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Autore: Lela White    08/03/2012    16 recensioni
A volte è molto più facile scappare. A volte, è l’unica possibilità che ci si presenta. A volte la vita ti mette davanti a l’unica eventualità che non puoi sopportare e tutto diventa semplicemente troppo doloroso…
Michela è una studentessa universitaria, semplice, dolce ed ingenua. Alessandro è colui che c’è sempre stato, il suo migliore amico, che la sempre protetta da tutto, tralasciando l’unico, imprevedibile pericolo, se stesso! Il loro è un legame possessivo, completo, disarmante, che li lascia entrambi persi di fronte l’inevitabile. Nulla però è scontato, non lo sono loro…non ne sono capaci e quando Michy fugge…tutto cambia!
Una storia narrata tra presente e passato, perché nulla di adesso può essere spiegato senza ricordare ciò che erano stati, ciò che non sono più….ma cosa è accaduto? Non più quelli di ieri, ma solo quelli di oggi…
Può l’amicizia trasformarsi in amore? Può l’Amore trasformarsi in rabbia e dolore? E se tutto ciò per cui hai lottato, vissuto…sparisse portandosi via tutto, cosa faresti?
Dal capitolo 1-( “..perchè se l’amicizia è uno dei tesori più grandi, l’Amore è uno dei dolori più forti che una persona possa provare..”)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUGA missing rosso

FUGA

 

Missing moment (rosè)

 

 NB: capitolo non betato, scusate!

Il rating è tra l'arancione ed il rosso, scusate quindi se può turbare qualcuno, in quel caso evitate di leggere. Non cambia molto ai fini della storia.

“Io vorrei non farlo. Davvero.” Sussurrai tremando sentendo il suo calore bruciarmi la pelle.

“Ma non posso... Vorrei non averci pensato ogni notte in questi due anni. Vorrei poterti dire che sono andato avanti, che sono felice ed orgoglioso di te, delle nuove esperienze che stai vivendo. Ma non posso.

Io...io non riesco a guardare più una donna come ho guardato te. Non sento più niente. Tutto quello che è accaduto dopo, è stato solo dolore ed io...io ti ho odiato, ti ho odiato con tutto me stesso perché eri l’unica. Eri l’unica cosa bella nella mia vita e lo sapevo...sapevo che non sarei sopravvissuto senza di te. Sono io lo sai? Tra me e te sono io quello debole. Sono io che non potevo vivere senza di te, senza il tuo sorriso, il tuo profumo. Sapevo che se ti avessi avuto, sarebbe stato troppo e ti avrei persa, perché avrei rovinato tutto. Non ti meritavo. Io... non ti merito, lo so, ma...Dio... lo voglio così tanto!” le sussurrai piangendo e poggiando la mia fronte sulla.

 

Mentre un lampo improvviso illuminò i nostri volti e brillò su quel volto perfetto e sulla lacrima che scivolava lenta.

Non pensai più a nulla la strinsi solo, forte a me. Sconvolti entrambi, da quell’amore così grande che ci aveva lasciati inermi di fronte l’inevitabile.

 

 

“Stai tremando” susurrò Ale mentre ancora mi abbracciava sotto la pioggia.

Ero sconvolta per quello che mi aveva appena detto e non riuscivo a trovare le parole adatte per fargli capire come mi sentivo.

“Vieni andiamo dentro, siamo tutti bagnati” sorrise dolce e seguii rimanendo abbracciati.

Nel salone le luci arano tutte spente e guardando l’orologio mi accorsi che erano le tre di notte. Gli altri stavano sicuramente dormendo.

“Hai sonno” chiese e notai una strana luce negli occhi.

Feci di no con la testa, come potevo avere sonno?

“Ti va se andiamo in camera a parlare un po’?” chiese e notai una speranza ed un desiderio di avermi con lui che mi fece annuire con vigore.

Una volta in camera però, mi guardai intorno confusa, non sapevo cosa fare e come comportarmi di fronte a quella rivelazione.

“Tieni” disse passandomi un asciugamano ed iniziai a tamponarmi in silenzio.

“Parlerai mai ancora con me?” chiese timido ma sorridente.

“Si beh, sono un po’ sconvolta, perdonami.” Dissi allontanandomi e poggiandomi vicino il mobile, in piedi.

Lo vidi poggiarsi all’altra parete e fissarmi.

“Lo so che avrei dovuto dirtelo prima e non so se riuscirai mai a perdonarmi ma...Ti amo...è questa la verità. Ti ho sempre amato ma ero troppo spaventato per ammetterlo” disse serio, talmente tanto da colpirmi.

“Ed ora non lo sei più? Spaventato intendo.”

Mi fissò e scosse piano la testa.

“Ho guardato in faccia la mia paura più grande.”

“Quale?” chiesi staccandomi appena dal mobile.

“Ti ho persa” sussurrò.

Annuii capendo cosa intendeva e volevo trovare la forza per urlargli che ero lì davanti a lui e niente sarebbe cambiato.

“Volevo solo essere felice” risposi abbassando gli occhi.

“E ci sei riuscita?”

Tornai a guardarlo.

“No...ma..” chiese impaurita.

“Cosa?” chiese avvicinandosi.

“Abbiamo vite diverse ora. Io...io ho un’altra vita e non so cosa...non so cosa far...e” singhiozzai appena guardandolo con la paura e la speranza negli occhi.

"Il punto non è se sarai felice o no, perché so che lo sarai...Il punto è se vuoi essere felice con me o con un altro..." chiese serio ed i miei dubbi crollarono all’istante.

Trattenni il respiro e mi avvicinai tremando.

“Io...Io non potrei mai essere felice senza di te” dissi in un sussurrò.

Vidi i suoi occhi brillare mentre lo raggiungevo.

“Meglio così allora, perché io non potrei vivere senza di te” sorrise dolce ed il mio cuore si fermò.

Si avvicinò lento guardandomi negli occhi e tremando appena. La bocca socchiusa respirava leggera ma veloce e lo sentivo sulla pelle. Uno di fronte all’altra, il tremore aumentò sentendolo scorrere nelle ossa, il mio corpo rispondeva al suo muovendosi lento e attirato da un’energia che ci racchiudeva dentro una bolla.

La sua mano destra salì lenta nell’aria muovendosi nello spazio tra di noi, ma lui continuava a fissarmi negli occhi come aspettando una risposta od un rifiuto che non sarebbe mai arrivato.

All’altezza della spalle un indice si posò al lato del collo e mi toccò... leggero come un petalo, fece scorrere il polpastrello accarezzandomi delicato mentre il mio respiro aumentò facendosi più intenso e sentito. Lo fissavo, incantata da quel viso perfetto e da quel tocco proibito che mi regalava un calore  talmente profondo da ustionarmi la pelle mentre il suo dito s’insinuò sotto la bretella della canottiera che con una leggera spinta scese veloce scoprendomi un lato e facendomi tremare. Si fermò, lento ma determinato giocando con tutte le dita sulla spalla...quattro scie lente ed infuocate a marchiarmi la pelle e la voglia di sentirne di più ed ancora ed ovunque, crebbe dentro di me. Sospirai guardandolo e pregandolo con gli occhi di fare qualcosa, qualsiasi cosa potesse farmi perdere totalmente nella sua pelle. E parve avere lo stesso bisogno, la necessità di sentirmi pienamente. Avvicinò il viso al mio, continuando a guardarmi ma muovendosi lento e cauto, spostò la bocca sulla mia guancia destra ed il contatto con quelle labbra bollenti sulla mia pelle mi scossero fin dentro l’anima. Ispirò forte sul mio collo e mi baciò appena lungo la mandibola fino al lobo e lo sentii trattenersi ...fermarsi appena e respirare...

“Se vuoi fermarmi, fallo ora. Perché sto impazzendo dalla voglia che ho di te, di respirarti...” disse inspirando sulla pelle ...” di toccarti” continuò accarezzandomi l’altra spalla.. “e che Dio mi salvi, di assaggiarti...” a quelle parole gemetti senza vergogna sentendo la sua lingua bollente accarezzarmi il lobo.

“Dimmi una parola ed io mi fermerò ma sappi che...” si fermò ancora cercando di controllare il respiro sempre più pesante, “spero tanto che tu non lo faccia...”

E tremai forte, completamente persa in lui e nelle mille sensazioni che stavo provando solo ad averlo vicino e senza riuscire a dire una parola mi aggrappai alle sue spalle, ispirando anch’io il suo profumo e sfiorandogli la mandibola con la guancia.

Ale s’irrigidì appena in attesa di una mia mossa, sapevo che voleva fossi sicura. Sicura di lui, sicura di noi.

Mi alzai in punta di piedi prendendogli il viso tra le mani e lo guardai negli occhi; il verde fuso delle sue iridi sembrava sciogliersi sotto di me e cercando di concentrarmi sulla mia voce ed acquietare il battito del cuore che mi stava scoppiando riuscii solo a respirargli calda sul viso tre semplici parole :”Non voglio fermarmi.”

Vidi i suoi occhi brillare e le labbra socchiudersi nel sorriso più dolce e sexy che avessi mai visto.

“Allora è la fine...”sorrise scuotendo la testa come in una rassegnazione totale ma felice.

“Perché sono già perso... di te e non mi fermerò. Non mi fermerò mai!” sussurrò tremando avvicinando le sue labbra alle mie.

E tornammo ad essere una sola persona.

Mi strinse forte a se come per non lasciarmi scappare ma io non sarei fuggita mai più, non sarei sopravvissuta ancora senza di lui, senza il suo sapore, il suo calore.

Le mani scivolarono sul mio corpo, lente ma decise, dalle spalle ai finchi ed ancora sul collo, mentre le labbra mi mordevano lente e la lingua riempiva bollente la bocca. Il sapore di Ale era qualcosa di sublime e paradisiaco di cui non avrei mai fatto a meno. Gli strinsi forte il volto tra le mani, spingendo sulle punte e cercando di averne di più sempre di più. Ero frenetica, insaziabile ed impazzita, incapace di capire come avessi fatto a respirare senza quel profumo sulla pelle.

Le mani tornarono alla bretella della canottiera e fece cadere anche la seconda lasciando il petto solo con l’intimo. Le mie scorsero tra i suoi capelli morbidi e li tirai appena mordendogli le labbra, morbide e succose perdendo anche l’ultimo appiglio di lucidità. Gemetti quando il palmo caldo scese sul mio fianco destro e poi sulla schiena per sbottonare quell’inutile indumento ed io impazzii nell’indecisione se lasciare quei soffici capelli o scendere ad aprirgli la camicia. La carne vinse, la voglia della sua pelle sua mia e gemetti frustrata perché lo volevo tutto e non era ancora abbastanza anche se mi stringeva forte togliendomi il respiro. Il primo bottone, poi il secondo e via scivolando lenta ma affamata sul quel corpo perfetto mentre sentii la pressione del gancetto allentarsi ed il reggiseno cadere giù. Ultimo bottone ed il suo petto fu nudo per me, sospirai estasiata ed entrambi gememmo quando mi strinse a se ed i miei capezzoli entrarono in contatto con la sua pelle calda.

Respiravo a fatica, sconvolta dal piacere e dal desiderio e lui lasciò piano le mie labbra scendendo lento e calcolatore sul seno, su quella carne rosa e sensibile. Ne prese la punta irrigidita leccandola piano, con tutta la superficie della lingua mozzandomi l’aria e facendomi inarcare sotto di lui. Succhiò primo lento e contemporaneamente stringendomi tra la nuca e l’inizio della schiena come per schiacciarmi ancora di più a lui ed arrivò la fame; pura e lussuriosa che lo fece succhiare con foga e passione, ed io sentendo la mia carne riempirgli la bocca gridai dal piacere. Si staccò all’improvviso allontanandosi appena e mi guardò sconvolto, con le labbra rosse e gonfie come le mie, entrambi con il petto che si alzava ed abbassava dalla foga.

“Non arriverò vivo alla fine...” sussurrò roco guardandomi e sorrisi sconvolta annuendo, incapace di parlare.

“Ma non ci arriverai nemmeno tu!” continuò, prima di avventarsi ancora su di me e non sorrisi più.

Mi alzò con possesso la gonnellina di cotone che si andò ad arrotolare insieme alla canottiera in vita e s’inginocchiò guardandomi con la furia negli occhi.

Prese a baciarmi lento la pancia, con una mano massaggiarmi il seno sinistro e con l’altra la coscia destra. Mi voleva tutta, così come io volevo lui ma due mani non bastavano a saziarci. Lo strinsi di più a me tirandogli ancora i capelli e alle labbra si sovrappose la lingua, bagnata calda a riempirmi l’ombelico mandandomi scosse di piacere. Leccò un fianco e strinse il capezzolo tra le dita facendomi inarcare e gemere e non seppi mai come, ma tutta la mia timidezza la mia paura vennero spazzate via dal piacere e dalla consapevolezza di Alessandro su di me. Non era sesso, era Amore ed era centomila volte più appagante e totalizzante.

Unii la mia mano alla sua che stringeva il seno e mi chinai a baciargli quelle dita, quella pelle, leccando ed assaggiando con un senso di primitività che mi fece perdere la testa.

Ringhiò basso, al tocco della mia lingua e mosse la sua mano destra dalla coscia alla vita, abbassandomi con possesso la canottiera e la gonna che caddero a terra senza resistenza alcuna. Rimasi nuda, coperta solo dall’intimo striminzito che amavo indossare e quando lo vide si fermò ancora, con la testa scattò verso l’alto per guardarmi malizioso e soddisfatto sotto al mio sguardo eccitato.

Prese ad accarezzarmi le gambe dalle caviglie fine al seno che strinse a coppa con entrambe le mani per poi scendere sulla pancia lento; arrivò al bordo delle mutandine ed iniziò ad accarezzarne i bordi senza invadere troppo quella parte di me che invece impazziva per essere toccata. Iniziai a respirare ancora più veloce con le gambe che iniziarono a tremarmi e il desiderio di lui diventare più insopportabile.

“Ale...” sussurrai come una preghiera e lo vidi sorridere guardandosi e leccandosi le labbra. Con il dito s’intrufolò appena sotto il tessuto ma senza penetrarmi e gemetti di frustrazione ed aspettativa.

“Non ce la faccio più...” boccheggiai in preda al calore bruciante.

“Se pensi che ho aspettato due anni per poterti assaggiare di nuovo...” sussurrò roco e si avvicinò alla mia intimità.

Con la lingua prese a leccare il bordo delle mutandine per poi trovare il mio centro e mordermi sopra di esse. Gemetti frustrata e mi abbassai sulle sue spalle.

“Basta giocare” dichiarai in preda alla pura e semplice follia. Lo spinsi a terra e mi misi a cavalcioni su di lui riempiendogli la bocca con la mia lingua e presi a muovermi e strusciarmi annaspando in cerca di sollievo su di lui.

Lo sentii sorridere sotto di me e rispondere ai miei movimenti con altrettanta foga.

“Stronzo” borbottai mordendogli un labbro e succhiandolo dopo.

“Sei stupenda” mi rispose e ridemmo continuando a baciarci.

Con le mani scesi a togliergli i pantaloncini che vennero via con l’intimo stesso e, visto che non era premeditato, al contatto delle nostre intimità gememmo entrambi sorpresi, smettendo immediatamente di ridere e guardandoci seri negli occhi.

Nel silenzio che scese improvviso, ci immobilizzammo entrambi per un attimo, mi chinai piano a baciarlo e lui rispose leccandomi il labbro e stringendomi i fianchi.

Allungai una mano verso di lui e lo strinsi fra le dita, caldo e duro, mentre Ale socchiuse gli occhi perso dal piacere; lo fissai con il desiderio di imprimere quel momento e quella sua espressione nel mia mente per sempre e sapevo sarebbe stato così. Sollevandomi appena con il bacino e mi tolsi le mutandine per poi avvicinarlo alla mia entrata.

“Cosa credi di fare?” chiese divertito e lo guardai confusa.

Mi prese per i fianchi facendomi scivolare sul suo petto rimanendo sdraiato.

“Devo ancora assaggiarti come si deve” mormorò roco, spalancandomi le gambe davanti al suo viso.

Trattenni il fiato sentendo il suo respiro caldo sulle mie labbra .

“Dio se sapessi quante volte ho sognato il tuo sapore”.

Roteai gli occhi sentendo il petto alzarsi veloce, stavo impazzando.

“Ale..” gridai senza più fiato e lui affondò in me, pienamente, totalmente facendo mi gridare.

Leccò profondo entrando ed uscendo lento tanto da farmi morire e quando prese a succhiare caddi sdraiata senza forza allungando una mano tra i suoi capelli e stringendolo a me.

Affondava, leccare, succhiava così tanto da portarmi sul baratro in pochi attimi, respirai veloce, con voce spezzata, lo sentii prendermi le cosce ed allargarmi ed affondare ancora impazzito quanto me. Strinsi i capelli e lo spinsi dentro di me tanto da sentire male alle nocche. Ringhiò mordendomi l’apice ed esplosi senza più aria nei polmoni.

Tornò a leccarmi lento e dolce per darmi il tempo di respirare di nuovo ma io paradossalmente volevo sentirlo ancora e di più.

Mi alzai fissando la bocca bagnata ed il volto in preda alla lussuria e lo baciai in un misto di sapori che non fecero che eccitarci di più.

Mi sedetti di nuovo a cavalcioni e lo avvicinai alla mia carne calda trattenendo entrambi il respiro; lo vidi tornare a fissarmi proprio quando persa in lui, mi abbassai lenta prendendolo dentro di me ed il piacere ci fece spalancare gli occhi uno nell’altra. Iniziammo a muoverci insieme seguendo un ritmo naturale e lento, spingendo sempre di più e volendone ancora ed ancora. Il respiro accelerò ed Ale si sollevò di scatto mettendosi seduto mentre io continuavo ad accoglierlo mai sazia.

Spinse forte facendomi sdraiare indietro sulle sue gambe ed il suo calore sembrava toccarmi l’anima. Si abbassò poi su di me succhiandomi il seno ed aumentando il piacere che saliva pian piano. Ero sconvolta, persa e volevo solo gridare, incapace di trattenere tutte quelle sensazioni quelle emozioni ed sentendo un calore salire dal basso mi rialzai di scatto tornando seduta su di lui. Gambe e braccia ad avvolgerci e la sua bocca che cercava la mia e trovandola affondava la lingua seguendo il ritmo delle sue spinte. Ero piena di lui.

Tremai, vicina al culmine e spinse più forte più affondo.

“Ti amo” sussurrò sulle mie labbra lo strinsi a me ancora più forte tremando.

“Ti..a..mo” risposi e all’ennesima spinta gridai, avvolta da un mare di luci e sentendolo gridare con me capii di essermi persa in lui...per sempre.

 

 

 

 

***************

Avevo promesso un missing rosso e beh questo è il meglio che sono riuscita a fare perdonatemi se vi aspettavate di più ma non sono capace a scrivere certe scene e con questo capitolo ho decisamente sofferto XD

Il prossimo è l’Epilogo, lo dico per chi non mi segue su fb e si è visto arrivare questo missing così senza senso. Non ve la prendete con me, mi hanno costretto ^_^

 GRAZIE a tutte voi che mi avete seguito ed incoraggiato sino alla fine!!! GRAZIE DAVVERO!

Se volete leggere qualcos’altro di mio, ho iniziato una nuova e molto diversa originale “L’Amore non è Peccato” se vi va di darci un’occhiata e dirmi che ne pensate  ne sarei felice :D

 

Un abbraccio a tutte

Lela

   
 
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