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Autore: whateverhappened    09/03/2012    6 recensioni
«Questa mattina avevi trentasette e mezzo di febbre, Jeff, ormai sei quasi guarito» gli si avvicinò, posandogli una mano sulla fronte per sentire la temperatura. «Penso ti sia passata».
Jeff lo guardò sospettoso per qualche istante, quindi si tirò a sedere sul letto, posando una borsa dell'acqua calda sul comodino. «Non è possibile. Non posso essere guarito: non mi hai ancora cantato 'Soft Kitty'».
L'espressione di Jeff era seria, stava guardando Nick come se si aspettasse di vederlo cantare da un momento all'altro. «Scherzi, vero?»
«No. È da quando abbiamo visto quella puntata di The Big Bang Theory che aspetto questo momento. Me lo avevi promesso!»

Nick/Jeff.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soft Kitty, Warm Kitty

 

 

 

La campanella suonò, segnando la fine di un'ora di matematica e della giornata. Nick sospirò, raccogliendo i libri e preparandosi mentalmente a far ritorno nella sua stanza. Non avrebbe mai pensato di sperare che un'ora dedicata agli integrali non finisse, ma d'altra parte qualche mese prima era successo lo stesso con latino.

«Ti prepari all'inferno, Nick?» Trent, un banco davanti a lui, lo stava guardando con espressione serissima. Era strano non vederlo ridere, capitava di rado che qualcosa lo mettesse di malumore. In quel momento, capì Nick, era solidale con la sua situazione.

«Mi tocca, era compreso nel pacchetto».

«Coraggio» gli diede una pacca sulla spalla. «Un paio di giorni e riavremo il nostro solito tornado».

Nick annuì, sorridendo a Trent e allontanandosi dall'aula di matematica. Percorse i corridoi della scuola con estrema calma, notando dettagli nei quadri alle pareti a cui non aveva mai fatto caso. Era proprio vero che quando si voleva ritardare qualcosa ci si appigliava alle minime cose. Quando arrivò di fronte alla porta della sua camera sospirò, quindi si fece coraggio ed entrò.

«Nick! Finalmente sei tornato! Mi stavo annoiando da matti qui da solo. Sto male ma non sono un lebbroso, non viene mai nessuno!»

Nick sorrise a Jeff, a letto coperto fin sopra al naso. Poteva scommettere trecento dollari che stava abbracciando una borsa dell'acqua calda. «Manca poco agli esami, lo sai. Stanno studiando tutti».

«Ma io sto male!» Jeff lo guardò con espressione eloquente e Nick si ritrovò a sbuffare. Adorava Jeff, ma quando era ammalato riscopriva il suo lato infantile. Per una febbre sembrava essere sempre sul punto di morte, tanto che al primo anno tutti gli amici si preoccupavano per la sua salute. Col passare del tempo sempre più gente aveva cominciato a stare alla larga da Jeff al primo starnuto, finché non era rimasto solamente lui. Doveva essere decisamente masochista per sopportare tutto quello.

«Questa mattina avevi trentasette e mezzo di febbre, Jeff, ormai sei quasi guarito» gli si avvicinò, posandogli una mano sulla fronte per sentire la temperatura. «Penso ti sia passata».

Jeff lo guardò sospettoso per qualche istante, quindi si tirò a sedere sul letto, posando una borsa dell'acqua calda sul comodino. «Non è possibile. Non posso essere guarito: non mi hai ancora cantato 'Soft Kitty'».

L'espressione di Jeff era seria, stava guardando Nick come se si aspettasse di vederlo cantare da un momento all'altro. «Scherzi, vero?»

«No. È da quando abbiamo visto quella puntata di The Big Bang Theory che aspetto questo momento. Me lo avevi promesso!»

Nick lo guardò sorpreso, non tanto per la richiesta quanto perché aveva ragione. Glielo aveva davvero promesso qualche mese prima, quando avevano riso insieme vedendo Penny cantare a Sheldon quella canzone. Jeff lo aveva guardato ridendo, staccandosi per un momento dalla sua spalla, e gli aveva fatto promettere di cantargliela quando si fosse ammalato. Quindi, per ringraziarlo, lo aveva baciato. Era stato il loro primo bacio.

«Pensavo fosse una battuta!» Tentò Nick, ma sapeva dall'espressione di Jeff che era una battaglia persa.

«Il fatto che ti abbia estorto quella promessa con il mio fascino da conquistatore non la rende meno valida. Ora canta».

Nick roteò gli occhi, ma sorrise. «Ok, ok! Spostati, rompiscatole, fammi sedere» Jeff annuì, lasciando che Nick gli si posizionasse accanto e lo abbracciasse. «Soft kitty, warm kitty, little ball of fur! Happy kitty, sleepy kitty...»

«Purr, purr, purr!» Concluse Jeff, ridendo. «Ammetti che ha un che di affascinante questa canzone».

«Il giorno in cui ti chiamerò 'gattino', Jeff, dovranno ricoverarmi per diabete fulminante. Non te la ricanterò la prossima volta che sarai malato. Adotterò il mio personale metodo di guarigione».

Il volto di Jeff scattò verso quello di Nick, un sorriso ad illuminarlo. «E sarebbe? Il brodo di pollo di casa Duvall?»

«Oh, no. Mia madre non mi ha mai dato brodo di pollo, mi dava qualcosa di notevolmente più buono» Nick ricambiò il sorriso, certo di incuriosire Jeff. Se c'era una cosa in cui era davvero bravo era stuzzicare il suo ragazzo.

«Che cosa?» Chiese infatti. Nick scosse la testa, ridendo.

«Lo scoprirai la prossima volta!»

«Ma io sto male adesso, Nick!» Obiettò Jeff, mostrando la sua migliore espressione da persona sofferente. «Forse non ho più la febbre, ma sono ancora raffreddato. E poi ho un gran mal di gola! E... E mi fa male una caviglia, sì!»

«Jeff...»

«E ho avuto una fitta alla schiena tutto il giorno, non passava più!»

«E magari anche male alle orecchie?» Ridacchiò Nick, Jeff annuì con forza.

«Come facevi a saperlo? È proprio così! Dai!»

Nick scosse la testa, borbottando qualcosa sulla capacità di Jeff di ottenere sempre quello che voleva. Il diretto interessato fece finta di non sentire, recuperò la borsa dell'acqua calda per mostrare che sì, era ammalato e stava male. Nick non gli credette per un secondo, ma glissò. Si alzò e si avvicinò al suo armadio, cominciando a spostare vestiti e scatole.

«Tieni la tua medicina segreta nel nascondiglio del cibo?» Domandò Jeff dubbioso, guadagnandosi un'occhiata stupita dell'altro.

«Come fai a sapere che qui nascondo il cibo?»

Jeff alzò un sopracciglio, scettico. «Siamo in stanza insieme da tre anni e ti conosco meglio di quanto tu possa pensare. E poi non sei così bravo a mantenere i segreti: ho scoperto la scatola delle meraviglie il secondo mese».

«E perché non me l'hai detto?» Nick pareva sinceramente sorpreso.

«Perché quando devi prendere qualcosa lì dentro diventi cospiratore: ti guardi intorno sospettoso neanche ne andasse della tua vita. Sei divertente» rispose Jeff, con un'alzata di spalle. Nick non contravveniva mai a nessuna regola, eccetto quella del non tenere il cibo in camera, e quando doveva aprire quella scatola diventava improvvisamente una spia. Jeff pensava che fosse convinto di rischiare l'espulsione per un paio di merendine.

«Non è affatto vero» obiettò Nick, spostando una felpa e rivelando finalmente la scatola in questione. Si guardò intorno ad accertarsi che non ci fosse nessuno, facendo sorridere Jeff. «Ok, forse sono un po' sospettoso, ma non si è mai troppo prudenti!»

«O fissati».

«Comunque sia... Ecco il rimedio a tutti i mali di casa Duvall» Nick si voltò con un gran sorriso in volto, che subito coinvolse Jeff. In una mano aveva un pacchetto di pane, nell'altra un barattolo di Nutella ancora sigillato.

«Molto meglio del brodo di pollo!»

«Te l'avevo detto, Jeffie» concordò Nick, tornando verso il letto e risedendosi di fianco al suo ragazzo. Recuperò un coltello e iniziò a spalmare la crema, sotto l'occhio vigile di Jeff.

«Dovresti mangiarla a cucchiaiate, dà più soddisfazione».

«Ma col pane è più buona».

«Sì, ma col pane non puoi fare questo!» Prima che Nick se ne potesse rendere conto Jeff aveva infilato l'indice nella Nutella e gliel'aveva spalmata sul naso.

«Lo dici tu!» Ribatté ridendo, quindi afferrò la fetta che aveva già preparato e la appiccicò alla bocca di Jeff.

«Mmm, buona! Un po' carente di crema però, dovresti metterne di più».

«Perché è tutta sulla tua faccia» rispose Nick avvicinandosi e iniziando a togliergli la Nutella dalle guance. «Sai, è un peccato sprecarla».

«Allora mangiala» Nick scoppiò a ridere al sorriso eloquente di Jeff, ma non se lo fece ripetere due volte. Lo baciò, sporcandolo ancor di più con la Nutella che aveva sul naso. Sentì Jeff ridere contro le sue labbra, come sempre, e lo strinse a sé con più forza. Sentiva il sapore delle nocciole sulla bocca di Jeff, la crema ormai doveva essere sparsa su metà della sua faccia.

«Mi piace questa medicina, Nick» ridacchiò Jeff quando si separarono.

«La Nutella o il bacio?»

«Il bacio alla Nutella! Non ringrazierò mai abbastanza gli italiani per averla inventata. Potrei persino sposare un barattolo, sono certo che vivremmo per sempre felici e contenti».

Nick scoppiò a ridere: solo Jeff poteva fare un'uscita del genere. «Sicuramente! Potreste andare in viaggio di nozze in Italia, fare un giro in gondola e fare passeggiate al chiaro di luna. Io vi starei sempre dietro a cantare... When the moon hits you eye like a big pizza pie that's amore!»

«When the world seems to shine like you've had to much wine that's amore!»

«Sarà un matrimonio meraviglioso» annuì Nick. «Eccetto, ovviamente, che la signora Nutella Sterling sarà tradita in continuazione con il sottoscritto».

Jeff scoppiò a ridere, afferrando il barattolo e osservandolo con attenzione. «Mi dispiace tanto, mia futura signora» iniziò a dire con una mano sul cuore. «Ma Nick è Nick, ha dei metodi di convincimento davvero soddisfacenti».

Nick sorrise, togliendogli il barattolo dalle mani e facendolo sdraiare. «Ah, sì?»

Jeff annuì, portando una mano sul fianco dell'altro. «Già. Per esempio mi canterà 'Soft Kitty' ogni volta che sarò malato...»

«Non ci sperare!»

«...perché sa che altrimenti scapperei lontano lontano!»

«Con un barattolo di Nutella?»

«Per esempio. O con quel bel ragazzo che hanno assunto all'autolavaggio, quello che mi faceva l'occhiolino settimana scorsa!»

«Com'era? Soft kitty, warm kitty...»

«Little ball of fur!»

Scoppiarono a ridere insieme, prima di stringersi in un abbraccio: Jeff, improvvisamente dimentico dell'influenza, Nick, a cui importava poco o nulla di ammalarsi a sua volta, e il barattolo di Nutella, sempre vigile sui due.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soooft kitty, warm kitty, little ball of fuuurr!

Se siete arrivati a leggere fin qui, complimenti. Questa storia è parecchio delirante, ma è giusto così essendo nata dai deliri miei e di Thalia. Essendo nata con te è giusto che questa storia sia per te, mia Nick. Dovremmo rifarlo prima o poi, però scrivi tu =P

Altri ringraziamenti e blabla vari sono gli stessi di sempre, ormai lo sapete :)

Per quanto riguarda le note 'serie'... Questa storia nasce dall'idea di un Jeff malato con Nick in stile infermierina, dalla canzone That's Amore di Dean Martin e dalla Nutella. Soft Kitty è arrivato dopo, mentre scrivevo, e semplicemente non ho potuto non inserirla XD Ho evitato la parte della pasta e fagioli, su.

Grazie per aver letto! :)

   
 
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