FUGA
Missing
moment (rosè)
Il
rating è tra l'arancione ed il rosso, scusate quindi se
può turbare qualcuno, in quel caso evitate di leggere. Non
cambia molto ai fini della storia.
“Io
vorrei non farlo. Davvero.”
Sussurrai tremando sentendo il suo calore bruciarmi la pelle.
“Ma
non posso... Vorrei non averci
pensato ogni notte in questi due anni. Vorrei poterti dire che sono
andato
avanti, che sono felice ed orgoglioso di te, delle nuove esperienze che
stai
vivendo. Ma non posso.
Io...io
non riesco a guardare più una
donna come ho guardato te. Non sento più niente. Tutto
quello che è accaduto
dopo, è stato solo dolore ed io...io ti ho odiato, ti ho
odiato con tutto me
stesso perché eri l’unica. Eri l’unica
cosa bella nella mia vita e lo
sapevo...sapevo che non sarei sopravvissuto senza di te. Sono io lo
sai? Tra me
e te sono io quello debole. Sono io che non potevo vivere senza di te,
senza il
tuo sorriso, il tuo profumo. Sapevo che se ti avessi avuto, sarebbe
stato
troppo e ti avrei persa, perché avrei rovinato tutto. Non ti
meritavo. Io...
non ti merito, lo so, ma...Dio... lo voglio così
tanto!” le sussurrai piangendo
e poggiando la mia fronte sulla.
Mentre
un lampo improvviso illuminò i
nostri volti e brillò su quel volto perfetto e sulla lacrima
che scivolava
lenta.
Non
pensai più a nulla la strinsi solo,
forte a me. Sconvolti entrambi, da quell’amore
così grande che ci aveva
lasciati inermi di fronte l’inevitabile.
“Stai
tremando” susurrò Ale
mentre ancora mi abbracciava sotto la pioggia.
Ero
sconvolta per quello che
mi aveva appena detto e non riuscivo a trovare le parole adatte per
fargli
capire come mi sentivo.
“Vieni
andiamo dentro, siamo
tutti bagnati” sorrise dolce e seguii rimanendo abbracciati.
Nel
salone le luci arano
tutte spente e guardando l’orologio mi accorsi che erano le
tre di notte. Gli
altri stavano sicuramente dormendo.
“Hai
sonno” chiese e notai
una strana luce negli occhi.
Feci
di no con la testa, come
potevo avere sonno?
“Ti
va se andiamo in camera a
parlare un po’?” chiese e notai una speranza ed un
desiderio di avermi con lui
che mi fece annuire con vigore.
Una
volta in camera però, mi
guardai intorno confusa, non sapevo cosa fare e come comportarmi di
fronte a
quella rivelazione.
“Tieni”
disse passandomi un
asciugamano ed iniziai a tamponarmi in silenzio.
“Parlerai
mai ancora con me?”
chiese timido ma sorridente.
“Si
beh, sono un po’
sconvolta, perdonami.” Dissi allontanandomi e poggiandomi
vicino il mobile, in
piedi.
Lo
vidi poggiarsi all’altra
parete e fissarmi.
“Lo
so che avrei dovuto
dirtelo prima e non so se riuscirai mai a perdonarmi ma...Ti
amo...è questa la
verità. Ti ho sempre amato ma ero troppo spaventato per
ammetterlo” disse
serio, talmente tanto da colpirmi.
“Ed
ora non lo sei più?
Spaventato intendo.”
Mi
fissò e scosse piano la
testa.
“Ho
guardato in faccia la mia
paura più grande.”
“Quale?”
chiesi staccandomi
appena dal mobile.
“Ti
ho persa” sussurrò.
Annuii
capendo cosa intendeva
e volevo trovare la forza per urlargli che ero lì davanti a
lui e niente
sarebbe cambiato.
“Volevo
solo essere felice”
risposi abbassando gli occhi.
“E
ci sei riuscita?”
Tornai
a guardarlo.
“No...ma..”
chiese impaurita.
“Cosa?”
chiese avvicinandosi.
“Abbiamo
vite diverse ora.
Io...io ho un’altra vita e non so cosa...non so cosa
far...e” singhiozzai
appena guardandolo con la paura e la speranza negli occhi.
chiese serio ed i miei dubbi crollarono all’istante.
Trattenni
il respiro e mi
avvicinai tremando.
“Io...Io
non potrei mai
essere felice senza di te” dissi in un sussurrò.
Vidi
i suoi occhi brillare
mentre lo raggiungevo.
“Meglio
così allora, perché
io non potrei vivere senza di te” sorrise dolce ed il mio
cuore si fermò.
Si
avvicinò lento guardandomi
negli occhi e tremando appena. La bocca socchiusa respirava leggera ma
veloce e
lo sentivo sulla pelle. Uno di fronte all’altra, il tremore
aumentò sentendolo
scorrere nelle ossa, il mio corpo rispondeva al suo muovendosi lento e
attirato
da un’energia che ci racchiudeva dentro una bolla.
La
sua mano destra salì lenta
nell’aria muovendosi nello spazio tra di noi, ma lui
continuava a fissarmi negli
occhi come aspettando una risposta od un rifiuto che non sarebbe mai
arrivato.
All’altezza
della spalle un
indice si posò al lato del collo e mi toccò...
leggero come un petalo, fece
scorrere il polpastrello accarezzandomi delicato mentre il mio respiro
aumentò
facendosi più intenso e sentito. Lo fissavo, incantata da
quel viso perfetto e
da quel tocco proibito che mi regalava un calore
talmente profondo da ustionarmi la pelle
mentre il suo dito s’insinuò sotto la bretella
della canottiera che con una
leggera spinta scese veloce scoprendomi un lato e facendomi tremare. Si
fermò,
lento ma determinato giocando con tutte le dita sulla spalla...quattro
scie
lente ed infuocate a marchiarmi la pelle e la voglia di sentirne di
più ed ancora
ed ovunque, crebbe dentro di me. Sospirai guardandolo e pregandolo con
gli
occhi di fare qualcosa, qualsiasi cosa potesse farmi perdere totalmente
nella
sua pelle. E parve avere lo stesso bisogno, la necessità di
sentirmi pienamente.
Avvicinò il viso al mio, continuando a guardarmi ma
muovendosi lento e cauto,
spostò la bocca sulla mia guancia destra ed il contatto con
quelle labbra
bollenti sulla mia pelle mi scossero fin dentro l’anima.
Ispirò forte sul mio
collo e mi baciò appena lungo la mandibola fino al lobo e lo
sentii trattenersi
...fermarsi appena e respirare...
“Se
vuoi fermarmi, fallo ora.
Perché sto impazzendo dalla voglia che ho di te, di
respirarti...” disse
inspirando sulla pelle ...” di toccarti”
continuò accarezzandomi l’altra spalla..
“e che Dio mi salvi, di assaggiarti...” a quelle
parole gemetti senza vergogna
sentendo la sua lingua bollente accarezzarmi il lobo.
“Dimmi
una parola ed io mi
fermerò ma sappi che...” si fermò
ancora cercando di controllare il respiro
sempre più pesante, “spero tanto che tu non lo
faccia...”
E
tremai forte, completamente
persa in lui e nelle mille sensazioni che stavo provando solo ad averlo
vicino
e senza riuscire a dire una parola mi aggrappai alle sue spalle,
ispirando
anch’io il suo profumo e sfiorandogli la mandibola con la
guancia.
Ale
s’irrigidì appena in
attesa di una mia mossa, sapevo che voleva fossi sicura. Sicura di lui,
sicura
di noi.
Mi
alzai in punta di piedi
prendendogli il viso tra le mani e lo guardai negli occhi; il verde
fuso delle
sue iridi sembrava sciogliersi sotto di me e cercando di concentrarmi
sulla mia
voce ed acquietare il battito del cuore che mi stava scoppiando riuscii
solo a
respirargli calda sul viso tre semplici parole :”Non voglio
fermarmi.”
Vidi
i suoi occhi brillare e
le labbra socchiudersi nel sorriso più dolce e sexy che
avessi mai visto.
“Allora
è la fine...”sorrise
scuotendo la testa come in una rassegnazione totale ma felice.
“Perché
sono già perso... di
te e non mi fermerò. Non mi fermerò
mai!” sussurrò tremando avvicinando le sue
labbra alle mie.
E
tornammo ad essere una sola
persona.
Mi
strinse forte a se come
per non lasciarmi scappare ma io non sarei fuggita mai più,
non sarei
sopravvissuta ancora senza di lui, senza il suo sapore, il suo calore.
Le
mani scivolarono sul mio
corpo, lente ma decise, dalle spalle ai finchi ed ancora sul collo,
mentre le
labbra mi mordevano lente e la lingua riempiva bollente la bocca. Il
sapore di
Ale era qualcosa di sublime e paradisiaco di cui non avrei mai fatto a
meno.
Gli strinsi forte il volto tra le mani, spingendo sulle punte e
cercando di
averne di più sempre di più. Ero frenetica,
insaziabile ed impazzita, incapace
di capire come avessi fatto a respirare senza quel profumo sulla pelle.
Le
mani tornarono alla
bretella della canottiera e fece cadere anche la seconda lasciando il
petto
solo con l’intimo. Le mie scorsero tra i suoi capelli morbidi
e li tirai appena
mordendogli le labbra, morbide e succose perdendo anche
l’ultimo appiglio di
lucidità. Gemetti quando il palmo caldo scese sul mio fianco
destro e poi sulla
schiena per sbottonare quell’inutile indumento ed io impazzii
nell’indecisione
se lasciare quei soffici capelli o scendere ad aprirgli la camicia. La
carne
vinse, la voglia della sua pelle sua mia e gemetti frustrata
perché lo volevo
tutto e non era ancora abbastanza anche se mi stringeva forte
togliendomi il
respiro. Il primo bottone, poi il secondo e via scivolando lenta ma
affamata
sul quel corpo perfetto mentre sentii la pressione del gancetto
allentarsi ed
il reggiseno cadere giù. Ultimo bottone ed il suo petto fu
nudo per me,
sospirai estasiata ed entrambi gememmo quando mi strinse a se ed i miei
capezzoli entrarono in contatto con la sua pelle calda.
Respiravo
a fatica, sconvolta
dal piacere e dal desiderio e lui lasciò piano le mie labbra
scendendo lento e
calcolatore sul seno, su quella carne rosa e sensibile. Ne prese la
punta
irrigidita leccandola piano, con tutta la superficie della lingua
mozzandomi
l’aria e facendomi inarcare sotto di lui. Succhiò
primo lento e contemporaneamente
stringendomi tra la nuca e l’inizio della schiena come per
schiacciarmi ancora
di più a lui ed arrivò la fame; pura e lussuriosa
che lo fece succhiare con
foga e passione, ed io sentendo la mia carne riempirgli la bocca gridai
dal piacere.
Si staccò all’improvviso allontanandosi appena e
mi guardò sconvolto, con le
labbra rosse e gonfie come le mie, entrambi con il petto che si alzava
ed
abbassava dalla foga.
“Non
arriverò vivo alla
fine...” sussurrò roco guardandomi e sorrisi
sconvolta annuendo, incapace di
parlare.
“Ma
non ci arriverai nemmeno
tu!” continuò, prima di avventarsi ancora su di me
e non sorrisi più.
Mi
alzò con possesso la
gonnellina di cotone che si andò ad arrotolare insieme alla
canottiera in vita
e s’inginocchiò guardandomi con la furia negli
occhi.
Prese
a baciarmi lento la
pancia, con una mano massaggiarmi il seno sinistro e con
l’altra la coscia
destra. Mi voleva tutta, così come io volevo lui ma due mani
non bastavano a
saziarci. Lo strinsi di più a me tirandogli ancora i capelli
e alle labbra si
sovrappose la lingua, bagnata calda a riempirmi l’ombelico
mandandomi scosse di
piacere. Leccò un fianco e strinse il capezzolo tra le dita
facendomi inarcare
e gemere e non seppi mai come, ma tutta la mia timidezza la mia paura
vennero
spazzate via dal piacere e dalla consapevolezza di Alessandro su di me.
Non era
sesso, era Amore ed era centomila volte più appagante e
totalizzante.
Unii
la mia mano alla sua che
stringeva il seno e mi chinai a baciargli quelle dita, quella pelle,
leccando
ed assaggiando con un senso di primitività che mi fece
perdere la testa.
Ringhiò
basso, al tocco della
mia lingua e mosse la sua mano destra dalla coscia alla vita,
abbassandomi con
possesso la canottiera e la gonna che caddero a terra senza resistenza
alcuna.
Rimasi nuda, coperta solo dall’intimo striminzito che amavo
indossare e quando
lo vide si fermò ancora, con la testa scattò
verso l’alto per guardarmi
malizioso e soddisfatto sotto al mio sguardo eccitato.
Prese
ad accarezzarmi le gambe
dalle caviglie fine al seno che strinse a coppa con entrambe le mani
per poi
scendere sulla pancia lento; arrivò al bordo delle mutandine
ed iniziò ad
accarezzarne i bordi senza invadere troppo quella parte di me che
invece
impazziva per essere toccata. Iniziai a respirare ancora più
veloce con le
gambe che iniziarono a tremarmi e il desiderio di lui diventare
più
insopportabile.
“Ale...”
sussurrai come una
preghiera e lo vidi sorridere guardandosi e leccandosi le labbra. Con
il dito
s’intrufolò appena sotto il tessuto ma senza
penetrarmi e gemetti di
frustrazione ed aspettativa.
“Non
ce la faccio più...”
boccheggiai in preda al calore bruciante.
“Se
pensi che ho aspettato
due anni per poterti assaggiare di nuovo...”
sussurrò roco e si avvicinò alla mia
intimità.
Con
la lingua prese a leccare
il bordo delle mutandine per poi trovare il mio centro e mordermi sopra
di
esse. Gemetti frustrata e mi abbassai sulle sue spalle.
“Basta
giocare” dichiarai in
preda alla pura e semplice follia. Lo spinsi a terra e mi misi a
cavalcioni su
di lui riempiendogli la bocca con la mia lingua e presi a muovermi e
strusciarmi annaspando in cerca di sollievo su di lui.
Lo
sentii sorridere sotto di
me e rispondere ai miei movimenti con altrettanta foga.
“Stronzo”
borbottai mordendogli
un labbro e succhiandolo dopo.
“Sei
stupenda” mi rispose e
ridemmo continuando a baciarci.
Con
le mani scesi a
togliergli i pantaloncini che vennero via con l’intimo stesso
e, visto che non
era premeditato, al contatto delle nostre intimità gememmo
entrambi sorpresi,
smettendo immediatamente di ridere e guardandoci seri negli occhi.
Nel
silenzio che scese
improvviso, ci immobilizzammo entrambi per un attimo, mi chinai piano a
baciarlo e lui rispose leccandomi il labbro e stringendomi i fianchi.
Allungai
una mano verso di
lui e lo strinsi fra le dita, caldo e duro, mentre Ale socchiuse gli
occhi
perso dal piacere; lo fissai con il desiderio di imprimere quel momento
e
quella sua espressione nel mia mente per sempre e sapevo sarebbe stato
così. Sollevandomi
appena con il bacino e mi tolsi le mutandine per poi avvicinarlo alla
mia
entrata.
“Cosa
credi di fare?” chiese
divertito e lo guardai confusa.
Mi
prese per i fianchi
facendomi scivolare sul suo petto rimanendo sdraiato.
“Devo
ancora assaggiarti come
si deve” mormorò roco, spalancandomi le gambe
davanti al suo viso.
Trattenni
il fiato sentendo
il suo respiro caldo sulle mie labbra
.
“Dio
se sapessi quante volte
ho sognato il tuo sapore”.
Roteai
gli occhi sentendo il
petto alzarsi veloce, stavo impazzando.
“Ale..”
gridai senza più
fiato e lui affondò in me, pienamente, totalmente facendo mi
gridare.
Leccò
profondo entrando ed
uscendo lento tanto da farmi morire e quando prese a succhiare caddi
sdraiata
senza forza allungando una mano tra i suoi capelli e stringendolo a me.
Affondava,
leccare, succhiava
così tanto da portarmi sul baratro in pochi attimi, respirai
veloce, con voce
spezzata, lo sentii prendermi le cosce ed allargarmi ed affondare
ancora
impazzito quanto me. Strinsi i capelli e lo spinsi dentro di me tanto
da
sentire male alle nocche. Ringhiò mordendomi
l’apice ed esplosi senza più aria
nei polmoni.
Tornò
a leccarmi lento e
dolce per darmi il tempo di respirare di nuovo ma io paradossalmente
volevo
sentirlo ancora e di più.
Mi
alzai fissando la bocca
bagnata ed il volto in preda alla lussuria e lo baciai in un misto di
sapori
che non fecero che eccitarci di più.
Mi
sedetti di nuovo a
cavalcioni e lo avvicinai alla mia carne calda trattenendo entrambi il
respiro;
lo vidi tornare a fissarmi proprio quando persa in lui, mi abbassai
lenta
prendendolo dentro di me ed il piacere ci fece spalancare gli occhi uno
nell’altra. Iniziammo a muoverci insieme seguendo un ritmo
naturale e lento,
spingendo sempre di più e volendone ancora ed ancora. Il
respiro accelerò ed
Ale si sollevò di scatto mettendosi seduto mentre io
continuavo ad accoglierlo
mai sazia.
Spinse
forte facendomi
sdraiare indietro sulle sue gambe ed il suo calore sembrava toccarmi
l’anima.
Si abbassò poi su di me succhiandomi il seno ed aumentando
il piacere che
saliva pian piano. Ero sconvolta, persa e volevo solo gridare, incapace
di
trattenere tutte quelle sensazioni quelle emozioni ed sentendo un
calore salire
dal basso mi rialzai di scatto tornando seduta su di lui. Gambe e
braccia ad
avvolgerci e la sua bocca che cercava la mia e trovandola affondava la
lingua
seguendo il ritmo delle sue spinte. Ero piena di lui.
Tremai,
vicina al culmine e
spinse più forte più affondo.
“Ti
amo” sussurrò sulle mie
labbra lo strinsi a me ancora più forte tremando.
“Ti..a..mo”
risposi e
all’ennesima spinta gridai, avvolta da un mare di luci e
sentendolo gridare con
me capii di essermi persa in lui...per sempre.
***************
Avevo
promesso un missing
rosso e beh questo è il meglio che sono riuscita a fare
perdonatemi se vi
aspettavate di più ma non sono capace a scrivere certe scene
e con questo
capitolo ho decisamente sofferto XD
Il
prossimo è l’Epilogo, lo
dico per chi non mi segue su fb e si è visto arrivare questo
missing così senza
senso. Non ve la prendete con me, mi hanno costretto ^_^
Un
abbraccio a tutte
Lela