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Autore: Cheshire_Blue_Cat    09/03/2012    1 recensioni
... bene, questa è la prima fic che pubblico e, anche se sono cosciente che fa veramente schifo, spero che piaccia a qualche buon anima ^.^ parla di una ragazza che non è umana, si chiama(casualmente -.-) Lirin e sul suo passato è gettato un velo di mistero su cui lei intende far luce, ovviamente possiede un'Ombra(di mia invenzione)... bhe, spero vivamente che qualcuno legga questa schifezza... P.s. ho preferito scrivere che i personaggi fossero un po' più grandi che nell'anime... spero non dispiaccia a nessuno. ^.^
P.p.s. ho apportato alcune modifiche al capitolo 8 per chi fosse interessato... -.-" mi ero dimenticata che per inserire i dialoghi bisogna usare i trattini e non le virgolette... pardon! ^.^
//Incompiuta... già... mi duole il cuore, ma alla fine ogni storia è già finita appena si scrive la prima parola per chi la scrive quindi anche questa storia prima o poi avrà una fine//
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Wah!!! Sono terribilmente in ritardo con gli aggiornamenti >.< mi dispiace tanto tanto tanto, ma non aveva uno straccio di idea…
Questo (ammettiamolo) disastro mi è venuto in mente grazie(????) alle troppe ore passate sul libro di storia >.<
Buona tortura!!! XDXDXDXD

 
 
 
Flames of hell
 
Cinque giorni segregata in casa era un supplizio senza contare poi la sua natura metà animale che le imponeva gli spazi aperti.
Noia, noia, noia… pensò stufata sbirciando Andropov che leggeva un libro dall’altra parte della stanza. Era da poco che aveva accettato di convivere abbastanza “pacificamente” con lui, si era detta che altrimenti sarebbe stato un litigio continuo e la sua stanza si sarebbe trasformata in una trincea, prospettiva poco allettante. In ogni caso non lo definiva ancora come un amico.
Un momento, aveva pensato amico? Scosse il capo, il significato di quella parola lo conosceva solo perché lo aveva letto sul dizionario. Da che aveva memoria non ricordava di aver avuto qualcuno di simile ad un amico all’infuori di Kirillion.
Si alzò dal letto a si accucciò di fianco a lui che, concentrato com’era non la notò neanche: - Ehi An? Che fai? -
Lui non si voltò tenendo lo sguardo fisso sulle pagine: - Leggo. -
Lirin sbuffò: - Che pizza… ascolta An, io vado da papà ok? -
Lui assentì e ritornò al suo libro: - Potresti smetterla di chiamarmi An? - chiese leggermente scocciato.
Lirin ridacchiò, aveva preso l’abitudine a chiamarlo così da quando gli aveva detto che il suo nome era decisamente troppo lungo. Insomma, dire An invece che Andropov era molto più facile.
- Ma certo An. - gli rispose calcando appositamente sull’ultima parola per farlo innervosire. Lui fece una smorfia strana, ma non disse niente.
La ragazza si avvicinò allora alla porta, uscì in corridoio e scese le scale.
Aveva voglia di un po’ d’azione dato che se ne stava rintanata in casa su ordine di suo padre. Causa: quelle dannate visioni di non specificata natura che l’avevano fatta stare male tre volte nel giro di due giorni.
Perché non vai a chiedere a Loghi se si allena con te? Non dovrebbe essere impegnato, Lord Nene non gli ha ancora detto di fare niente… propose Kirillion Mmm… di certo sarà più interessante che combattere contro quell’ammasso di robot arrugginiti… acconsentì lei.
Strano, ma vero la sua proposta fu accettata di buon grado da Loghi e dopo appena cinque minuti erano padre davanti a figlia poco distanti dall’arena dove lei solitamente si allenava con i robot Ombre  Nere.
L’unica pecca era che alla sfida assistevano i Manipolatori, era una sorta di condizione da parte di Loghi che la scocciava non poco, odiava che la fissassero. Anche se non vedeva l’ora di lasciarli a bocca aperta davanti a quello che sapeva fare.
Rigirò la spada tra le mani: È così che si fa! esultò Kirillion percependo i pensieri poco modesti dell’evocatrice che aveva una mezza intenzione di pavoneggiarsi davanti a tutti usando i suoi poteri.
- Pronta? - chiese Loghi sfoderando l’enorme spada a doppia presa, Lirin assentì con un sorriso, sentiva già l’adrenalina della lotta ribollirle nelle vene.
Attaccò per prima mirando alla gamba, ma la sua spada cozzò con l’altra e allora dovette indietreggiare per non perdere l’equilibrio.
Si avvicinarono si nuovo. Parata. Affondo. Fendente. Di nuovo parata.
Colpì più volte le braccia del Generale e riuscì, i colpi che andarono a vuoto gli stracciarono appena il mantello. Loghi invece non riuscì nemmeno a sfiorarla, non che non stesse combattendo sul serio, ma lei era sempre troppo rapida.
Aveva un modo di usare la spada unico nel suo genere, per lei era quasi un gioco, stuzzicava la lama avversaria con lievi stoccate deviando sempre la mira di Loghi. Alternava fendenti larghi a piccole torsioni del polso, questi cambi, continui ma repentini, disorientavano parecchio senza contare la velocità con cui lei riusciva a sottrarsi ai vari affondi.
Andò avanti così per un po’ fino a quando Lirin, stanca del monotono scambio di colpi, roteò la lama aprendo un largo buco nella casacca del Generale disegnando una sottile riga rossa.
Lirin continuò ad avanzare costringendo Loghi a ricorrere alla propria Ombra: Valchiria.
Quando apparve l’Ombra però fu lei che dovette indietreggiare, ma non più del dovuto.
Kirillion dentro di lei scalpitava ansiosa di combattere: Posso uscire adesso?
Non ancora, aspetta… la dragonessa espresse il suo dissenso, ma obbedì.
Lirin guardava compiaciuta le espressioni stupite dei Manipolatori a bordo campo e ne dedusse che probabilmente nessuno di loro era mai riuscito a mettere Loghi così alle strette.
Ghignò e si decise a farlo, ormai era inutile continuare a nascondersi. Lanciò via la spada e sfrecciò in avanti snudando zanne e artigli. Da tanto voleva prendersi la libertà di trasformarsi davanti ad An e gli altri.
Un improvviso fendente di Valchiria la costrinse a scartare a destra, ringhiò e con scioltezza passò le difese di Loghi buttandolo a terra con una zampata. La bloccava con il piatto della spada per impedirle di mordere.
All’improvviso un colpo di potenza inaudita riuscì a scaraventarla a qualche metro di distanza senza però riuscire a ferirla. Ringhiò verso Valchiria che teneva ancora lo scudo di taglio per respingerla ancora se si fosse riavvicinata.
Trasformò di nuovo il suo corpo rendendolo quello di un demone e ricominciò ad attaccare usando gli artigli, vene respinta di nuovo dopo che una sua serie di graffi fu andata a segno.
L’aura di Loghi brillò.
Tieniti pronta Kirillion! urlò all’Ombra avvertendo l’imminente potere che si sarebbe scatenato, ghignò, Loghi non aveva mai usato attacchi particolarmente potenti con lei fino a quel momento e questo voleva dire che ora lei era forte abbastanza per resistergli.
Si portò abbastanza vicina ai Manipolatori per sentire i loro commenti, anche se furono pochi dato che erano più occupati a guardarla con occhi sgranati, specialmente Andropov.
Lo sguardo che le stava tenendo fisso addosso il ragazzo, non seppe perché, ma le smosse un moto di soddisfazione in fondo all’animo.
Aspetto che Loghi attaccasse ad occhi chiusi: - Rosa di Maggio! – eccolo, spalancò gli occhi, le pupille le fiammeggiavano.
Nel contempo che alzò la testa le si riversò addosso quel fiume di lame di luce viola e affilatissime.
Né un urlo né un lamento, solo una cortina di fumo che la nascose del tutto. Loghi rimase rigido in posizione di attacco mentre le ceneri si diradavano.
Lo Squadrone al completo non osava fiatare, An si era persino tappato gli occhi(Nota me: Awwww… ke kawai… :3)
Il fumo non fece in tempo a diradarsi che un ala azzurra e membranosa lo spazzò via con violenza, l’altra ala fece altrettanto.
Una fiamma cerulea iniziò a brillare fulgida tra i residui di polvere alimentata da un crescente boato.
Gli occhi rossi dell’Ombra fecero capolino sopra la luce dell’aura sempre più grande, Kirillion sporse il muso in avanti e spalancò le fauci ribollenti: - Fiamme d’Inferno! - il colpo di Lirin sembrò smuovere i più profondi meandri della terra.
La fiammata che avvolse Loghi e la sua Ombra era rosso sangue e, nel brave percorso che fece per attraversare il campo di battaglia, aprì una voragine nel terreno smuovendo la superficie come un terremoto. Eppure la trattenne.
Lirin interruppe il flusso d’energia che alimentava la vampata e attese che i bagliori sulfurei lasciati da essa si dissolvessero. Non l’aveva ucciso, al massimo un po’ bruciacchiato. Se avesse voluto, con quel colpo sarebbe riuscita a spazzare via l’intera capitale del Gran Reame e dintorni mantenendo l’autocontrollo.
Corse verso il corpo riverso a terra di suo padre e lo aiutò ad alzarsi: - Forse ho un po’ esagerato… - mormorò mortificata quando vide in che condizioni era: le punte dei capelli erano bruciacchiate, il volto annerito, i vestiti logori oltre che fumanti e il mantello bruciava ancora.
Loghi le fece segno di non preoccuparsi e con un gesto slacciò il mantello: - Complimenti. - disse solo rivolgendo poi un segno di assenso a Kirillion che ricambiò con la medesima compostezza.
 
Ascoltava la brezza leggera che le solleticava il muso che teneva ostinatamente fuori dalla finestra spalancata. Forse sarebbe già dovuta essere a letto, ma non poteva certo lasciare An senza una minima spiegazione, agli altri ci aveva già pensato suo padre.
- Quindi non sei umana, ma vieni dalla specie dei demoni a lungo dimenticata e questo significa che puoi trasformarti a tuo piacimento in una belva? - chiese Andropov facendo ordine in tutto quello che lei gli aveva appena spiegato.
Lirin annuì assente sedendosi sul cornicione e bilanciandosi con la coda.
- È figo… -
Lirin si girò a guardarlo improvvisamente inviperita, scese dalla finestra e gli si avvicinò sibilando con fare minaccioso: - No, non è figo per niente. Tu non hai idea di cosa vuol dire. -  ringhiò e sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Quella semplice affermazione le face salire un moto di rabbia incontrollabile: lui non sapeva niente, non aveva idea da che posto infame provenisse, non sapeva il sangue che aveva visto e versato negli ultimi sei anni. Lei vedeva ancora una bambina spaventata e sola in mezzo ad una distesa di macerie, sarebbe stata un’immagine indelebile nella sua mente. Quella del giorno in cui l’avevano abbandonata a se stessa. Represse un singhiozzo.
Troppo sangue. Troppo sola. Troppo buio.
Rabbrividì, An cercò di sfiorarle la testa seppur spaventato da quello sfogo così rabbioso: - Lirin? - sussurrò dolcemente, ma lei, con un gesto fulmineo e involontario, gli azzannò la mano sfilandogli con un colpo secco il guanto viola.
Quando si ritrasse rimase sbigottita da quello scatto improvviso, assaporò con orrore il sangue che le imbrattava la lingua. Guardò il ragazzo con occhi lucidi, lui si teneva convulsamente la mano ferita al petto macchiandosi la maglia di sangue. Anche il guanto, che ora giaceva a terra, era macchiato e gli si stava allargando attorno una larga chiazza scura.
Lirin indietreggiò spaventata schiacciando le orecchie ai lati della testa spaventata e guardandolo con occhi sgranati mentre lui continuava a ripeterle che andava tutto bene, ma lei neppure lo ascoltava.
La sua testa era troppo in subbuglio: No, non  va tutto bene. IO ti ho appena ferito senza un motivo!!! continuava a ripetersi: Sangue… spirò in un ansimo guardando il SUO sangue che le serpeggiava verso la zampa.
Paura, quello che fece poi era solo dettato dalla paura.
Con un balzo uscì dalla finestra, ignorando la zampa di dietro che si era slogata nella fretta dell’atterraggio e corse verso la foresta con i suoi fantasmi che la inseguivano. Sentì indistintamente An che la chiamava, ma non si fermò.
 
ANGOLINO VANEGGIO XD
Ok, lo ammetto, sono io la responsabile di questo scempio che avete appena letto >:D
So che non è un granchè, ma da qui sono pronta a svelare i vari misteri che avvolgono il passato di Lirin.
 
Alla prossima!!! *coro di grilli* -.-“
 
Ciaociao da Lirin97
 
P.s. grazie Julia98 per le recensioni!!! Sono felice di ricevere almeno le tue!!!

 
  
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