dannata parola.
“Eppure?” chiese il signor Kudo, posando a terra la moglie.
“Eppure non da segni. Mi dispiace, signori Kudo..è ancora in coma.”
No, non poteva essere.
“No, ti sbagli. Kudo sta solo dormendo, adesso. Oddio, ha il sonno di un masso, il che potrebbe benissimo passare per Coma, ma è solo sonno. Ok, adesso lo sveglio io, sta’ a vedere..Kudo?”
Gli afferrai una mano stretta, picchiettandogli una guancia.
“Kudo, su svegliati, basta dormire, la sveglia è suonata, fratellino, giù dalle brande..”
“Heiji..”
“Dai svegliati, basta fare il “bello addormentato”..che poi tanto bello non sei, quindi sei fuori dal personaggio in partenza..”
“Osaka,smettila..”
“Sta’ zitta..Svegliati Kudo, avanti..”
La mia mano aveva ripreso a tremare. Svegliati..
“Finiscila, Heiji, per l’amor di dio..”
“Fate silenzio,voi! Svegliati..”
“Osaka!”
“SVEGLIATI!” Urlai.
Le lacrime presero a colarmi sul viso, irrefrenabili.
La signora Kudo prese a singhiozzare.
“NON PIANGA! NON C’E N’E’ MOTIVO..” gridai, pulendomi il naso con la manica. “Kudo, svegliati, maledizione. Abbiamo fatto come hai detto, sei nel tuo corpo. Sei guarito, porca miseria, adesso svegliati!”
Una mano mi tocco un braccio. Scattai come un serpente a sonagli.
“Giù le mani, non toccar..” ringhiai.
Uno schiaffo pari a una frustata in pieno viso.
“Basta, adesso!” disse Ai.
Caddi inerme a sedere sul letto, al fianco di Shinichi, tenendomi la guancia.
“Mi sembrava di averti avvisato, Osaka! Io non ho mai detto che si sarebbe svegliato, e ti avevo pure chiesto di non farti illusioni e di fare scenate, se non fosse successo. Lui stesso non ha mai parlato di svegliarsi! L’unica cosa che tutti avevamo messo in conto, è che sarebbe guarito, una volta tornato grande, e così è stato. Più di così, no può fare nessuno..”
“Kudo..” mormorai, la guancia pulsante, le lacrime che colavano senza posa. “Kudo..”
“Heiji, tesoro mio..” mormorò la signora Kudo. La guardai. Il bel viso era una maschera di tristezza. “Shin-chan..sapeva quello che faceva quando ha chiesto di tornare sé stesso. L’unica cosa che possiamo fare è..accettare la cosa e..”
Io la allontanai, sconvolto.
“Accettare? No, io non accetto un bel niente. Io sono uno scapestrato, una testa calda, un capraio, come mi ha sempre chiamato Kudo. Io non accetto mai niente, io faccio di testa mia, sempre..e la mia testa dice che deve svegliarsi, fine del discorso.”
“Forse il messaggio originale non era poi tanto sbagliato, Osaka..”
“CHIUDI LA BOCCA! Kudo non vuole morire, mettitelo in testa! Lui Ha un compito da svolgere, e nemmeno lo sfiora l’idea di morire. Quei maledetti sono ancora là fuori, e lui li deve prendere. Kudo non lascerà che vincano. L’unica che deve vincere..è la verità!”
Mi voltai e mi chinai al capezzale di Kudo.
“Non puoi lasciarli vincere..non puoi lasciare che ti cancellino dalla faccia della terra. Nessuno sa la verità, e nemmeno la sapranno, se ti arrendi, Kudo. Ran ti sta aspettando, le hai promesso che saresti tornato da lei. Io e te..Oh Kudo..Io e te dovevamo fare l’accademia insieme. Dovevamo aprire la nostra agenzia! Vuoi..vuoi lasciare tutto così? Vuoi semplicemente sparire? Kudo,tu sei l’uomo più testardo che conosco, e so che vuoi
davvero una cosa, la ottieni. Nemmeno quel tuo corpo di bambino ti ha fermato, Kudo! E so che se lo vuoi, ti puoi salvare. Avanti Kudo, sforzati, apri gli occhi! Mettici tutta la tua forza, e apri quegli occhi. Kudo, ti prego..Kudo..”
Ero stremato. La mia volontà iniziava a venire meno. Solo l’inerzia mi faceva andare avanti. Kid nel suo angolo, tremava di rabbia, mentre si asciugava gli occhi coi guanti. I kudo mi guardavano commossi, e Ai non osava fare un passo. Si limitava guardarmi, in silenzio.
“No, Kudo, non me devi fare questa..Kudo, non ti azzardare..non ti azzardare a morire, Kudo..”
Era la prima volta che pronunciavo quelle parole, e mi mancò il fiato. Crollai in ginocchio, scosso dal pianto.
“Kudo..ti prego..Kudo..Kudo!!!”
“Cosa..”
Mi bloccai, la faccia affondata tra le lenzuola. Era stato un sogno, l’avevo immaginato..
Strinsi la mano di Shinichi.
“Kudo..” mormorai.
“Cosa?”
Spalancai gli occhi. Non poteva essere.
Alzai lo sguardo. Shinichi era disteso, gli occhi chiusi.
“Oddio.. sto impazzendo anche io, bene. Tra un po finirò ai matti, per colpa tua..”
E affondai la faccia nuovamente tra le coperte.
“..E vacci, almeno smetterai di ciarlare. Beh, perlomeno io non dovrò più sentirti, se ti internano..Non ti sopporto più, giuro..”
Alzai la testa così velocemente che mi venne un capogiro.
“Ku..Kudo?”
“Che vuoi..Hattori?”
La sua mano attorno alla mia, si strinse. Io la guardai.
“Kudo..” belai, la voce ridotta a un filo.
“Pronuncia un l’altra volta quel nome, e ti strozzo..”
“Oh mio dio..Shin-chan!”
La signora Kudo si fece avanti.
“Shin-chan..amore, mi senti. Apri gli occhi, amore mio, guardami, sono la mamma.”
Shinichi fece una smorfia. Poi lentamente, aprì gli occhi. Si voltò a guardare me e sua madre.
“Ma..mamma. Oh cielo, mamma, sei indecente. Ti è colato il mascara dappertutto, sembri un clown. E tu sai che odio i clown..”
La signora Kudo si tuffò sul figlio, e lo abbracciò forte.
“Mamma! Mi fa male, tutto, fa’ piano! Oh cavolo, perché ho male dappertutto.. Hattori, che accidenti hai combinato?”
“Io? Perché te la prendi sempre con me! Io ho solo decifrato il codice, è stata Ai a buttarti quella porcheria nelle vene..”
“Ah così da eroe passo a carnefice, bene..” disse Ai, avvicinandosi. “Comunque Kudo ha ragione, signora, faccia piano. Sono settimane che non si muove, sarà annodato come una cravatta..”
“Settimane? Ci avete messo delle settimane a tirarmi fuori? Oddio, ma come fa uno di tutta coscienza a morire, lasciandovi da soli, eh?” sbottò, e iniziò a tossire. “Che male alla gola..”
“Bene..il vecchio Kudo è tornato..” disse Kid, scuotendo la testa, gli occhi rossi. “Vedi ti tacere, o ti farai del male. E’ un pezzo che non parli, sei arrugginito. Oh quanto si stava bene, senza sentire le tue dannate omelie sulla giustizia..”
Shinichi alzò la testa.
“Che ci fai tu, qui?” chiese, rauco.
Kid sogghignò.
“Niente..avevo un lavoretto in zona, e sono passato per vedere se eri in casa. E mi sono ritrovato davanti questa scena.” E indicò il laboratorio. “Comunque, ora tolgo il disturbo. Non vorrei mai ti venissero i 5 minuti e decidessi di arrestarmi. Arrivederci, Shinichi Kudo..”
Fece per scavalcare la finestra del laboratorio.
“Ma falla finita. Dovresti essere contento che sono ancora vivo. Dopotutto.. tu appenderesti mantello e cilindro al chiodo, se io non fossi più sulla piazza per arrestarti. Non è così.. Lupin 2000?”
Kid rimase con un piede sollevato in aria. Si voltò.
“Come..come mi hai chiamato?”
Shinichi tossì e si schiarì la gola.
“Mi sembra di avere delle tagliole, in gola. Meglio se non parlo..” rantolò. Kid mi guardò. Il dubbio c’era, e bello grosso, ma Shinichi aveva messo su la maschera, e quindi Kid decise di lasciare le cose come stavano. Scoccò a Shinichi un occhiata, e lui sorrise.
“Vai, approfittane finché puoi, dannato piccione..un giorno vedi se non riesco a metterti in gabbia!”
Kid fece un cenno con la mano.
“Sono qui fuori che ti aspetto..Sherlock Holmes.”
Detto questo, una cortina di fumo si spigionò nell’aria. Dissolta questa, Kid era sparito.
“Al solito..”mormorò Shinichi. “Ai, mi fa male la gola. Mi daresti qualcosa?”
Ai denegò.
“il tuo sistema immunitario sta bene, sei solo un po fuori allenamento. Parla poco e piano, e vedi che passerà. Vado a vedere come sta Ran..”
Shinichi sbarrò gli occhi.
“Oh mamma..speriamo stia meglio. Non vorrei mai fosse andata fuori di testa davvero..”
Io lo guardai.
“Cosa?”
Shinichi alzò gli occhi al cielo.
“Si sentono delle cose davvero interessanti, quando si è in coma. Parlo per mia esperienza, ovviamente. La gente crede di stare in chiesa a confessarsi, o roba simile..
Lo fulminai.
“Tu..tu riuscivi a sentirmi?” sbottai.
Shinichi sorrise.
“No. Sentivo la tua voce, ma non capivo tutto quello che dicevi. Era come se entrassi e uscissi da un sonno profondo dentro ad una scatola al buio. A volte ero sveglio, e capivo quello che succedeva, altre no..Il mio corpo non rispondeva, per quello la mia mente spesso andava alla deriva. Non ricordo tutto quello che hai detto, poi,  parlavi a nastro tutto il tempo. Ho sentito quando hai chiamato Ran per il dito. Lì mi ricordo di aver usato tutta la mia forza per mandarti il messaggio. Poi dopo quel momento, sono rimasto assente un bel po’. Ero sfinito. Poi ricordo..beh un miscuglio di cose confuse, credo..”
Io dentro di me, tirai un sospiro di sollievo. Meno male, era davvero imbarazzante la marea di cose che gli avevo detto. Uffa, credevo che non sentisse, perciò le avevo dette..
“Beh mi sembra palese che hai sentito Kid, però..” dissi, ridendo.
Shinichi rise.
“Si, che matto, venirmi a trovare, cose dell’altro mondo! Il topo che visita il gatto. Però è bello sapere che in lui vige ancora l’antico rispetto di un ladro gentiluomo al suo carceriere. E’ veramente una cosa in via di estinzione. Hattori..secondo te, posso bere un po d’acqua?”
Io storsi la bocca.
“No, temo, potresti vomitarla o rigurgitarla, visto che non ingoi niente da quasi un mese. Ti posso bagnare la bocca un po, se la senti secca, ok?”
Lui annui
Io corsi al lavandino e bagnai un asciugamano di acqua e ghiaccio, e tornai da Kudo. Gli passai piano il panno sulle labbra, attento a non lavargli la faccia.
“Che sollievo, mi sento uno straccio. Che mi avete dato, la solita sboba non mi fa stare cosi male..”
“Sbobba nuova. Bioapotoxina si chiama. Hai fatto male i conti, vecchia volpe. Con un tubo in gola, non potevi prendere pasticche..”
Shinichi strizzò gli occhi.
“Caspita, è vero..beh è già un miracolo aver partorito l’idea in quelle condizioni, no?”
La signora Kudo annui.
“tesoro, ora faresti meglio a riposare..”
Shinichi la guardò allarmato.
“E se poi non..”
Lei gli bacio la guancia. Suo padre gli carezzò la testa.
“Non accadrà.” Rispose.
Shinichi mi guardò.
“Resti in zona, immagino..”
Io lo guardai. Sorrisi.
“Io di qui, non mi muovo.”
Lui annui, e chiuse gli occhi, pochi istanti, e russava alla grande.
I Kudo mi guardarono.
“Grazie al cielo è finita..” disse il signor Kudo, piano. La moglie annui, spossata.
Io incrociai le braccia e le posai al letto di Shinichi, Mi si chiudevano gli occhi. Ero stanco morto, come se l’intero messe sotto pressione mi fosse crollato addosso tutto in una volta.
“Dormi, amore..” mormorò la signora Kudo, mettendomi una coperta sulle spalle. “Ne hai bisogno quanto lui..”
Un paio di minuti dopo, russavamo in due.
Mi svegliai dopo quelli che mi parvero pochi minuti, ma era l’alba quella che andava stiracchiandosi fuori dalla finestra. Gli uccellini cantavano tra i rami fioriti. La primavera era arrivata senza che me ne accorgessi. La mia mano teneva ancora quella di Shinichi. L’abitudine l’aveva mossa . Però era troppo famigliare quella sensazione. La mano che avevo tenuto in quei giorni, a cui mi ero abituato, non era come quella che avevo preso la sera prima, che era la mano di un ragazzo grande, ovvero la mano di Shinichi. Era più piccola, era di un bambino. Era quella di Conan.
Ma allora perché, se avevo preso una mano grande.. ora tra le dita ne sentivo una piccola?
Scattai a sedere. No, dio fa che non abbia sognato tutto, ti prego..
“La pressione, Hattori!” disse una voce. Alzai lo sguardo. Shinichi era disteso davanti a me.. ma era tornato piccolo.
“Shin..Conan! Ma cosa..” mormorai.
Lui sorrise, amareggiato.
“Buco nell’acqua. Stanotte, mi sono trasformato di nuovo. Però non ho sentito niente, tanto è vero che mi sono svegliato così e basta, senza i soliti dolori. Nemmeno la bio funziona, sfortunatamente..”
Lo guardai. Sembrava tranquillo, anche se un po deluso.
“stai bene, però? Non sei peggiorato di nuovo, vero?”
Mi misi una mano sul petto, e sulla fronte. Il suo addome faceva su e giù tranquillamente, ed era fresco e ben colorito in viso.
“Si, tranquillo, sto benissimo. Ai ci è rimasta stamane, quando a visto che ero tornato un bambino, però ormai le mie ferite erano sparite e i danni al cervello colmati, quindi non ha fatto differenza che io sia tornato..così. Ah, chiamami Conan, per cortesia. Ran e i suoi sono di la che fanno colazione con i miei, Sonoko e i marmocchi..”
Sbuffai, sollevato.
“Meno male..”
Shinichi sorrise.
“Non riesco a muovere le gambe, i muscoli sono atrofizzati, è normale. Mi dovranno spostare con la carrozzina, per un po di giorni. Ran la deve andare a prendere all’ospedale oggi pomeriggio. Vorrei l’avessero già presa. Non mi va che Ran mi tenga in braccio. Sono un uomo, per quanto l’apparenza mi remi contro, ed è imbarazzante..”
Io sorrisi e annui.
“Tranquillo, starò qui io finché non starai bene come prima..”
“Non è necessario, grazie..” rispose lui, con sufficienza.
“Si, farò proprio così… Ah Ran è sveglia? Come sta?” dissi, stiracchiandomi.
“Bene..” disse Shinichi guardandomi esasperato. “Non ricorda nulla da qui a tre giorni. Ha rimosso il momentaneo,,crollo, ecco. E gradirei che rimanesse rimosso, per piacere. Io figlio di me stesso e suo..suona come quella frase che fa sbarellare le persone che la sentono. Com’era..ah si: Sono il padre di mia madre. Gesù, che cosa assurda..”
Io annui.
“Meglio che non ricordi niente, hai ragione. E poi temo si vergognerebbe..”
“Kazuha però è furiosa con te. Dice cose tipo: mi poteva  avvisare, mi ha lasciato lì come un imbecille nel corridoio, lo farà a fettine, ti voglio tanto bene Conan, ma perderai il tuo amichetto ecc..” disse Shinichi, schioccandosi le dita per aiutarne il movimento. Io rabbrividì.
“Che potevo fare? Era l’ultimo dei miei pensieri, badare a lei..”
Shinichi annui.
“Già, eri sempre attaccato a me, come facevi?..Ciao Ran!” disse, d’un tratto allegro.
Ran era entrata nel laboratorio, evidentemente dopo aver sentito che eravamo svegli.
“Amore, sei sveglio! Hai dormito bene, pulcino?”
Shinichi annui.
“Come un ghiro. Ho fame, però!”
Ran fece una smorfia.
“Oh tesoro, non puoi mangiare niente di solito, solo tè caldo, o rischi di vomitare. Mi dispiace..”
Lui scosse la testa.
“Caccia qua, una cosa calda nella pancia è meglio di niente!” disse, ridendo.
Ran si risollevò.
“Intanto fatti aiutare da Heiji a vestirti, poi il tè lo prendiamo tutti insieme in salotto, ok?”
Lui annui, felice.
Si muoveva come un robot ruggine, e perciò più che aiutarlo, dovetti vestirlo io, come una grossa bambola in carne e ossa.
“Che strazio, non riesco a muovermi. Mi sento un’ impedito..” borbottò con la testa dentro al maglione.
“Un po di esercizi col fratellone Heiji, e ti rimetto in sesto per le olimpiadi juniores, vedrai.” Risposi, infilandogli i calzini e le pantofole.
“L’Heiji che cosa, scusa?” rispose lui, acido. Io lo ignorai. Caro, vecchio, ingrato Kudo.
Lo portai, un po di malagrazia in salotto. Li scoppiò il giubilo. Le ragazze avevano preparato uno striscione “EVVIVA CONAN!” lungo tutta la stanza, e c’erano un mare di regali sparsi su tutto il pavimento. I piccoli detective alla vista del loro amico, coi nasi colanti e gli occhi rossi, corsero ad abbraccialo tutti contemporaneamente , e fu un ammucchiata, da cui per miracolo riuscì a ripescare Shinichi illeso, ma ben strapazzato..
“Piano, ragazzi, è un po malconcio. Tra un paio di settimane, lo potrete anche buttare nel canale, ma per ora, delicati ok?” dissi loro, mentre Shinichi si sistemava gli occhiali un po piegati sul naso, guardandoli torvo. Kazuha mi guardò come se fossi un fungo parassita, e io distolsi in fretta lo sguardo, mentre i piccoli detective, uno alla volta, portarono i doni al loro collega, e lo aiutarono a scartarli, anche se più di una volta Shinichi gli ripeté che riusciva a farcela anche da solo.
Dopo un po’ però dovettero congedarsi per andare a scuola, e dopo i saluti Shinichi poté finalmente cercare di mandar giù qualcosa al sicuro tra le braccia di Ran, con Sonoko, sua madre, l’avvocato Kisaki e Kazuha a coccolarlo come un bambolotto. Bel fortunello, il caro Kudo..
Però scopri che seppure riusciva a muovere le dita, la presa non era delle migliori, e mandò in frantumi la sua tazza di tè che aveva tentato di tenere in mano. Lo vidi incupirsi, mentre osservava sua madre raccogliere i cocci.
“Il mio corpo..” mormorò.
“Combini guai anche se non vuoi tu, eh?” disse Goro. Le donne presenti,  gli dettero letteralmente fuoco con un occhiata. Goro si andò a riparare dietro al signor Kudo, che sorrise un po a disagio. Io presi la mia tazza di tè e un cucchiaio.
“Ok, vorrà dire che mangerai ad imbocco. Lo faccio io, così resta una cosa tra uomini. Su, apri..”
Shinichi mi guardò un po sorpreso. Poi apri timidamente la bocca e prese una cucchiaiata di tè. Lo inghiottì e rimase in attesa, per vedere se ritornava su. Constatato che lo stomaco lo accettava, glie ne diedi un’altra bella cucchiaiata. Stava meglio ad ogni boccone.
“Oh Heiji, Shinichi ha ricevuto un dono prezioso quando ti ha conosciuto..” disse la signora Kudo, commossa. Tutti la guardarono. Io feci finta di mischiare il tè, e Shinichi per poco non soffocò.
“Beh è vero, mamma Kudo, ma..che c’entra con Conan?” chiese Ran, battendo piano sulla schiena di Shinichi, che annaspava, fulminando la madre.
Lei sorrise, tranquilla.
“C’entra, amore mio, perché heiji è una benedizione per chi lo incontra. Ha fatto tanto per il piccolo Conan, e so che è stato prezioso anche per Shinichi. Mio figlio non è molto bravo a manifestare ciò che sente, ma so che ti vuole bene, Heiji.”
Io la guardai, Poi guardai Shinichi, che fissava imperterrito la tazza del tè. Sorrisi.
“Se lo dice lei. Io ho i miei dubbi..” risposi, e diedi un altro bel cucchiaio di tè a Shinichi, che mi guardò quasi basito.
La signora Kudo si alzò.
“Bene, noi andiamo. Shin..ah cioè Conan sta bene, quindi vorrei chiamare quella svanita di sua madre per dirglielo. Ci vediamo domani, pulcino.”
Afferrò Shinichi e lo bacio mille volte, mentre lui tentava  con i pochi movimenti che gli riuscivano, di fuggire.
“Piantala, mamm..ah volevo dire..Yukiko!” sbraitò lui, tutto spettinato e imbrattato di rossetto.
“Non puoi impedirmelo e sei piccolo, morbido  e tenero come un tempo..lascia che vada all’inferno come madre snaturata, ma ne approfitto!” mormorò lei, con un ghigno. Suo padre scosse la testa.
“Stai bene, figliolo, e mangia più che puoi.” Disse, carezzando la testa del figlio. Shinichi annui, e carezzò il braccio del padre.
“Va bene, pap..Yusaku.” disse.
Detto questo, i Kudo salutarono Ran, I Mouri  e tutti gli altri, e se ne andarono.
“Va bene, oggi il grande detective offre il pranzo, per festeggiare la guarigione della peste, ok’” disse Goro, pizzicando una guancia a Conan, che lo guardò storto.
“Ma zio Goro, Shinichi non è qui, e se parli di me, sarò pure figlio del questore, ma non dell’imperatore del Giappone! Come pago il pranzo a tutti?” chiesi, mentre Shinichi ridacchiava sul divano.
Goro mi fulminò
“Parlavo di me, giovinastro!Il pranzo lo pago io!”
“Allora sto ancora dormendo? Deve essere un sogno per forza ..” disse Conan, e tutti scoppiarono a ridere. Goro grugnì.
“Appena ti rimetti, me la paghi..”
Ran si chinò per prendere Conan dal divano, ma lui la scansò, e allungò le braccia verso di me.
“Voglio stare sulle spalle di Heiji!” disse.
Io lo guardai confuso.
Ran annui, sorridendo.
“Ok, ma tieniti bene, intesi?” disse, e me lo sistemo sulle spalle, dove lo sentì ancorarsi al mio collo.
“Heiji non mi lascerà cadere!” rispose lui, mentre gli afferravo salde le gambe.
Poi mentre Ran si voltava, lo sentì sussurrarmi. “Adesso siamo pari..”
“Cos..?”
“Io voglio tanto bene al mio fratellone Heiji!” disse in tono allegro.
Le ragazze lo guardarono e risero. Io rimasi lì, colpito e sorpreso. Poi sogghignai.
“Ma tu senti, davvero mi vuoi tanto bene?” rimbeccai.
Lui annui. Poi mugugno.
“Mettiamo le cose in chiaro: Io non ho detto niente adesso, e tu non hai detto niente mentre dormivo. Siamo intesi, Hattori?
Io lo guardai, po risi divertito.
“Anche io ti voglio tanto bene, piccolo..” risposi. Le ragazze sorrisero anche a me, perfino Kazuha.
Shinichi dall’alto delle mie spalle, mi guardò stupito.
“Si, siamo intesi, Kudo.” Risposi.
 
FINE
 
  
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