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Autore: Black Mariah    10/03/2012    5 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Fan Fiction completamente ispirata al film e al telefilm "Le dieci cose che odio di te".
Bianca vuole diventare popolare a tutti i costi. Kat vuole portare avanti battaglie anticonformiste e femministe. Gerard vuol far esplodere il liceo che frequenta. Mikey è follemente innamorato di Bianca. Frank cerca di aiutare disperatamente l'amico a conquistare la ragazza. Ray malgrado gli istinti omicidi di Gerard, avrà la sua dose di popolarità e inizierà una delirante relazione con Paris.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Welcome to the Belleville High school

 

 
-Uffa, ma perché papà non ci permette di andare a scuola con la macchina?- domandò Bianca passandosi la tracolla sull’altra spalla. Quella borsa era così pesante che le stava facendo male il braccio.
-E’ convinto che una delle principali cause di morte minorile sia l’auto…- rispose Kat sbuffando, pensando a quell’esaurito di suo padre. Le sembrava strano che non avesse ancora chiamato. Erano passati cinque infiniti minuti da quando si erano avviate da casa.
-Bianca puoi anche smetterla di portarti i capelli dietro l’orecchio, di certo non potrai affascinare un palo della luce…- commentò sarcastica la ragazza.
-Un palo della luce no, ma uno dei ragazzi più carini della scuola, sì! Mi sono informata: la Belleville High School ha una delle migliori squadre di football della East coast, e squadra di football buona è uguale a squadra di cheerleader altrettanto buona!- esclamò con voce allegra ed entusiasta. Bianca era così contenta del primo giorno nella nuova scuola che aveva indossato il suo vestito migliore, non come quella sciatta di sua sorella che si era vestita a lutto come sempre.
-Mmm…- mugolò Kat –La tua prospettiva scolastica sembra entusiasmante come l’ultima. Ma non ti stanchi di avere a che fare con quelle persone?- disse, alludendo all’ossessione della sorella di frequentare a tutti i costi persone popolari.
-E tu non ti stanchi di essere sempre la solita bisbetica guastafeste? Il tuo tasso di popolarità è inversamente proporzionale alle volte che Linsdey Lohan è andata in prigione!- disse Bianca sorridendo e facendo un gesto con la mano.
Kat storse il naso. Non credeva che sua sorella conoscesse certi termini.
“Inversamente proporzionale” pensò arricciando il naso.
-E questo che vorrebbe dire?- domandò stranita in seguito. Bianca blaterava cose senza senso a suo parere.
-Che la tua popolarità diminuisce ogni volta che quella va in prigione, e dato che entra ed esce dal carcere, non sei sulla buona strada. La tua scala di popolarità sarà pari a meno dieci.- rispose divertita la bionda. Sua sorella certe cose non le riusciva proprio a capire. Era sempre e solo concentrata a fare l’anticonformista, a rispondere male a tutti e a non farsi piacere mai nulla.
Improvvisamente dalla borsa della sorella più piccola partì una musichetta. Kat odiava quella suoneria da bimbette.
-Pronto papà?- rispose la ragazza senza nemmeno vedere chi la stesse chiamando. Chi altri poteva chiamarla alle otto di mattina se non suo padre?
-Tesori miei, come andiamo?- fece il signor Stratford dall’altro lato della cornetta.
-A piedi, papà, come vuoi che andiamo? A Kat non hai permesso di usare la macchina!- esclamò con ovvietà la ragazza, mettendo il vivavoce al cellulare.
-Bianca, lo sai quello che penso sulle macchine. La userete quando sarò davvero certo che quella scuola non sia piena di teppistelli!- fece. Sicuramente a quell’ora stava indossando le sue cose e si stava preparando per un’altra “fantastica” giornata in ginecologia.
Era assurdo il tono ilare che il padre delle ragazze usava, benché la maggior parte delle cose che dicesse erano spiegazioni e ramanzine.
-Comunque…vi ho chiamato per ricordarvi una cosa…- aggiunse, continuando il suo discorso.
-Come se prima di uscire di casa non ce l’hai ripetuta un’altra decina di volte!- disse Kat che stava ascoltando la voce metallica del padre al telefono.
-Oh, Kat, suvvia non fare la scontrosa! Anzi fallo! I ragazzi non si avvicinano alle ragazze scontrose!- disse felice.
Sua figlia grande non le dava preoccupazioni riguardo quella cosa, era Bianca quella da tenere sott’occhio.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Era sempre il solito.
-Allora, mi raccomando, è il vostro primo giorno di scuola e siete carine, simpatiche, malgrado tutto…- e questo lo aggiunse per sua figlia grande -e quindi state attente a non tornare incinta!- concluse con voce stridula.
-Papà!- esclamarono entrambe le ragazze. Ormai erano abituate a quelle raccomandazioni assurde. Loro padre era praticamente ossessionato dal sesso giovanile.
-Che c’è? Ricordatevi che la gonorrea e la sifilide sono in crescita fra gli adolescenti!- disse il signor Stratford.
Quelle furono le ultime parole che pronunciò prima di riattaccare.
-Certe volte mi chiedo perché sia così…- disse Bianca, riponendo il telefono al posto e uscendo un lucidalabbra color pesca.
-Ma la smetti? Non andiamo mica agli Oscar!- commentò Kat vedendo sua sorella impomatarsi le labbra per la milionesima volta.
-La prima impressione è tutto per diventare popolari…Non sono di certo come te che vado girando con gli anfibi e con le maglie di quelle band pazze che ti ascolti!- ribattè l sorellina.
-Oh, scusami Taylor Swift, Justin Bieber deve farti l’autografo?- domandò acida Kat, ferita nell’orgoglio.
Bianca rispose con una linguaccia.
 
-Gerard, maledizione vuoi accelerare? Siamo in ritardassimo!- urlò quasi Mikey, seduto sul sedile del viaggiatore, a suo fratello.
-Non è che posso andare a settanta in un centro abitato!- rispose il ragazzo mettendo la quarta e premendo il piede sull’acceleratore.
Il pivello però aveva ragione, un altro richiamo per ritardo avrebbe fatto andare i suoi genitori su tutte le furie, soprattutto il primo giorno di scuola.
-Dio, Gerard, sono così eccitato…Il primo giorno di scuola…come sarà?- disse entusiasta Mikey, battendo leggermente le mani.
-“Come sarà?”- ripetè Gerard antipatico con una vocina da femmina. –Mikey, vai al terzo liceo non da qualche altra parte. Come credi che sarà? Sarà come quello dell’anno scorso e dell’anno scorso ancora. Ti rinchiuderanno con la testa nel cesso già dal secondo giorno se ti fai vedere così di nuovo- ringhiò il più grande degli Way.
-Ma perché devi essere sempre così pessimista? Non ti capisco proprio…- fece il fratellino con aria tranquilla, tornando a guardare da fuori al finestrino.
Era quasi abituato al perenne malumore del ragazzo.
Gerard non voleva essere duro con lui, ma certe volte non sopportava il suo fare da ragazzino innocente. Mikey credeva di andare chissà dove ogni volta, e invece doveva aspettarsi solo un branco di smidollati che giocavano a football e un esercito di cheerleader stramazzanti cresciuti di un anno.
-Credo che ora dovresti decelerare però, altrimenti distruggeremo l’entrata del cancello di scuola!- esclamò Mikey poco dopo, guardando il tachimetro.
-Uffa, accelera, decellera…ti vuoi decidere?!- urlò quasi Gerard guardandolo.
-Dio, Gerard attento!- esclamò Mikey terrorizzato, vedendo all’ultimo momento due sagome attraversare la strada.
Gerard sgranò gli occhi. I freni di quella macchina non funzionavano nemmeno bene. Spinse sullo stantuffo con tutta la forza che aveva nelle gambe e tirò immediatamente il freno a mano.
La macchina inchiodò facendo un rumore assurdo. Il rinculo dei freni fece sobbalzare i due fratelli, che quasi sbatterono la testa contro il vetro dell’auto.
Gerard si trovò con il muso ad un centimetro dal cruscotto.
-Ehi, non si corre in questa maniera vicino le scuole!- esclamò arrabbiata e spaventata una ragazza vestita di nero con dei lunghi capelli scuri.
-E tu vedi di guardare quando attraversi! Sei a Belleville non ad una sfilata!- esclamò Gerard spaventato a morte. Cazzo, stava quasi per investire una ragazza. Anzi, ne stava quasi investendo due allora che guardava meglio.
-Belleville un corno! Vai piano e basta, pirata!- disse infuriata Kat. Ma come si permetteva quel cretino a voler avere ragione a tutti i costi quando stava guidando come un matto?
-Vaffanculo! Torna a fare quello che stavi facendo!- ringhiò Gerard spostandosi i capelli davanti agli occhi. Mise la prima e partì sgommando.
Kat lo maledì una centinaia di volte.
-Gerard…- disse Mikey con gli occhi sgranati. Era rimasto con la faccia praticamente incollata al vetro del parabrezza.
-Che vuoi?- disse Gerard mettendosi una sigaretta in bocca. Cercava di non darlo a vedere, ma si era davvero spaventato.
-Quella ragazza…- iniziò a dire il fratellino.
-E’ una deficiente, peccato non l’abbia messa sotto- commentò arrabbiato.
Mikey sembrava ipnotizzato.
-Non lei…L’altra…- fece Mikey, ricordandosi del miraggio femminile appena visto.
-Secondo te mi mettevo a guardare quelle due dopo che le ho quasi investite?- replicò Gerard arrabbiato.
-E’ la donna della mia vita…- continuava a commentare imbambolato Mikey. Bionda, magra, mingherlina e così tremendamente dolce.
Gerard alzò gli occhi al cielo, cercando un parcheggio libero.
 
Era solo la seconda ora di lezione e Bianca aveva già fatto amicizia con un sacco di ragazze. Si era informata bene su quando fossero le audizioni delle cheerleader e fino a quella data, non avrebbe fatto altro che allenarsi. Aveva scoperto anche che la ragazza più popolare della scuola, una certa Paris, era il capo cheerleader, e quindi avrebbe dovuto ingraziarsela a tutti i costi.
Non l’aveva ancora incontrata, ma era sicura che l’avrebbe riconosciuta, se l’avesse vista.
Mikey intanto si aggirava tra i corridoi, tutto felice per chissà quale bislacca ragione, accompagnato dal suo compagno di lezioni Frank.
-Dici che Jenna sarà felice di vedermi?- chiese Frank mentre apriva il suo armadietto. –Il nostro ultimo incontro non è stato dei migliori. Lei credeva che la volessi baciare, invece le ho tolto una cosa dall’occhio…- continuò stranito, ripensando ancora a quel pomeriggio.
Mikey seguì solo parte del discorso che il suo amico gli stava facendo.
Una visione celestiale si catapultò davanti ai suoi occhi. Ancora.
-Oh! E’ lei!- esclamò, portandosi una mano sul cuore.
-Lei chi?- chiese Frank.
-Quella di cui ti ho parlato a lezione. Gerard la stava quasi per investire assieme ad un’altra! E’ la più bella ragazza che io abbia mai visto…- fece con fare melenso. Frank alzò un sopracciglio.
-Ma chi, quello scricciolo che non riesce ad aprire l’armadietto?- continuò Frank, notando una ragazza mingherlina con i capelli biondi e una borsa di un fuxia quasi accecante.
-Sì…Non è bellissima? Sono pazzo di lei. Sto morendo per lei!– disse il ragazzo con fare sognante.
-Sì, e perché non la vai ad aiutare? Usa il solito trucco della moneta da cinque centesimi…-
-Sei matto?- disse Mikey quasi spaventato da quella proposta.
-No…semplicemente la vai ad aiutare prima che lo faccia qualche altro smidollato, e poi ti presenti. Come credi che si faccia con le ragazze? Quell’ asociale di tuo fratello non ti ha insegnato nulla?!- fece Frank.
Mikey si fece una risata –Frank, l’hai appena detto. “Quell’asociale”- disse Mikey. Era la prima volta che faceva una battuta su suo fratello. Contrariamente a quello che si poteva pensare, non stavano molto insieme. Gerard passava la maggior parte del suo tempo per strada o chiuso nella sua camera. Secondo lui non sentiva il bisogno di stare con qualcuno. Amava se stesso, come Narciso.
 
Kat stava vagando da un’ora per il campus per far passare la sua ora buco.
In quella scuola c’era sempre la stessa gente, le solite persone che si trovano nei licei: i fighi, le cheerleader, gli accannati che fumavano sotto gli spalti, i giocatori di football e poi c’erano gli sfigati. Lei non apparteneva a nessuna di queste categorie, anzi, lei era unica e non classificabile. Suo padre diceva che era il suo “cactus” o la sua “bisbetica” preferita. Odiava  però quei soprannomi e odiava suo padre quando la esasperava.
-Toh, ecco una nuova recluta- disse una voce acida alle sue spalle.
Kat si girò e si ritrovò davanti una ragazza alta, sì e no, uno e cinquantacinque.
-Dici a me?- chiese Kat già prevenuta.
-Secondo te chi altri sembra una galeotta qui? Da dove vieni, da Woodstock?- commentò acida la ragazza, spostandosi dietro l’orecchio i suoi capelli ricci di permanente. Assieme alla voce di quella tipa si unirono un paio di risatine provenienti da delle probabili schiavette.
Kat la squadrò. Galeotta?
-Non credo che la casa delle Barbie sia da queste parti. Anzi, no. Il colore del tuo vestito mi ricorda una cosa precisa. E’ di un rosa porcello, quindi dovresti andare in una fattoria…- commentò altrettanto acida la mora.
Paris si sentì avvampare. Come si permetteva quella specie di Samantha Fox di rivolgersi in quella maniera?
-Sappi che in questa scuola comando io…- iniziò a dire la finta riccia avvicinandosi, cercando di assumere un’aria vagamente minacciosa da sopra i suoi tacchi. –…E se voglio, ti posso rovinare la vita. Scoprirò tutto quello che c’è da sapere su di te, persino le cose che tu stessa non ricordi, e sarai sulla bocca di tutta la scuola…-
Kat colse la sfida. Si guardò un po’ intorno.
-Scommetto che quella macchina che luccica è tua…- disse, scrutando il maggiolino di Paris fermo al parcheggio.
-E quindi? Vuoi farti un giro perché non te la puoi permettere?- domandò sghignazzando Paris.
Kat si avvicinò pian piano alla macchina, scrutandola con fare meravigliato per impressionare quella nana che aveva di fronte.
Quando Paris era quasi convinta di aver abbindolato abbastanza quella ragazza con la maglia tagliata, Kat uscì dalla tasca del suo giubbotto di pelle le chiavi di casa, e muovendo la mano lungo tutta la fiancata, lasciò un solco lungo quasi un metro.
-Scommetto che adesso tutta la scuola parlerà di me, no? Di chi sarà mai la macchina graffiata?- chiese la mora con lo stesso tono malefico usato da Paris.
-Oddio, ma tu sei matta!- gridò incredula la cheerleader, guardando quel solco sull’automobile.
-Ops- disse solamente Kat davanti a quella reazione da anatra, alzando le sopracciglia.
-Ops?!- ripetè la preside qualche decina di minuti più tardi. –Che diavolo è saltato in mente a voi due?- continuò arrabbiata.
Paris iniziò a blaterare e a dire che Kat aveva fatto quello, che poi l’aveva chiamata così  e che poi aveva fatto quell’altro.
La mora seguiva a tratti tutto il discorso insensato di quella paperella, facendo smorfie di qua e di là.
La preside, sentendo la versione dei fatti di Paris, fece uscire la sottoscritta, rimanendo da sola con la nuova arrivata.
-Signorina Stratford, questo è il suo primo giorno, vero?- disse con voce mielosa.
-Sì…- rispose Kat, scazzata da quell’interrogatorio inutile. Sapeva che la punizione sarebbe toccata solo a lei alla fine…
-Beh, non vorrà essere sospesa già dal primo giorno, vero? Il che sarebbe un peccato dal momento che i suoi voti sono ottimi- disse, sfogliando le pagelle precedenti della studentessa. Dopo qualche secondo, cambiando totalmente voce, iniziò a gridare quasi isterica –Paris Donner è la ragazza più ricca di questa scuola e suo padre ci da’ annualmente una donazione, quindi evita di farti venire una crisi premestruale quando la incontri, la prossima volta!- 
A Kat sembrava un’esaurita assatanata.
Ma perché suo padre era stato trasferito in quel diavolo di ospedale di Belleville?
-Ora sparisci. E lascia in pace quella ragazza!- disse.
Kat la squadrò dalla testa ai piedi. Prese le sue cose, si alzò e si diresse verso l’uscio della porta.
“Fantastico” pensò andando verso la porta e notando chi stesse aspettando fuori
“Ci mancava solo il pirata”
Il tipo con cui si era incazzata la mattina era lì, davanti la presidenza.
Vedendolo pensò altre due cose: era capitata in una scuola di merda e quel pazzo idiota che la stava per investire andava nella sua stessa scuola.
-Ti sposti o devo farti vedere come si fa?- gli disse una volta arrivatagli vicino.
Gerard la guardò quasi con odio, riconoscendola. Che ci faceva quella psicopatica nel suo liceo?
Dopo qualche secondo si scansò. Non gli andava di rispondere a quella.
Fece un passo indietro giusto il necessario per farla passare.
-Meno male, credevo non avessi capito…- disse Kat con odio, uscendo definitivamente da quella stanza.
-Way, entra solo dopo aver lasciato fuori quel tagliacarte.- commentò la preside da dentro il suo ufficio. -Che hai fatto stavolta? Hai fatto vedere  di nuovo i tuoi genitali a tutti?- chiese la preside non appena il ragazzo fu entrato.
A Gerard sembrò di non aver sentito bene.
-Veramente a fare quello è stato Sullivan…- disse Gerard stranito., ripensando all’episodio dell’anno prima.
-E’ lo stesso…- fece la preside scrivendo qualcosa su un foglio. –Allora? Che hai combinato?-
-Sono arrivato in ritardo- rispose il ragazzo, ripensando alla causa dela sua mancata puntualità.
-Mmm…Iniziamo bene. Vuoi andare avanti così per tutto l’anno? Non puoi trovarti una casa più vicina, visto che non riesci ad essere in orario? Almeno non trascinare tuo fratello nei tuoi piani perversi di uccidere il mondo intero…-
Gerard guardava imbambolato quella donna, ma che prendeva a tutte? Si erano alzate tutte con il ciclo quella mattina?
-Se è tutto io andrei- commentò lui alquanto perplesso  alla fine della solita predica -…Altrimenti non faccio in tempo a versare del veleno per topi nel pranzo…- continuò alzandosi.
-Ah, ah, ah- fece la preside simulando una risata. –Ti tengo d’occhio, Way-
-Spero non lo faccia quando cercherò di sabotare la partita di football- rispose il ragazzo annoiato, avviandosi verso l’uscita e mettendosi già una sigaretta in bocca.
-Ah, dimenticavo- aggiunse la preside guardandolo con odio e allo stesso tempo soddisfazione –Dopo l’allenamento dei ragazzi, vai a raccogliere le loro tute dagli spalti. Se non l’hai capito sei in punizione-
-Perché sono arrivato in ritardo?- fece Gerard quasi sbigottito, aspettandosi una risposta positiva.
-No, così per l’ora di pranzo sarai impegnato e non potrai mettere il veleno per topi nel pasto della mensa. Ora sgomma- replicò con soddisfazione la donna.
Si preannunciava un ultimo anno di merda.
-Allora lo farò domani…- disse il ragazzo quando era ormai di spalle e lontano da quella pazza della preside.

 

 

***
Ebbene ecco un'altra delirante Fan fiction della vostra Mariah! Erano secoli che volevo pubblicare una cosa del genere...
Comunque, bando alle ciance. Spero vi sia piaciuto questo primo capitoletto iniziale e che abbia suscitato la vostrà curiosità
nell'andare avanti...Detto ciò, le persone e molti fatti sono ispirati sia al film che al telefilm, ma con il procedere, la storia si discosterà un po' da quella che siete abituate a conoscere (altrimenti poi non andreste avati, no?) 
Questa è la mia pagina facebook da cui potete leggere i miei aggiornamenti e i miei deliri riguardo le mie storie. 

Mi farebbe piacere che ci passaste!
Black Mariah Efp

   
 
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