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Autore: Lely1441    09/03/2012    2 recensioni
Centocinque giorni alla maturità. Stavolta i principali attori di questa commedia sono Cris, lo sportivo incallito, Mela(ssa) (sempre la solita secchiona) e Vanni, fancazzista ad honorem. Ed un qualche segreto da svelare.
[Spin-off di Centosei giorni alla maturità - Diario di un lager]
Enjoy!
Genere: Commedia, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It's the final countdown'
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Centocinque giorni alla maturità - Cronaca di un’esperienza coercitiva
 
 
 
You don’t waste no time at all,
don’t hear the bell but you answer the call:
it comes to you as to us all…
We’re just waiting for the hammer to fall
 
What the hell we’re fighting for?
Just surrender and it won’t hurt at all.
You just got time to say your prayers
while you’re waiting for the hammer to fall.
(*)
 
 
Mercoledì 9 marzo 2011
 
«Ti prego, abbassa quel volume», implora mia cugina, entrando nella stanza e lasciandosi pesantemente cadere sul mio letto. «Ho un mal di testa allucinante, stanotte per finire studiare mi sono ridotta alle due di mattina…»
Mi volto appena, colpito dalla corrente d’aria prodotta dalla porta che è rimasta aperta. «EH?»
«Abbassa quel volume!»
«COSA?»
Mia cugina rotea gli occhi al cielo, si alza e spegne le cuffie del computer. «Ti ho detto di abbassare il volume, prima che tu diventi irrimediabilmente stupido. Non che ci manchi poi troppo…»
«Ah, ok, ok», borbotto, l’attenzione rivolta al 99% al mio videogioco e all’1% a lei. Dopotutto è mia parente, non ci guadagno niente a forzare i miei istinti vitali (cioè continuare a giocare fino all’esaurimento delle mie energie… o dei miei punti vita, che dir si voglia) per darle retta.
Tanto si tratta sempre del solito blablabla.
«Hai finito di studiare storia?»
Storia, storia… Cosa c’era da studiare?
«Ah-ha», rispondo, sparando all’ennesimo idiota che mi si è parato contro. Ma te guarda ‘sti imbecilli. Sai che ho un fucile ultimo modello in mano, puoi farti ammazzare così?!
«Bravo! E scienze?»
Ma che cazzo! Pure scienze?! Ma i professori non hanno nulla di meglio da fare che sfogare le loro frustrazioni sessuali su di noi?
«Ho fatto, ho fatto, piantala di preoccuparti», sibilo infastidito. Se c’è una cosa che mi irrita, è quando mia cugina si comporta come mia madre (per fortuna che piantarsi davanti ad un computer è più difficile che farlo quando sto giocando con la wii in salotto, perché altrimenti avrei già dovuto dire addio alla mia tranquillità).
Lei si zittisce immediatamente - e già questo dovrebbe insospettirmi -, occhieggia lo zaino che è rimasto chiuso da quando sono tornato a casa all’1.30 - troppo faticoso anche fingere di aver fatto qualcosa - e si avvicina diffidente.
«Hai già messo dentro i libri per domani?»
«Uh-hu», bofonchio io, mentre l’1% delle mie cellule cerebrali rimaste sul chi va là strilla impazzito e infastidisce le altre, le quali tentano disperatamente di finire questo maledetto livello per battere il record di Vanni.
«’Sti, se tu mi hai detto anche una sola mezza verità in tutto questo discorso, giuro che mi faccio i capelli blu», afferma convinta, aprendo lo zaino e trovando conferma ai suoi dubbi. Dubbi piuttosto chiassosi, devo dire. «Non hai neanche tolto il dizionario per l’esercitazione di latino!», boccheggia avvilita, come se avesse scoperto nell’armadio il cadavere di un gattino scuoiato.
Forse con il gattino sarebbe andata meglio, dato che è allergica al loro pelo… Non poteva esserlo alla carta?!
La ignoro, sperando che mi vengano concessi quei due minuti che mi servo-
«MELISSA!», strillo orripilato, mentre lei mi fissa accigliata e con il cavo d’alimentazione in mano. «Come, come… No, stavo per finire il livello, non puoi davvero essere così stronza!»
«Stammi bene a sentire, Cristiano Cammareri», attacca, avvicinandosi e assumendo l’aria da Furia che la contraddistingue quando si altera per davvero. «Non me ne frega niente se i professori ti portano in palmo di mano perché sei giusto un po’ bravo in qualche sport: per quanto tu possa essere il nuovo profeta salvatore del basket questo non ti porterà a fare traduzioni da otto, e si dà il caso che tua madre, ovvero la sorella di mia madre, ovvero la persona più dolce e tenera del mondo, mi abbia chiesto una mano per riuscire a farti diventare un uomo e smettere di essere un… un…»
«Un cosa?», chiedo stupidamente. Lei mi guarda e lancia un acuto degno della Callas.
«Un cazzaro!», tuona, in una riproduzione abbastanza realistica della Galadriel cinematografica tentata dal potere dell’Anello. Mi appiattisco contro lo schienale della poltroncina e la fisso ad occhi sbarrati.
A volte dimentico che anche lei ha ereditato parte dei geni Visconti, che si trasmettono solo da madre a figlia, ignorando bellamente il ramo maschile.
«Mela…»
«Mela un cazzo», sibila, e se inizia ad essere volgare è sul serio un problema. Apre l’armadietto dei libri di scuola, trova quello di storia e me lo lancia addosso, rischiando di ammazzarmi. «Il capitolo sulla Rivoluzione Russa. Ora».
«Ma Mel, sono le 11! Non puoi davvero pretendere che inizi a studiare ades-»
Taccio davanti alla sua espressione, e apro rassegnato lo strumento della mia tortura.
«Non ti alzerai da qui finché non avrai finito di studiare. Tutto», conclude con tono sadico. Arrischio una sola occhiata al foglio affisso sotto il calendario della Roma, creato per segnare il countdown che mi separa dal primo giorno degli esami, e sospiro afflitto. Ancora centocinque giorni di supplizio.
La maggior parte delle persone teme la maturità in sé per sé, ma questo solo perché non hanno la famigerata Melissa Florenzi come cugina di primo grado…
«Cristiano! Concentrati!»
Non vedo l’ora di uscire da questo campo di concentramento.
 
 
(*)
Non perdi affatto tempo,
non senti la campana ma rispondi alla chiamata:
giunge per te come per noi tutti…
Stiamo solamente in attesa che si abbatta il martello.
 
Per cosa diavolo stiamo combattendo?
Solo arrenditi e non ti sarà fatto del male.
Hai giusto il tempo per dire le tue preghiere
mentre aspetti che si abbatta il martello.
 
Queen - Hammer to fall
 
 
Note dell’autrice: questa raccolta si è classificata prima al contest “Notte prima degli esami” indetto da Maeve e Mizar19; ringrazio ovviamente i giudici (con mesi di ritardo… XD), e faccio i miei complimenti alle altre partecipanti e podiste ^^
Secondariamente, questa raccolta è uno spin-off di un’altra mia raccolta sulla maturità, ovvero “Centosei giorni alla maturità - Diario di un lager”, rimasta inconclusa perché dopo il mio orale mi sono letteralmente data alla pazza gioia (roghi di appunti, bamboline voodoo di miei insegnanti, sacchi pieni di quaderni di matematica di cinque anni… Scherzo, ovviamente, non ho fatto veramente tutto questo. Dopottutto, faceva troppo caldo per accendere il camino). Sono tutt’ora incerta su come (e se) continuarla, perché sono rimasta fregata dal mio stesso aggiornare in base ai giorni in cui l’azione del capitolo veniva ambientata. Insomma, non posso postare a marzo la descrizione dell’orale di Nadia ò_ò Ci devo pensare su. Non mi dispiacerebbe neanche fare una raccolta universitaria, ma vedremo.
In comune con l’altra raccolta c’è soprattutto il personaggio di Melassa Melissa. Qualcosa alla ‘vediamo cosa si nasconde dietro ad una secchiona’, in pratica. Ovviamente è già del tutto scritta, quindi non sparirò nel nulla, tranquilli.
È ambientata durante l’anno scorso, quindi siamo ancora alla seconda prova di latino per il Classico e così via… Spero non crei alcun problema esistenziale o chissà cosa.
Ho terminato da poco una chiamata con una maturanda, quindi i miei migliori auguri per tutti coloro la cui apocalisse è anticipata a quest’estate. Pensate a godervela bene, o avrete sprecato mesi con l’angoscia di quattro stupide giornate. Non ne vale la pena ;)
Ci risentiamo l’11 marzo, alla prossima!
   
 
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