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Autore: visbs88    10/03/2012    2 recensioni
[…]- Bankotsu. Ciò che ti ho chiesto è uccidere Inuyasha. La tua ricompensa è la vita eterna, e ti è stata data ancora prima che tu portassi a termine il tuo compito. Sono stato anche troppo magnanimo, non pensi? […]
- Sappi che tu sarai quello che perderà. Tu, e tu solo fallirai davvero. Né io né gli altri abbiamo mai realmente perso, perché questa non è una vera battaglia. È un gioco, sono sicuro che anche a te appare così.
[…]
Bankotsu ha ormai preso la sua decisione.
[!Violenza, !lievissimo Shonen-ai]
[Song-fic ispirata all'omonima canzone degli Skillet]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bankotsu, Naraku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LIVE FREE OR LET ME DIE

 
Titolo: Live free or let me die.
Introduzione: […]- Bankotsu. Ciò che ti ho chiesto è uccidere Inuyasha. La tua ricompensa è la vita eterna, e ti è stata data ancora prima che tu portassi a termine il tuo compito. Sono stato anche troppo magnanimo, non pensi? […]
- Sappi che tu sarai quello che perderà. Tu, e tu solo fallirai davvero. Né io né gli altri abbiamo mai realmente perso, perché questa non è una vera battaglia. È un gioco, sono sicuro che anche a te appare così.[…]
Bankotsu ha ormai preso la sua decisione.
Personaggi: Bankotsu, Naraku.
Rating: Giallo/14+.
Generi: Drammatico, Introspettivo, Song-fic.
Avvertimenti: One-shot, What if?, Violenza, vago Shonen-ai.
Pairing: Nessuno; accenni Bankotsu/Jakotsu.
Numero parole (Contatore Word): 2.077.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. La canzone che ho utilizzato è Live free or let me die degli Skillet (qui per ascoltarla), da cui la fic prende anche il titolo. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 

Buona lettura.
 
Death until the dust, and we're waiting
Ruined in the rust, of our craving
It feels like, it feels like

Insects walk below, I'm on a wire
Fire will burn below, but I am higher
It feels like, it feels like

Don't you know the cost, of your betrayal?
You're the one that's lost, you're gonna fail
It feels like, it feels like you're gasping with all your might

 
Morti nella polvere, noi aspettavamo. Rovinati nella ruggine del nostro desiderio, non attendevamo altro che rialzarci per vendicare il tradimento da noi subito.
E tu sei arrivato. Siamo tornati in vita, e nei nostri cuori è rinata la speranza nel futuro; nel mio è durata poco.
È stato istintivo accettare la tua proposta. Chi sarebbe stato così stolto da rifiutarla, in quel momento? Ho pensato che uccidere i tuoi nemici sarebbe stato un gioco da ragazzi, per la Squadra dei Sette. Che tu non ci fossi riuscito per una serie di casi sfortunati, e che d’altronde molti signori feudali richiedevano il nostro aiuto per avere semplicemente la certezza della vittoria, anche se potevano contare di un esercito numeroso e ben addestrato. Ho semplicemente avuto fiducia e non ho riflettuto, troppo bramoso di rivedere la luce del sole, di riassaporare anche solo per un attimo l’aria fresca del mondo esterno, di vendicarmi del principe che ci aveva uccisi, di rivedere i miei compagni. Ero come ubriaco di voglia di vivere, dopo aver assaggiato la morte e aver scoperto che non ha un buon sapore: tutto finisce e tu non sei più nulla. Il mio cuore faticava ad accettare questa realtà: ho sempre avuto il bisogno di sentirmi qualcuno, di sentirmi forte; la morte mi ha distrutto prima ancora che il mio nome entrasse nelle leggende del mondo intero. Come avrei potuto rifiutare l’opportunità di rimediare a ciò? Bankotsu, il sanguinario mercenario morto e poi risorto assetato di vendetta. Solo provando a descriverla così la mia storia già mi appariva perfetta.
Avrei però dovuto immaginare che perfetta non sarebbe mai stata.
Quando i miei compagni hanno iniziato a morire, io ho cominciato a capire.
Non ci hai mai salvati, penso mentre cammino in questi oscuri cunicoli.
Forse non siamo mai nemmeno stati davvero vivi di nuovo. Forse questa è tutta un’illusione, forse siamo solo pupazzi che si muovono spinti da una forza che non dipende da loro. Io mi sono lentamente reso conto di non essere me stesso. Mi sono domandato cosa mi mancasse: all’apparenza, nulla. Ho ritrovato Banryu e avevo Jakotsu al mio fianco, pronto a donarmi tutto il suo calore. Mi sono vendicato e ho ucciso. Ma ogni minuto che passava, cominciavo a capire ciò che veramente ero, ciò che sono, e un’angoscia sempre più grande attanagliava il mio cuore.
In realtà, il mio incubo si è avverato: non sono nulla. Senza la Sfera dei Quattro Spiriti non sono nulla. Ma soprattutto, non sono nulla senza di te.
Il mercenario non può che dimostrarsi obbediente e abile nell’uccidere. Non ha in sé nessun barlume di fedeltà verso chi lo paga, non ha nel cuore nessuna pietà, ma ha almeno il pregio di saper vivere la sua vita senza dipendere da altri. Tu mi hai salvato, e fino a quando vivrò sarò legato a te. Non sono più un mercenario vero, e questo significa che non sono più me stesso.
Stiamo cadendo uno ad uno. Mi sembra di camminare su un filo sospeso sopra fiamme ardenti. Sono più in alto di ciò che potrebbe bruciarmi, ma rischio di cadere. Anzi, è sicuro che non riuscirò a mantenere l’equilibrio per sempre. E questo non posso accettarlo.
Mi sento tradito, Naraku. Nulla è peggio di un’illusione infranta, non trovi? E tu mi hai promesso di realizzare il sogno in assoluto più favoloso per un essere umano: la vita eterna. Però hai avuto sfortuna, amico mio, perché ho iniziato a pensare. Ho guardato negli occhi i miei compagni e i miei nemici, ho valutato la loro forza e la nostra, mi sono chiesto come sarebbe finita questa storia. Soprattutto, mi sono domandato se tu già sapessi come sarebbe andata. Probabilmente sì, dico bene? Già ti eri reso conto che saremmo morti uno ad uno nel tentativo di coprirti; ti sei però ben guardato da dire una parola, una sola, che mi facesse pensare che qualcosa della nostra vita ti importasse. Sei un essere così abile a mentire, Naraku: sei scaltro e intelligente, sai parlare in modo affascinante, sai catturare l’attenzione di chi ti ascolta, sai manipolare i suoi sentimenti. Ma temo tu mi abbia sottovalutato, perché hai creduto che non avrei mai compreso tutto ciò. Sei un’abile incantatore, e come tale sai fare in modo che le tue vittime non si accorgano di essere ingannate; stavolta hai fallito, contro di me, contro un mercenario che della tua intelligenza, me ne rendo conto, ha ben poco.
Immagino credessi che io non attribuisca alcun valore alla vita di nessuno. Ma sono già morto, conosco la paura che si prova in quell’ultimo secondo in cui puoi ancora pensare, e non potevi aspettarti che io, docile come un agnello, accettassi di provarla una seconda volta in battaglia. Ho provato a farlo, sì, ma come vedevo i miei compagni fallire, ho capito che sarei fallito anch’io. Sarei tornato nella polvere in cui sono morto, non avrebbe fatto nessuna differenza.
Ho avuto notizia della morte di Ginkotsu, e sono venuto qui, all’interno del monte Hakurei, solo per cercare te. Credimi, il cuore mi fa davvero male al pensiero di abbandonare gli altri al loro destino, ma in parte confido nel loro coraggio. Chissà se uno di loro farà ciò che ho deciso di fare io. Chissà chi verrà a cercarmi in questi cunicoli, chi si domanderà se sto bene, chi piangerà nel vedere i miei resti ai tuoi piedi. Forse Jakotsu, il mio fedele Jakotsu. Mi mancherà molto nell’oscurità del mio nulla. Sento di essere vicino al cuore del monte, al tuo rifugio; è meglio che mi sbrighi a decidere, quando sarò davanti a te ogni istante potrà essere troppo tardi. Ti chiederò di lasciare Jakotsu in vita? Ti pregherò di risparmiarlo? È così forte la tentazione. Ma penso che no, non lo farò. Capisco bene che sarebbe assolutamente inutile: ti serve anche il frammento di Sfera nel suo collo. Mi domando se gli diresti, prima di ucciderlo, che la mia preoccupazione, morendo, era lui. Forse no, o forse sì, per farlo soffrire, chissà. Ma sono qui per farla finita come si deve, e non penso sporcherò la mia immagine fiera con un’implorazione che altro effetto non sortirà che farti ridere.
 
- Bankotsu.
In un certo senso mi aspettavo che tu fossi in questo buio che mi si spalanca dinanzi, pur non vendendoti; ciò non mi impedisce di trasalire al suono della tua voce.
- Ti ho trovato, Naraku.
- Che cosa sei venuto a fare, qui?
Sorrido.

You can't take away my strength
Fix these broken veins
There's nothing left to fight (Live free or let me die)
You can't take away my pride, I won't be denied
There's nothing left to fight (Live free or let me die)

 
- Siamo solo uno scudo, non è forse così?
Mi pare di sentire una tua esclamazione nel buio. Ma in questo luogo tanto buio, d’altronde, c’è molto rumore: posso sentire il tuo corpo che striscia, posso immaginarmi tentacoli viscidi, zampe sottili come quelle di un ragno che circondano le pareti del luogo in cui ci troviamo. Di fronte a me, a pochi passi dai miei piedi, oltre al punto in cui il terreno finisce, c’è un abisso. E in quell’abisso, o forse più in alto, ci sei tu. Vorrei vedere il tuo volto.
- Che sciocchezze, Bankotsu. Non ti ho forse ridato la vita? Come puoi dubitare di me?
- E tu… tu, come puoi pensare che io ti creda?
Quante cose vorrei dirti, ma attendo una tua reazione. Voglio capire se proverai di nuovo ad incantarmi, oppure se uscirai allo scoperto. Sarà interessante osservarti.
- Bankotsu. Ciò che ti ho chiesto è uccidere Inuyasha. La tua ricompensa è la vita eterna, e ti è stata data ancora prima che tu portassi a termine il tuo compito. Sono stato anche troppo magnanimo, non pensi?
- Se fosse un’altra persona a parlarmi, ti darei ragione. Ma sei tu, e questo cambia le cose. I miei compagni stanno morendo.
- Se non sanno difendere la vita che ho loro donato, non è una mia colpa.
Mi sembra di sentire una vaga irritazione nella tua voce; è un particolare così inusuale. Ti ho forse interrotto mentre assemblavi due parti importanti del tuo corpo? Ho spezzato la tua concentrazione? Non mi fa altro che piacere.
- Sappi che tu sarai quello che perderà. Tu, e tu solo fallirai davvero. Né io né gli altri abbiamo mai realmente perso, perché questa non è una vera battaglia. È un gioco, sono sicuro che anche a te appare così.
- Che cosa vuoi, Bankotsu?
- Voglio vivere libero. Altrimenti, lasciami morire come mi hai dato la vita.
Il mio cuore scalpita mentre pronuncio queste parole. Sì, avrei così tanta voglia di rimanere là fuori, là nel mondo. Quanto sarebbe meraviglioso, davvero, ogni cellula del mio corpo lo sa. Ma ho imparato a fidarmi poco di ciò che sento: l’unico che ascolto volentieri è il mio orgoglio, quell’orgoglio che non tu puoi cancellare.
- E quei compagni che ancora vivono, Bankotsu? Li lascerai soli?
- Fanne ciò che vuoi. So che ogni mia parola sarebbe inutile.
- E così, desideri essere ucciso.
- Da te.
Ridi forte, e la tua voce risuona in tutta quest’oscura caverna.
- Mi sento così onorato, Bankotsu. Rischierai di commuovermi con il tuo coraggio e con il tuo amore nei miei confronti.
- Non si tratta d’amore, bensì di forza. Non morirò in battaglia; se il mio nome sarà ricordato, sarà perché ho scelto di morire da uomo e non per mano di un nemico non mio.
- Hai paura, Bankotsu? Hai paura di Inuyasha?
- Ho paura di una morte priva d’onore.
Prima ancora che me ne accorga, tu ti muovi.
Mi accascio su me stesso. È meglio di quanto immaginassi: il mio cuore batte così forte da distrarmi dal dolore che mi hai causato, dalle ferite alle mie braccia e nel mio addome, dal mio sangue che sgorga su questo terreno nero. Non sento le mie grida, anche se so di aver urlato: ho solo voglia di ridere di fronte alla tua stupidità, perché non sarà fissando queste mie vene spezzate che mi toglierai la mia forza.
 
Do you remember how
You became who you are now?
Do you remember how
It felt to breathe without
Gasping with all your might?

 
Ancora ti sento ridere.
- Ti ricordi… ah… ti ricordi… come… come sei diventato quello… che sei?
Parlare è così difficile. Non riesco nemmeno più a guardare di fronte a me.
- Ricordi, Bankotsu, come ti sei sentito vivo? Se sì… dimenticalo, e pentitene.
Non parleresti così se tu fossi ancora in difficoltà. Mi avresti cacciato, immagino, se non fossi stato ancora abbastanza forte. Ma il tuo corpo è già quasi finito, giusto? I frammenti di Sfera ti devono servire terribilmente, sei ad un passo dalla fine.  Riesco a sentire la tua brama di riaverli.
È così che sarebbe finita in ogni caso. Anche se avessi ucciso Inuyasha, tu non avresti mantenuto la promessa. Oh, quanto vorrei urlarlo, Naraku, quanto! Vorrei farti capire che tu hai davvero perso, che tu sei debole, che tu non sei nulla, che io ora sono qualcuno dal cuore forte. Ma mi hai tolto la possibilità di parlare, è faticoso perfino respirare.
Non resisterò ancora, perché il mio corpo è di debole umano.
Che tu sia dannato… voglio ridere di fronte alla morte, e non lo posso fare per il dolore lancinante che mi distrugge. Voglio alzare la testa impavido ed intimarti di darmi il colpo di grazia, ma sono in ginocchio, inerme e tremante, le vesti stracciate e le carni lacerate dai tuoi tentacoli. Ma non pensare di avermi per questo annientato: sei stato solo un codardo.
- Addio, Bankotsu. È stata una tua scelta.
Mai ne ho fatta una più giusta, vorrei gridare. Ma anche se avessi avuto fiato, anche se il sangue non mi appannasse la vista, non ci riuscirei: riesco a malapena a vedere il tuo volto bianco e crudele nel buio, prima che tu mi colpisca alla gola.
 
 
 

Spazio autrice:
Aggiungiamo Bankotsu alla lista dei personaggi uccisi in modo alternativo da me. *afferra l’elenco e inizia a scribacchiarci sopra*
Mi è venuta un discreto schifo, però, diavolo, l’ho scritta. Erano tipo mesi che dovevo farlo.
Il tutto nasce, molto tempo fa, da una chiacchierata fra me e Chandrajak su Facebook: abbiamo deciso che entrambe avremmo scritto una song-fic con questa canzone su Bankotsu e lui solo. Lei l’ha scritta la sera stessa o il giorno dopo, di preciso non ricordo, io ci ho impiegato l’eternità. Il mondo è bello perché è vario, eh? In ogni caso dedico questa mia fic a lei, con la speranza che non le causi conati di vomito in quantità eccessive. Ah, e vi consiglio inoltre di leggere la sua storia, World so Cold, che di sicuro è una spanna sopra alla mia. Ma anche di più.
Vorrei aggiungere che avevo pensato di far partecipare questa fic ad un contest, ma che ero troppo impaziente di pubblicarla per farlo: lo dico per sottolineare quanto profondo sia il mio masochismo nel postare roba del genere e rischiare di venire presa a bastonate. Cosa che succederà di sicuro, mi sa. L’ho scritta di getto –in due puntate, ma di getto– e non l’ho riletta in modo attentissimo, quindi se avete qualcosa da dire fate pure.
Un bacio, visbs88.
   
 
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