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Autore: Dave1994    10/03/2012    1 recensioni
Ecco a voi il seguito diretto di Bianco e Nero. Spero vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante, Un po' tutti, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Luna.
Una moneta bianca sospesa nel cielo, che con la sua faccia più luminosa rischiara il mondo intero.
Nero ammirava la Luna. Era come una persona: per quanto pensavi di conoscerla, ti sorprendeva sempre con il suo lato più nascosto.
Il ragazzo guardò i fiocchi bianchi che scendevano lentamente a terra, sospinti dal vento invernale. La bora non ruggiva ancora, ma presto avrebbe gelato l'intera città di Fortuna che ora dormiva innocente, al sicuro nei propri letti.
Quanto tempo era passato da quando aveva visto per la prima volta suo padre, durante quella visione? Sei, sette mesi?
Non era giusto che tutte le sue sicurezze venissero distrutte in un singolo attimo. L'aveva già sopportato con il tradimento dell'Ordine e la scoperta delle sue vere intenzioni, ma in quel caso aveva avuto al suo fianco Kyrie a sostenerlo. La amava.
Ma non perchè era bella. Quello non guastava mai e lo stesso Dante si era lasciato andare a diversi apprezzamenti.
La amava perchè non aveva visto in lui solamente la sua faccia più oscura, il suo lato demoniaco. Kyrie aveva scorto in Nero quella scintilla di umanità che contraddistingue le persone più nobili, quelle che si incontrano una volta sola nella vita.
E mentre il ragazzo si lasciava andare a questi pensieri, l'inverno abbracciava Fortuna in una stretta gelida. La città si sarebbe addormentata fino alla primavera, per poi rinascere al pari di una fenice.
- Nero, torna a letto...è ancora presto... -
Si voltò e la vide, bellissima, rannicchiata sotto le coperte con gli occhi leggermente dischiusi. I suoi capelli castani, il suo volto così perfetto, le sue labbra: il cuore di Nero ebbe come ogni volta un sobbalzo.
"Che cos'è la bellezza?" pensò, ammirandola. Interi libri erano stati dedicati all'argomento: per secoli le più grandi menti della storia avevano cercato una qualche risposta a questo quesito. Ma Nero non voleva né filosofare né speculare su questo concetto. Non era necessario. Una sola parola, un'immagine apparsa dal nulla, gli venne in mente, in associazione a tutto questo.
Un giglio.
Era bella ed indifesa come un giglio, una Venere senza braccia.
Ma lui l'avrebbe protetta, anche a costo della sua stessa vita. Kyrie era diventata l'unica sua ragione di vita, la famiglia che fino a poco prima Nero pensava di non aver mai avuto.
E poi era comparso Dante, in tutto il suo irruente sarcasmo.
In pochi giorni, era tutto cambiato. Per sempre.
Altri fiocchi, altri pensieri. Entrambi cadevano senza sosta, senza fretta.
Nero pensò a suo padre, costretto a vagare da qualche parte sotto il cielo senza stelle dell'Inferno. Avrebbe voluto parlare con lui, dirgli che la sua vita aveva preso una piega inaspettata: la sua diversità, il suo lato oscuro, lo avevano reso forte.
Ora possedeva il potere necessario per proteggere le persone che amava.
- Sto arrivando, Bellezza - sussurrò a Kyrie, alzandosi dal davanzale dov'era seduto. Fuori, la neve cominciava a ricoprire Fortuna sotto una bianca coltre. Come un vecchio sotto un mantello, mentre scruta le stelle.

***


La Luna scomparve, per lasciar posto al fratello Sole tuttavia dormiente: il cielo bianco - grigiastro si estendeva fino all'orizzonte, eccetto che per un punto emanante una fioca luce gialla.
La mano sinistra di Nero - quella non corrotta dalla sua parte più oscura - accarezzò i capelli castani della donna accanto a lui, ammirandoli al tatto.
Era bellissima.
Kyrie si rigirò e lo guardò, sbadigliando. Occhi marroni, come quelli di un cerbiatto, lo fissarono. "Innocenti", pensò Nero.
Lei allungò la mano verso il suo volto, per trarlo a sé: lo baciò con lentezza, senza fretta. Come quei fiocchi invernali della sera prima.
Per un solo secondo, un singolo attimo in mezzo all'immensità del tempo, Nero ebbe la fugace percezione della vastità e della Bellezza dell'Universo. Furono concetti per lo più troppo complicati per la sua mente giovanile, ma ciò nonostante riuscì a imbrigliarne qualcuno, per assaporarlo prima che potesse scappare via com'era venuto. Il Senso trovò la sua ragione di vita e lingue di fuoco di una fiamma divina scaldarono l'animo del ragazzo.
Aveva trovato il suo posto nel mondo.
"Vorrei solo che Dante e mio padre sentissero la stessa cosa" pensò e quell'idea così balzana lo colpì come un pugno al petto. L'aveva affascinato già mesi prima, lo aveva ipnotizzato al punto da accendere la sua immaginazione: se solo l'acchiappademoni ne avesse avuto sentore, lo avrebbe legato da capo a piedi senza neanche dargli la possibilità di continuare. E forse non si sarebbe neanche risparmiato una bella ramanzina su quanto pericoloso fosse l'Inferno e su come sarebbe stata stupida la sua idea.
Nero continuò a baciare Kyrie e nella sua mente rise, un'eco cristallina nel mare dei suoi pensieri.
"Mi legherebbe e poi ci andrebbe lui stesso."
  
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