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Autore: Cacciatrice    09/03/2012    2 recensioni
One-shot ispirata alla saga dei Gardella di Coleen Gleason. La storia è ambientata nel 21esimo secolo. Victoria è una ragazza di diciotto anni ed è la discendente di Victoria Gardella,ovvero la meravigliosa Illa Gardella, signora dei cacciatori di vampiri.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La sera era calata già da tempo, l'oscurità regnava sovrana su quel limpido cielo primaverile, nemmeno una nuvola si arrischiava ad ostacolarlo. L'aria era frizzante, giovane, dopotutto la primavera era chiamata "la stagione degli amori". Non era di questo pensiero Victoria, che era china dietro un albero ad aspettare che la sua vittima - se tale la si può chiamare- arivasse. La luce argentea della luna illuminava il suo bel volto pallido, gli occhi castani-verdi apparivano argentei anch'essi e brillavano di determinazione, come due stelle incastonate nelle scure ciglia. I capelli di uno strano marrone tendente al rossiccio erano legati in un'altra coda, non si sarebbero mossi di un centimetro, nemmeno durante lo scontro. Victoria sbuffò infastidita, aspettare non era il suo forte.  Avvertì dei brividi dietro al collo, involonatriamente tutti i suoi sensi si misero all'erta. Eccoli. Stavano arrivando. E lei li avrebbe presi tutti, dal primo all'ultimo bevitore di sangue. Dimenticavo di informare il lettore che la nostra bella protagonista è una cacciatrice di vampiri e discende dal puro sangue dei Venatores, ovvero i cacciatori.                                                                                                                                               Ma riprendiamo la storia dall'inizio.
Era un freddo pomeriggio d'autunno, l'aria stava diventando invernale e in Natale era alle porte, ma prima di questa celebre festa ce n'era un'altra, probabilmente meno amata. La notte delle streghe, dei fantasmi, di tutte le creature oscure si stava avvicinando: mancavano solo due giorni ad Halloween. Quei due giorni per Victoria sarebbero stati gli ultimi giorni di spensieratezza, la data del suo debutto nel mondo della notte era stata definita e il destino voleva che fosse proprio la notte di Halloween.                                                                                               Victoria discendeva per stirpe paterna dai Gardella, la famiglia che aveva avuto il dono di poter sconfiggere i vampiri. Sua nonna le aveva raccontato tutte le peripezie della sua famiglia e poichè era raro che una donna diventasse cacciatrice, le aveva parlato di Victoria Anastasia Gardella Grantworth, la famosa lady-cacciatrice di vampiri che aveva combattuto in abiti aristocratici dell' 800. Lei portava il suo nome e sperava di essere altrettanto forte.                                                           I due giorni passarono veloci e allo stesso modo lenti, mentre i suoi compagni di classe pensavano a come festeggiare Halloween, da quale mostro vestirsi, Victoria si accingeva ad allenarsi ad uccidere quei mostri. Durante quei dieci mesi- da quando le era stata detta la verità sulla sua origine ad adesso- si era allenata a saltare, fare giravolte, ad usare la spada e soprattutto il paletto. Fortunatamente era il 21esimo secolo e c'erano molti posti dove nascondere un paletto di frassino.                                                                                                                                                                
La giovane donna si stese sul comodo letto di sua nonna, il rito d'iniziazione stava per iniziare, delicatamente la signora Gardella forò un lembo dell'ombellico di sua nipote con un ago, in seguito mise al posto dell'ago il piccolo cerchio d'argento da quale pendeva una piccola croce. Quello era il simbolo dei cacciatori di vampiri, il quale donava forza straordinaria a colui che la indossava, era la Vis Bulla. "Il dado è tratto" pensò la ormai anziana donna e sperava nella forza della nipote.                                                                                        Da quella notte in poi Victoria sperimentò la forza e la velocità dei cacciatori di vampiri, era un'abile e testarda guerriera, ogni notte uccideva almeno quattro vampiri.
Arrivò la fine di aprile e la giovane cacciatrice era inarrestabile. I vampiri che abitavano nella capitale italiana stavano via via scomparendo; Magdalene, una vampira di origine francese, aveva da poco festeggiato il suo centesimo compleanno. Benchè la ormai non più tenera età la vampira era molto attraente; i lunghi capelli neri ricci le arrivavano fino alle caviglie, pobabilmente avrebbe dovuto dal loro una spuntatina, gli occhi vampireschi erano di un verde luminoso, le labbra erano carnose e abbastanza grandi da nascondere i canini. Magdalene era abbastanza alta, circa un metro e settanta, ed era molto magra, la sua trasformazione era avvenuta quando aveva solo diciotto anni, ai tempi della Prima Guerra Mondiale. La vampira era stata convocata in presenza di sua Oscurità Ade, pronipote dell'ultima regina dei vampiri : Lilith l'Oscura. Dopo la morte del padre aveva preso lui il potere su tutti i vampiri. Il suo nascondiglio era  in Alaska, lontano dal mondo moderno che tanto odiava, pur essendo lontano dall'Italia, egli aveva molto potere a Roma, poichè essa era la culla del vampirismo; uno dei più importanti centri di seguaci di vampiri risiedeva proprio nella capitale italiana, vicina al Vaticano. Del resto era risaputo :"gli opposti si attraggono". Per impedire altre morti, Ade aveva "chiesto gentilmente"- pena la morte immediata- a Magdalene di eliminare la causa delle continue morti, così la centenaria vampira ebbe una brillante e malvagia idea.
Victoria era stata convocata al Consilium, ovvero la sede principale di tutti i cacciatori di vampiri, il motivo le era ancora ignoto, ma la ragazza aveva qualche sospetto al riguardo. Sua nonna, infatti, le aveva detto che di recente erano stati ritrovati dei corpi mutilati e questo poteva significa solo che i vampiri volevano vendicarsi delle continue perdite. Victoria entò nella piccola chiesa dove risiedeva il Consilium, andò nel confessionale e premette una sporgenza, la scala a chiocciola comparve, la giovane donna scese le scale e lascio il giubotto di pelle nera nell'armadio all'entrata, infine si diresse verso la Grande Sala, non appena varcò la soglia la sua Vis Bulla vibrò per la vicinanza alla fontana posta al centro della sala, la cui acqua era santa. Un senso di benessere abbracciò lo spirito della cacciatrice, era a casa, adesso lo sapeva, quella piccola chiesa sarebbe stata sempre la sua casa.
Era appena uscito da scuola quando il telefono di Max vibrò, era arrivato un messaggio dal Consilium, doveva recarsi alla sede dei cacciatori. Il ragazzo sbuffò salendo sul motorino, durante le ultime due ore aveva fatto un test di matematica. "Cavolo" pensò Max " un attimo di tregua!" Mise il casco in testa e rapido partì verso la piccola chiesetta.
<< COSA?! >>  Victoria quasi urlò. Uno dei cacciatori più anziani stava parlando a nome di tutti gli altri, ma la ragazza si era soffermata su una frase detta dall'uomo: "Victoria dovrebbe sposarsi al più presto e procreare, del resto potrebbe essere l'ultima cacciatrice di sangue puro." Procreare! Sposarsi! Oddio! A quel punto il cervello della ragazza aveva smesso di fare di fare pensieri coerenti, o meglio lei aveva deciso di smettere di ascoltarlo. Non poteva sposarsi, aveva solo diciotto anni, diamine! E poi con chi?! Dall'attegiamento dell'uomo sembrava che fosse stato già programmato tutto. Ma lei non poteva sposare un tizio senza nemmeno conoscerlo! Non si erano accorti che erano nel 21esimo secolo?!                                                                           << Victoria, capisco la tua giovane età, ma per il bene della società dovrai fare questo sacrificio. I vampiri stanno progettando qualcosa, sanno che tu sei una donna, ovvero l'unico cacciatore in grado di procreare un altro cacciatore leader. E prima di rischiare e di affrontare una guerra, dovrai assicurarti un erede .>>  Il tono della voce non ammetteva nè dubbi nè perplessità.  << Tranquilla, abbiamo anche pensato a chi dovrai sposare! >>  Aggiunse un altro cacciatore più giovane. Bene, era tutto fatto e Victoria non poteva fare niente e non potè nemmeno astenersi dall'imprecare mentalmente.
Max arrivò al Consilium circa mezz'ora dopo aver ricevuto il messaggio, quando entrò nel confessionale segreto si accorse che il passaggio dei cacciatori era aperto. E questo poteva solo significare una cosa: un estraneo era entrato nel luogo sacro dei cacciatori. Probabilmente erano stati dei vampiri, Max prese il suo paletto nero che conservava sempre in una tasca interna della felpa, mise il casco al braccio a mò di scudo e percorse la scala a chiocciola con tutti i sensi all'erta pronto ad attaccare. Il silenzio regnava nell'ingresso del Consilium, il raazzo si mise sull'uscio della porta che aptiva la Grande Sala, fece alcuni passi indietro per prendere una breve rincorsa, poi con la forza delle pelle si abbattè sulla porta aprendola. Capì di essersi sbagliato, i cacciatori stavano tutti bene, il silenzio era dovuto alla riunione. Ma chi era stato così stolto da non chiudere il passaggio?! Sorpreso si accorse che tra i cento cacciatori c'era una ragazza e la conosceva. Quegli occhi marrone-verde, i capelli color mogano, quello sguardo attento...Che diamine ci faveva una studentessa del suo stesso liceo nel Consilium?
Victoria avvertì dei passi fatti di corsa, provenivano dalla scala a chiocciola, non fece in tempo ad avvertire gli altri cacciatori, che la porta si aprì e un ragazzo con un paletto in mano e un qualcosa di nero sul braccio sinistro- probabilmente un casco?!- entrò. Il volto era contratto in un'espressione concentrata e sorpresa, gli occhi azzurri come il mare che prima apparivano determinati adesso erano confusi, le spalle contratte si rilassarono, le gambe leggermente muscolose fasciate dai jeans neri persero la posizione di lotta.                                                          Victoria sperò con tutto il cuore che non fosse lui il ragazzo che avrebbe dovuto sposare. La ragione era una sola, conosceva quel ragazzo, frequentava il suo stesso liceo. In primo superiore le piaceva, in seguito dopo vari incontri aveva capito che quel tizio era antipatico, scontroso e polemico, insomma non andava bene per lei. Queste sue congetture furono interrotte dalla voce del cacciatore più anziano.  << Max, perchè sei armato di paletto e casco?! >> . Tutti i cacciatori- compresa Victoria- iniziarono a ridere. La ragazza captò dal suo posto in prima fila la rabbia del giovane. Gli occhi divennero fiamme blu ardenti e Max sbaitò  << Chi diamine ha lasciato il passaggio aperto? >> . La risata generale si fermò e le teste dei cento cacciatori si girarono verso Victoria. Il viso della ragazza divenne color porpora  <<  Scusa >>  balbettò. Il cacciatore più anziano ruppe la tensione che si stava creando tra i due ragazzi.  << Suvvià, Max. E' solo la sua seconda volta al Consilium. Potrebbe capitare a tutti. >>  Dall'espressione furente del ragazzo Victoria capì che stava per ribattere, ma l'altro cacciatore non glielo permise.  << Vorrei presentarti, per l'appunto, Victoria. Lei sarà la nuova Signora dei cacciatori. E come già sai, sarà la tua sposa. >>  Victoria si aspettava che la furia del ragazzo si abattesse su di lei un'altra volta, ma il giovane si limitò a scrutarla e a dire  << La conosco. >>
Secondo il consilium i due promessi sposi dovevano passare del tempo insieme e quindi andare insieme di notte a sconfiggere i vampiri. Victoria e Max si incontravano quasi ogni notte da circa due mesi, la situazione non era poi così cambiata, i due si detestavano. Però quando combattevano erano una coppia formidabile, riducevano in polvere circa dieci vampiri a notte. L'uno si fidava dell'altro e forse col tempo sarebbero andati d'accordo. A scuola si ignoravano come sempre, dopotutto erano entrambi concentrati sugli esami di stato, mancava poco a giugno. Una notte, però, avvenne qualcosa di diverso, i due cacciatori non trovarono nemmeno un vampiro. Tutto ciò secondo Max - il quale era cacciatore da un anno- non era mai successo. Visto che non c'erano nemmeno delle vittime, i due si sedettero su un muretto basso ad aspettare.                                                                                                                                      <> fu Victoria a rompere il silenzio. <> rispose il ragazzo assonnato. La ragazza scosse la testa  << No. Parlavo del matrimonio . >>  Max si girò verso di lei, la scrutò a lungo come se cercasse di leggere i suoi pensieri. << Non ne ho la minima idea. Ho deciso di far fare le cose al destino. E' più semplice. >>  notando l'espressione infastidita di Victoria aggiunse << Tranquilla, dopo la nascita dell'erede, potremmo anche non vederci più. >> Quelle parole furono un pugno allo stomaco e Max lo sapeva, ma voleva testare la sua compagna. << Quanto sei scemo! Stavo pensando che... >> La frase non fu ultimata.  << Che? >>  ripetè Max con tono interrogativo. Victoria gli fece cenno di stare zitto, dei vampiri si stavano avvicinando. Balzarono entrambi, pronti con il paletto in mano. Dall'oscurità uscì una donna, alta e magra appariva quasi fragile. Magdalene si avvicinò ai cacciatori con la sinuosità di un serpente pronto ad uccidere la propria preda. << Non ho mai bevuto il sangue di un cacciatore >> la voce della vampira era cristallina, Victoria la definì come il cinguettio di un passerotto.  << Ti assicuro che non lo assagerai per il momento. >>  A confronto con la precendente, la voce di Victoria era forte e decisa. Una risata malefica uscì dalle dolci labbra della vampira.  << Non credo >>  con velocità vampiresca Victoria fu bloccata da due vampiri e Max non ebbe il tempo di alzare il paletto che la vampira lo morse e tutto si fermò per Victoria. Con agilità soprendente uccose i due vampiri che erano dietro di lei. Altri vampiri si stavano avvicinando, riuscì ad ucciderli tutti tranne uno, o meglio una: Magdalene era fuggita con Max.
Il giorno seguente Victoria si trovava al Consilium, aveva da poco finito di raccontare la vicenda della notte precedente. Il cacciatore più anziano la scrutava e sapeva che la giovane stava combattendo contro le lacrime, la sua espressione era triste, vuota. Forse voleva bene a Max, stava iniziando a pensare a lui come un amico. Ma proprio quando il piano del Consilium stava andando a buon fine, t'oh una stupida vampira entra in scena e prende Max e da quello che Victoria aveva detto l'aveva pure morso. A quest'ora probabilmente Max era diventato un vampiro. C'erano solo due cose da fare; primo mandare via Victoria e secondo trovare un'altro a cui assegnare il compito di Max.
Max avvertì il gielo dietro a collo, dov'era finito?! C'erano troppi vampiri, senza dubbio si trovava nel covo di quella strana vampira. Prese l'acqua santa salata che conservava all'interno delle Converse e si disinfettò i morsi, i quali iniziarono ad ardere. Il bruciore era insopportabile e l'oscurità colpì di nuovo il cacciatore.
" Dovrai andare via di qui, ti troveremo un'altro cacciatore ". Così avevano detto, ma cosa erano delle macchine senza cuore?! Victoria - la quale era molto incazzata - aveva già programmato un piano, sarebbe fuggita e avrebbe salvato Max, o meglio la sua anima, se un vampiro non aveva bevuto sangue umano la sua anima era salva. Victoria pregò che fosse così. Era fuggita via dal Consilium e portava con sè tre paletti e una decina di fiale con dell'acqua santa salata. Sarebbero morti tutti. Mentre correva captò la presenza di un vampiro, gli chiese dov'era il covo dei vampiri. Il bevitore di sangue impaurito dall'espressione assassina della cacciatrice, le disse dov'era il covo di Magdalene, il vampiro non ebbe il tempo di pregare per la sua vita che fu trasformato in polvere. Victoria seguì il percorso indicato dal vampiro, una grande villa scura torreggiava sui grandi alberi, il cancello era aperto...entrò. La sera era calata già da tempo, l'oscurità regnava sovrana su quel limpido cielo primaverile, nemmeno una nuvola si arrischiava ad ostacolarlo. L'aria era frizzante, giovane, dopotutto la primavera era chiamata "la stagione degli amori". Non era di questo pensiero Victoria, che era china dietro un albero ad aspettare che la sua vittima - se tale la si può chiamare- arivasse. La luce argentea della luna illuminava il suo bel volto pallido, gli occhi castani-verdi apparivano argentei anch'essi e brillavano di determinazione, come due stelle incastonate nelle scure ciglia. I capelli di uno strano marrone tendente al rossiccio erano legati in un'altra coda, non si sarebbero mossi di un centimetro, nemmeno durante lo scontro. Victoria sbuffò infastidita, aspettare non era il suo forte.  Avvertì dei brividi dietro al collo, involonatriamente tutti i suoi sensi si misero all'erta. Eccoli. Stavano arrivando. E lei li avrebbe presi tutti, dal primo all'ultimo bevitore di sangue.
Magdalene era sul suo bel trono rosso e aspettava la giovane cacciatrice, sapeva che sarebbe arrivata, quando aveva morso il cacciatore aveva percepito in quegli occhi castano-verde un'ira paragonabile solo a quella di un innamorato. Il piano era pronto, la discendenza pura dei Gardella stava per finire. Cinque vampiri divennero polvere e Magdalene si accinse a recitare la sua parte.
Victoria stava per uccidere il suo decimo vampiro della serata quando venne bloccata da sei vampiri robusti, due dei quali uccise all'istante. Era una furia. La vampira che aveva ucciso Max le si avvicinò  << Il destino ci ha fatto rincontrare, mia cara. Per quale motivo sei qui? >> . Quelle parole, quella leggerezza fecero infuriare ancora di più Victoria. << Dov'è Max? >> Urlò con tatnta rabbia da far allontanare la vampira. Ella si mise a ridere << Oh tesoro! E' diventato uno di noi. Era carino, ma adesso è diventato proprio un bel vampiro! >>
Max avvertì il rumore di lotta, proveniva dal basso, forse i vampiri stavano lottando tra di loro. Poteva provare a fuggire via da quell'inferno. Prese l'ultimo paletto che aveva e zoppicante si recò verso la porta, con grande sopresa essa non era chiusa a chiave e non c'era nemmeno un vampiro nelle vicinanze. "Stupidi succhiasangue" pensò il cacciatore.
A Victoria fu strappata la Vis, adesso era più lenta e debole. Ma non pensava a questo, fissava con sguardo vuoto, il vampiro che le era di fronte. Assomigliava in una maniera impressionante a Max, ma non era lui, non poteva essere lui, c'era qualcosa di diverso. Certo, il fisico era uguale, magro, alto lievemente muscoloso, il naso alla francese, la bocca rosea, i capelli biondicci. Ma gli occhi non erano come quelli di Max. Erano insignificanti, al contrario gli occhi del suo compagno erano ipnotici, belli e luminosi. Mentre stava pensando a tutto ciò una figura magra e alta saltò da piano superiore.
Max era stupito, no incazzato, no era... preoccupato per lei. Sinceramente, non sapeva quali emozioni provasse, ma lei non doveva essere lì, riconobbe immediatamente la chioma color mogano e la posizione di lotta che lui le aveva insegnato. Per la seconda volta in più di due mesi si stava ponendo la seguente domanda "Che diamine ci faveva Victoria in quel posto?!" Un vampiro era posto di fronte a lei, era biondo e alto quanto lui, notò che una lacrima scendeva solitaria dal volto della cacciatrice, sembrava debole e stanca. Il vampiro si chinò verso di lei allora Max saltò giù pronto ad uccidere tutti quelli che avrebbero provato a toccare la sua Victoria.
Fu come un uragano, corpi si tramutarono in polvere e quando Victoria vide Max, il suo Max, sentì il cuore battere all'impazzata. Era umano! Era vivo! Prese il suo paletto e iniziò a ridurre in polvere quegli "stupidi succhiasangue". Ne rimaneva solo una, Magdalene, Victoria vide Max che la bloccava da dietro, la cacciatrice prese la mira e lanciò con tutte le forze che le rimanevano il paletto contro il cuore della vampira, l'ultimo corpo esplose in polvere. I due cacciatori si guardarono, per poco Victoria non iniziò a piangere, vide Max chinarsi per terra a prendere un qualcosa. Le si avvicinò e aprì la mano contenente la Vis Bulla di Victoria. << Dovrebbe essere la tua >> aveva la voce roca ed era molto stanco, Victoria annuì e prese il suo amuleto. << Non dovevi venire qui! >> Il tono della voce di Max era arabbiato, ma il ragazzo era troppo esausto e troppo felice di rivederla. Era una sensazione strana, non sgradevole, ma strana. Victoria annuì ancora << Lo so. >> disse. << Ma l'hai fatto lo stesso. >> Max era fatto così doveva polemizzare. << Scusa, non sono riuscita a lasciarti andare. >> Quella frase fece sorridere Max teneramente, era la prima volta che qualcuno zittiva le sue polemiche in quel modo. Victoria era stanca, ma il suo cuore danzava di gioia e nella sua mente c'era solo una frase " Max è vivo! Max è vivo! Max è vivo!". << Forse dovrei baciarti. >> la frase di Max la soprese, con una risata isterica rispose << Forse. >>


Salve a tutti. E' il mio primo racconto messo on-line, quindi imploro la vostra pietà. Scusate per gli eventuali errori di battitura eccetera. E grazie per essere arrivati fino a qui giù, significa che avete letto la storia. Ciao! :D


  
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