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Autore: Myuzu    10/03/2012    4 recensioni
Si dice che quando si rabbrividisce all'improvviso è la morte che è passata...
PS: è la mia prima one-shot e non è proprio horror ma non sapevo come definirla, commentate please e fatemi sapere se fa proprio schifo.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un corvo svolazza qui e lì nel cielo nuvoloso. Mi muovo, ma non mi muovo realmente. Sembra di camminare nell’acqua alta. Ho la vista annebbiata e mi sento stordita. In lontananza una donna in un lungo mantello nero mi invita con lo sguardo. I capelli cremisi raccolti in una lunga coda ondulata scende fluida su una spalla. Il corvo si poggia su quella libera. Il suo gracidio mi fa rabbrividire.
Sobbalzo.
Stavo solo sognando …
La sveglia come al solito non l’ho sentita e, come da un po’ di tempo a questa parte, sono in ritardo. Mi alzo lesta e mi preparo in un lampo. In cinque minuti sono pronta per l’appuntamento.
Rabbrividisco improvvisamente. Guardo l’armadio e mi infilo un’altra maglia su quelle che ho già. Allo specchio metto un filo di lucidalabbra. Smack! Mando un bacio al mio riflesso. Sono pronta.
Esco dall’appartamento lasciando sbattere la porta alle mie spalle e inizio a scendere le scale di corsa. Oops! Piede in fallo: sto per cadere. Mi afferro alla ringhiera. Fiuu! Salva. Un altro brivido. La paura.
Continuo a scendere, lentamente però ed esco dal portone. Ancora un altro brivido. Starò prendendo l’influenza …
È proprio brutto tempo. Il cielo è ricoperto di nuvole grigie e minacciose.
«Miao.» sento. Il gatto nero del vicino si strofina sulle gambe.
«Ciao, Nerone.» lo accarezzo e faccio per allontanarmi, ma mi segue. Non lo fa mai. «Cosa c’è, bello, eh?» lo accarezzo ancora e mi allontano. Mi volto e stavolta non mi segue. Si è seduto e mi fissa miagolando. È come se volesse che non me ne vada.
Un altro brivido. Mi stringo nel cappotto aumentando il passo verso il ciglio della strada e mi accingo ad attraversare. Un bambino qui vicino fa rotolare la palla in strada e la mia reazione è automatica: vado e la afferro prima che il bambino si butti. Alzo lo sguardo e vedo la donna del sogno con il corvo in spalla sul marciapiede opposto. Mi sorride glaciale. Un brivido. L’ultimo. Mi volto. Due fari e niente più … 
  
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