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Autore: Lenni    08/03/2012    1 recensioni
Una grande mente. Un leggendario eroe. Un valoroso soldato. Un semplice uomo.
Vuole solo tornare a casa. Perchè lei lo sta aspettando.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: Piccia
TITOLO: Voglio tornare a casa.
FANDOM\ORIGINAL: Classici Greci e Latini / Odissea
CANZONE SCELTA: If
GENERE: Malinconico
RATING: Verde
AVVERTIMENTI: Missing moment, One-shot
NOTE:


Voglio tornare
a casa.



If I were a swan, I’d be gone.
If I were a train, I’d be late,
and if I were a good man, I’d
talk to you more often than I do.

 
Se fossi un cigno, me ne andrei.
Se fossi un treno, sarei in ritardo
e se fossi un brav’uomo, parlerei
con te più spesso di quanto faccio.


Il regno di Poseidone si estende a perdita d'occhio davanti al mio sguardo, proteso verso i contorni di un'isola che vorrei poter chiamare Itaca.
Le onde ne accarezzano melliflue le sporgenze, mentre il sole, riflettendosi su esse, la avvolge ingannatore di un impalpabile peplo dorato. Sembra casa
Sarebbe bello chiudere gli occhi e nel riaprirli avere la consapevolezza che ci siamo, che questo lungo vagare ha sempre avuto un senso, nonostante tutto. Riaprire gli occhi e sapere che mi stai guardando, con gli occhi tuoi dolci che scrutano il mare. Aprire gli occhi e esser certi che mi stai aspettando, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo. 

Se solo fossi un cigno, spalancando le mie candide ali piumate, volerei da te. Senza badare al volere di Eolo e dei suoi venti, senza curarmi delle corse sfrenate di Apollo e del suo carro su e giù al firmamento. Non basterebbero certo una notte o un po' di vento contrario ad impedirmi di tornare a casa, lo sai.
So essere fin troppo testardo, quando voglio.

Un volo sopra al creato però potrebbe non essere ancora abbastanza. Ci vorrebbe qualcosa di molto più veloce dello sbattere di un paio d'ali: qualcosa di forte e maestoso, magari fergiato nel ferro e nel metallo come le armi, affinché possa resistere anche alla più terribile tempesta. Una bestia di ferro che corra veloce, ignorando il volere di dei e mortali, che abbia come unica prorogativa raggiungere la propria meta: se esistesse allora la domerei, quella fiera di metallo, senza temerla! Le metterei briglie e sella, come il più fido ronzino, dirigendola verso Itaca e lasciandomi cullare, finalmente felice, dal suo correre veloce verso casa!
Lo so, è un po' difficile da immaginare: non tutti riescono a vedere quello che vedo io.
Lo dicevi sempre, ma senza parlare, perchè tutto stava dentro ai tuoi occhi. La paura, il dolore, la curiosità e di nuovo la paura: le tue iridi splendenti erano un continuo riflettere quel confuso groviglio di emozioni che scaldavano il tuo nobile cuore. Vedevo come ti mordevi il labbro, quando le mie parole si velavano di blasfemia, ma anche come sorridevi timida, quando decantavo un futuro radioso e felice. Sono sempre stato abile con le parole, lo sai.
Solo i tuoi occhi mi facevano titubare.
Però sono sicuro che se solamente ci provassi, riuscirei a farti piacere l'idea di questo strano mostro di ferro: basterebbe citare il mio ritorno a casa, sappiamo entrambi quanto questa notizia riuscirebbe a farti cambiare idea su qualsiasi cosa, anche sulla più spaventosa e impossibile.
E nel farlo so che rideresti felice, coprendoti la bocca con le mani, benedicendo quell'animale portentoso e coprendolo di baci. Per questo tralascerei le parti cattive, quelle più buie e tetre che tanto somigliano ai nostri silenzi: per non vederti smettere.
Lo sai anche tu, non si può far niente contro un dio, specialmente se quel dio è Poseidone. Con il suo tridente riuscirebbe a bloccare anche il tragitto del nostro angelo di ferro, lo so.
Mi spaventa tutto questo potere. 
Non te ne ho mai parlato, è vero. Non ti ho mai detto niente delle mie paure, neanche durante quelle notti di dolce insonnia in cui guardavamo il mare: era il mio compito farti sentire protetta, non puoi certo farmene una colpa. Io sono l'uomo, devo difenderti e proteggere il tuo onore. Le mie paure non sono che un trascurabile particolare di questo quadro straordinario.
Per questo forse continuerò a non parlartene per molti anni ancora. Magari sarei una persona migliore, se ci provassi. 
Eppure credimi, c'è una ragione per cui non lo faccio: è decisamente più bella la luce della tua voce che il buio della mia.



If I were to sleep, I could dream.
If I were afraid, I could hide.
If I go insane, please don't put
your wires in my brain.


Se dormissi, potrei sognare.
Se fossi spaventato, potrei nascondermi.
Se impazzisco, per favore, non mettete
i vostri cavi nel mio cervello.



Vorrei solo dormire: dormire e non svegliarmi più.
Poter sostituire questa realtà così fredda con un sogno, non importa quale, basta che ci sia tu. E allora, anche se sarei spaventato, potrei nascondermi tra le tue braccia bianche e inspirarne forte il profumo, mentre il tuo cuore suona all'unisono col mio una tenera ninna nanna fatta dei nostri corpi che mi conduce via, lontano da loro, lontano da me, lontano da tutta questa tristezza. Sentire le tue mani calde sfiorarmi la guancia, mentre dondoli piano avanti e indietro cantando una melodia senza parole, fatta solo di note e labbra socchiuse, una di quelli che inventavi per me. Chiudere gli occhi e sentirsi a casa, dopo tanto tempo, mentre la testa troppo pesante di pensieri giace stanca sulle tue ginocchia salde.
E finalmente passato e futuro non sono che fumo intorno al tuo viso, non ci sono né guerre né dei a tenerci lontani: solo il presente, è quello che conta davvero.

Impazzirò senza vederti ancora, ne sono certo. Ho solo il tuo ricordo in testa, non riesco a fare altrimenti.
Il tuo sorriso è il faro che mi sta riconducendo a casa, nonostante le tempeste.
La tua voce sovrasta lo scrosciare delle onde.
I tuoi occhi brillano più di tutte quelle stelle fredde e lontane.
Anche i tuoi abbracci scaldano più dei raggi del sole.
Non averti qui mi sta uccidendo.




If I were the moon, I'd be cool.
If I were to rule, I would bend.
If I were a good friend, I'd understand
the spaces between friends.



Se fossi la luna, sarei freddo.
Se vi comandassi, vi sottometterei.
Se fossi un buon amico, capirei
le distanze tra gli amici.

 

E' un destino crudele il nostro: l'esser nati umani ci maledice. L'esser nati capaci di provar sentimenti ci condanna, la consapevolezza che ogni attimo potrebbe essere l'ultimo e sapere che per questo va vissuto con chi più ami: questa è la vera tortura.
Invidio la luna, in queste notti: argentea e eterea, vicina a milioni di stelle che però sono distanti, tremendamente distanti. Non soffre per loro. Non si cura della lontananza. 
Splende semplicemente, cedendo il passo al sole, a tratti, sola ma felice nell'immensità del cielo, con l'unica consolazione dei nostri sguardi innamorati rivolti verso l'alto.
Vorrei somigliarle, delle volte: mi piacerebbe sapere cosa si prova ad esser così belli e freddi, ma tanto potenti da poter rischiarare le tenebre. Un astro delicato e potente, elegante e brutale...no, non sarebbe ancora abbastanza. Mancheresti tu, stella già troppo lontana dei miei cieli.
Il potere non basta, perché per quanto tutti questi soldati mi siano devoti, il viaggio è ancora lungo e Itaca non è che un ricordo man mano più sfumato nelle nostre menti, annebbiate dalla stanchezza e dal dolore. Ma se fossi re del mare, se anche lo stesso Poseidone dovesse sottostare al mio volere, allora si che sottomettendo tutti i flutti e gli abitanti marini volerei a casa. Volerei come un angelo su queste onde vestite di luce, degnerei baie e scogliere di un solo minimo sguardo per potermi concentrare su Itaca, su casa, su te.

L'ho sentito piangere, quel vecchio amico. Piegato su se stesso, con la vana speranza di dormire, pregava gli dei e invocava il nome della moglie, assaporandolo dolcemente come fosse ambrosia. Si abbracciava le ginocchia e tremava forte, colto dalla paura del domani, ma continuava a ripetere quel nome, sperando di addormentarsi e sognarla.

Dovrei cominciare a capire anche il loro dolore, non solo il mio.


If I were alone, I would cry.
And if I'd be with you, I'd be home and dry.
And if I go insane, 
will you still let me join in the game? 



Se fossi solo, piangerei.
E se fossi con te, sarei a casa all'asciutto.
E se divento pazzo,
mi lascerai ancora partecipare al gioco?


 

Voglio stare solo.
Stare solo e piangere, senza che nessuno mi veda. Non posso demoralizzarli ancora. Perciò questo vi chiedo.
Voglio tornare a casa, ora più che mai: sono stanco di tutto questo vagare, di queste rotte contorte, di queste notti d'amore con altre donne che d'amore non hanno niente. 
Voglio calpestare nuovamente il suolo di Itaca, vedere i contadini affaccendarsi nei campi e le mura del palazzo splendere sotto al sole. Voglio vederti sorridere, affacciata al balcone, mentre ti porti una mano per l'emozione di vedermi di nuovo, vivo
Ma ci sono solo le lacrime adesso, nostalgia salata zuppa di pioggia, e tutto sembra così lontano che non vorrei altro che essere a casa, adesso, per potermi riscaldare. Ma questo freddo non dipende dalla pioggia, neppure dalle lacrime, è la lontananza che mi sta distruggendo, che mi sta annientando come un virus letale. E' diventato un gioco, ormai: non siamo che pedine  nelle mani del destino, la Moira ci conduce a suo piacimento lungo il creato, crogiolandosi della nostra disperazione.

Sto impazzendo.
Ti prego, lasciami giocare ancora.
Voglio tornare a casa.


 

If I were a swan, I'd be gone.
If I were a train, I'd be in late.
And if I were a good man, I'd
talk with you more often than I do.



Se fossi un cigno, me ne andrei.
Se fossi un treno, sarei in ritardo.
E se fossi un uomo migliore, ti parlerei
più spesso di quanto faccio.


Volerò via, non importa come: il cielo non è che un confine per un cuore che ama. E i confini sono stati tracciati per essere oltrepassati, lo sai, vero?
Non mi interessa quel che dicono le persone, lo troverò quel maledetto animale di ferro, anche a costo di costruirlo con le mie stesse mani: lo sellerò come un cavallo, spingendolo al galoppo più sfrenato sulla via del ritorno. Affrontando le intemperie e le maledizioni, gli occhi fissi sulla strada, anche a costo di ritardare, se tutto questo porta a casa.
Morfeo cerca di interrompere il flusso dei miei pensieri, stringendomi a sé con le sue calde mani, ma niente può contro il tuo ricordo. E anche se sono solo parole, stanotte voglio dirle tutte, affidarle ad Eolo e lasciare che le conduca a te. Non piangere nel sentirle, o magari fallo, ma senza spezzarti il cuore: non voglio essere la causa del tuo dolore. 
Sarò un uomo migliore, credimi, non sono parole vane le mie: che possa uccidermi all'istante se quel che dico adesso non è vero. Lascia che te lo dimostri, ti prego.
Tornerò, te lo giuro.
So che mi stai aspettando, Penelope.






Angolino dell'Autrice
Salve bella gente :D Intanto, tanti cari auguri a tutte le donne del mondo, per la nostra festa! Se siete arrivate fino a qua con la lettura, vi meritate decisamente un bel rametto di mimosa profumata. Comunque, passiamo alle cose serie, adesso *^* 
Questa storia partecipa al contest Multifandom e Originali : Wish you were here / Vorrei che fossi qui, indetto da Parsifal_62 in onore dei meravigliosi Pink Floyd. Come avrete forse capito *ovvio che hanno capito, non sono mica stupidi, brutta invasata!*, ho deciso di stragiare la splendida "If", canzone di una poesia e malinconia disarmante, almeno a mio parere. Per quanto riguarda il pairing, ho invece optato per un Penelope/Ulisse ... che ve ne pare? Ho cercato di rendere un Ulisse stremato dalla fatica e dalla nostalgia, che in un momento di particolare malinconia rievoca il volto della moglie come ancora di salvaggio. Il suo voler tornare a casa è così umano e così ... be', così, che non ho potuto fare altrimenti, se non prenderlo come spunto. Insomma, c'è poco altro da dire, se non che tengo le dita incrociate per questo contest ;)
Mi farebbe piacere una recensione, di qualsiasi tipo, anche minatoria: ma fatevi sentire ! :D
#Piccia.

  
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