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Autore: nothing_but_the_truth    08/03/2012    2 recensioni
A Hogwarts si avvicina una festa tutta nuova: quella del Gufo.. Hermione e Ginny troveranno i vestiti perfetti? E poi.. che succederà, quando Herm dovrà decidere cosa fare del suo cuore,diviso in 2? E' una one shot, una OOC.. spero apprezzerete :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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THE OWES PARTY.

 

Per la prima volta dopo parecchi anni, ad Hogwarts si sarebbe fatta una festa. In maschera. Per carnevale.

Sospirai,sconsolata. Era obbligatorio mascherarsi. Da cosa mi sarei mascherata? Ero disperata e senza idee.

" Miseriaccia!" esordì Ron, arrivando in Sala Grande e sedendosi accanto a Harry, "ci mancava solo questa! Un ballo in maschera!" aggiunse,sbuffando.

Sospirai. "no, Ronald! Non è un ballo, è una festa!"

"Cioè?", si intromise Harry, "la Cooman ha detto che si balla!"

Sbuffai. "Nooo! Non è come il Ballo del Ceppo, stavolta i balli sono normali!", dissi, provando a spiegarmi.

"Ma comunque tocca mascherarsi, quindi la gente può non ci riconoscerà... e se fossimo tanto scarsi nel ballo, potremo mentire." riflettè Ron.

"Ronald Weasley sei un idiota." commentai.

Finimmo di mangiare in silenzio, e durante il dessert Ron disse "Ma non bisogna andare accompagnati, vero?", domandò, titubante.

"Mmm..."disse Harry, che stava fissando qualcosa alla sua sinistra, arrossendo. "Credo di no. Vero?" Domandò, guardandomi.

Sorrisi nel vedere Ginny a qualche posto di distanza sedersi. "Mi pare proprio che non ci sia alcun bisogno dell'accompagnamento." dissi, assaggiando la mia tortina al cioccolato. Buona.

"Almeno questo!!" commentò Ron, con un sospiro di sollievo.

Nei giorni che seguirono, sembravano tutti emozionati per la festa, tutti impegnati nella scelta degli abiti migliori. Me e Ginny comprese."

"Sai" , le dissi un pomeriggio, mentre eravamo a Diagon Alley a cercare dei vestiti per la festa, "l'altro giorno Harry ti guardava." dissi, tranquillamente, come se non avessi saputo saputo della colossale cotta di Ginny per lui, come se non avessi saputo del debole di Harry per lei o degli sguardi che furtivamente si scambiavano regolarmente.

Sospirai, osservandola in preda a una rara eccitazione, mischiata all'insicurezza.

"Coooosa? Davvero? Quando?" , iniziò a bombardarmi di domande.

Le indicai una vetrina. "Tre giorni fa, a pranzo. Giuro!"

si fermò davanti al negozio da me indicato, ma non lo guardò. "oh mio Dio..." gli occhi le brillavano. "E' arrossito pure, Ginny. Pensa!" aggiunsi.

Per qualche attimo restò emozionatissima e sognante, poi abbassò lo sguardo, sospirò e infine fissò la vetrina. Mi avvicinai a lei. "Non pensare neanche per un istante di non essere alla sua altezza." dissi, sicura dei pensieri che stavano attraversando la sua mente.

"Ma lui è Harry Potter." , disse sconsolata. "Il Prescelto. Il Ragazzo Che E' Soppravvissuto. Ed io sono una come tante..."

"Non dire sciocchezze! Sei una Weasley!" dissi, accarezzandole un braccio. "E lui non è tanto idiota da non rendersi conto di chi lo apprezza per la sua fama e chi per com'è veramente!" dissi. "E credimi quando ti dico che ti guarda, esattamente come tu fai con lui. Queste cose, Ginny, non accadono solo nella tua mente, ma realmente!" aggiunsi. Avevamo fatto questo discorso almeno altre 5 volte, e ogni volta lei mi credeva un pò di più. Bene.

Ginny sembrò consolarsi un pò: si passò una manica sugli occhi e poi guardò, per la prima volta seriamente, la vetrina. "Wo...w" , disse. "Già!" aggiunsi, fiera che notasse ciò che le avevo indicato.

"entriamo, dai", dissi, ed entrammo.

"Posso aiutarvi?" ci domandò la commessa.

"'Sì", dissi prima di Ginny. "Vorremmo provare quello.", dissi andicando l'abito in vetrina.

"Subuto",rispose quella. Ginny mi guardò e sorrise.

 

Dopo quasi 2 ore, uscimmo dal negozio, sorridenti.

"Dai, Hermione",disse Ginny dopo qualche chiacchera "torniamo a Hogwarts."

Guardai il cielo ed annuii. "Sì, si sta facendo buio." , commentai.

Tornate a scuola, ci dirigemmo felicemente nel nostro dormitorio a nascondere gli abiti: eravamo d'accordo di non mostrarli a nessuno, fino al momento della festa, cioè 3 giorni dopo.

Quando andammo in Sala Grande, mi sedetti accanto a Harry, e lui di fronte a Ron.

"Allora..", dissi solare "oggi come sono andati gli allenamenti di Quiddith?" Domandai.

Ron fece un sorriso enorme, ed Harry si accorse che generalmente non chiuedevo loro mai nulla su quello sport. Ma si limitò a mandarmi un'occhiata stranita, senza dire nulla. Apprezzai.

"Oh, Mellino!" disse Ron, con la bocca piena, "beniffimo! Ne ho pavate dihannofe su fenti! Vefo, Havvi?"

Ma Harry era distratto. Stava discretamente osservando una ragazza dai capelli lunghi uscire dalla Sala Grande: Ginny.

Gli diedi una leggera gomitata.

"Cosa? Oh, sì sì,certo..." disse, tornando alla realtà e posando gli occhi sul piatto.

"Tu invece Hermione che hai fatto oggi?" chiese Ron, prima di addentare voracemente il terzo panino. Morse così forte che un pò di salsa colò nel piatto.

... avevo veramente una cotta per uno così?, mi chiesi. Arrissì immediatamente, pensando a ciò che mi era appena venuto in mente.

"Ehm..." dissi sfuggendo da suo sguardo, discretamente concentrato su di me. " sono andata con Ginny a Diagon Alley e abbiamo comprato degli abiti, sai, per la f..."

"oh, già. Il ballo." mi interruppe, facendo una smorfia. "immagino sarà di una noia mortale..." aggiunse.

"Ronald!" lo rimbeccai, ma inutilmente, poichè alzò lo sguardo al cielo.

 

L'euforia per il party sembrava quotidianamente aumentare, e mi stupii di scoprire me stessa trepidante all'idea di festeggiare carnevale.

Poichè mi sembrava che il venerdì sera non riuscisse proprio ad arrivare, in un paio di giorni ripassai i programmi scolastici fatti, di ogni materia.

 

Finalmente, venerdì arrivò.

Ma, con il vestito addosso, iniziai a sentirmi insicura della mia scelta. Ma non avevo tempo per dar corda a tutte le mie paranoie, perchè Ginny aveva bisogno di me.

"Sei bellissima!" dissi, sinceramente. Aveva addosso un abitino bianco lungo fino alle ginocchia, leggermente scollato e con le spalline sottili. Il bustino ricamati di rosso le risaltava le labbra e lo smalto sulle unghie di mani e piedi, tutto dello stesso colore. I capelli, sciolti e vaporosi, la pochette rossa e il trucco leggero sdrammatizzavano l'eleganza dell'abito.

"Nessuno potrà non accorgersi di te." , sussurrai, sicura che a Harry non sarebbe stata affatto indifferente: non lo era mai.

Ginny sorrise ed arrossì. "Anche tu sei bellissima, Hermione." , mi disse e poi ridemmo.

Quando scendemmo, diverse persone ci osservarono.

"Ma quella è...?" Disse una ragazza mora al suo fidanzato biondo, indicandomi. Quando egli si girò verso di me, la sua espressione altezzosa e annoiata mutò, man mano che lo sguardo saliva, dalle scarpe nere col tacco fino ai capelli legati. Quando Malfoy mi guardò in viso, il suo sguardo si abbassò, e le sue pallide guancie presero colore, o almeno così mi parve.

Arrossi anch'io: forse non era il vestito adatto...

Ginny mi prese a braccetto e mi fece allontanare da quell'imbarazzante situazione.

Ci guardammo intorno.

Oltre a qualcuno mascherato da professor Piton, qualcuno da Umbridge e una dozzina di clown, più o meno inquietanti, eravamo tutti vestiti pressochè eleganti: i ragazzi mostravano le loro camicie migliori, e le ragazze i loro vestiti più belli. Io e Ginny comprese.

Harry, come avevo previsto, ci raggiunse subito e, impacciatamente, fece i complimenti ad entrambe. Afferrai, dicendo "Vado a prendermi qualcosa da bere", mi allontanai, vedendoli scambiarsi occhiatine sfuggenti.

Ero a un passo dal tavolo delle bevande, quando qualcuno mi afferrò la mano. Era alto e magro e dalla maschera si intravedevano gli occhi chiari e i capelli biondo scuro.

"Come sei bella", disse, mentre tentavo di liberarmi dalla sua presa di ferro. "che c'è?" aggiunse, accorgendosi delle mie intenzioni.

"Vattene e lasciamo in pace, McFlaggen!" sibilai.

"eddai, non fare la preziosa!", disse, stringendo ulteriormente la presa a me.

"Non l'hai sentita? Vattene, o ti spezzo le ossa. "disse qualcuno con voce vellutata, in modo da rendere ancora più minaccioso l'avvertimento. Lui si mise tra e me e Cormac, guardandolo male.

Era vestito da diavolo: giacca e pantaloni rossi, scarpe e camicia rosse, cravatta nera e maschera che mostrava solo i denti brillanti, gli occhi blu e i capelli chiari. Era impossibile per me non riconoscerlo, e non solo per la sua tremenda voce.

Desideravo ardentemente che non fosse lui.

McFlaggen se ne andò sbuffando, e raggiunse un grupetto di ragazzine. Che idiota...

Finalmente, presi un bicchiere di burrobirra, mentre il ragazzo mascherato mi chiedeva se era tutto ok.

"Sì, sto bene" ,mi limitai a rispondere, dirigendomi poi verso la porta di un'aula. Era quella della Coormac, e provai a convincermi che lui non mi stesse seguendo.

"Granger." mi chiamò lui, alle mie spalle. Mi voltai e lo guardai, cercando di sembrare sincera "Non mi ero accorta che mi stessi seguendo."

Lui si avvicinò a me. Rimanemmo qualche minuto a gaurdarci negli occhi, in silenzio.

I suoi mi stavano chiedendo perdono, perchè quelle parole proprio non riusciva a dirle. Ma lo capivo e lo accettavo. Però non lo avrei perdonato.

Con un sospiro, lentamente, appoggiai le mani sulla sua maschera, e con una leggera pressione gliela sfilai. Lui chiuse gli occhi. La appoggiai su un banco.

Lui mi prese ina mano.

"Sono stanco, non voglio più fuggire.", disse, fissando i miei occhi.

"Nessuno ti costringe, sei tu che hai deciso che tra noi non può continuare." gli ricordai.

"Lo so... e... mi dispiace. Ti chiedo scusa, per l'ennesima volta. Sono un tale stupido..."
"Non dire così" ,dissi, senza lasciare la sua mano. "Però... sei tu che l'hai voluto. Non puoi minacciare tutti quelli con cui parlo, non più! Cioè, Cormac ok, ma Ron, Harry... lasciali in pace. Tutti quanti." , dissi, a bassa voce. Erano mesi che aveva deciso di mollarmi, e ora non aveva più alcun diritto di dire o fare certe cose.

"Ma io ti amo ancora." Sospirò, come se quelle parole fossero banali, come se non avessi pianto epr settimane solo perchè non me le diceva.

"... Non basta." dissi, abbassando lo sguardo.

Dopo alcuni minuti di silenzio, lui sciolse la presa. "Hai ragione. Scusa. Farò in modo di non infastidirti più. "Si allontanò di qualche passo, dirigendosi verso la porta.

"Draco..." dissi, allungando un braccio verso di lui. Ma era uscito, ed io afferrai solo la polvere e il profumo della sua assenza.

Per qualche attimo, restai immobile, con il braccio sospeso. Era ancora difficile lasciarlo andare, ma sapevo che era meglio così. Meglio per lui, per l'onore della sua famiglia, per la sua reputazione a scuola, per Pansy. E anche meglio per me, per Harry. E soprattutto, per Ron.

Presi un grosso respiro per farmi coraggio, poi uscii dall'aula -l'aria era irrespirabile- e tornai alla festa.

La musica era assordante, ma riuscii lo stesso a sentire Ron chiamarmi con entusiasmo "Hermione!" . Anche lui era elegante, con la camicia bianca, le scarpe, i pantaloni e la cravatta neri.

Ron si avvicinò a me, e cercando di non farsi notare mi squadrò.

I suoi occhi si posarono sulle mie scarpe nere col tacco, sulle gambe nude e sull'abito color oro ricamato a maniche corte che arrivava alle coscie. Notò la cintura che delineava la mia vita e indugiò un pò troppo sulla cerniera davanti, legegrmente aperta, che mi faceva da scollaturà. Arrossì.

"Sei... Miseriaccia, Hermione, sei proprio bellissima", disse, e sorridendo mi avvicinai a lui.

"Balliamo" disse, ed iniziammo a muoverci a ritmo. Ad ogni movimento, Ron si avvicinava impercettibilmente a me, fino ad arrivare a trovarsi con naso a pochi centimetri dal mio. A quel punto mi fissò, e ci fermammo. Avvicinò il viso al mio, e quando le nostre labbra si sfiorarono, io mi tirai indietro. Lo vidi impallidire.

"Ron..." bisbigliai, "io non... " Non sapevo effettivamente che dire.

"Ti prego, non farlo." disse, e ci guardammo per un attimo negli occhi. "E se devi proprio farlo, dillo subito" aggiunse, triste.

Dietro di lui, Draco mi stava guardando. Probabilmente aveva intuito la situazione, perchè il suo sguardo era pieno di dolore, quasi irriconoscibile. Abbassai lo sguardo, e lui se ne andò.

In una frazione di secondo che mi parve durare mille anni, riflettei.

Desideravo baciare Ron dall'età di 13 anni. Se lo avessi fatto, non avrei tradito me stessa. Con Draco era tutto... non era, in realtà. Era durata poche settimane, ma lui non aveva retto alle pressioni di dover nascondere la nostra storia. E mi aveva scaricata. Ma andava bene così. Il mio cuore apparteneva a Ron, era inutile che cercassi di negarlo o nasconderlo, sopprattutto a me stessa. Dovevo solo essere sicura che Ron non mi avrebbe spezzato il cuore.

"Ron...", dissi, titubante, cercando invano il suo sguardo. "Non mi spezzerai il cuore, vero?" .

Lui alzò lo sguardo e mi guardò, serio.

"Mai." disse, e afferrò a mia mano.

"Perchè?" gli domandai.

"Perchè, Hermione, io ti amo." mi abbracciò, tenendomi stretta stretta.

Sciolse la presa dopo qualche minuto.

"Anche io."


  
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